Che poi, volendo concedere un ascolto
attento -come ho fatto ieri sera, incredibile ma vero- ad una selezione
improbabile quale la "worst" compilation qui tentata, l'esito è purtroppo fin troppo prevedibile
(almeno per uno dai miei gusti musicali); a mano a mano che procedevo nell'ascolto mi annotavo le impressioni a caldo, ma mi rendo conto che scrivendole tutte fedelmente potrei andare ad urtare i sensi di chi comunque apprezza questi brani, per cui traccerò un riassunto
(se dovesse succedere non prendetevela, sono solo impressioni personali di uno che conta quanto contate Voi
o viceversa) :
Who dunnit : senza ombra di dubbio la
peggiore in assoluto; avrò sempre il sospetto che qui i Genesis abbiano tenuto in poca considerazione il proprio pubblico quasi mancando loro di rispetto, pubblicando una cosa che doveva restare nell'ambito delle "out-takes"(e forse nemmeno quelle).
Happy the man : considerando che proviene dallo stesso periodo creativo che ha prodotto
ben altro non la si può assolvere; sempliciotta e inutile. Banale. Fortunatamente non ha prodotto danno eccessivo non trovando posto in nessun album della band. (il 45g che porta il suo nome reca nella Bside una certa SEVEN STONES... mi sono chiesto spesso cosa frullasse in testa ai managers discografici, se delle mosche o semplice ragnatele, perchè in questo caso di materia grigia non se ne intravede...)
Land of confusion : inizio martellante, ossessivo, e (per me) insopportabile. Suoni (volutamente?)
aggressivi.
L'arrivo del bridge a 2:24 sembra come un arcobaleno di quiete (e sollievo) dopo una violenta tempesta inconcludente, che riprende purtroppo a 3:20 del brano. Veramente
pessimo. Se penso che questo è uno dei brani della band che meglio corrispose ai crismi musicali dettati dal periodo, mi rendo conto di quanto uno come me sia diventato incompatibile con l'evolvere del pop dagli anni 80 in su.
In too deep : tipica ballata "
a la Phil Collins primi 80" quando aveva scoperto la chiave per diventare Re Mida agli occhi di un pubblico ricettivo verso certi tipi di cose (come questa); apatica e bucolica; NOIOSA.
That's all : una delle peggiori; pretenziosa velleità nemmeno troppo malcelata di mettersi al rango con storiche marcette Inglesi che hanno fornito la colonna sonora al British Empire, si rivela alla fine totalmente inconcludente, irritante e perfino ipocrita quanto uno specchietto per le allodole. Ho ancora nella mente gli occhi e l'espressione del suo autore allorchè la commenta, elogiandola a dismisura, in un documentario sulla band girato alcuni anni fà : forse era consapevole di mentire, ma non poteva riuscire a farlo con se stesso.
More fool me : il motivo per cui essa mi dia così dannatamente fastidio in fondo è assai chiaro; provenisse da altri non me ne curerei affatto. Ma il fatto che provenga
da quella Band e soprattutto abbia trovato posto
in quell'Album ha dell'imperdonabile. Un enigma. Per il resto, inutile dilungarsi a descrivere la mediocrità del brano, cosa già ampiamente trattata, detta e riscritta.
excerpt from "The Waiting room" soli primi 3 minuti : i tre minuti di maggiore anarchia musicale messa in mostra dalla band nella propria carriera (da una band che non aveva certo fatto dell'accozzaglia di suoni il suo marchio di fabbrica, e di cadute sul genere il rock non ne vide poche nella sua storia...); per me è paragonabile alla "Revolution#9" di Lennoniana memoria; non arrivo (e non intendo arrivare) a comprendere certe cose; per me la Musica in termini di Arte è un concetto preciso, mentre i "rumori" male assortiti fanno parte di altro.
Invisible touch : vale anche qui lo stesso concetto già espresso per "More Fool me" : da compositori (Uno in particolare) in grado di creare
ben altro nel loro passato non ti aspetteresti simili cadute di stile, ma tant'è; ed è pur vero che con la musica pop si riusciva a fare "barche di soldi" anche con brani più ricercati e corposi, senza cadere nell'ordinario come questa riesce a fare, strizzando sfacciatamente l'occhio alle charts da alta classifica. Dozzinale.
Illegal alien : fin troppo facile liquidare questa = leziosa e leggera ai limiti dell'irritante; intende stupire l'ascoltatore più con suoni "a la page" e "a la mode" piuttosto che con una ricerca armonica originale cui il cantato di Collins tenta di correre in aiuto senza riuscirvi; alla fine, si rivela un perdita di tempo : inutile e fastidiosa.
Follow you follow me : in una compilation del genere, la presente rischia di figurare come la meno peggio del lotto (volevo dire "la migliore" salvo poi rendermi conto che il termine è fuori luogo in un contesto del genere), il che è tutto dire circa la media qualitativa che caratterizza in generale il tutto...
Just a job to do : irritante e pretenziosa, banalmente ordinaria sulla falsa-riga di milioni di canzoni pop che hanno dominato l'etere degli anni 80 senza un minimo di originalità. Assolutamente da dimenticare in fretta, come il suo titolo sembra consigliare.
Anything she does : mamma mia!
non comprate la DELUXE Edition della compilation per non ritrovarvela tra le orecchie;
forse la più insopportabile in assoluto del lotto : confusa, vuota, senza direzione, produzione e suoni plasticosi come richiedeva quel dannato decennio, insulsa ed irritante come poche. INSOPPORTABILE.
Fatta esclusivamente perchè fornisse il proprio contributo a "vendere" (non vedo altre ragioni) l'album che la contiene.
Silver rainbow : un inizio promettente ma purtroppo ben presto vanificato da una scelta armonica praticamente nulla e insipida a dominare il brano; peccato, poteva rivelarsi meglio di quanto in effetti è.
Taking it all too hard : una sorpresa; non me la ricordavo. E pensare che l'avevo relegata in fondo alla scaletta.
Ordinaria e melliflua fin che si vuole all'inizio, rivela però
un anima sorprendente da 0:40 a 1:20 poi ripresa da 1:56 fino a 2:40, due momenti musicalmente splendidi nei quali la voce di Collins si fonde con gli effetti creati da Banks a fornire all'ascolto un intervallo assolutamente gradevole che sembra perfino sospeso nell'aria; d'accordo, il resto del brano ritorna nella mediocrità generale, però questi due intermezzi non sono da dimenticare.
Throwing it all away : non inclusa nella mia compilation, vale la pena spenderci due parole : per costruzione armonica complessiva a guidare il brano, non ultima la performance vocale di Phil a fondersi con essa specie nei ritornelli, credo che qui siamo al cospetto di un pop
di gran classe con molto buon gusto a dominare il tutto, pur con qualche dose eccessiva di "zucchero" che affiora ogni tanto qua e là.
It's gonna get better altro brano che non avevo considerato in un "worst" della band, per una ragione precisa : non mi è mai dispiaciuta al pari delle altre; a salvarla -per me- sono le strofe, anche se i ritornelli tendono a rovinare il tutto fornendo una armonia di base assolutamente banale e inconcludente. Peccato.