by Betelgeuse » 13 Oct 2013, 19:48
E' un periodo in cui sto scrivendo poco nel forum ( il tempo da dedicargli è sempre meno, per diversi motivi ), ma i 40 anni di Selling rappresentano un evento speciale.
Io immagino questo disco come l'epilogo di una serie di scatole cinesi: diciamo che la musica, insieme al calcio, è la forma di svago che preferisco: all'interno della musica in sè, prediligo il periodo 1965/1985, e all'interno di questo il prog. In mezzo a questo genere, naturalmente i Genesis sono al primo posto, e di essi sono affascinato in particolare dai capolavori del periodo 1970/1975. STOP !
A questo punto la scelta si fa ardua, nel senso che devo ammettere che esiste un disco, in mezzo a 5 capolavori, che mi piace un pò meno degli altri: ebbene, dico con una punticina di imbarazzo, che questo disco è Selling.
Ma ciò non toglie che sia stata un'opera assolutamente decisiva per la loro carriera.
Se Trespass significa soprattutto atmosfera e bucolicità, se Nursery spacca tutto con il pathos e il mistero, se Foxtrot rasenta ( o raggiunge? ) la perfezione, se Lamb è pura avanguardia, Selling si gioca tutto con dei colori sfavillanti e una solarità che solo in alcune parti ben precise sembra un pò forzata.
I due capolavori, a mio avviso, sono Dancing With The Moonlit Knight e The Battle Of Epping Forest: ma riconosco che Firth Of Fifth e Cinema Show sono ugualmente capolavori, ma UN PO' MENO A MIO AVVISO: diciamo ad avviso della stragrande maggioranza degli affezionati a questa incredibile sigla.
Anche loro sono capolavori, e cerco di farmeli piacere e considerarli come tali, e può darsi che la sensazione che ho, circa una certa pomposità, una voglia a volte pacchiana di voler stupire a tutti i costi, una predilezione per lunghi assolo e lunghe fughe strumentali, sia frutto di un mio approccio sbagliato all'ascolto ( peraltro di tanti anni ) riguardo ai brani in questione. Sì, dev'essere per forza così, probabilmente sono due brani che non ho capito a sufficienza.
Bisogna comunque riconoscere che l'album riesce ad ammaliare e a catturare anche l'ascoltatore medio, o quello occasionale, dato che le melodie, alcune particolarmente belle, non mancano, anche se bisogna dire che sono state confezionate in modo elegante, con mestiere e, consentitemelo, con un pò di furbizia.
Ma poi...questi 40 anni li dimostra? Non li dimostra? Secondo me ha poco senso domandarselo. Infatti ognuno ha una propria idea, un fenotipo personale di ciò che siano i Genesis. Bisogna altresì considerare la valutazione che ognuno di noi dà circa la proiezione e la rappresentazione del gruppo nel panorama rock, sia riguardo ai rapporti con gli altri gruppi, sia riguardo alle varie epoche.
Auguri, pertanto, a un'opera che ha lanciato definitivamente il nome del gruppo nella storia.