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Back in playback

PostPosted: 23 Sep 2010, 13:00
by Alius
Argomento un pò scabroso.

Nell'ultimo numero di Dusk, nello speciale su Steve Hackett, ci è stato rivelato che durante i concerti molte delle canzoni sono cantate in playback.

Lo stesso Steve, intervistato da Mario Giammetti, lo ha candidamente ammesso, giustificando il fatto con una migliore qualità delle esecuzioni.

Che ne pensate di questo fatto?

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PostPosted: 23 Sep 2010, 16:16
by Thomas Eiselberg
Sappiamo tutti che la voce non è certo il punto forte del nostro e laddove in studio grazie ad artifici riesce a fare cose molto gradevoli, dal vivo la cosa è più complicata.

Non è una cosa bella[:-|], e se lo conferma lui stesso gli si può dare credito, ma Steve è un chitarrista e un compositore, il ruolo di cantante lo ha assunto solo negli ultimi album e non credo sia una cosa che lo esalta più di tanto.

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PostPosted: 23 Sep 2010, 17:57
by Starless74
D'altronde, pagare apposta un cantante (sia in studio che live) costa molto di più...

OT: Io l'ho sentito dire anche di Peter, limitatamente alle note molto acute dei pezzi più vecchi, nel Warm Up tour del 2007.
Ma prima di sollevare un vespaio [:D] forse è meglio che mi documento...

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PostPosted: 23 Sep 2010, 18:02
by spillo60
Se n'era già parlato nel topic di Savona 2010, ben prima di Dusk, e mi sembra che Steve confermi quello che avevo scritto in quella occasione: "chi parla di playback è rimasto agli anni sessanta......oggi tutti (e ribadisco tutti) usano campionare diversi suoni che vengono mixati elettronicamente col live vero e proprio. Anche Steve ne fa uso anche se in maniera non così totalitaria come altri ed in particolare proprio nelle tracce vocali, ovvero NON fa finta di cantare ma viene aiutato (per così dire e mi scuso con gli addetti ai lavori per il linguaggio da profano). Nella fattispecie Fire On The Moon gode di questo trattamento nelle parti corali che sono sì eseguite da lui, Amanda, Nick Beggs e Gary O'Toole ma godono di una "spintarella" a livello di potenza." Ripeto che (purtroppo) è una pratica ormai comune a tutti i livelli e anche lo stesso Gabriel, ahimè, ne fa uso.

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PostPosted: 23 Sep 2010, 18:41
by genesisforever
mah...sarà anche una pratica diffusa ma a me non piace per niente.

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PostPosted: 23 Sep 2010, 19:33
by mgozzy
Sinceramente nemmeno a me [:-|][:(]

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PostPosted: 24 Sep 2010, 04:56
by highinfidelity
Come dicono gli americani: old news... Si sapeva fin dall'inizio grazie alle precisazioni di Spillo, e l'intervista dimostra che il tutto viene fatto alla luce del sole.

Personalmente sono anch'io dell'idea che dal vivo non si debba fare assolutamente NULLA se non con strumenti suonati A MANO sul palco in quel momento e/o con la bocca dei presenti (alla peggio pagando dei turnisti). La tendenza degli ultimi 20 anni tuttavia e' esattamente l'opposto e si puo' dire che praticamente non esista complesso che non usi basi preregistrate in qualche passaggio o nell'intero concerto, in alcuni casi con la netta prevalenza dell'elettronica sull'esecuzione dal vivo.

Insomma, non approvo questa tendenza attuale, ma (purtroppo) e' lo stato dell'arte in questo momento e quindi non vedo nulla di scandaloso se Hackett si serve della stessa tecnologia che usano tutti gli altri.

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PostPosted: 24 Sep 2010, 06:04
by theknife
la cosa puzza e mi viene da chiedere: ma se si tratta di migliorare le esecuzioni, allora perchè non campionano x intero Gary O' Toole in modo che le sue "cantate" siano un pò meno "sofferte"???[:D]

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PostPosted: 24 Sep 2010, 06:13
by Starless74
quote:
Originally posted by theknife

perchè non campionano x intero Gary O' Toole in modo che le sue "cantate" siano un pò meno "sofferte"???[:D]



Ci hanno provato, ma anche con gli intonator più sofisticati non c'è stato niente da fare. [:D][:D][:D]

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PostPosted: 24 Sep 2010, 06:55
by marco
Ma fà cantare Ray Wilson......[:D][:-D]