Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broadway

L'area principale del Forum, dedicata alla storia e alla musica del famoso complesso di rock progressivo.

Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broadway

Postby thenemesis » 03 Dec 2013, 09:28

E si continua...

THE LAMB LIES DOWN ON BROADWAY

Note tecniche di ascolto
Sorgente: LP Charisma originale
Impianto: Ampli integrato Denon PMA1520AE 70+70 wrms - Giradischi Technics - Testina MC Pickering XLZ-3500E - Casse JBL Studio 190CH

In generale
Album controverso, alcuni addirittura affermano che si tratti del primo album solista di Gabriel. In realtà, tranne che per un brano (The light dies on Broadway), tutti i testi sono di Gabriel e le musiche degli altri 4 in varie configurazioni. La storia del portoricano Rael in realtà è il pretesto per Gabriel di parlare di se stesso, del suo rapporto con il sesso, la paura, la morte.
C'è in effetti una grande rottura con gli album precedenti. Qui le venature prog sono meno marcate, non c'è quasi romanticismo (inteso come "età romantica" non come "amore"), c'è un lirismo lisergico e non onirico, e non vediamo aspetti socialmente impegnati. La forma del concept album, poi, lo espone come una lunghissima suite, basata sulla lunga storia scritta da Gabriel, da cui si potrebbe ricavare tranquillamente un'opera rock (qualche tentativo nel passato in effetti è stato fatto).
Quindi un album diversissimo dai precedenti, molto avanti nella sperimentazione (collabora Eno con le sue Enossifications ), tutto sommato un album che non appartiene del tutto né a Gabriel, né agli altri 4, sicuramente un album "anomalo" se si guarda quanto i Genesis hanno prodotto fino a quel momento. Ed è anche l'album che portò alla rottura definitiva tra Peter e gli altri. Peter era stato attirato dalle sirene del cinema (anche se poi aveva rifiutato) e aveva già un "piede" fuori dal gruppo per la sua voglia di fare altro, e l'album di fatto vedeva gli altri quattro come compositori per i suoi testi, forzati a fare musiche che non erano nel loro dna. Quindi una situazione di insofferenza reciproca che ha portato poi Gabriel ad allontanarsi.
Copertina "psichedelica" e di grande impatto. Nota di colore: alcuni brani strumentali "ponte" verranno poi usati da Gabriel in concerto per potersi cambiare d'abito...
The Lamb fu eseguito dal vivo per ben 102 volte durante il tour mondiale 74/75 alla fine del quale Gabriel lasciò definitivamente la band.

Registrazione
Qualità media dovuta a registrazioni spesso eseguite con lo studio mobile in ambienti anche rumorosi. C'è una differenza sostanziale tra il doppio LP e il CD: nell'LP il suono è più compresso perché la dinamica elevata dei nastri portava ad incidere un solco troppo profondo e impossibile da leggere dalle tradizionali testine del giradischi. Tutto sommato una buona incisione anche se a tratti rumorosa. Gli strumenti hanno una buona spazialità e la sezione ritmica è presente e ben definita.

Brani
The Lamb lies down on Broadway
Strepitosa apertura al piano che preannuncia un pezzo veloce e ben strutturato. Bella la parte cantata con controcanto di Peter sul coro iniziale. Notevole la ritmica, dove il basso e l'elettrica dialogano con la batteria creando un tessuto potente. Breve intermezzo "riposante" con la voce di Peter che si staglia sulla base di tastiere. Finale che sfuma sul brano successivo. Voto 8

Fly on a Windshield
"C’è qualcosa di solido che si sta formando nell’aria" ... Brano con un inizio tranquillo e acustico (e con un testo un po' folle...) con la bella voce di Peter in evidenza, che sfocia poi in una progressione strumentale ossessiva con un ritmo evocativo e pesante e solo di chitarra elettrica e tastiere che si incrociano in modo un po' lisergico. Voto 7

Broadway Melody of 1974
Brano di "collegamento" che riprende con ritmi e arrangiamenti diversi il tema di The Lamb. Il pezzo si sviluppa intorno ad un unico ritornello che viene ripetuto più volte. Il brano sfuma dolcemente nella canzone successiva. Voto 7

Cuckoo Cocoon
Pezzo acustico molto delicato, con belle chitarre acustiche a reggere la struggente voce di Peter e il suo flauto nei due intermezzi strumentali. Breve ma intenso. Voto 8

In the cage
Brano potente, spesso presentato dal vivo anche negli anni 80 e 90, molto evocativo e lisergico, con un assolo di Tony da urlo nella sezione centrale strumentale. Ritmi esplosivi, batteria micidiale, un giro di basso da paura, tutti contribuiscono alla riuscita di un brano eccezionale. Su tutti svetta Peter con una prova vocale strepitosa. Voto 9

The Grand Parade of Lifeless Packaging
Ossessivo, ostico, musicalmente sperimentale, è un ritornello che viene ripetuto più volte, ed ogni volta cambia leggermente in modo da portare l'ascoltatore alla fase finale che chiude in modo potente e acido il brano. Voto 7,5

Back in N. Y. City
Brano poderoso, con ritmo pesante e calcato. L'atmosfera oppressiva è sottolineata dal riff ossessivo delle tastiere e della chitarra elettrica. Una voce rauca e "urlata" si staglia sopra le note della base che improvvisamente cambia e diventa leggera e acida, con la voce anch'essa distorta. Il "ponte" si chiude con un passaggio quasi improvviso ("No time for romantic escape...") e ritorna il motivo principale. Interessante e ambiguo. Voto 7,5

Hairless heart
Strumentale delicato e struggente, con un bell'arpeggio di tastiera che fa da base per la dolce melodia di chitarra acustica. Bella l'apertura melodica successiva e il ritorno al riff inziale. Voto 8,5

Counting out time
Divertente e scanzonata, anche il testo è ironico. Bel ritmo e arrangiamenti frizzanti con la voce di Pietro che racconta in musica le esperienze sessuali del giovane Rael. Voto 7,5

The Carpet crawlers
Uno dei capolavori assoluti dei Genesis. Questo brano riesce a essere delicato, struggente, potente, evocativo e onirico. Pur nella sua struttura essenziale (e poco prog...) dona sensazioni ed emozioni uniche. Voto 9,5

The Chamber of 32 Doors
Notevole riff di chitarra inziale, con tastiere sontuose a fare da base e batteria a sottolineare l'importanza del momento... Poi tutto cambia. Inizia un ritmo a tratti teso ed a tratti lento. La voce di Pietro è fantastica, pennella sensazioni nell'aria accompagnato da hammond e chitarra ritmica, cambia tono in funzione del momento musicale. Lisergico quanto basta senza essere noioso. Voto 8,5

Lilywhite Lilith
Breve affresco sonoro, arioso ma anche poco incisivo. Un po' troppo beatlesiano per i miei gusti, con un passaggio strumentale centrale poco contestualizzato. Voto 6,5

The Waiting Room
Brano psichedelico ricco di ricerca sonora e atmosfere acide, con un finale aperto e arioso che prepara al brano successivo. Voto 7

Anyway
Un bel riff di piano prelude alla voce di Pietro che canta splendidamente questo brano che presenta una melodia particolarmente complessa e suggestiva. Meno riusciti gli arrangiamenti di chitarra elettrica, forse un po' banali rispetto alla melodia principale. Il brano si riprende con un bellissimo arpeggio impetuoso al piano sottolineato dai bassi che prelude al solo di chitarra elettrica originale e interessante. Segue il finale che riprende il riff iniziale. Voto 7,5

Here Comes the Supernatural Anaesthetist
Ironico, divertente, con un ritmo sincopato esplosivo e una parte strumentale da antologia. Semplicemente bello. Voto 8,5

The Lamia
E' la seconda punta lirica più alta dell'album (la prima era Carpet). Struggente, voce emozionante, pianoforte che guida l'intero brano con arpeggi e melodie che riprendono il riff iniziale. Il finale quasi lirico, con hammond che fa da base e voce e chitarra elettrica (un solo notevolissimo di Steve), si miscela sapientemente con il brano successivo. Voto 9,5

Silent Sorrow in Empty Boats
Strumentale vagamente epico e lisergico, con mellotron e chitarra elettrica che creano un'atmosfera quasi fantasy. Il finale riprende ritmo e porta al brano successivo. Voto 7,5

The Colony of Slippermen (The Arrival - A Visit to the Doktor - The Raven)
Minisuite divisa in tre movimenti. E' un capolavoro di integrazione tra voce, strumenti, situazioni, ricerca sonora. La ritmica è originale, basso e batteria collaborano per dare una base innovativa al resto del brano. Ci sono frammenti onirici (quasi un incubo...) che generano poi situazioni più rilassate nel finale. Voto 9

Ravine
Strumentale breve che inizia con un effetto vento e sinth e prosegue con un arpeggio di chitarra acustica che fa da base alle figure lisergiche disegnate dalle tastiere. Molto d'atmosfera. Voto 7,5

The Light Dies Down on Broadway
Reprise di The Lamb con diverso arrangiamento. Brano poco incisivo e, tutto sommato, abbastanza inutile. Voto 6,5

Riding the Scree
Assolo da brivido di Tony all'inizio, con un Phil in grande spolvero e un Mike che fa qualsiasi cosa col basso. Il brano si dipana con grande forza, aprendo poi a una melodia prima imperiosa e poi struggente. Finale bachiano di grande fascino e impatto che lascia il posto al breve ritornello cantato. Voto 8,5

In the Rapids
Struggente ed evocativa, con la voce di Pietro che racconta la discesa nelle rapide di Rael, in un epilogo della storia che sarà completato con il brano successivo. Il pezzo ha una struttura semplice ma che coinvolge con la voce e gli arrangiamenti asciutti e incisivi, sia acustici (piano) che elettrici (chitarra). Grande emozione. Voto 9

It
Finale rockeggiante, con un testo ricco di giochi di parole, un ritmo serrato e arrangiamenti basati soprattutto sulla chitarra di Steve che imprime una certa originalità ad un brano che, francamente, non sarebbe memorabile. Voto 7

A voi...
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby highinfidelity » 03 Dec 2013, 11:32

Questa volta trovo un po' strana la recensione che hai scritto. [:-I] Vado punto a punto sorvolando su alcuni errori minori come il fatto che tutti i testi fossero di Gabriel...

thenemesis wrote:Qui le venature prog sono meno marcate

Considerato che quest'album e' ritenuto un po' da tutti la quintessenza del rock progressivo, forse intendevi dire le venature di rock sinfonico? [:-I]

non vediamo aspetti socialmente impegnati.

Ammazza. No? [:-I] A me l'intero album sembra una denuncia dell'alienzazione metropolitana e della subcultura violenta in cui crescono i giovani immigrati. C'e' linguaggio esplicito e da gang ovunque, anzi i Genesis (Gabriel) furono criticati perche' qui e la' erano sfuggiti vocabili un po' troppo british, come ad esempio progressive hypocrites e altri che difficilmente sarebbero usciti dalla bocca di un portoricano.

(collabora Eno con le sue Enossifications )

Atenzione che come abbiamo avuto modo di ribadire recentissimamente, le enossifications in pratica quasi non esistono. Anzi secondo Eno non esistono proprio e sono del tutto perse nel missaggio finale.

forzati a fare musiche che non erano nel loro dna.

Non mi sembra che le cose fossero andate cosi'. Solitamente prima viene la musica, poi le liriche. Qualcuno mi correggera' se in questo caso e' avvenuto il contrario, ma mi sembrerebbe molto strano. Non e' comunque per questo che Gabriel e i Genesis vennero ai ferri corti (se mai ci vennero, cosa che entrambi negano).
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby thenemesis » 03 Dec 2013, 13:10

highinfidelity wrote:Questa volta trovo un po' strana la recensione che hai scritto. [:-I] Vado punto a punto sorvolando su alcuni errori minori come il fatto che tutti i testi fossero di Gabriel...


"Gabriel è anche autore di tutti i testi delle canzoni tranne uno (The Light Dies Down on Broadway, scritto a quattro mani da Mike Rutherford e Tony Banks)." Mario Giammetti "Le canzoni dei Genesis dalla A alla Z" - Ed. Arcana

highinfidelity wrote:
thenemesis wrote:Qui le venature prog sono meno marcate

Considerato che quest'album e' ritenuto un po' da tutti la quintessenza del rock progressivo, forse intendevi dire le venature di rock sinfonico? [:-I]


Per me assolutamente no, poi se mi citi le fonti possiamo discuterne.

highinfidelity wrote:
non vediamo aspetti socialmente impegnati.

Ammazza. No? [:-I] A me l'intero album sembra una denuncia dell'alienzazione metropolitana e della subcultura violenta in cui crescono i giovani immigrati. C'e' linguaggio esplicito e da gang ovunque, anzi i Genesis (Gabriel) furono criticati perche' qui e la' erano sfuggiti vocabili un po' troppo british, come ad esempio progressive hypocrites e altri che difficilmente sarebbero usciti dalla bocca di un portoricano.


La maggior parte delle interpretazioni dei testi, così come del testo globale dell'album, è orientata su aspetti più personali di Peter. La/le storie del portoricano Rael, in realtà, anche se sembrano a sfondo sociale, sono utilizzate come scusa per parlare di sè, delle proprie insicurezze.
Sempre Giammetti, in "Il fiume dal costante cambiamento", afferma: "L'inizio della storia è ambientato nella New York contemporanea (cioè del 1974), dove Rael, un giovane portoricano fuoriuscito dal riformatorio di Pontiac, ama lasciare la propria tag con la vernice spray sui muri della città, forse l'unico modo che conosce di affermare e fissare nel tempo la propria personalità. Il nome Rael deriva dal cognome "Gabriel", oltre ad essere l'anagramma di real ("reale"). È lo stesso Gabriel, all'inizio del racconto, a suggerire ai lettori (a modo suo) che sta usando il personaggio come proprio alter-ego, dietro cui rifugiarsi "se la storia non sta in piedi".
Direi che il sociale è solo una scusa...


highinfidelity wrote:
(collabora Eno con le sue Enossifications )

Atenzione che come abbiamo avuto modo di ribadire recentissimamente, le enossifications in pratica quasi non esistono. Anzi secondo Eno non esistono proprio e sono del tutto perse nel missaggio finale.


Vero, il contributo è stato minimo e, causa studio mobile e registrazioni non perfette, si è anche un po' perso, ma mi sembrava corretto citarlo (appare anche sulle note di copertina dell'album originale).

highinfidelity wrote:
forzati a fare musiche che non erano nel loro dna.

Non mi sembra che le cose fossero andate cosi'. Solitamente prima viene la musica, poi le liriche. Qualcuno mi correggera' se in questo caso e' avvenuto il contrario, ma mi sembrerebbe molto strano. Non e' comunque per questo che Gabriel e i Genesis vennero ai ferri corti (se mai ci vennero, cosa che entrambi negano).


In questo caso si è addirittura concretizzata una "terza" via: Gabriel scriveva i testi in un ambiente separato da dove gli altri componevano le musiche. La mia affermazione sul "dna musicale" è personale, ma corroborata dal fatto che i due album dopo The Lamb, dove Gabriel non è più presente, dimostrano il ritorno al vecchio prog dei Genesis, quello di Selling per intenderci. L'influenza di Gabriel non c'era più....
Riguardo poi ai "ferri corti", non credo di averlo scritto... semplicemente erano già una band piuttosto "litigiosa" e l'aver "relegato" a musicisti di supporto i 4, ha reso la situazione un pò più tesa del normale. Stavano diventando i Gabriel's Genesis (anche per via dei concerti) e ai 4 non andava giù...
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby highinfidelity » 03 Dec 2013, 13:42

thenemesis wrote:Per me assolutamente no, poi se mi citi le fonti possiamo discuterne.

Le fonti??? [:-|]

Le fonti in che senso?!? [':-|]

Scusa, ma a te servono "delle fonti" per capire se The Lamb Lies Down on Broadway sia o no un disco di rock progressivo? [&:-S]
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby thenemesis » 03 Dec 2013, 15:05

highinfidelity wrote:
thenemesis wrote:Per me assolutamente no, poi se mi citi le fonti possiamo discuterne.

Le fonti??? [:-|]

Le fonti in che senso?!? [':-|]

Scusa, ma a te servono "delle fonti" per capire se The Lamb Lies Down on Broadway sia o no un disco di rock progressivo? [&:-S]


No, infatti, a me non servono: per me non è "la quintessenza del rock progressivo".
Ovviamente questa è una mia opinione, infatti, dato che hai scritto "Considerato che quest'album e' ritenuto un po' da tutti la quintessenza del rock progressivo" ti chiedevo se avevi qualche commento fatto da qualcuno in questo senso, o se era solo "un modo di scrivere" per intendere che "tutti" vedono The Lamb come la quintessenza del rock progressivo. In ogni caso, io non sono fra quei "tutti". [;)]
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby highinfidelity » 03 Dec 2013, 15:18

Beh, di questo album qui stiamo discutendo da circa dieci anni quasi senza soluzione di continuita', e anche a causa del mio ruolo su questa tavola di discussione credo d'essermi fatto un'idea piu' o meno generale di come esso sia mediamente considerato dagli ammiratori dei Genesis. In tutto questo tempo se ne sono sentite un po' di tutti i colori ma, francamente, che fosse scarsamente progressivo non mi sembrava d'averlo sentito ancora. [:-I]
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby thenemesis » 03 Dec 2013, 15:37

Ehm... io ho scritto "Qui le venature prog sono meno marcate"... quindi non ho detto che The Lamb NON è un disco prog, ho affermato che il prog così come i Genesis (e altri gruppi) ce lo avevano presentato fino a quel momento si sentiva più sfumato rispetto ai precedenti album.
Anche per questo secondo me non è la quintessenza del prog.
"Lo spettro stilistico dei cinque si allarga a dismisura, andando a lambire l’hard rock, il soul, la musica latino – americana, persino il country e rifrazioni psichedeliche. Il tutto imbrigliato in un tessuto pop – progressivo che non ha paura di confrontarsi con l’avanguardia" (Da Musicologia / Outune)
Non sono quindi il solo a pensarla così ... [;)]

(per inciso: ma cos'è il PROG???? [:D] )

Vado un attimo OT: per me non esiste un album quintessenza del prog, ma possono esistere canzoni (non solo dei Genesis) che SONO il manifesto del prog.
Alcuni esempi: The Musical Box, Firth of Fifth, Aqualung etc...
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby Betelgeuse » 03 Dec 2013, 17:01

Questo disco poteva passare agli annali della storia del rock se si fosse giovato di una qualità di registrazione come si deve.
Com'è noto, il gruppo scelse deliberatamente di utilizzare uno studio mobile, e fin qui nulla di nuovo: i Deep Purple hanno registrato il loro capolavori in questo modo. La cosa veramente bizzarra è che materiale registrato su normalissime audiocassette, sembra che sia andato a finire direttamente nel disco [:0]
Ora, va bene il mood, il feeling, l'immediatezza, ma una pulitina postuma, una controllatina era opportuno darla: in fin dei conti stiamo parlando di un gruppo di caratura europea ( gli States erano ancora freddini all'epoca ), e non della Vattelapesca Band.
Incisione a parte, il materiale è clamoroso, e molti brani presenti sono di qualità sopraffina.
L'unitarietà della storia inserita in un doppio album, secondo alcuni, ha appesantito il tutto, ma non credo che i milioni di fans che hanno comprato il disco si siano lamentati poi più di tanto.
The Lamb ha venduto 4 DICANSI 4 milioni di copie, che è una notevolissima cifra, considerando che si tratta di un doppio, e che non risulta che sia stato venduto a prezzo scontato, come Genesis Live.
E' dunque un grande album, protagonisti 5 musicisti determinati come non mai, alcuni anche incavolati il giusto, massicci e inca...volati, diciamo [:D]

I miei voti:

The Lamb Lies Down on Broadway: 8,5 ( brano estremamente fine ed elegante, seppur inflazionato )
Fly on a Windshield: 6,5
Broadway Melody of 1974 : 6,5
Cuckoo Cocoon: 7,5
In the Cage: 8,5
The Grand Parade of Lifeless Packaging: 6,5
Back in N.Y.C. : 9
Hairless Heart: 7
Counting Out Time: 6,5
The Carpet Crawlers: 7,5
The Chamber of 32 Doors: 7,5
Lilywhite Lilith: 7 ( in realtà con parti risalenti a qualche anno prima )
The Waiting Room: 8 ( con il massimo dei voti dal vivo, specie nei concerti della primavera 1975 )
Anyway: 7 ( in realtà composto nel 1969 )
Here Comes the Supernatural Anaesthetist: 8 ( splendido l'assolo finale di Hackett )
The Lamia: 10
Silent Sorrow in Empty Boats: senza voto, perchè è solo una traccia d'atmosfera
The Colony of Slippermen (The Arrival - A Visit to the Doktor - The Raven): 8,5 ( alcune parti FORSE sono state composte nel 1970-71 )
Ravine: senza voto, perchè è solo una traccia d'atmosfera
The Light Dies Down on Broadway: 7
Riding the Scree: 7,5
In the Rapids: 7
It: 8 ( pezzo interessante, e, come il primo dell'album, elegante. Splendido il lavoro di Phil ai tamburi )

Voto all'album: 9
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby Thomas Eiselberg » 03 Dec 2013, 20:24

Entrambi in voti dati a Fly on a windshield da thenemesis e Betel mi sembrano molto molto bassi, il brano in questione è uno dei vertici dell'album, in cui tutto ha inizio, è un pezzo potente, rockeggiante, con un testo splendido e sarebbe uno dei pezzi peggiori dell'album? Addirittura inferiore alla banalotta e superflua Counting out time? [:-|]

Riequilibriamo un po' i voti:


The Lamb Lies Down on Broadway: 8,5
Fly on a Windshield: 9
Broadway Melody of 1974 : 8,5
Cuckoo Cocoon: 7
In the Cage: 8,5
The Grand Parade of Lifeless Packaging: 7
Back in N.Y.C. : 9
Hairless Heart: 9
Counting Out Time: 5
The Carpet Crawlers: 9
The Chamber of 32 Doors: 7,5
Lilywhite Lilith: 8
The Waiting Room: 8
Anyway: 8,5
Here Comes the Supernatural Anaesthetist: 8
The Lamia: 9
Silent Sorrow in Empty Boats: 7
The Colony of Slippermen 8,5
Ravine: s.v.
The Light Dies Down on Broadway: 7,5
Riding the Scree: 7,5
In the Rapids: 7,5
It: 7

Voto all'album: 9,5 (qui mai come in altre occasioni l'album va valutato nel suo complesso)

Quanto al fatto che sia più o meno prog, come detto nel topic dedicato al suo anniversario dico che bisogna capire prima cosa è il prog:
- Progressione e mutevolezza musicale nell'arco di uno stesso brano? Allora è molto meno prog che prog
- Sperimentazione? Allora E' prog al 100%
- Suonare nell'arco di uno stesso disco una miriade di generi musicali diversi? Prog al 100%
- Musica e testi di stampo "classico" e slegati dalla realtà del quotidiano? Allora non potrebbe essere più lontano dal prog.

Questa ultima frase me lo fa considerare come uno degli album più "impegnati" e politici del gruppo: c'è l'America degli anni 70', la contrapposizione tra le celebrità dell'epoca e il degrado delle periferie, c'è il problema delle gang (già affrontato pure su SEBTP) che negli anni 70' era al suo massimo (di lì a poco sarebbero arrivati film come I Guerrieri della Notte a metterlo su pellicola), si parla di emarginazione, di pazzia, di alienazione, di difficoltà con l'altro sesso ecc ecc ecc.
Mi sembra sbagliato e fuorviante ridurre il tutto a "La/le storie del portoricano Rael, in realtà, anche se sembrano a sfondo sociale, sono utilizzate come scusa per parlare di sè, delle proprie insicurezze" come dice thenemesis, no, c'è quello ma c'è anche molto di più (ci sono cose lontanissime dal Gabriel dell'epoca), impossibile negarlo.
Ovvio che molte cose siano autobiografiche ma tantissime altre cose no, sono riflessioni sull'America dell'epoca e sulle sue contraddizioni.
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby thenemesis » 04 Dec 2013, 09:20

Thomas Eiselberg wrote:
Riequilibriamo un po' i voti:


Be'... il riequilibrio spero che sia tuo personale... [:D]


Thomas Eiselberg wrote:
Quanto al fatto che sia più o meno prog, come detto nel topic dedicato al suo anniversario dico che bisogna capire prima cosa è il prog:
- Progressione e mutevolezza musicale nell'arco di uno stesso brano? Allora è molto meno prog che prog
- Sperimentazione? Allora E' prog al 100%
- Suonare nell'arco di uno stesso disco una miriade di generi musicali diversi? Prog al 100%
- Musica e testi di stampo "classico" e slegati dalla realtà del quotidiano? Allora non potrebbe essere più lontano dal prog.

Infatti, io appunto ho scritto che era meno prog dei precedenti, ma che alcune sue parti erano prog sicuramente.

Thomas Eiselberg wrote:
Questa ultima frase me lo fa considerare come uno degli album più "impegnati" e politici del gruppo: c'è l'America degli anni 70', la contrapposizione tra le celebrità dell'epoca e il degrado delle periferie, c'è il problema delle gang (già affrontato pure su SEBTP) che negli anni 70' era al suo massimo (di lì a poco sarebbero arrivati film come I Guerrieri della Notte a metterlo su pellicola), si parla di emarginazione, di pazzia, di alienazione, di difficoltà con l'altro sesso ecc ecc ecc.
Mi sembra sbagliato e fuorviante ridurre il tutto a "La/le storie del portoricano Rael, in realtà, anche se sembrano a sfondo sociale, sono utilizzate come scusa per parlare di sè, delle proprie insicurezze" come dice thenemesis, no, c'è quello ma c'è anche molto di più (ci sono cose lontanissime dal Gabriel dell'epoca), impossibile negarlo.
Ovvio che molte cose siano autobiografiche ma tantissime altre cose no, sono riflessioni sull'America dell'epoca e sulle sue contraddizioni.


Non sono ovviamente d'accordo, ma se non lo sono io che non conto nulla, passi, il fatto che il massimo studioso dei Genesis, Giammetti, e Gabriel stesso, danno una interpretazione molto meno impegnata socialmente di quella che segnali tu.
Comunque, per carità, sono opinioni.... [;)]
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby Hogweed » 04 Dec 2013, 10:48

thenemesis wrote:"Lo spettro stilistico dei cinque si allarga a dismisura, andando a lambire l’hard rock, il soul, la musica latino – americana, persino il country


Mi sfugge il country e la musica latino [:-I]
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby thenemesis » 04 Dec 2013, 10:54

Sì, forse il critico di Musicologia / Outune ha un pò esagerato... ma dovrei riascoltarmi attentamente tutto l'album, magari qualcosa c'è... [:D]
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby Hogweed » 04 Dec 2013, 10:56

Beh sulla musica latina non saprei, in Firth of Fifth per esempio ci sono le maracas, ma non penso basti [:D]
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby highinfidelity » 04 Dec 2013, 11:12

Hogweed wrote:
thenemesis wrote:"Lo spettro stilistico dei cinque si allarga a dismisura, andando a lambire l’hard rock, il soul, la musica latino – americana, persino il country

Mi sfugge il country e la musica latino [:-I]

Sfugge anche a me. Forse si riferiva alle solite cose un po' strane tipo Counting Out Time. Anche di questi brani (simili a Harold The Barrel, I Know What I Like e tante altre cose fatte in passato) ne abbiamo discusso allo sfinimento sul forum e la conclusione ragionata e' che i Genesis le hanno sempre fatte, fin dall'inizio. E' il progressive genesisiano (non canterburiano, non sinfonico, non jazzato, genesisiano).

Ammesso e non concesso che qualcuno ci trovi una venatura country, continuo a trovare un tantino assurdo che uno segnali quello (il country) e poi non veda che ha tra le mani un album di rock progressivo, e tra i piu' classici, blasonati e citati episodi di questo specifico genere. Mi sembra come il voler distinguere una pagliuzza quando si ha un tronco piantato in un occhio. Comunque, ognuno faccia come crede... [':-|]
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby Thomas Eiselberg » 04 Dec 2013, 11:39

thenemesis wrote:
Be'... il riequilibrio spero che sia tuo personale... [:D]


Scherzavo [J-,]


thenemesis wrote:Non sono ovviamente d'accordo, ma se non lo sono io che non conto nulla, passi, il fatto che il massimo studioso dei Genesis, Giammetti, e Gabriel stesso, danno una interpretazione molto meno impegnata socialmente di quella che segnali tu.
Comunque, per carità, sono opinioni.... [;)]


Ma cosa c'è da interpretare? [:-I]

Si parla o no di un immigrato portoricano che ha difficoltà a relazionarsi con l'altro sesso e che per sentirsi parte di un qualcosa di unisce ad una gang e in questo contesto accadono eventi che mettono in ballo le contraddizioni dell'America dell'epoca?

Questo sta tutto nei testi di Gabriel, c'è poco da interpretare, non è che me lo invento io, è quello che c'è scritto nella storia. A meno che Gabriel non facesse parte di una gang, fosse drogato perso, vivesse in America e fosse un immigrato con tutto quello che queste cose comportano (i risvolti sociali di queste cose)

Poi ovvio ognuno può dare un'interpretazione che preferisce ed è vero che nei testi c'è molto di autobiografico ma la storia è quella eh.
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby thenemesis » 04 Dec 2013, 11:53

Infatti non c'è proprio nulla da interpretare... [;)]

"Come Peter Gabriel ha affermato in ripetute interviste, la storia non è che un pretesto per dar forma a temi che riguardano l'interiorità dell'autore, come il rapporto col sesso (Counting Out Time, The Lamia, The Colony of Slippermen), con la paura (In the Cage), con la morte (Anyway, Here Comes The Supernatural Anaesthetist) ecc., il tutto non senza una buona dose di ironia"

Le interviste possono essere lette nel libro di Armando Gallo "Genesis - I Know What I Like, D.I.Y. Books, 1979"

Ripeto, c'è poco o nulla di socialmente impegnato, non lo dico io, ma lo stesso autore dei testi. Poi se si vuole vedere cose che Gabriel non voleva far vedere, beh... ognuno ha la propria sensibilità. Io sicuramente non vado contro quanto ha detto lo stesso autore più di una volta, e comunque è anche la mia opinione personale che mi sono fatto leggendo i testi e la storia dell'album
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby thenemesis » 04 Dec 2013, 12:03

highinfidelity wrote:Ammesso e non concesso che qualcuno ci trovi una venatura country, continuo a trovare un tantino assurdo che uno segnali quello (il country) e poi non veda che ha tra le mani un album di rock progressivo, e tra i piu' classici, blasonati e citati episodi di questo specifico genere. Mi sembra come il voler distinguere una pagliuzza quando si ha un tronco piantato in un occhio. Comunque, ognuno faccia come crede... [':-|]


Trovo assolutamente corretto quanto scritto da Thomas che si sposa con le mie affermazioni iniziali sull'album (le venature prog sono meno marcate):

"Quanto al fatto che sia più o meno prog, come detto nel topic dedicato al suo anniversario dico che bisogna capire prima cosa è il prog:
- Progressione e mutevolezza musicale nell'arco di uno stesso brano? Allora è molto meno prog che prog
- Sperimentazione? Allora E' prog al 100%
- Suonare nell'arco di uno stesso disco una miriade di generi musicali diversi? Prog al 100%
- Musica e testi di stampo "classico" e slegati dalla realtà del quotidiano? Allora non potrebbe essere più lontano dal prog."

Ovvio che non vado a vedere la pagliuzza del country (ci sarà o no? boh...) ma cose ben diverse come quelle citate appunto da Thomas.
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby Thomas Eiselberg » 04 Dec 2013, 12:04

The lamb sono anni e anni che molti cercano di spiegarlo, nessuno ci e' ancora riuscito, le interpretazioni sono molte, inutile quindi cercarne una "oggettiva", bisogna partire da una base prima di ogni interpretazione e la base e' la storis, la storia parla di quelle cose che ho scritto, sono li' basta leggere la storia, non serve interpretare. Poi passiamo al secondo livello (cosa c'e' sotto? Cosa intende qui?) ma tutto parte da una storia e la storia di Rael e' quella
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby thenemesis » 04 Dec 2013, 12:06

Thomas Eiselberg wrote:The lamb sono anni e anni che molti cercano di spiegarlo, nessuno ci e' ancora riuscito, le interpretazioni sono molte, inutile quindi cercarne una "oggettiva", bisogna partire da una base prima di ogni interpretazione e la base e' la storis, la storia parla di quelle cose che ho scritto, sono li' basta leggere la storia, non serve interpretare. Poi passiamo al secondo livello (cosa c'e' sotto? Cosa intende qui?) ma tutto parte da una storia e la storia di Rael e' quella


Scusa Thomas, ma io prima di interpretare, leggo... e quello che ho letto è stato dichiarato da Gabriel, mica da uno qualsiasi come me.
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby highinfidelity » 04 Dec 2013, 12:42

Visto che hai letto tanto, dovresti sapere che Gabriel ha attraversato due fasi molto distinte.

Nella prima, diciamo cosi', "esoterica" si divertiva a costruire un personaggio quanto piu' possibile ermetico ed enigmatico e, se fosse stato per lui, sarebbe stato capace di dire in intervista che la trama di The Lamb e' una trascrizione quanto piu' possibilmente accurata di una saga marziana raccontatagli da un omino con la pelle verde e le antenne incontrato durante un suo viaggio in spirito sulla luna.

Nella seconda fase, a causa di un suo mutamento d'interessi e d'indirizzo musicale, non ha fatto altro che sminuire quanto aveva fatto nell'ambito del rock progressivo, banalizzando e demolendo anche le cose piu' superlative, bollandole come pretenziose, teatrali e tante altre cose.

Tra parentesi la storia di The Lamb e' stata palesemente chiusa in modo brusco e raffazzonato perche' lui aveva la testa da un'altra parte, ma questo naturalmente lui non lo ammettera' mai perche' sarebbe come ammettere che ha toppato.

Quindi Peter Gabriel, paradossalmente, e' una persona tra le meno indicate a cui dar retta da questo punto di vista. Si diverte a sviare, non e' oggettivo, e le sue risposte vanno intese in tal senso, come degli oracoli. Chi le prende alla lettera sbaglia.

Ma a proposito di lettere, siccome sappiamo tutti leggere, basta guardare cose c'e' scritto, no? Un cittadino britannico (britannico) che racconta con fini metafore di Howard Hughes e di Caryl Chessman non credo proprio si possa dire che lo faccia per caso. E' del tutto evidente che sta trattando volontariamente di temi sociali e politici, altrimenti avrebbe parlato di Salmacis e di Tiresia o del piripicchio verde. C'e' un coro di persone che te lo sta dicendo.

Ora, tu puoi convincertene o continuare a credere a una tua versione dei fatti, fai tu, ma ti pregherei di smettere immediatamente di pretendere che il tuo punto di vista abbia una radice oggettiva estrapolando passi decontestualizzati da libri che possediamo tutti dall'adolescenza e che conosciamo tutti a memoria, perche' NON hai oggettivamente ragione.
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby thenemesis » 04 Dec 2013, 13:20

Io non pretendo di avere ragione, ho espresso semplicemente la mia opinione che è corroborata da fatti oggettivi e da esperienze personali.
E continuerò a essere convinto di quello che scrivo e penso e non sarà cero un numero più o meno elevato di persone che frequentano questo forum a convincermi del contrario, anche perché penso di avere una cultura musicale (e non) piuttosto elevata e sicuramente non basata solo sui Genesis, grandissimo gruppo che amo ma che non è il faro illuminante della mia vita (per fortuna).

Chiudo questo post (e anche la mia adesione a questo forum dove evidentemente do fastidio perché canto fuori dal coro dei moderatori) riprendendo anche quanto tu hai scritto:

"Ora, tu puoi convincertene o continuare a credere a una tua versione dei fatti, fai tu, ma ti pregherei di smettere immediatamente di pretendere che il tuo punto di vista abbia una radice oggettiva estrapolando passi decontestualizzati da libri che possediamo tutti dall'adolescenza e che conosciamo tutti a memoria, perche' NON hai oggettivamente ragione"
Primo: il mio punto di vista HA una radice oggettiva che si basa sulle dichiarazioni del diretto interessato, peraltro mai smentite ufficialmente.
Secondo: non ho estrapolato passi decontestualizzati da libri, ma bensì ho citato interviste ormai conosciutissime
Terzo: il fatto che io non abbia oggettivamente ragione lo dici tu... e tu, scusa, ma chi sei? Sembra che ti vuoi ergere a maestrino di questo forum. Bene, fallo pure, ma evidentemente non hai bisogno di voci che non la pensino come te. Auguri
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby highinfidelity » 04 Dec 2013, 13:32

Non sono il "maestrino", sono l'amministratore. C'e' anche scritto.

Gli altri che hai preteso di rintuzzare erano in gran parte i moderatori.

La tua cultura musicale dovrebbero valutarla gli altri, non te stesso. Chi si loda s'imbroda.

In effetti, se hai deciso di prendere questo tono, credo anch'io sia meglio che ti rivolga a qualche altra tavola di discussione.
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby thenemesis » 04 Dec 2013, 14:30

Scusa, ma questo tono me lo hai fatto prendere tu.
Fino a poco tempo fa ho sempre postato commenti in modo educato e sicuramente con un tono che non era di chi pensa di avere la verità in tasca, sia esso un Moderatore o l'Amministratore.
La tua continua insistenza a voler difendere una posizione oggettivamente indifendibile è fastidiosa, pensaci.
E poi cosa significa "gli altri che hai rintuzzato"??? se uno esprime le sue opinioni significa che rintuzza??
Andiamo bene! Ottimo sistema per alimentare una sana discussione.
Ultima cosa: sulla mia cultura non permetto a nessuno di discutere, neanche all'Amministratore, non fosse altro perchè ho attestati di stima quotidiani da anni e quindi non mi sto lodando, semplicemente riporto quanto pensa la maggior parte di chi mi conosce e apprezza, anche se non è un Moderatore o un Amministratore (per inciso, fortunatamente non ho a che fare neanche con amministratori di condominio...)
Dato che sono "ignorante" e non ho capito come si fa, prego i Moderatori o l'Amministratore di cancellare il mio account.
Grazie
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby highinfidelity » 04 Dec 2013, 15:02

Cosa vuoi che ti dica. Se non ammetti discussioni sul tuo livello di cultura, anzi non ammetti discussioni d'alcun tipo, vai da qualche altra parte dove tutti ti lodano e ti coprono di complimenti pur non avendo idea di chi tu sia (a proposito: ma tu hai idea di chi fossero le persone con cui hai discusso qui?).

L'atteggiamento che hai tenuto e' facilmente descrivibile: come se io fossi andato su un forum dei Pink Floyd a scrivere (insistendo molto e ripetutamente) che suonavano il liscio, o su un forum dei Gentle Giant a sostenere che il violino e' uno strumento che fa schifo. Se non riesci a rendertene conto la colpa non e' mia e nemmeno dei moderatori, e' un problema tuo.

Riguardo al tuo account, fai quel che vuoi. Il tuo rispetto per questo gruppo di discussione e' tale per cui non solo, palesemente, non hai letto le FAQ pur avendo esplicitamente dichiarato d'averlo fatto all'atto dell'iscrizione, ma non hai nemmeno letto il regolamento, dov'e' scritto chiaro e tondo che i tuoi dati personali sono a tua (non nostra) completa disposizione e che puoi cancellarli o farne quel che vuoi in qualunque momento. Quindi cancella pure il tuo account quando vuoi. Sicuramente non lo faremo noi: non siamo mica dei censori e neanche dei servi.

Secondo me dovresti semplicemente reimpostare il tuo atteggiamento verso toni piu' aperti al dialogo e alle vedute di chi e' qui a discutere di queste cose non dalla settimana scorsa ma da un decennio ed ha sviscerato di un determinato argomento anche i minimi particolari, e per ovvie ragioni non gradisce "verita' rivelate" calate dall'alto. Tutti noi siamo qui perche' ci piace dialogare e chiacchierare; essere "resi edotti" che io sappia piace invece a ben pochi. Poi vedi tu, la decisione e tua.
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby thenemesis » 04 Dec 2013, 15:11

Ecco, vedi, il problema sta proprio in quello: io non ho mai calato verità dall'alto e ho sempre apprezzato i commenti se fatti con cognizione di causa.
Io ho semplicemente postato delle mie opinioni corroborate da fatti oggettivi che ho sempre citato (cito sempre le fonti da cui attingo i dati che espongo).
E non mi piace invece l'atteggiamento di chi, nonostante i dati citati siano oggettivi, li ritiene privi di significato basandosi sul fatto che ne discute da 10 anni.
Per me potrebbe discuterne anche da 30 anni, ma se poi i dati oggettivi sono quelli, poco importa della discussione.
Vedi High, io apprezzo un sacco di cose di questo forum, ma non la mancanza di oggettività. Se si mette in discussione l'oggettività allora non sta più in piedi nulla. Poi possiamo spiegare tutte le nostre opinioni personali, ma se tizio ha dichiarato più volte che sua zia si chiama Pina, non si può dire che l'abbia detto perchè in quel momento gli piaceva così e in realtà la zia si chiama Tina, soprattutto se lo ha dichiarato n volte senza mai smentire sè stesso.
Comunque, continuerò a leggere i post interessanti senza intervenire a meno che qualcuno non me lo chieda esplicitamente.
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby highinfidelity » 04 Dec 2013, 15:19

Apprezzi (?) una tavola di discussione i cui criteri editoriali sono stati fissati da una persona a cui ti rivolgi col termine volutamente offensivo di "maestrino" e da moderatori la cui opinione sulla materia che qui trattiamo per te vale zero perche', in base a criteri tuoi, solo quanto tu affermi e' oggettivo? Chi ti capisce e' bravo.

Scelta tua comunque, fai come preferisci. "Nel rispetto delle liberta' del singolo..." ecc ecc come scritto nel Regolamento che non ti sei dato la pena di leggere.

Discussione chiusa. [:|]
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Re: Genesis: Analisi degli album -The Lamb lies down on Broa

Postby Thomas Eiselberg » 04 Dec 2013, 20:03

thenemesis wrote:
Scusa Thomas, ma io prima di interpretare, leggo... e quello che ho letto è stato dichiarato da Gabriel, mica da uno qualsiasi come me.


Ecco, visto che prima di interpretare leggi, leggiti allora la storia che Gabriel stesso ha scritto, non la sua interpretazione, la storia parla di un immigrato portoricano e delle sue esperienze in un america degli anni 70, poi Gabriel può aver pure detto che per lui il senso di tutto è la scoperta dell'esistenza di Babbo Natale ma io mi attengo a quello che ha scritto testualmente nei testi e nella storia è questo il punto.

Rael è portoricano?
E' un immigrato?
E' completamente "fatto?"
E' un emarginato che si unisce ad una gang per sentirsi realizzato?
Vaga per una Manhattan piena di riferimenti e citazuioni ai personaggi americani dell'epoca (e non)?
ecc. ecc.

Sono tutte cose che banalmente si leggono nei testi e nella storia, non è che ci vuole l'interpretazione di Gabriel per saperlo, poi che ci abbia messo molto di autobriografico sono il primo a dirlo, il punto era la frase da cui partivi e che cioè l'album non ha nulla di impegnato socialmente, non è affatto così e mi sembra abbastanza palese.

Mi spiace che la discussione abbia preso una brutta piega, io non pretendo di far cambiare le opinioni degli altri, mi sono limitato a chiederti di porre maggiore attenzione ai testi e alla storia in se, piuttosto che al significato che viene dopo, e se la prima è oggettiva (la storia quella è, non è interpretabile, i risvolti sociali sono lì su carta, non serve interpretare) il secondo è oggettivo ed è ovvio che ognuno si faccia l'opinione che meglio crede, non sono certo io a questionare su queste cose.

highinfidelity wrote:
Ma a proposito di lettere, siccome sappiamo tutti leggere, basta guardare cose c'e' scritto, no? Un cittadino britannico (britannico) che racconta con fini metafore di Howard Hughes e di Caryl Chessman non credo proprio si possa dire che lo faccia per caso. E' del tutto evidente che sta trattando volontariamente di temi sociali e politici, altrimenti avrebbe parlato di Salmacis e di Tiresia o del piripicchio verde. C'e' un coro di persone che te lo sta dicendo.


E' questo il punto, è ovvio che ci siano cose autobiografiche e che molte siano metafore, ma se Gabriel mi parla di un immigrato portoricano mi parla di Evel Knievel, del Klu Klux caln, mi cita Howard Hughes e Caryl Chessman e tanti altri, mi parla della storia di Rael al riformatorio di Pontiac, di come poi si unisce ad una gang e col suo spray ricopre i muri della città per non sentirsi anonimo (frasi come "Progressive hypocrites"), mi sembra abbastanza palese che sia un album abbastanza impegnato socialmente, non lo deve dire Gabriel lo dicono già i testi che ha scritto.
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