by aorlansky60 » 19 Nov 2009, 08:32
Ho provato a formulare e buttare giù qualche concetto, salvo poi rendermi conto che la cosa stava diventando incredibilmente TROPPO LUNGA in modo ridicolo; so bene che la sintesi non è mai stata il mio forte, però la materia si presta magnificamente a considerazioni a largo raggio. Chi non ama l'argomento (Beatles) può tranquillamente risparmiarsi la lettura; a chi avrà avuto la costanza e pazienza di leggere fino in fondo porgo le mie scuse per la lungaggine.
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Quel complessino skiffle nato come "Quarry men" per poi trasformarsi dapprima in "Silver Beatles" e in seguito definitivamente col marchio THE BEATLES, che in apparenza mostrava 4 ingenui ragazzi della Liverpool medio-borghese di fine anni 50, in realtà celava 3 forti personalità, delle quali 2 a dir poco POTENTI e DETERMINATE, la cui unione professionale avrebbe cambiato numeri e connotati dell'industria musicale moderna, prima ancora di considerarne la valenza sotto il profilo artistico e la grandissima influenza manifestata nell'ambito della musica pop durante il corso di un intero decennio. Influenza che sarebbe andata oltre la vita del complesso così come la loro fama che uscì dal solo ristretto ambito musicale per abbracciare quello di fenomeno sociologico a tutti gli effetti (ndr: chissà cosa ne pensa Piero Scaruffi [:-I] se passa di qua a leggere...[:D])
Durante il periodo finale della loro fortunata carriera insieme, le tre personalità vennero più volte ad uno scontro reciproco determinandone anche gli andamenti del complesso, nel bene e soprattutto nel male.
Richard Starkey era la personalità meno complessa dei quattro, quella che in seguito tutti quelli che lo conobbero nel tempo possono ancora oggi testimoniare quanto egli sia una persona fondamentalmente buona, gentile, cordiale e semplice.
George Harrison era un chitarrista non troppo dotato di talento naturale ma di ferrea volontà; quando conobbe e si infatuò del suo mito giovanile, LA CHITARRA, egli ci mise sangue sudore e lacrime per imparare a suonarla, come infatti fece.
Paul McCartney era quasi figlio d'arte, in quanto fu il padre che saltuariamente suonava in una banda orchestrale ad incoraggiarne la passione musicale già dall'infanzia regalandogli il primo strumento (una tromba, che egli barattò in seguito con una chitarra acustica); era sicuramente tra i quattro quello maggiormente dotato di talento naturale per l'arte e la musica.
John Lennon era un giovane ribelle, svogliato negli studi accademici, che capiva e recepiva una sola materia: il Rock'n'roll americano. Segnato da una adolescenza sofferta, si può dire che egli sia cresciuto maturando una carica aggressiva pronta a sfidare "chiunque, ovunque e comunque".
Il periodo BEATLES affinò ulteriormente le loro personalità :
McCartney era di certo quello più attento "alla musica per la musica" in ogni suo aspetto realizzativo che partiva dalla composizione fino a raggiungere la produzione. Propensione che egli maturò nel corso di quel decennio grazie anche alla sua enorme curiosità di apprendere ogni particolare che coinvolgesse la produzione in studio di registrazione, stimolato anche nell'imparare a suonare nuovi vari strumenti (in particolare il pianoforte) oltre a quello che egli suonava dai tempi della formazione del complesso.
Lennon scoprì nel tempo anche una coscienza "politica" che cercò di convogliare in musica, cosa per la quale entrò in contrasto con il suo partner. Egli si considerava come un "mediocre chitarrista ritmico" dal punto di vista tecnico. Una cosa che lo accomunava al suo partner era la grande curiosità verso tutti gli aspetti tecnici nel potenziale rappresentato da uno studio di registrazione. Insieme lui e McCartney, in quel decennio che li vide insieme, avranno modo di saziare la loro grande curiosità esplorando tutta una serie di tecniche realizzative mai affrontate prima che costituiranno praticamente uno standard per il futuro in campo pop, aiutati in questo da uno straordinario produttore che crescerà con loro, ed insieme tutto lo staff tecnico della EMI che gravitava intorno al quartetto.
Harrison dovette far fronte ad una guerra non dichiarata ma logorante nei suoi confronti, dovuta allo strapotere compositivo del duo più famoso della storia della musica pop. La posizione di Steve Hackett nei Genesis a confronto era a dir poco idilliaca e felice.
Quando giunsero alla separazione, i tre si trovarono sotto posizioni diverse e particolari:
McCartney era letteralmente DISTRUTTO psicologicamente, avendo dedicato ed investito in risorse mentali TUTTI gli ultimi 10 anni della sua vita alla causa BEATLES, fino a cercare di mantenerne invano la parvenza di band anche quando questa era di fatto ormai praticamente disintegrata.
Passò alcuni mesi vuotato mentalmente e quasi in depressione, finchè riuscì a convincersi che il sogno era finito raccogliendo a poco a poco tutti i cocci per rimetterli insieme e trovare nuove energie per ricominciare l'unica cosa che egli sapeva fare: comporre e produrre musica. Prese uno Studer a 4piste in prestito dalla EMI e lo mise in casa, iniziando le basi di quello che di lì a poco sarebbe diventato il suo primo album da solista.
Lennon aveva finalmente trovato in YOKO ONO la figura che poteva consentirgli una certa serenità sul piano emotivo (oltre che una pericolosa musa anarchica incoraggiatrice in fatto di "arte"), ed era animato da una energia quasi spropositata grazie anche per il fatto di essere riuscito ad esorcizzare il concetto BEATLES decretandone la fine (contrariamente a quanto pensa ancora oggi la maggiorparte della gente non ben informata in materia che crede che la fine ufficiale del complesso sia datata 10 aprile 1970 quando McCartney ne diede notizia ufficiale alla stampa, di fatto la band non esisteva più almeno dall'ottobre 69, quando nel corso di una burrascosa riunione nel loro quartier generale della Apple a Saville Row, Lennon diede del "folle" al collega che premeva per realizzare nuove cose sotto il nome BEATLES, dicendo a tutti i presenti sbigottiti, rivolto a Paul in particolare -"tu devi essere matto, io ho intenzione di lasciare la band"- che lui di fatto "lasciava" la band in quel momento, terrorizzando di fatto soprattutti Allen Klein diventato nuovo manager della band da pochi mesi).
Harrison aveva ormai letteralmente "ammucchiato" tanto di quel materiale solista, tenuto a freno come già detto da chi deteneva maggiore potere decisionale nell'ambito del complesso, che letteralmente straboccava da tutte le parti, pronto ad esplodere come effettivamente accadde pochi mesi dopo.
Il risultato di queste diverse posizioni emotive emerse alla fine del 1969 presero la forma di "PLASTIC ONO BAND" da parte di John, "McCartney" da parte di Paul e "All thing must pass" da parte di George nel corso del 1970.
Taglio subito corto dicendo che "All thing must pass" di Harrison rappresenta la prova migliore di ogni tempo a livello di "ex-Beatles". Per quantità di brani era la prova che Harrison avesse raccolto tanto materiale solista, che gli altri due non gli permettevano di pubblicare sotto il nome BEATLES, a tal punto che fu necessario addirittura un triplo LP(pratica assai poco comune in campo pop) per farci stare dentro tutto.
Ma quello che stupisce è l'alta qualità musicale mantenuta nel corso della durata di ben 3LP, che toccano vertici di ispirazione e bellezza assoluta in quasi tutte le canzoni che formano l'album. In alcune di esse traspare anche una punta di amarezza frutto dei disagi maturati da Harrison nel corso degli ultimi 2 anni di BEATLES(in particolare "Wha-Wha" scritta in preda alla rabbia a casa propria lo stesso giorno che aveva abbandonato furente -dopo un litigio con Paul- gli studi di Twickenam dove il quartetto era alle prese con il progetto abortito di "Get-Back" del gennaio 69). È un disco che non mi stanco mai di ascoltare nella sua interezza. Harrison non avrebbe mai più incontrato ispirazione tale da riuscire a comporre e pubblicare musica a quel livello.
"PLASTIC ONO BAND" rappresentò la cura terapeutica disintossicante di LENNON verso quello che egli indentificava ultimamente come il suo vero male e causa di sofferenza: THE BEATLES.
È un opera "sincera" come poche o forse nessun altra, nella quale l'artista mette a nudo la sua anima, le sue paure, le sue sofferenze per tradurle in musica.
Particolarmente evocativa del suo malessere "Mother" nella quale urla letteralmente tutto il suo dolore per un infanzia mai avuta, un padre mai avuto(abbandonò lui e la madre quando John era praticamente neonato) una madre morta in condizioni drammatiche(un incidente stradale) quando lui aveva 15 anni.
Ma la canzone attorno alla quale ruota tutto l'album nel suo concetto di acuta sofferenza è indubbiamente GOD.
Il testo parla da solo, un lungo sofferente monologo armonico nel quale egli dichiara tutto quanto ciò in cui NON CREDE PIU': praticamente tutto, compresi DIO, CRISTO, BIBBIA, BUDDHA, raggiungendo una enfasi feroce nel verso evocativo finale quasi liberatorio "I DON'T BELIEVE IN BEATLES!", cantando poi con voce finalmente più serena: "credo solo in me, Yoko e me... il sogno è finito... sono stato il tricheco(chiara allusione a "Walrus") ma ora sono John... cari amici, il sogno è finito..."
Meno lirico musicalmente di quello di George ed assai più spigoloso, questo disco è tuttavia animato da energia, sincerità, sofferenza quasi FEROCI maturate nel corso di un intera esistenza; se il successo raggiunto tramite il fenomeno BEATLES aveva in qualche modo atutito i dilemmi e i fantasmi di Lennon, questi non erano mai spariti ma vagavano continuamente inconscie nella sua mente. Personalmente lo ritengo il suo vertice assoluto raggiunto come ex-Beatles (insieme al più armonico "IMAGINE" dell'anno seguente) secondo solo al disco d'esordio di George (esordio inteso come primo da ex-Beatles, in realtà sia lui che John avevano già pubblicato LP solisti a proprio nome quando di fatto erano ancora insieme sotto il nome BEATLES).
"McCartney" rapprensentò invece tutte le insicurezze del Paul RIMASTO improvvisamente solo e svestito dello splendido e scintillante vestito che lo aveva vista primo attore e "prima donna" nel complesso musicale più famoso di tutti i tempi. Lavoro letteralmente "fatto in casa" insieme alla sola LINDA alla quale stava "insegnando" a suonare(sic), tradisce il fatto che Paul ama essere sorretto da una band nella quale trovare sostegno e conforto. Non è un caso che da qui a poco formerà i WINGS quale complesso in pianta stabile anche per esibirsi dal vivo. MAYBE I'M AMAZED è una splendida canzone degna del migliore tardo repertorio BEATLES(secondo me, essa avrebbe fatto più degna presenza in "ABBEY ROAD" sia di "maxwell silver hammer" che "Oh darling"), ma il resto dell'albun è francamente alquanto debole ed in ogni caso non riesce assolutamente a sostenere il confronto con gli albums di esordio dei due colleghi, quasi a simboleggiare che il trauma provocato dallo scioglimento dei Beatles recava ferite ancora aperte ed avesse lasciato Paul esausto e senza ipirazione ed energia. Ci sarebbero voluti almeno altri 2 anni affinchè McCartney riuscisse a tornare su livelli più consoni del suo blasone.
il seguito:
Come detto, Harrison non riuscirà mai più a ripetere il livello dimostrato con "All thing must pass".
La sua sarà una lenta parabola discendente continua per tutto il resto del decennio, a cominciare da "LIVING IN THE MATERIAL WORLD" del 1973 che salvo pochissime canzoni non potrà che fare rimpiangere la qualità del suo ingombrante predecessore. Gli anni 80 lo vedranno maggiormente impegnato nella produzione cinematografica e nella meditazione personale. Più di qualunque altra star dello show-bizz, George Harrison non è mai stato troppo attratto dall'aspetto del divismo e di tutti i suoi lati positivi (fama-ricchezza) quasi ne provasse fastidio. Chi lo conosceva intimamente può testimoniare quanto fosse una persona semplice ed affabile e per niente superba.
Lennon di fatto avrà una carriera da ex Beatles costituita da soli 5 anni.
Al di là dell'aspetto musicale, è da sottolineare l'impegno dato da Lennon al movimento pacifista in america, oltre a sottolineare che Lennon era fondamentalmente un "grande sincero ingenuo sognatore" e per questo anche facile preda di strumentalizzazioni che erano a portata di mano, pronte a sfruttare un personaggio del suo calibro noto in tutto l'Universo per scopi non propriamente lindi e puliti. Il fatto è che durante i primi anni nei quali egli visse a NYC, per suo operato e scelte Lennon riuscirà a farsi nemici piuttosto potenti, quali la FBI, la CIA e tutto l'entourage republicano del presidente NIXON, tutti quanti piuttosto preoccupati dall'eco che poteva raccogliere la voce di uno come Lennon.
In USA, quando DYLAN, JEFFERSON AIRPLANE & C protestavano contro "il sistema ed il Vietnam" attraverso la musica, il sistema si girava intorpidito neppure troppo infastidito.
Ma quando arrivò LENNON a farlo non solo con la musica, il sistema si inkazzò di brutto facendo di tutto per esperlerlo dagli States. Com'è noto, Lennon iniziò una battaglia legale con gli Stati Uniti che durò alcuni anni, per vederlo poi vincitore della sua crociata.
Egli pubblicherà nel 72 "SOMETIMES IN NYC" fortemente politicizzato che non incontrerà il favore del pubblico come il precedente IMAGINE del 1971. Quest'ultimo rimarrà negli occhi dei suoi sostenitori quale quello più amato in assoluto, a cominciare dalla sua leggendaria title-track. Conteneva anche un feroce attacco diretto al suo amico/nemico Paul "How do you sleep?" nella migliore tradizione LENNON così duro, sarcastico e pesante che quasi si prese una querela dall'avvocato di McCartney. Al tempo i rapporti tra i due erano ancora tesissimi.
Da lì e la separazione temporanea con YOKO, dopo il "periodo politico" il ritorno ad una forma simile a quella che aveva segnato IMAGINE, cioè "Mind Games" pubblicato nel 73 contenente molte ottime ed ispirate canzoni, prima fra tutte la title-track veramente molto bella.
Poi ancora un paio di albums, prima della sua scelta di fermarsi per dedicarsi alla cura del figlio SEAN avuto da Yoko nel 75, che segnerà forse il periodo più felice di tutta la sua vita. Il seguito purtroppo è noto e ormai passato alla storia.
McCartney dovrà sobbarcarsi anni di purgatorio e faticosa risalita. Il fantasma rappresentato dalla produzione realizzata il decennio prima con i BEATLES era li ancora minacciosamente a giudicare e confrontarsi con i suoi timidi primi passi. Fu senz'altro l'ex-BEATLES che mostrò più impaccio al di fuori del gruppo. Almeno all'inizio.
I primi albums di Paul, a cominciare da "McCartney" e "RAM" lasciavano molto amaro in bocca, pensando al potenziale dell'artista, a quello che potrebbe realizzare e che invece non era. Sembrava proprio che egli più degli altri necessitasse di una spalla all'altezza per ribadire il suo lustro quale musicista tra i più raffinati in assoluto in campo pop. In parole povere, sembrava proprio che gli mancasse un partner come lo era stato il LENNON degli anni 60.
"Wild Life" del 72 lo vedrà nel suo momento più basso e buio.
Da "Red Rose Speedway" del 73 un accenno di timida ripresa che vedrà concretizzarsi nel migliore dei modi con il suo LP del '74 "BAND ON THE RUN" ed il successivo "VENUS and MARS" del 75.
Da lì lo spicco del volo verso una carriera solista che lo ha ricoperto (letteralmente) d'ORO, ponendolo stabilmente in cima al Guinnes dei primati per vendita e realizzi economici conseguiti e facendolo diventare la star musicale più ricca al mondo. Anche senza il possesso dei diritti della sua musica con i BEATLES, immensa torta commerciale passata di mano già dal 69 e destinata a vari padroni e vicissitudini(Michael Jackson e SONY) e che egli non è mai più riuscito a riottenere, paradosso di questa storia.
Cio nonostante resta un pò di amaro in bocca, per un musicista che forse non è più riuscito ad esprimersi ai livelli raggiunti negli anni 60.
Corre una curiosa analogia con un altro raffinato musicista riconosciuto, Anthony Banks.
Entrambi grandissimi all'interno dei rispettivi gruppi che ne hanno visto nascere speranze e conferme.
Entrambi impacciati quando soli, specie se confrontati con quanto hanno saputo realizzare con il proprio gruppo d'origine.
Dal punto di vista puramente economico, non c'è paragone con il McCartney ed il Banks solista, il primo oscura letteralmente il secondo.
Eppure nonostante questi riconoscimenti economici, per il McCartney solista e la sua valutazione complessiva c'è sempre stato il gusto amaro nel considerare "quello che avrebbe potuto essere" SOPRATTUTTO RICORDANDO I FASTI DEL PASSATO, e "quello che invece non è stato" a livello puramente musicale.
...AMA TUTTI, CREDI A POCHI, NON FAR MALE A NESSUNO...