Per un
fan della "seconda ora" (fine anni '70 - inizio '80) come me, l'ascolto dei missaggi originali è fondamentale, per le ragioni già esposte dagli altri (un missaggio nell'era analogica era una
performance unica ed irripetibile, con tutti i limiti imposti dall'impossibilità di "post-editare"; i vari John Anthony, Dave Hentschel, etc. hanno dato - che piaccia o no - la loro impronta ai quei dischi).
Ascoltare
anche i remix di Davis certamente consente (almeno nella maggior parte dei casi) una prospettiva diversa su quelle registrazioni, un viaggio interessante
dentro il lavoro, ad esempio scoprendo parti "scomparse" dai missaggi originali: in sostanza è come ascoltare una versione alternativa tout-court di ogni brano.
In tal senso, il remaster di
Trespass è esemplificativo (e, a mio parere, bellissimo).
L'ideale è poter avere entrambe e poter collocare ciascuna al posto giusto: ascolto "filologico" nel caso dei master originali, ascolto "alternativo" con qualche sorpresa nei remix stereo e 5.1.
Che poi qua e là nei mix di Davis vi siano anche errori madornali è un altro conto (tipo: «hasn't it?» su
Supper's Ready letteralmente "spostato" in avanti di due secondi, o il flauto alla fine di
The Lamia che scompare del tutto). Lo stesso dicasi per certe scelte timbriche "alla moda" opinabilissime: l'intro di Banks su
Firth Of Fifth che è talmente squillante da sembrare un piano MIDI o la voce di Peter su tutto
Nursery Cryme che balza spaventosamente in avanti ...insomma il tutto mi conferma la necessità di continuare ad avere sotto mano
anche gli originali.
In conclusione: se si è costretti a scegliere
solo una versione, secondo me meglio cercare le DER del 1997 (e mi limito ai CD se no il discorso si complica...);
altrimenti, portafogli permettendo, tutte e due. Non fosse altro, per tornare finalmente a sentire come iniziava veramente
The Lamb, senza quel terrificante
fade in.