Lunga ed interessante intervista a Tony

Sezione dedicata al brillante tastierista dei Genesis, autentico pilastro del complesso, presente nei ranghi del gruppo fin dai suoi esordi.

Lunga ed interessante intervista a Tony

Postby Duke59 » 30 Sep 2019, 19:54

Da leggere, assolutamente. MI ha un po' sorpreso vedere Tony ammettere i propri limiti. Io non ricordavo di averlo mai sentito sezionare la propria carriera solista con tale disincanto.

https://www.innerviews.org/inner/tony-banks
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Re: Lunga ed interessante intervista a Tony

Postby rkive » 30 Sep 2019, 21:45

La cosa che più mi ha colpito dall' analisi di Tony, è che i suoi album
non hanno funzionato perchè mancava un vero hit.
Mi pare che l'ha detto anche Mike nella sua biografia, l'incapacità
di Tony di scrivere un singolo di successo.

Se poi guardo la lista dei brani "lesser-know" preferiti dei Genesis capisco il motivo, sono tutti abbastanza "complicati"...
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Re: Lunga ed interessante intervista a Tony

Postby Duke59 » 01 Oct 2019, 13:06

Mancavano le hit che lui "disperatamente" cercò di scrivere (con qualche occasionale buon risultato) ma mancava soprattutto un front man, uno "schmoozer" capace di tenere contatti sociali, ingraziarsi le persone e fare promozione.

Phil in quel senso era una forza della natura, Mike era comunque un buon tessitore di rapporti sociali (ed aveva comunque dei front man capaci di far accendere i riflettori su di loro come Paul Young e Paul Carrack) mentre Tony da quel punto di vista era il meno predisposto.
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Re: Lunga ed interessante intervista a Tony

Postby highinfidelity » 10 Oct 2019, 14:02

Grazie per il link!

La costanza di Tony Banks per certi versi (ma solo per certi versi) ha dell'incredibile: ancora una volta ad inzio intervista cita Rachmaninov quale sua maggiore influenza, lo stesso nome che citava a 18 anni. Se avesse avuto una carriera solista altrettanto coerente sarebbe stato certamente uno degli artisti solisti che avrei seguito con maggiore piacere.

Il non avere doti da frontmen, come dite, certamente ha influito, tuttavia non ha impedito ad altri artisti sotto molti aspetti ancor più introversi (per esempio Mike Oldfield) di affermarsi. Inoltre a mio parere ha avuto a portata di mano dei frontman molto validi ma non ha spinto a fondo sull'acceleratore, o la casa discografica / produttore non lo hanno fatto per lui. Per esempio avrebbe potuto fare un intero disco di neo-progressive con Fish: avrebbe venduto milioni di copie. La coppia Alistair Gordon & Jayney Klimek - belli biondi e affascinanti - avrebbe potuto fare sfracelli se proposta nel modo giusto e promozionata altrettanto bene. Anche la collaborazione con Nik Kershaw sarebbe potuta andare ben oltre, peraltro a beneficio di entrambi, visto che Kershaw si trovava in una fase calantissima della sua carriera.

A tal proposito, non ricordo d'aver mai letto in precedenza Banks dichiarare d'aver contattato Kershaw perché era un suo fan. Mi fa molto piacere perché anche a me Kershaw piaceva molto, segno che avevo visto giusto! Il fatto che però Kershaw stesso si fosse rifiutato di fare promozione e girare video mi porta però a quanto volevo dire: cioè che per far decollare una carriera ci vuole anche molta fortuna negli incontri che si fanno, spesso è una questione di coincidenze, e nella maggior parte dei casi si tratta di fortune costruite, sulle quali è stato investito molto denaro in promozione.

Sicuramente mi ripeto (chissà quante altre volte l'avrò scritto qui) ma a mio parere gli errori di Banks sono stati l'incoerenza e l'incapacità di percepire la propria collocazione. Intanto avrebbe dovuto capire chiaramente di essere un artista di nicchia, e su quella nicchia puntare con coerenza, fin magari a farla diventare una "nicchiona" esattamente come aveva fatto il già citato Mike Oldfield, che dopo aver costruito un suo seguito granitico con un lavoro innovativo come Tubular Bells, ha poi sparato hit micidiali come Moonlight Shadow eccetera. Tony ripete più volte nell'intervista quanto sia bella An Island In The Darkness, fantastico siamo tutti d'accordo, ma allora viene da chiedergli: se a te piace tanto e piace tanto anche a noi, perché hai fatto in quel modo solo quella canzone e non tutto l'album? A che pubblico ti rivolgevi? A chi sapevi che ti avrebbe apprezzato, o sparavi a caso?

Più avanti perde di nuovo l'autocoscienza di sé quando sostiene che molte persone gli hanno detto che era bello il secondo lato di The Wicked Lady suonato dalla filarmonica (da cui l'idea di fare dischi di musica classica). Ma quando mai! Non ricordo d'aver conosciuto in vita mia nessuno che non preferisse il primo lato, suonato da lui in persona ai sintetizzatori!

Demenziale poi, sempre a proposito dell'auto-percezione di sé nello spazio e nel tempo, l'idea di far sparire del tutto il suo nome e volto dalla copertina di Bankstatement e Strictly Inc... Persino io che sono un suo fan accanito ho impiegato un sacco di tempo (intendo dire proprio anni) per capire che quei due dischi strani erano effettivamente suoi, e non di un omonimo o di qualcun altro che non c'entrava nulla. E qui devo aggiungere che evidentemente gli è venuta a mancare anche la produzione: un produttore serio, che sa guidare un artista e livellare i suoi picchi di genio e follia, non gli avrebbe mai lasciato fare una mossa falsa di questa gravità!

Ciliegina sulla torta: le sue tracce originali di pianoforte praticamente inudibili anche col cornetto acustico su Five. Alzi la mano chi preferisce ascoltare un'orchestra di turnisti anonimi piuttosto che Tony Banks e dico Tony Banks seduto al pianoforte a coda!!!

Secondo me, ecco... Attorno a Banks non si è mai venuta a creare del tutto quella miscela vincente di autocoscienza di sé, coerenza, conoscenze, promozione e investimenti sufficienti, uniti ad un pizzico di fortuna. Ha avuto in parte ciascuna di queste cose, ma mai tutte assieme e non nel momento giusto.
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(Luigi Russolo, Intonarumorista. 1913.)
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Re: Lunga ed interessante intervista a Tony

Postby Thomas Eiselberg » 11 Oct 2019, 08:21

Sostanzialmente sottoscrivo quello che ha scritto High, la penso in pratica allo stesso modo. Non e' stata tanto una questione di "timidezza" o di allergia al palco, quanto l'incapacita' di scegliere una via coerente e di seguire la musica del momento (di quel momento) al di la' del genere, finendo per restare di fatto fuori dal giro.
Anche nelle su interviste ho percepito sempre una sorta di incoerenza: loda album come IT pero' poi dice che dei Genesis adora i pezzi che si rifanno alla musica classica. Adora Rachmaninov pero' poi ha fatto cose musicalmente lontanissime, il meglio lo ha fatto nei Genesis (componendo buona parte del materiale del gruppo) pero' spesso prende le distanze dai pezzi prog piu' famosi e celebrati. Ultimamente in una sua intervista su prog se l'e' presa con i live dei Genesis (e non) lasciando trasparire quanto lo lascino insoddisfatto e siano lontani da cio' che ama. Pero' poi finisce per lodare la versione live di In The Cage che in quella incarnazione e' un pezzo completamente diverso (jazz in studio e rock dal vivo) e perfino migliore.

Per me e' sempre stato un mistero, non sono mai stato in grado di "inquadrarlo", a leggere una sua intervista mi aspetto che dica tutto e il contrario di tutto insomma [:D]


highinfidelity wrote:Grazie per il link!



Il non avere doti da frontmen, come dite, certamente ha influito, tuttavia non ha impedito ad altri artisti sotto molti aspetti ancor più introversi (per esempio Mike Oldfield) di affermarsi. Inoltre a mio parere ha avuto a portata di mano dei frontman molto validi ma non ha spinto a fondo sull'acceleratore, o la casa discografica / produttore non lo hanno fatto per lui. Per esempio avrebbe potuto fare un intero disco di neo-progressive con Fish: avrebbe venduto milioni di copie. La coppia Alistair Gordon & Jayney Klimek - belli biondi e affascinanti - avrebbe potuto fare sfracelli se proposta nel modo giusto e promozionata altrettanto bene. Anche la collaborazione con Nik Kershaw sarebbe potuta andare ben oltre, peraltro a beneficio di entrambi, visto che Kershaw si trovava in una fase calantissima della sua carriera.

.


D'altronde un esempio ce lo abbiamo "in casa". Non credo che Mike Rutherford avesse grandi doti da frontmen eppure ha avuto un grosso successo con i Mechanics. Si e' circondato di musicisti preparati, due cantanti dalla voce diversa ma ugualmente "acchiappaclassifiche" e il gioco era fatto.
All'epoca i cantanti da te citati andavano per la maggiore o quantomeno non erano affatto sconoscouti, non e' nemmeno questione di generi visto che all'epoca, se voleva continuare a fare prog, Fish era piuttosto famoso e non avrebbe dovuto quindi "commercializzarsi" chissa' quanto. Se avesse voluto farlo c'erano gli altri artisti citati.
Ho sempre avuto l'impressione che non avesse bene in mente cosa fare o non volesse puntare troppo su una carriera al di fuori dei Genesis.
Essi vivono noi dormiamo. Obbedisci, compra, non pensare, il denaro è il tuo dio.

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Re: Lunga ed interessante intervista a Tony

Postby Duke59 » 11 Oct 2019, 18:01

Riguardo la carriera solista di Tony come autore di colonne sonore ecco cosa dice Mike nella propria autobiografia "The living years":

(...)
"Tony mi ha sempre incolpato per il fatto che non ha fatto più colonne sonore dopo che avevamo lavorato insieme alla colonna sonora per "The Shout", un film del 1978 diretto da Jeremy Thomas.

Non è mai stato un grande film ma ci è piaciuto molto lavorarci insieme. Tuttavia, quando andammo alla premiere, trovammo che la musica che avevamo scritto era stata completamente soffocata da effetti ambientali e raffiche di vento.

Ero così arrabbiato che in seguito attaccai il produttore contro un muro: che senso aveva farci fare tutto quel fottuto lavoro? Tony è sempre stato convinto che il mio maltrattamento del produttore avesse danneggiato la sua carriera di autore di colonne sonore. Ma il guaio è che in quell'ambiente devi lavorarti un po' le persone per arrivare da qualche parte e, per natura, Tony non è uno che socializza.

In tutto ciò che ha fatto Tony è sempre stato fedele a se stesso."
(...)
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Re: Lunga ed interessante intervista a Tony

Postby rkive » 12 Oct 2019, 10:39

Però che fortuna ha avuto Mike con il primo album!

Cercava due cantanti, e i produttori Chris Neil e B.A.Robertson gli hanno portato Paul Young e Paul Carrack.
Il primo singolo Silent Running, non scelto da Mike ma dall'Atlantic, arriva al 6. posto negli States (dal libro di Mike "aveva solo tre accordi e la nota di basso rimaneva la stessa per l'intero brano").
Poi il secondo singolo All I Need Is Miracle arriva al 5. posto!

Senza contare che Mike & The Mechanics sembrava una band di sconosciuti...
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