quote:
Originally posted by Hogweed
Thomas scommetto che in questo topic ci sguazzerai...[;)]
[:D][:D][:D]
Spero di non dilungarmi troppo.
Voyage: 9,5 - Perchè non 10? Perchè a mio avviso è più un album dei Genesis che un album solista di Steve. Insomma il basso di Mike, la voce di Phil e il suo modo di suonare la batteria lo rendono quasi un album dei Genesis senza Banks. E' comunque un capolavoro.
Please don't touch: 5,5 - Non ci siamo. Steve sembra non avere una direzione. Cantanti provenienti da esperienze diverse, stili differenti, strizzatine d'occhio a una musica più commerciale. Un disco che non mi piace affatto, neanche la bellissima title track, la strana Carry on up the vicarage e Narnia salvano la baracca.
Spectral mornings: 10 - E' il vero grande capolavoro di Steve, l'album dove tutte le sue capacità vengono fuori, dove la sua chitarra fa la parte del leone. L'album è prog, eppure i Genesis sembrano già lontani dallo spettro musicale di Steve che ricorda più alcune cose dei Crimson, o i Camel.
I pezzi contenuti sono capolavori dell'umanità: Everyday (col più grande assolo di Steve dopo quello di Firth of fifth), la delicatissima e sognante The virgin and the Gypsy, la pazza Clocks, l'allucinata Tigermoth. L'album si chiude con la title track, manifesto del chitarrismo hackettiano.
Defector: 9 - Simile al precedente, ma un po' più ripetitivo. The Steppes è magnifica, Hammer in the sand è sognante ed eterea, Jacuzzi e The show sono rilassanti. Il mio pezzo preferito però è l'oscura Leaving: ha quel non so che di misterioso che mi spinge ad ascoltarla senza stancarmene mai.
Alcune pecche ci sono: la danzereccia The show, o Time to get out, o "l'antica" Sentimental institution (che mi sembra meno riuscita ad esempio di Excuse me di Peter).
Cured: 6 - Commerciale, ma piacevole e disimpegnato. Forse la pecca maggiore è la voce non eccelsa (ancora non utilizzerà i famosi "trucchetti"), ma dimostra di cavarsela bene sulla riuscita Hope i don't wake, o su Overnight sleeper (che mi ricorda non so perchè i Cure). Molto belli gli strumentali, soprattutto The Air conditionate nightmare (folle come al solito[:D]). Pessime Can't let go e Picture postcard. Passabile appena il resto.
Highly strung: 7 - Andiamo meglio, l'apporto del grandissimo Ian Mosley (futuro batterista dei Marillion) si fa sentire. Camino Royale è forse uno dei suoi pezzi più trascinanti e anche Cell 151 è riuscita (un po' alla Queen anni '80). Belli anche gli strumentali che si orientano verso il Jazz. Forse senza qualche riempitivo di troppo poteva essere un mezzo capolavoro.
Bay of kings: 8 - Il migliore tra quelli "classici"
Till we have faces 6,5 - Ci vuole un po' per metabolizzarlo, ma non è male. Certo c'è troppa confusione a tratti, troppo Brasile, ma alcune cose sono deliziose.
Due pezzi su tutti: Duel (la sua voce qui mi piace tantissimo, scimmiotta Jim Morrison con buoni risultati [:D]. Da ascoltare) e la punkettona Myopia (simil-Police).
Taking the easy way out è molto piacevole.
Momentum: 7,5 - Forse un pelino sotto Bay of kings.
Guitar noir: 8,5 Straipermegasottovalutato. L'album della maturità, dove acustico ed elettrico si sposano perfettamente.
Da lacrime There are many sides to the night (cantata magnificamente) che straconsiglio a tutti coloro che amano Steve, così come Sierra Quemada (uno degli strumentali più belli). Eccetto forse Lost in your eyes è tutto da ascoltare e gustare.
Blues with a feeling: 5 - Questo non è Steve. Si salva Big Dallas sky.
Genesis Revisited: 7 - a tratti eretico, ma divertente e ben suonato.
A midsummer night's dream: 6 - Interessante ma stancante
Darktown: 8 - Faccio gridare allo scandalo, ma a me piace molto[:D]
La mancanza di un gruppo si sente, ma di pezzi buoni ce ne sono, eccome.
La commoventissima in Memoriam (che sembra quasi un plagio di Private investigation dei Dire Straits, ascoltare per credere), Dreaming with open eyes (dice tutto il titolo), Jane Austen's door e il mastodontico strumentale Twice around the sun (questo è lo Steve che amo) su tutte.
To watch the storms: 7,5 - Io ho la versione "estesa", ed effettivamente è un po' troppo lungo. I pezzi non saranno originalissimi, ma finalmente Steve torna al prog e lo fa in grande stile. Mechanical Bride e oscura e Crimsoniana, di contro Serpentine song è dolcissima e malimnconica.
Richiami ai Genesis qua e la (Strutton ground, This world, Rebecca), genialate (Circus of becoming), ma anche molti riempitivi.
Wild orchids: 8 - Ancora prog, ma qui molto più Genesis/Floyd oriented. A trick of the tail ritorna in a dream called Linda, arie alla Entangled in Set your compass (da sogno[:p]), ma anche il quasi plagio di High Hopes in the fundamentals of brainwashing (ne saranno felici i Pink Floyd[:D]) e la drammatica To a close (una goduria) rendono il disco un capolavoro. Il resto non è affatto da buttare, tra queste la bella cover di Dylan "The man in the long black coat" (cantata molto meglio di Dylan [:D])
Il resto non pervenuto.
Pfiu, una faticaccia, ma non potevo esimermi[:D]
Hog, se non ti va di approfondire cerca almeno di ascoltare i brani che ho citato, non te ne pentirai[;)]