Tutto ebbe inizio con la pubblicazione di "PG III", il terzo capitolo della discografia solista del cantante inglese.
Ciao 2001 annunciò che Peter Gabriel avrebbe presto suonato in Italia,
pubblicò anche un'intervista all'ex Genesis ed ebbe inizio il conto alla rovescia.
Per chi aveva perso i concerti con la sua vecchia band per motivi d'età
era la prima possibilità di vedere all'opera uno dei cinque. Dopo il 1975
infatti i Genesis non erano più venuti dalle nostre parti e non lo avevano
fatto neanche Peter Gabriel e Steve Hackett all'inizio delle loro carriere
solistiche.
La data più vicina era quella di Firenze
e con Antonello, mio compagno di scuola e di avventure musicali prendemmo il biglietto
(con ogni probabilità all'Orbis di Roma anche se non lo ricordo con precisione).
Venne il giorno tanto atteso. Partimmo da Roma una domenica mattina
di fine Settembre.
Il treno sarebbe arrivato a Firenze all'ora di pranzo.
Per ingannare il tempo cercammo di attaccare discorso con una bellissima donna fiorentina...
ma eravamo veramente due imbranati e non trovammo di meglio che andarle a chiedere una sigaretta.
Chiaramente nessuno dei due fumava.
Mi feci avanti io perchè Antonello non lo avrebbe fatto neanche sotto tortura
(della serie 'questa figura di m***a' la vai a fare tu....).
Mi avvicinai alla bella dama, le chiesi una sigaretta e nel tentativo di accenderla
quasi soffocai tra le risate del mio amico che si gustava la scena.
La tipa pensò bene di regalarmi tutto il pacchetto...
perchè non erano le sue solite sigarette... altre risate...
Non trovai altri argomenti, perchè quando uno non è capace c'è poco da fare
(ditemi pure di suonare in mezzo ad uno Stadio gremito, ma non fatemi abbordare una donna...).
Arrivati alla Stazione di Firenze cercammo comunque di essere galanti
e le portammo i bagagli fino a quando non arrivò il suo uomo
che ci guardò (giustamente)come si guardano due co****ni...
Poi dopo aver preso un autobus arrivammo finalmente al Parco delle Cascine.
Era presto c'era molto da attendere e ricordo faceva anche molto caldo.
Il tempo trascorse con l'ascolto delle partite di calcio attraverso le radioline
(a quei tempi le partite si vedevano solo allo Stadio e non in TV...).
La Roma pareggiò in trasferta a Bologna per 1-1... era l'anno in cui arrivò
seconda dietro la Juventus... quello del famoso gol di Turone...
Alla fine iniziò il concerto con l'odiato gruppo spalla. Erano i Simple Minds,
ma a quei tempi erano molto giovani e soprattutto sconosciuti.
Inutile dire che la maggior parte del pubblico presente non apprezzò affatto
la loro presenza e tutto la loro performance su caratterizzata da un continuo lancio
di tutto ciò che era possibile gettare sul palco... bottiglie, lattine, zolle di terra
con l'erba... e va proposito di erba avevamo un gruppetto di tamarri provenienti
come noi dalla capitale, probabilmente imparentati con Bob Marley...
Si fecero centinaia di canne e noi con il vento a favore... pure...
Con grande ritardo Peter salì sul palco. La modalità con cui lo fece non se
l'aspettava nessuno... Lui e la sua band raggiunsero il palco passando in mezzo alla gente
e poi, una volta sul palco, iniziarono a suonare. Ciò che colpiva era la tuta nera
che indossavano (quella con la scritta China Tour). Il concerto con le sue luci spesso
sfumate sul viola e con le sue sonorità pazzesche (quelle di PG III) lasciò tutti senza fiato.
Fu di una bellezza sconvolgente che andava ben oltre le previsioni.
Ma il momento che ricordo maggiormente è quello legato alla chiusura affidata
a "Here Comes the Flood". Peter la cantò accompagnandosi al piano da solo, senza la band.
Io cantavo e piangevo mentre un DJ toscano cercava di registrarmi mettendomi davanti un
microfono. Io continuavo a cantare emozionatissimo e intanto spostavo il microfono.
La storia andò avanti per tutta la durata della canzone. Con "Here Comes the Flood"
il concerto arrivò alla conclusione. Rimase il rammarico per la mancata esecuzione di
"The Lamb Lies Down on Broadway" e "Back in N.Y.C" che pure nei tour precedenti venivano
eseguite. Tornammo a Roma con il treno sbagliato (quello giusto per le nostre tasche
sarebbe partito dopo molte ore), così ne prendemmo uno che aveva solo posti di prima classe.
Pur non essendo dei 'professionisti' usammo il trucco della toilette ogni volta
che passava il controllore. Arrivati a Roma il treno ci portò alla Stazione sbagliata e riuscii
a stento ad andare alla Stazione Termini con un pullman. Il resto della strada me lo feci a
piedi (più o meno 7 Km fatti attraversando anche Villa Borghese di notte che non era un posto
particolarmente raccomandabile...). Arrivai a casa che era ormai giorno, stanco ma incredibilmente
contento per l'esperienza vissuta... avevo visto il mio cantante preferito in concerto...
avevo visto uno dei cinque personaggi che avevano creato la leggenda dei Genesis.
Con l'emozione ancora viva davanti ai miei occhi scrissi un commento al concerto:
Ho visto Peter Gabriel dal vivo. E' stato un concerto stupendo. Non ne avevo mai visto
uno così. Ho visto anche quanto è amato in Italia, ho visto la sua intelligenza di artista,
la sua serietà. Peter ha suonato tutto il suo ultimo LP, gran parte del primo e qualche canzone
del secondo. Non ha ricordato il suo passato ed io l'ho apprezzato anche per questa
sua voglia di non cullarsi su un passato comodo, su un passato di gloria. E su quel palco
c'era un uomo come pochi, un uomo che nella sua musica ha saputo rappresentare l'inquinata e
stanca realtà in cui viviamo, le deformità del nostro essere. Su quel palco ho visto un uomo
commuoversi per l'affetto che lo circondava. Non poteva immaginare che lo aspettavamo da 5 anni
e non l'avremmo voluto mandare più via. E lui ci ha dato tutto fino alla fine invitandoci
ad essere spettacolo anche noi, a partecipare alle sue scelte, a capire le sue sensazioni.
No, il suo non è solo professionismo, in lui c'è tanta voglia di stare in mezzo a chi
ha sempre amato le sue strane storie, le affascinanti favole con le quali ha sempre cercato
di raccontare la vita di tutti i giorni. E ho capito questo suo amore per il nostro paese,
per questo pubblico, quando solo dietro ad un pianoforte ci ha regalato una stupenda
"Here Comes the Flood"... e il cuore è impazzito... "Grazi, grazie Italia..." e potevi
anche andarti a riposare... perchè ora siamo soddisfatti e aspettiamo tue nuove canzoni,
aspettiamo che torni ancora fra noi, fra quella strana gente che ha sciolto la tua freddezza
con un unico abbraccio che ti veniva rivolto da migliaia di braccia. Grazie Peter,
torna preso tra noi.
I brani che furono eseguiti nel concerto alle Cascine:
Intruder
The Start
I Don't Remember
Solsbury Hill
Family Snapshot
Milgram's 37
Modern Love
Not One of Us
Lead a Normal Life
Moribund the Burgermeister
Mother of Violence
Humdrum
Games Without Frontiers
And Through the Wire
I Go Swimming
Biko
On the Air
D.I.Y.
Here Comes the Flood
Queste le uniche recensioni che ho di quel tour e del concerto di Firenze:
E per finire il bootleg fatto in casa del concerto
Ed altri due... il primo sempre relativo al concerto di Firenze...
...e quello invece tratto dal concerto di Genova...