scorazzandosul web ho trovato nonostante l'ora tarda questa perla...forse non tutti hanno letto di quella volta che....
From Genesis to... Travagliato
03/10/2008
“Era una notte buia e nebbiosa ...” ; no, non è l'inizio di un romanzo di Emily Brontë ma l'inizio di una piccola storia legata a una serie di piccole coincidenze.
Domenica 14 , nonostante sia Aprile inoltrato c'è nebbia, una di quelle nebbie che solo la pianura padana, quando c'erano ancora le mezze stagioni (siamo nel 1972), sapeva regalare. Al solito baretto io e il Renato detto “Il Gili” ci stiamo arrovelando se andare o no a Pavia a vedere questo nuovo gruppo inglese, I Genesis, di cui noi avevamo tutta la discografia (2 Lp !!!) . Trespass e Nursery Crime li avevamo praticamente arati sulle nostre fonovaligie. C'è troppa nebbia, aspettiamo un paio di giorni quando, si dice, saranno dalle nostre parti, a Travagliato , nelle campagne bresciane.
Martedì 16 al solito baretto io , il Gili e la sua “500” blu con un pieno da 2.000 lire partiamo alla volta del SuperTivoli, sorta di grande balera per una sera convertita alla musica rock anzi , alla musica prog. Quaranta chilometri nella nebbia più fitta non sono una passeggiata della salute ma per amore del nuovo suono d'oltremanica si fa questo ed altro.
Palazzolo, Cologne, Rovato, Ospitaletto e poi girare a destra verso la bassa per un'altra decina di chilometri e saremmo arrivati. Strade deserte e buie, buie e deserte se non fosse per quei fari rossi in lontananza nella nebbia, fari che si avvicinano sempre di più, fari posteriori di un'auto ferma anzi un furgoncino, un pulmino di quelli che abbiamo visto tante volte ai nostri amici dei “complessi”.
“Fermati Gili, forse hanno qualche problema “.
Dobbiamo fermarci per forza perchè due tipi sono quasi in mezzo alla strada e fanno larghi gesti con le mani; sono poco rassicuranti quei due a dire il vero, capelli lunghissimi e uno con la barba , una specie di vello di pecora indosso e un berretto di lana con pon-pon.
Da vicino vediamo che è un pulmino MG, marca inesistente in Italia, e dentro ci sono altre tre/quattro persone. Ma...ha il volante a destra...una targa straniera...un adesivo UK..ma non saranno mica inglesi ?
“Parlaci tu Gili...”
“Si...buonanotte, avevo quattro meno meno in inglese”
“Va bè, faccio io che rimediavo un cinque.... Uot Eppen
”
Insomma, con l'inglese di Totò & Peppino riusciamo a capire che si sono persi e che devono andare a “Travalliato...”.
“Anche noi ! Non andrete a vedere i Genesis magari ? “ “UI AR GENESIS !!!”. Io e il Gili prendiamo un colpo: MA SONO I GENESIS !!! E spariamo una raffica di titoli di loro brani, tiro fuori una copia di Ciao 2001 che mi ero portato dietro per l'autografo con un loro articolo fra quello di Massimo Ranieri e dei Camaleonti a cui danno un'occhiata divertita.
Cerchiamo di fare delle azzardate presentazioni, uno dei due, il più simpatico e ciarliero si presenta come Richard McPhail, autista, fonico, cuoco, trovarobe, roadie, factotum, vademecum, etc. .L'altro, il barbuto, semplicemente come Phil Collins, drummer. “...Azz.. ma ci pensi Gili, abbiamo qui i Genesis !!!”. Sparo un “Follow me or follow you ? (anni dopo faranno una canzone con questo titolo ; facevo bene a depositarlo ? )”.
Noi davanti con la 500 e i Genesis dietro uno scassato pulmino blu scuro alla volta della balerona di paese e qualche chilometro dopo eccola svettare isolata e illuminata come una piccola chiesa di campagna in un giorno di sagra.
Tanta gente sul piazzale , eschimo a volontà, barbe incolte, capelli che hanno conosciuto tempi migliori, qualche canna e poche donne; il progressive era roba da uomini...
L'inizio dell'anno 1972 era stato terribilmente caotico per i Genesis. Nursery Crime stava esplodendo nell'Europa continentale ed erano carichi di impegni. Tre mesi di tour attraversando tutta l'Inghilterra da nord a sud, da est a ovest, puntate alla “mordi e fuggi” in Belgio e Germania dove erano già famosi, ritorno nei migliori club e High School del Regno Unito per continuare la promozione, i primi giorni di Aprile ai Manor Studios di Richard Branson per mettere a punto “Foxtrot” per poi mixarlo di notte agli “Abbey Road Studios” negli spazi lasciati liberi dagli ex-Beatles e dai Pink Floyd. Il 5 Aprile cominciava il loro primo tour italiano di dieci date che si svolgeva in qualche (pochi) palasport e in molte balere tipiche della provincia italiana e così passarono dalla Queen Elizabeth Hall al Dancing Paradiso, dalla City Hall al Dancing Jolly, dalla BBC al Dancing Le Rotonde e appunto al Dancing SuperTivoli dove ci trovavamo adesso anche io e il Gili.
Salutati Richard e Phil, gli altri intenti nelle loro scritture o letture, (per esempio Steve immerso in uno sconosciuto Lord of the Rings...) neanche si accorsero di noi, ci avviciniamo all'ingresso dove, come consuetudine pensiamo di fare ...i portoghesi; la bellezza di 2.500 lire di biglietto mica li trovano due apprendisti elettricisti !!! Niente da fare, il manager Sanavio, memore di precedenti batoste si era organizzato con dei buttafuori e a nessuno era permesso di avvicinarsi senza prima pagare. Che si fa ? Si torna a casa , giriamo i tacchi verso la 500 e incrociamo sul piazzale Richard McPhail e il suo panino. Con un gesto internazionale, tasche rivoltate, facciamo capire di non avere un soldo. - Niente paura, venite con me - fa segno l'albionico. Un giro sul retro dall'ingresso di servizio, una porticina di ferro e... dentro i camerini (vabbè, un bugigatollo sporco e freddo, con scope, casse di bibite e... i Genesis !!!).
Un saluto veloce, una serie di Tenghiu e poi giù di corsa dai gradini del palco fino alla platea già piena di corpi sdraiati e di fumo, tanto fumo profumato, troppo fumo dolciastro...
L'Italia dei concerti era quanto più di dilettantesco che ci si potesse aspettare. Niente Service professionali, niente backline e back-light, niente spie sul palco, niente catering, niente roadies, niente camerini e/o docce, niente security, niente gruppi elettrogeni, insomma, niente di niente. Il gruppo arrivava con uno o due amici al seguito qualche ora prima dello show nello stesso furgone in cui erano ammassati strumentisti e strumenti che poi tutti insieme scaricavano, montavano, provavano, aggiustavano, accordavano. Un panino, due arance e via con il concerto con la stessa maglietta e jeans del pomeriggio. Anche per i Genesis andò così, almeno alla loro prima calata l'Italia del rock si trovò impreparata ad allestire spettacoli degni di questo nome e le stars straniere con le loro richieste, assurde per quanto poco conoscessimo lo show-business, sembravano marziani venuti da chissà dove; erano semplicemente il minimo richiesto per poter fare questo lavoro con dignità e professionalità... ma questa è un'altra storia.
Ore 21,30, ci sediamo vicino al mixer a fianco di mr. McPhail (ormai eravamo amiconi), ci dice che avrebbero dovuto fare il tour con il supporto dei Beggars Banquet e Lindisfarne ma non c'erano soldi e così i cinque di Londra devono farsi tutta la serata da soli. ECCOLI ARRIVARE , Tony al suo Hammond e Mellotron , Phil e Steve agli sgabelli (il chitarrista suonava seduto) , Michael esterno destro e infine Peter sotto due o tre faretti colorati che inizia la marcia con Happy the Man brano semi-sconosciuto in Italia perchè uscito solo su 45 giri (ebbene si , i Genesis hanno fatto anche un 45 giri !!!). Qualche applauso; l'abitudine era che bisognasse ascoltare in religioso silenzio ogni brano del gruppo di turno e poi applaudire ma senza isterie o assalti all'arma bianca: il concerto era un fatto politico e come tale andava vissuto, che diamine !!!
Peter parla nella sua lingua ma fa capire che eseguirà ora un brano registrato da pochi giorni e che uscirà sul prossimo Lp dal titolo Foxtrot. Il brano lo ricordo benissimo perchè ci emozionò tutti sin dal primo ascolto con quel suo incedere maestoso fra i tasti dell'Hammond: Watcher of the Skies è una pietra miliare e Gabriel lo interpretò anche teatralmente accuciandosi nei chiaro-scuri dell'organo e saltando letteralmente in alto nelle esplosioni orchestrali.
Certa letteratura dice che il brano fu concepito durante questo primo tour in casa nostra; sbagliato, quando lo eseguirono nelle date italiane era già così bello, così completo e così arrangiato da certificare una certosina preparazione anche se su disco uscirà effettivamente mesi dopo.
La seguente Stagnation è la lavagna di Steve Hackett dove disegna leggeri fraseggi, sussurra accordi per il sussurro di Peter e del suo magico flauto, la mano scorre in attesa dell'appoggio dell'amico Tony che arriva con una cascata di suoni e di corse su e giù per la tastiera : un delirio onirico. E che dire di Fountain of Salmacis uno dei capitoli più alti della produzione dei Fab-Five ? Oppure degli otto minuti a seguire per Get' Em Out by Friday da Foxtrot che i Genesis provarono, questa sì, e misero a punto nei suoi complessi passaggi proprio durante il tour italico ? Flauto, arpeggi di chitarre, ancora flauto, ancora deliziosi arpeggi, leggeri passaggi di batteria e il tutto legato dalla voce narrante di Gabriel a volte dolce quanto a volte aggressiva e cattiva e supportata dalla sua prepotente teatralità . Su Musical Box poi , il marchio di fabbrica di Collins & Co., crediamo ci sia poco da dire; chi ha avuto la fortuna di ascoltarla ancora semi-acerba nelle sue prime interpretazioni avrà capito le vette a cui erano già arrivati i cinque.
Un bel assolo di batteria di Phil durante il quale gli altri abbandonano il palco per lasciare la scena a completa disposizione del drummer è un fatto insolito per il pubblico italiano ma sarà abbondantemente ripreso da tutti i gruppi nostrani con risultati a volte esilaranti (tutti lasciano senza consultarsi e il palco resta inesorabilmente ...vuoto !!!).
Comunque dopo i cinque minuti di drum-solo (bello però eh...) ecco chiudere con The Knife, un po'il manifesto anche grafico della produzione degli Visionari ed alla cavalcata di organo, gli stop-and-go di Collins e Tony, l'assolo perfetto di Steve, nemmeno i più riluttanti fra il pubblico possono trattenersi ed alzarsi ad applaudire a scena aperta. E' l'apoteosi.
Nessun saluto, nessun ringraziamento e i cinque spariscono dietro le quinte nel fetido camerino. Si spengono i tre faretti sul palco e si accendono le luci in sala. Fine di un sogno...
Poco più di un'ora e venti di concerto quando la media nazionale era di 45 minuti è un set tutto sommato notevole per l'epoca se si considera che il giorno dopo la band avrebbe dovuto raggiungere il centro Italia per altre date (Firenze, Roma, Napoli, Bari credo di ricordare ) sempre con il solito pulmino e i dopo aver anche caricato-scaricato tutta la strumentazione.
Sono le undici e trenta di notte in aperta campagna, la “500” del Gili è lì sul piazzale, la nebbia si è magicamente dissolta, le note del Gigante Hogweed ancora risuonano nelle orecchie e ci tocca la strada del ritorno. Cantiamo Visions of Angels tornando verso casa a 20 all'ora.
“Sai Gili, domani quasi quasi non vado a lavorare...”
... A margine: nel seguente tour italiano, il fatidico pulmino ebbe un tragico intoppo e non arrivò a destinazione pertanto i Genesis dovettero suonare uno o due date con gli strumenti prestati dagli increduli Osanna da Napoli (Elio D'Anna & co.)...
Quando i tre Genesis hanno suonato al Circo Massimo a Roma nell'estate del 2007 ho voluto assolutamente incontrare Phil Collins e farmi ridare la copia di Ciao 2001 che mi ha fottuto nella notte del 16 Aprile 1972. Ehi Phil, credi che me ne sia dimenticato ? C'è mancato poco che la security mi facesse completamente nero !!!
Sono passato casualmente per la pianura bresciana e ho rivisto Travagliato e il SuperTivoli. C'è ancora e con lo stesso nome, una locandina appesa fuori dal locale diceva “stasera Mimmo e gli Arcieri di Romagna” : Che amarezza...
Richard Milella "S.P.A.M."
Tell me my life is about to begin, tell me that I am a hero, promise me all of your violent dreams light up your body with anger