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Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 10 Jan 2014, 09:27
by ciciuisss
Il 23 Gennaio 2014 esce il primo libro di memorie di un membro dei Genesis:
http://mikeandthemechanics.com/the-firs ... f-genesis/
Mi sa che aspetterò la traduzione in italiano (se mai arriverà...)

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THE FIRST EVER MEMOIR BY A MEMBER OF GENESIS
"Now Michael, you're the son of a naval officer, you must behave like a naval officer at all times..."
What Captain William Rutherford told his seven-year-old son Michael was to stay with him all his life.

Born in 1950, Michael was truly his father's son, even serving in the naval section of the student cadet corps at one of England's top public schools, Charterhouse. Mike's future lay in the civil service: it was a subject that he discussed with his father at Captain Crawford's gentlemen's club. But then something happened. Mike discovered rock music.

As one of the founder members of Genesis, Mike was to tour the world and achieve international fame. From unpromising beginnings - demonised by his teachers as a fomenter of revolution, driving to gigs in a bread van - Mike would go on to crisscross the globe with bandmates Peter Gabriel and, later, Phil Collins, playing to packed-out stadiums and achieving record sales of over 150 million. Swapping old school ties and Savile Row suits for flares and Afghan coats, Mike and Genesis would pioneer the pomp and theatricality of 1970s progressive rock before becoming household names in the 1980s with hits like Turn It On Again, Mama and Land of Confusion. There was drink, there were drugs; there were arguments and excess. But, in the background - and sometimes in the audience - there was also the loyal Captain Rutherford, earplugs at the ready, Melody Maker in hand. A proud father still.

The Living Years spans the entire history of Genesis, from the earliest days as a school band to the triumphant 2007 reunion tour when Genesis played to over 500,000 people in Rome. But this is not just another rock'n'roll memoir. This is also a book about two men whose lives and complex relationship reflect the seismic social and cultural shifts that took place during the twentieth century. A book for every father and son.

Re: Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 10 Jan 2014, 09:49
by highinfidelity
Grazie per l'interessante notizia!

Ho sentito dire che la reunion con Peter avverra' prima della traduzione in italiano... [:-j]

Tanto vale prenotare la nostra copia in inglese! [;)]

Re: Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 21 Jul 2014, 17:00
by spillo60
La traduzione italiana è arrivata ma onestamente non è fatta benissimo: a parte gli errori ortografici (imbarazzante un "insistè" invece che insistette) il traduttore, forse per la fretta, inciampa in varie forme colloquiali che tentano, senza successo, di riprodurre alcune frasi slang dell'originale ma senza ovviamente raggiungerne l'efficacia, anzi.....
E' chiaro che la versione italiana ci rende la lettura infinitamente più semplice ma le persone che masticano un po' di inglese farebbero bene a leggersi anche l'originale. Senza contare che le foto della stampa inglese, su carta patinata, sono eccellenti mentre qui lasciano alquanto a desiderare.

Re: Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 22 Jul 2014, 08:11
by highinfidelity
Grazie per la recensione Spillo! In realta' mi pare che sia insistei che insistè siano accettabili, anche se di uso poco comune, ma immagino che il problema vero non sia tanto quello quanto una traduzione nel complesso poco filante e palesemente tirata giu' in fretta sanze tante riletture, conclusa infine con una edizione non degna di questo nome.

Non vorrei tuttavia che alla fine ci fossero troppe forme colloquiali del tutto incomprensibili anche nella versione inglese che costringessero a portarsi in spiaggia, oltre all'autobiografia di Mike, pure un vocabolario... [:-I] Ti confesso che sono un po' indeciso sul da farsi.

Va detto comunque che, dai vari "outtakes" letti o sentiti in giro, questo libro di Pluto e' una lettura imprescindibile in quanto trattasi di una vera e propria rivoluzione copernicana sotto molti punti di vista. Per esempio, come gia' accennato nell'ultimo numero di Dusk (ma il discorso e' molto piu' articolato e, se vogliamo, di gran lunga piu' choccante di quanto anticipato in quella sede), alla fin fine dobbiamo completamente rivedere le nostre ben sedimentate nozioni sul fatto che in tournée << i Lindisfarne portassero le birre, i Van Der Graaf le droghe e i Genesis i cestini da pic-nic >>... Dentro quei "cestini" si nascondeva ben altro che degli innocui club sandwiches... [:0]

Re: Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 22 Jul 2014, 14:38
by spillo60
In effetti, da quanto poi ho potuto apprendere, anche insistei si può usare pur essendo una forma meno corretta e meno utilizzata. Ma, come dici bene, il punto non è questo: siamo in presenza di una traduzione poco soddisfacente che tentando di emulare la versione originale non fa altro che peggiorare la situazione. Purtroppo Mike si lascia andare ad uno slang spesso incomprensibile e quindi, alla fine, tanto vale leggere questa brutta translation. Però c'è un errore che è davvero inaccettabile e non riesco a capire come sia passato liscio agli occhi di chi ha riletto la traduzione: quando Mike parla di Voyage of the Acolyte accusa Steve di aver usato le sue idee per il disco solista invece che per Trick, a differenza di quanto stavano facendo lui e Tony. Ma il buon Testani invece scrive che "il suo tempismo fu quanto mai opportuno" mentre la frase originale di Rutherford dice esattamente il contrario ! Refuso per "inopportuno" ? Possibile ma anche se fosse così l'errore resta e stravolge completamente il senso delle parole di Mike, invero poco generose nei confronti di Steve Hackett (che viene anche accusato di non averlo pagato per il lavoro sul disco).

Re: Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 22 Jul 2014, 14:45
by spillo60
Aggiungo infine che si tratta comunque di un libro molto interessante e pieno di aneddoti mai sentiti, non centrato come al solito sul periodo di maggior successo commerciale ma anzi molto generoso sugli inizi dei Genesis e sulla sua storia personale. E i riferimenti alle droghe sono solo uno degli aspetti sorprendenti.

Re: Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 24 Jul 2014, 14:32
by paolo.cordella
grazie mille per le puntualizzazioni!
enorme l'errore su Voyage, a quanto dice Mino il traduttore ha preso fischi per fiaschi...
che tra Mike e Steve ci fosse un po' di attrito mascherato da understatement inglese si era già notato altre volte, anche l'accenno nell'intervista recente a Dusk ai concerti "genesisiani" di Hackett mi sembrava andasse in questa direzione.
ho preso il libro l'altro giorno e non mi ci provo nemmeno ad abbandonare la traduzione italiana per l'originale inglese, non sarei all'altezza, quindi ancora grazie per queste ed eventuali segnalazioni in corso d'opera; intanto provvedo a correggere opportuno con il giusto inopportuno direttamente sul libro, poi si vedrà...

Re: Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 27 Jul 2014, 11:44
by Duke59

Re: Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 09 Sep 2014, 07:01
by Dalex_61
Ho il libro in originale da mesi e non trovo il tempo per leggerlo. Chi l'ha fatto conferma che si tratta di un'opera degna di attenzione anche artisticamente. Appena possibile mi ci tufferò. [^]

Re: Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 09 Sep 2014, 09:08
by chvfrc
Dalex_61 wrote:Chi l'ha fatto conferma che si tratta di un'opera degna

[:-D] [:-D] [:-D]

Re: Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 11 Sep 2014, 10:16
by Dalex_61
Leggo nelle faccine qualche dubbio sulle qualità letterarie dell'opera di Mike. Be'... se è così, mi accontenterò della sua musica! [;)]

Re: Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 11 Sep 2014, 10:25
by highinfidelity
Al contrario, finora ne ho letto recensioni molto positive, inclusa quella di Dusk. [^]

Le critiche riguardano per lo piu' il materiale cartaceo impiegato per l'edizione italiana, che pare sia di bassissimo pregio, ma se hai acquistato quella inglese il problema non si pone nemmeno.

Tra parentesi, proprio sulla recensione di Dusk - che come gia' detto raccomanda senz'altro l'acquisto del libro - si viene a sapere che Mario Giammetti ha collaborato alla revisione della traduzione in italiano, correggendo qualche svista involontaria presente nell'edizione inglese. Resta qualche "svista" della memoria di Mike, smentita a volte da date e riscontri incrociati, ma quelle naturalmente sono state lasciate al loro posto. [:D]

Re: Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 14 Oct 2014, 09:06
by Dalex_61
Finalmente ho terminato la lettura del libro di Mike. Devo - e con piacere - confermare che la scrittura è personale e gradevole, linguisticamente ricca quanto precisa, senza inutili fronzoli. La biografia mi è parsa interessante, anche divertente. Se è vero che non si tratta di un libro dedicato ai Genesis, la loro storia è comunque centrale e si leggono episodi inediti, oppure già noti ma da un punto di vista nuovo. La storia della letteratura non sarà sconvolta da "The Living Years", ma consiglio il libro anche a chi non è fan di Mike. Attraverso l'espediente del doppio punto di vista (diario di Rutherford padre e memorie di Rutherford figlio) si legge in controluce la storia britannica - e non solo - del XX secolo, quella spicciola e quotidiana che di solito sfugge ai manuali e che forse è la più interessante. Bravo Pluto. Ora al lavoro con nuove canzoni, però...

Re: Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 14 Oct 2014, 10:29
by highinfidelity
La buona notizia e' che e' al lavoro con nuove canzoni gia' da un po', alcune anzi pare siano gia' pronte... [;)]

La cattiva notizia e' che secondo me non sono esattamente le "nuove canzoni" a cui alludevi tu... [!:-!] [:-D]

Re: Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 16 Oct 2014, 10:59
by Dalex_61
Ah... ma io non mi ero minimamente illuso, High. Per quello che so, Mike lavora al materiale di un nuovo Mechanics. Poi, chissà, magari l'appetito vien mangiando.

Re: Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 16 Oct 2014, 13:18
by highinfidelity
Ti diro': l'ultimo dei Mechanics (The Road) ha ricevuto recensioni atroci, soprattutto su Dusk e sulla monografia di Mike di Giammetti, ma a me invece e' sinceramente piaciuto. C'erano delle buone idee, e i nuovi cantanti (Roachford e Howar soprattutto, ma anche Carstens col suo timbro particolarissimo) sono veramente in gamba. Meglio di Carrack, almeno per i miei gusti. Era un bel disco, sempre che uno non abbia la pretesa (assurda in partenza secondo me) di paragonarlo ai dischi dei Genesis. Per cui aspetto il nuovo lavoro dei Mechanics con una predisposizione molto positiva, anche se certamente non sara' cio' che noi tutti sogneremmo. [:)]

Re: Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 22 Oct 2014, 07:10
by Dalex_61
Condivido, High. Anche a me l'ultimo Mechanics non è dispiaciuto. Tra l'altro, qualche recensione positiva l'ha anche incassata, in patria e fuori. Mi auguro solo che - nella foga di comporre - a Mike venga fuori qualcosa che, puzzando di Genesis, gli dia la voglia di alzare la cornetta del telefono (immagino che i Genesis non usino cellulari, ma telefoni in argento e avorio.,.. fa talmente British).

Re: Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 22 Aug 2016, 08:50
by highinfidelity
Con il mio consueto forte ritardo ho letto la traduzione italiana dell'autobiografia di Mike (mi piace difatti leggere dei Genesis in vacanza al mare, rinnovando il piacere di quando lessi per la prima volta I Know What I Like in vacanza, dopo averlo lungamente cercato...)

Confermo subito che si tratta di una lettura leggera e molto piacevole: Mike (o il suo ghost writer...) hanno uno stile spiritoso e brillante. A tratti forse anche troppo spiritoso, e talvolta il voler fare la battuta a tutti i costi mi ha dato l'idea che l'episodio raccontato divenisse poco comprensibile. Il parallelo tra la vita di Mike e di suo padre, che sulla carta mi sembrava un'idea pretenziosa oltre che molto stiracchiata, alla fin fine non e' male, anche perche' suo padre ebbe una vita davvero interessante, e il confronto tra due generazioni temporalmente cosi' vicine ma per altri versi molto distanti tra loro offre numerosi spunti di riflessione, che Mike coglie spesso con intelligenza.

Non faccio commenti sul tema "droghe" in quanto mi e' risultato difficile capire quanti degli episodi raccontati siano piu' o meno reali e quanti frutto di esagerazioni, fantasie vere e proprie o "banfate da bar". Certo e' strano che tutto di colpo salti fuori che i Genesis si sbomballassero pure di morfina. Talmente strano che non ci credo molto.

Phil Collins e' ritratto come un autentico adepto della musica, cosa che gia' sapevamo ma che e' pienamente confermata da Mike, che lo descrive anche come un meticoloso archivista di nastri. Divertenti gli aneddoti sulla passione di Phil per i trenini elettrici, di cui non sapevo nulla! Tony Banks viceversa viene descritto in molti passaggi come un autentico cagone. Ora: e' vero che Mike e Tony sono amici intimi, tuttavia non ho capito fino in fondo se Mike intendesse essere scherzoso, perche' lo tratteggia praticamente sempre in modo macchiettistico, talvolta offensivo. Diciamo che, se fossi Tony, io mi sarei offeso.

Ancora una volta sono rimasto stupefatto di come i Genesis non riescano a mettere quanto da loro fatto in prospettiva storica. Se da un lato e' vero (come scriveva Spillo) che nel libro di Mike e' dato quasi il medesimo spazio a ciascun disco (anche a quelli piu' vecchi), comunque le pagine piu' entusiaste, le descrizioni piu' roboanti e la maggior esaltazione giungono a partire da ABACAB, proseguono con "genesis" e terminano con Invisible Touch. [:(-(] Ossia la "triade maledetta", al cui solo nome gran parte degli iscritti a questo forum tirano fuori cornetti, spicchi d'aglio e crocefissi!!! Ma questo in un certo senso me l'aspettavo, sebbene di sicuro non in queste proporzioni assolutamente insensate!

Quello che mi aspettavo di meno e' l'incredibile sufficienza e scortesia con cui Mike liquida Steve Hackett ogni volta in cui e' costretto giocoforza a parlarne. La cosa e' evidentissima e Mike fa davvero una pessima figura, tanto da chiedersi come sia stato possibile che per la sua bonomia venisse chiamato "Pluto". Ma d'altra parte suppongo che qualunque tentativo di portarlo a ravvedersi nei confronti di Hackett sarebbe tutto tempo perso, visto che Mike ritiene che i Genesis abbiano raggiunto il loro picco con ABACAB - "genesis" - Invisible Touch. [:-j] Mi pare palese a questo punto che Steve Hackett nei Genesis fosse (cortesia per cortesia, caro Pluto...) una perla gettata ai porci; perla di cui solo noi fan abbiamo saputo veramente riconoscere il valore.

Trattamento non molto diverso per Ray Wilson, che viene colpevolizzato non si sa bene di cosa, accusandolo di non aver contribuito come compositore. Eh beh, forse bisognava lasciarlo provare, no? Comunque, se non altro, Mike si attribuisce totalmente la colpa di aver bloccato il complesso e di non aver fatto un secondo disco con Ray Wilson, nonostante Tony Banks volesse andare avanti. Questo almeno gli fa onore, considerato che usualmente la colpa, per partito preso, viene data a Banks.

Insomma: un libro brillante di cui consiglio la lettura a tutti, ma che ha alcuni risvolti veramente irritanti per chi conosce bene i Genesis e le persone che ne hanno fatto la storia.

Re: Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 24 Aug 2016, 07:31
by Duke59
Non ho ancora letto il libro (prima o poi rimedierò) però resto stupito dall'apprendere ogni volta qualcosa in più sull'ostracismo e mobbing cui venne sottoposto Hackett ai tempi della sua permanenza nel gruppo. Tolto Gabriel che non mi risulta essersi mai espresso in merito, gli altri 3 non hanno perso occasione per trattarlo con sufficienza e malcelato "disprezzo". Persino il gioviale (ai tempi) Collins si è sempre tenuto alla larga dal tema Hackett e se costretto ad esprimersi è sempre stato vago (ricordo affermazioni del tipo " lui è diverso, tutti fanno A e lui se ne esce con B" o qualcosa di simile). Io ero convinto che nel gruppo la persona più vicina ad Hackett fosse stata proprio Mike. Queste informazioni mi fanno invece capire che in realtá Mike potrebbe addirittura essergli stato più ostile di Banks! Considerata la (apparente?) pacatezza di Steve la cosa mi stupisce.

Re: Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 24 Aug 2016, 08:54
by highinfidelity
Allora, quando verra' il momento, assicurati di avere calmanti e tranquillanti a portata di mano...

In realta' sembra che proprio Gabriel fosse il piu' in sintonia con Hackett (o per meglio dire: il meno non in sintonia... [:-j] ). Mike scrive che fu Peter il piu' convinto nel volerlo far entrare nel gruppo, e l'impressione e' che fosse anche l'unico ad interagire e consigliarsi con lui. Tutti gli altri... boh. Collins e' sempre stato a parte anche lui (e va bene...), Mike continuava a piagnucolare perche' non c'era piu' il suo amichetto Ant (e va bene...), Tony in realta' non va veramente d'accordo con nessuno (e va bene...). Va tutto bene. Ma e' possibile che sia cosi' difficile capire che finche' Hackett ha fatto parte del complesso, il complesso era oggettivamente ed indiscutibilmente MOLTO migliore di come e' stato dopo? Almeno a posteriori e foss'anche solo per amor di verita', non si riesce proprio a riconoscere che Hackett diede un contributo fondamentale al suono dei Genesis?

Pare di no, perche' a quanto si legge anche Mike misura tutto solo in "quantita' di dischi venduti".

Re: Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 19 Nov 2016, 13:33
by Duke59
Finito di leggere.

Ora non ho voglia di addentrarmi in analisi approfondite, ma un paio di cose me le sono segnate.

Leggendo la storia dei G dal suo punto di vista si capisce ancor meglio la svolta pop del gruppo.

Il passato progressive del gruppo agli occhi di Mike pare come una foto sbiadita dei tempi della scuola che si guarda con nostalgia ma senza alcuna voglia di rivivere quel periodo.

La sua incapacità di osseervare con occhio obiettivo la cosa viene esemplificata dal modo in cui Mike descrive il one off di Milton Keynes messo in piedi per dare una mano a Gabriel dove i 5 (ma serebbe più corretto dire i 4+1 dato che Hackett compare solo in un frammento dello show, e già questo la dice lunga) si ritrovarono a suonare insieme.

MIke pare infatti del tutto incapace di rendersi conto della portata che l'evento avrebbe avuto per i fan e ci racconta di come si oppose decisamente all'idea di registrare quello spettacolo pensando che ai fans non sarebbe interessato più di tanto, anche per via della sua approssimazione dovuta ai tempi ristretti per provare. Oggi afferma di essersi pentito di quella decisione, ma sembra più un pentimento "commerciale" (avremmo potuto vendere il video dell'evento) che artistico.

MIke ci dice anche che il fatto che i Genesis abbiano continuao nonostante il fenomenale successo di Phil solista è dovuto essenzialmente al fatto che Tony Smith era il manager sia dei Genesis che di Collins solista che di Mike and the M che di Tony Banks e questo consentì di intrecciare le varie attività (registrazioni, tour, ospitate varie) senza doverne cancellare alcuna. Letta all'inverso laffermazione significa che senza questa condizione logistico-amministrativa i Genesis avrebbero probabilmente terminato la loro carriera con Duke ... mmmmm ... e qui si apre un intero mondo parallelo su cosa avrebbe potuto essere.

Mi ha lasciato di stucco una battuta indirizzata ad Hackett che spero sia solo un esempio di umorismo britannico un po' difficile da capire per il resto del mondo e non una cosa che MIke pensò veramente: riferendosi a Voyage of the acolyte MIke dice che Steve chiamò lui e Collins a suonare su quell'album solo perchè sapeva che così non avrebbe dovuto pagarli. Spero davvero sia stata una battuta che non ho capito.

Ultima cosa ... ho anche capito come mai l'unico album solista dove MIke canta (Acting very strange) faccia davvero così schifo ... MIke lo registrò sotto l'effetto inebriante dell'alcool (ma secondo me anche la scrittura risente della presenza di Bacco) pensando che ciò desse un timbro più interessante alla sua voce. la risposta è NO. E infatti MIke ammette che si trattò di un esperimento fallito.

Il libro entra poco nella genesi (!) degli album cui Mike dedica davvero poche parole ma in ogni caso è molto interessante nel suo insieme. Non mancano i momenti drammatici e alcune confessioni sorprendenti, e chi si fosse chiesto da dove MIke abbia preso quel suo atteggiamento a metà tra l'inglese snob e il frikkettone troverà la risposta in queste pagine. Consigliato.

Re: Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 21 Nov 2016, 09:55
by highinfidelity
Vedo che l'impressione che le battute di Mike siano troppe, non tutte divertenti e quasi tutte mal tradotte non e' solo mia... Peccato perche' per il resto la lettura e' interessante.

Re: Libro di Mike - The Living Years

PostPosted: 22 Nov 2016, 23:08
by Duke59
In realtà ho letto la versione originale in inglese del libro e in effetti alcuni modi di dire usati da Mike per me non sono stati di facile traduzione.

Purtroppo - sebbene il libro sia MOLTO interessante - ho trovato che manchi nella parte che forse mi interessava di più: il racconto nel dettaglio di come sono nati gli album dei Genesis da parte di uno dei 5 (poi 4 (poi 3 (poi 2 +1))).

E' anche vero che il libro è l'autobiografia di Rutherford e non una biografia dei Genesis ... però ... ridurre la descrizione della nascita di un album come "Selling England ..." a quattro striminzite paginette che parlano (tra l'altro brevemente) solo della composizione di "More fool me" insieme a Collins e dello strumentale a tre di "Cinema Show" senza nemmeno menzionare Steve e Peter - se non per dire che durante i successivi tour durante quello strumentale essi sarebbero usciti dal palco - mi è sembrato davvero limitativo.

Però - eccettuato questo limite - nell'insieme è un libro assai interessante.