Genesis 70/77 e mercato dei singoli

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Genesis 70/77 e mercato dei singoli

Postby Betelgeuse » 12 Sep 2013, 20:50

Il mercato dei singoli, com'è noto, ha sorriso in maniera soltanto tangenziale ai Genesis, almeno fino al 1978.
Ci si chiede, pertanto, se tutto ciò sia stato frutto di scelte consapevoli o addirittura pianificate a tavolino.
E ci si chiede, altresì, se, con una diversa strategia, il successo commerciale, peraltro enorme in decenni di attività, poteva essere ancora maggiore.
Un fan si può dunque chiedere se alcuni brani, o tracce di pezzi più lunghi, potevano funzionare su " singolo " ( una volta " 45 giri " ), così " al naturale " oppure opportunamente modificati, in modo da trainare anche gli albums di riferimento.
Io sono convinto che ci si poteva lavorare. Anche se il pericolo di spostare l'attenzione dagli albums a questi singoli poteva esserci, e affievolire così quel grandioso alone mitico che ha sempre caratterizzato i loro lavori.

Potenziali singoli potevano essere:

- Visions Of Angels senza le lunghe parti strumentali
- White Mountain senza la parte finale
- The Return Of The Giant Hogweed solo prima parte, ma riarrangiata in modo più soft.
- Seven Stones ( come lato A, e non come retro di Happy The Man )
- Time Table

Dal 1978 in poi hanno quasi sempre indovinato i singoli, quindi per quanto riguarda l'aspetto commerciale ci hanno azzeccato, e alla grande.
Prima invece non proprio ( Happy The Man e compagnia bella ).
Però sapete, effettivamente pensavo una cosa. Rivedendo le immagini del Piper di Roma 72 e di Torino 74, non riesco proprio a immaginare tutti quei ragazzi ( 18? 20? massimo 25 anni? ) con gli occhialini da intellettuale, o con la barba tipo politicamente impegnato, quasi sicuramente all'80% studenti universitari ( ma le ragazze a quei tempi non andavano ai concerti? [:D] ), dicevo non riesco a immaginarmeli che si scambiano frasi del tipo: " sai, non vedo l'ora di comprare l'ultimo 45 giri dei Genesis! ", oppure di ascoltare alla radio l'ultima loro canzone in hit-parade!
No, effettivamente non ce li vedo proprio.

In quegli anni i Genesis erano un gruppo da album, e piacevano così. Punto e basta.
Last edited by Betelgeuse on 13 Sep 2013, 16:07, edited 1 time in total.
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Re: Genesis 70/77 e mercato dei singoli

Postby Thomas Eiselberg » 12 Sep 2013, 23:33

La tua ultima frase dice tutto.

I Genesis non erano gruppi da singolo, non lo era il genere al quale appartenevano, non lo erano i gruppi affini (VDGG, King Crimson ecc).
A parte rarissimi casi (I know what i like) non aveva senso far diventare i loro brani dei singoli, avrebbero dovuto tagliuzzarli, rivoluzionarli, facendoli diventare cio che non erano (ci provarono con The knife ma capirono che era una fesseria).

Il prog era un genere da album, difficile costruire un pezzo commerciale e "per tutti" che dovrebbe trainare un album che e' l'esatto opposto o che dovrebbe promuovere un gruppo che faceva poi in realta' una musica agli antipodi.

Giustamente i nostri quando si sono commercializzati ne hanno fatti uscire a bizzaffe, cosi' come avrebbero fatto se avessero fatto pop anche negli anni '70.
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Re: Genesis 70/77 e mercato dei singoli

Postby highinfidelity » 13 Sep 2013, 08:44

Secondo me e' un fatto logico, perche' e' proprio con l'avvento del progressive che la musica commerciale si allontana dal concetto della "singola canzone di successo". Il "singolo", inizialmente, era stata una pratica obbligatoria dovuta ai limiti fisici dei dischi a 78 giri; questi saranno poi sostituiti dai 45 giri, i quali pero' concettualmente erano la stessa cosa.

I dischi a 33 giri, che sorgono parallelamente ai 45 giri, vengono inizialmente impiegati solo per la musica classica, o per sporadiche raccolte di canzoni leggere e l'occasionale colonna sonora di film. Il tutto resta cosi' per una quindicina d'anni. E' solo negli anni immediatamente precedenti al progressive che i musicisti leggeri iniziano a confrontarsi con l'idea di album a 33 giri che rappresentino opere intere, da considerare come un UNICUM indiviso. Da essi si puo' poi eventualmente estrarre un 45 giri efficace; ma PRIMA viene l'album, POI il 45 giri.

Negli anni antecedenti era l'esatto contrario. Cantanti come ad esempio Elvis Presley hanno pubblicato diversi 33 giri, ma erano tutti (o quasi tutti) banali raccolte di successi pubblicati in precedenza su 45 giri. Lo stesso vale per i primi dischi dei Rolling Stones almeno fino ad Aftermath, per non parlare dei Beatles direi almeno fino a Rubber Soul. Questi dischi, dal lato concettuale (sto quindi parlando del lato concettuale), sono mediamente molto brutti perche' composti da un'accozzaglia terribile di cover di vario tipo, di musicarelle (= canzoni per film), di canzoni gia' incise secoli prima da altri interpreti e via dicendo. Non c'e' quasi nessun legame che tenga assieme i brani, e quando c'e' e' tenuissimo se non del tutto risibile.

Ma negli anni immediatamente precedenti al progressive e poi col progressive stesso, da un lato il gusto del pubblico si affina, e dall'altro le nuove possibilita' espressive che un supporto di lunga durata com'e' il 33 giri iniziano finalmente ad essere prese in considerazione. Da quel momento in avanti la "canzoncina" vendera' sempre meno: il pubblico vuole valutare un artista sulla durata di almeno mezz'ora - tre quarti d'ora, e per almeno altrettanto tempo pretende d'essere intrattenuto dalla sua musica.

Questa tendenza proseguira' anche in seguito: la new wave ad esempio si presta molto bene al lancio di singoli, pero' lo spessore di un complesso sara' valutato sempre sulla durata di un'intero album, e comunque i complessi ci terranno molto a pubblicare album che abbiano una grande coerenza interna in termini di timbri, testi, impostazione sonora, eccetera. Se uno pensa a complessi come gli XTC o come i Simple Minds e i Talk Talk, il concetto e' chiaro.

Solo lo sfacelo subculturale del nuovo millennio e l'analfabetismo digitale distruggeranno questo bell'ordine di cose.
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Re: Genesis 70/77 e mercato dei singoli

Postby chvfrc » 13 Sep 2013, 08:52

i genesis pre78 che fanno i singoli NON sono genesis [:D]
infatti, A MIO GIUDIZIO, I know what I like è uno dei pezzi meno riusciti, forse perchè nelle loro teste nasce proprio come potenziale singolo. credo, immagino. smentitemi
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Re: Genesis 70/77 e mercato dei singoli

Postby highinfidelity » 13 Sep 2013, 10:43

Beh, Tony Banks ha sempre avuto in mente i singoli. Ora: viene da domandarsi come sia possibile che uno hitmaker (wannabe) sia diventato un idolo del rock progressivo... [:-I] I casi della vita, eh? [;)]
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Re: Genesis 70/77 e mercato dei singoli

Postby Thomas Eiselberg » 13 Sep 2013, 12:03

Ah beh, non si può certo dire che Tony sia un monumento alla coerenza [:D]
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Re: Genesis 70/77 e mercato dei singoli

Postby emmevu68 » 14 Sep 2013, 23:40

Secondo me, fatta eccezione per steve, gli altri quattro avevano un ottima predisposizione per comporre singoli di successo, solo che, fortunatamente, per anni non se ne sono resi conto. Quando Tony dice che come compositori sono molto migliorati nel tempo, e lo dice dopo it e wcd, si riferisce proprio a questo aspetto.
Per quanto riguarda i know what i like e' vero che è' una di quelle canzoni, però' la versione live, quella di seconds out, non puo' mancare nel concerto ideale che mai abbiamo ascoltato...
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Re: Genesis 70/77 e mercato dei singoli

Postby Montecristo » 19 Sep 2013, 19:03

Betelgeuse wrote:Seven Stones


questa ce la vedo proprio! è abbastanza paradigmatica
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Re: Genesis 70/77 e mercato dei singoli

Postby aorlansky60 » 24 Sep 2013, 08:24

HIGH ha scritto :

"I dischi a 33 giri, che sorgono parallelamente ai 45 giri, vengono inizialmente impiegati solo per la musica classica, o per sporadiche raccolte di canzoni leggere e l'occasionale colonna sonora di film...

...Cantanti come ad esempio Elvis Presley hanno pubblicato diversi 33 giri, ma erano tutti (o quasi tutti) banali raccolte di successi pubblicati in precedenza su 45 giri. Lo stesso vale per i primi dischi dei Rolling Stones almeno fino ad Aftermath, per non parlare dei Beatles direi almeno fino a Rubber Soul... "



È innegabile che la musica colta, anche per la lunghezza di molte sue pagine -si pensi ai 4 movimenti di una sinfonia- si prestò particolarmente bene ad essere veicolata e trasmessa su 33g per il publico casalingo, direi quasi che il formato 33g calza a pennello per la classica. Discorso diverso per la musica giovane, il cui pubblico è inizialmente ben diverso dal cultore classico : la nuova gioventù (parlo della generazione di teen-agers che vide la nascita del rock'n'roll anni 50 in USA) si accontenta di brani di corta durata per divertirsi, e vuole solo divertirsi con essa, al contrario del melomane classico che cerca ben altre emozioni dall'ascolto della sua musica preferita.

Negli anni 60 però avviene il cambiamento : anche il rock arriva a misurarsi autorevolmente con l'Lp grazie all'opera di almeno due precursori : DYLAN negli USA e BEATLES in Europa.

RUBBER SOUL fu l'album che cambiò tutto nel pop (parole di Steve Winwood che condivido), "fu il primo album che i propri autori concepirono come tale e non come una raccolta da cui estrarre un potenziale hit a 45g" (parole del loro produttore G.Martin con cui non si può che convenire; aggiungo da parte mia che il contenuto complessivo di tale album rapportato al 65 elevava enormemente la caratura creativa alla quale i BEATLES stavano portando la qualità generale della musica pop)

Il lavoro svolto da DYLAN contemporaneo a quello dei Beatles è uguale per importanza e portata storica : il suo BRINGING IT ALL BACK HOME del 65 fu realizzato con gli stessi intenti unitari. I successivi HIGHWAY 61 REVISITED e BLONDE ON BLONDE entrambi del 66 confermano in maniera perentoria la crescita del Rock che si è fatto grande, quasi adulto per serietà dei temi proposti.

Nel 66 Frank Zappa esordisce con lo storico FREAK OUT, un album che non concedeva nulla ad un potenziale commerciale di un 45g da estrarvi.

Dietro questi artisti, tutto il pop ed il rock successivo iniziarono a misurarsi sull'album e non più sul singolo 45g come era avvenuto agli inizi della musica "giovane", quella del rock'n'roll anni 50...

All'alba degli anni 70, il Prog, che trae molte delle proprie ispirazioni da pagine classiche, troverà nel 33g un territorio più che fertile sul quale esprimersi e misurarsi a sua volta.

...

Tornando prettamente "InTopic", trovo che una delle canzoni più bistrattate dai suoi stessi autori fu TWILIGHT ALEHOUSE, nata già con Anthony Phillips in seno alla band ma che troverà spazio su disco solo qualche anno più tardi come lato B di I KNOW WHAT I LIKE; due brani assai diversi tra loro che in questo tradiscono il diverso periodo di gestazione propria.

Penso che un brano dalla caratura artistica di TWILIGHT ALEHOUSE avrebbe dovuto essere pubblicato anni prima, e come lato A... se penso alla povertà musicale di HAPPY THE MAN, e quando penso che a quest'ultima fu concesso addirittura il lato A del 45g che porta il suo nome, mi rendo conto che nel managment della band non avevano propriamente le idee chiare...
...AMA TUTTI, CREDI A POCHI, NON FAR MALE A NESSUNO...
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