Passion : HighInfedelity VS Scaruffi
Posted: 30 Sep 2010, 15:06
Abbiamo due pareri, uno di HighInfedelity (per nulla autorevole [:D]) e uno di Scruffi (molto autorevole) [^], estremamente discordanti sull'album "Passion" (a mio personalissimo parere un capolavoro assoluto [^] della storia della musica).
riporto testualmente gli stralci piu' rilevanti dei nostri due autorevolissimi critici, voi che ne dite? :
High [X-P] : "sembra essere definita acriticamente come "stupenda" da ascoltatori di qualunque livello culturale ed estrazione sociale. Viceversa, sorvolando sul fatto che un'opera di questo tipo non potrebbe che essere qualificata "inascoltabile" nell'ambito di pagine sostanzialmente dedicate al rock progressivo ed ai suoi sviluppi, anche solo sottoponendo le sue tracce - tutte strumentali - ad un vaglio superficiale ne emerge una banalità strutturale sorprendente che le rende paragonabili alle più trite produzioni New Age (che non a caso pescheranno a piene mani da questo materiale). Praticamente tutti i brani sono basati sull'alternarsi di tre movimenti: tappeto di synth introduttivo, ingresso di percussioni e vari strumenti etnici, dissolvenza nuovamente su tappeto di synth. Non c'è da stupirsi pertanto se, al termine dell'ascolto, non rimane impresso in mente nemmeno uno dei più di venti brani che compongono il disco.
Ciò nonostante, la ricerca quasi filologica condotta per trovare gli strumenti musicali più adatti, la collaborazione con decine di musicisti provenienti da ogni angolo dell'Africa e dell'Asia e l'innovativo, magistrale lavoro di studio sul materiale grezzo (talvolta sviluppato a partire da suoni di strada [18]) rendono Passion un'importante pietra miliare nel suo genere ed un lavoro chiave per comprendere l'evoluzione stilistica di Gabriel: da Passion alla World Music il passo è breve.
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Scaruffi [;)] (voto 8,5 - una enormita' per il nostro amico, che agli altri album da un max di 7) "Crepuscolare e meditativo, Passion (Real World, 1989), trasforma il manierismo etno-elettronico di Gabriel (ormai assurto a una moda internazionale di "afro-chic") in una forma di musica psico-ambientale i cui referenti più naturali sono Brian Eno e Jon Hassell. Elaborando materiale folklorico africano e asiatico, Gabriel ottiene una sorta di murale sonoro sulla Passione di Gesù. Il disco impiega al tempo stesso i reperti più arcaici e più moderni della sua arte, oscillando fra un'austerità spartana da musica da camera (Gethsemane, Lazarus, In Doubt, Before Night Falls) e "muri del suono" d'intensità wagneriana (It Is Accomplished).
La varietà degli spunti etnici è sterminata: vertiginosi tribalismi raga (Feeling Begins), tragici canti di giungla (A Different Drum), funeree litanie arabe (Of These Hope), concerti minimalisti per strumenti esotici (Zaar), languidi inni mantra (Open), melodie struggenti alla Kitaro/Morricone (With This Love), sketch impressionisti alla Hassell (Sandstorm). Liturgia islamica (il lamento da muezzin di Gabriel), cristiana (il soprano celestiale di Nusrat Fateh) e pagana (i richiami equatoriali di Youssou N'Dour) si compenetrano nel raga cosmico di Passion, ipnotizzato dai versi macabri della tromba di Hassell, dall'incedere torrenziale delle percussioni brasiliane e dalla cappa minacciosa dell'elettronica.
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riporto testualmente gli stralci piu' rilevanti dei nostri due autorevolissimi critici, voi che ne dite? :
High [X-P] : "sembra essere definita acriticamente come "stupenda" da ascoltatori di qualunque livello culturale ed estrazione sociale. Viceversa, sorvolando sul fatto che un'opera di questo tipo non potrebbe che essere qualificata "inascoltabile" nell'ambito di pagine sostanzialmente dedicate al rock progressivo ed ai suoi sviluppi, anche solo sottoponendo le sue tracce - tutte strumentali - ad un vaglio superficiale ne emerge una banalità strutturale sorprendente che le rende paragonabili alle più trite produzioni New Age (che non a caso pescheranno a piene mani da questo materiale). Praticamente tutti i brani sono basati sull'alternarsi di tre movimenti: tappeto di synth introduttivo, ingresso di percussioni e vari strumenti etnici, dissolvenza nuovamente su tappeto di synth. Non c'è da stupirsi pertanto se, al termine dell'ascolto, non rimane impresso in mente nemmeno uno dei più di venti brani che compongono il disco.
Ciò nonostante, la ricerca quasi filologica condotta per trovare gli strumenti musicali più adatti, la collaborazione con decine di musicisti provenienti da ogni angolo dell'Africa e dell'Asia e l'innovativo, magistrale lavoro di studio sul materiale grezzo (talvolta sviluppato a partire da suoni di strada [18]) rendono Passion un'importante pietra miliare nel suo genere ed un lavoro chiave per comprendere l'evoluzione stilistica di Gabriel: da Passion alla World Music il passo è breve.
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Scaruffi [;)] (voto 8,5 - una enormita' per il nostro amico, che agli altri album da un max di 7) "Crepuscolare e meditativo, Passion (Real World, 1989), trasforma il manierismo etno-elettronico di Gabriel (ormai assurto a una moda internazionale di "afro-chic") in una forma di musica psico-ambientale i cui referenti più naturali sono Brian Eno e Jon Hassell. Elaborando materiale folklorico africano e asiatico, Gabriel ottiene una sorta di murale sonoro sulla Passione di Gesù. Il disco impiega al tempo stesso i reperti più arcaici e più moderni della sua arte, oscillando fra un'austerità spartana da musica da camera (Gethsemane, Lazarus, In Doubt, Before Night Falls) e "muri del suono" d'intensità wagneriana (It Is Accomplished).
La varietà degli spunti etnici è sterminata: vertiginosi tribalismi raga (Feeling Begins), tragici canti di giungla (A Different Drum), funeree litanie arabe (Of These Hope), concerti minimalisti per strumenti esotici (Zaar), languidi inni mantra (Open), melodie struggenti alla Kitaro/Morricone (With This Love), sketch impressionisti alla Hassell (Sandstorm). Liturgia islamica (il lamento da muezzin di Gabriel), cristiana (il soprano celestiale di Nusrat Fateh) e pagana (i richiami equatoriali di Youssou N'Dour) si compenetrano nel raga cosmico di Passion, ipnotizzato dai versi macabri della tromba di Hassell, dall'incedere torrenziale delle percussioni brasiliane e dalla cappa minacciosa dell'elettronica.
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