Beyond the Shrouded Horizon

Sezione riservata al celebre chitarrista del complesso nei suoi anni piu' gloriosi, ed in seguito impegnato in una carriera solista che prosegue tutt'oggi.

Beyond the Shrouded Horizon

Postby highinfidelity » 10 Apr 2012, 08:58

Chi ha gia' ascoltato il nuovo album di Steve?

La mia copia e' appena arrivata a casa; personalmente ho scelto di acquistare la versione doppio long-playing 33 giri in vinile trasparente da 180 grammi. Approfitto del messaggio per farle un po' di pubblicita' considerato che e' un'edizione veramente molto bella ed anche, tutto considerato, venduta ad un buon prezzo direttamente sul sito di Steve.

Sull'ultimo numero di Dusk era stato scritto che il vinile sarebbe dovuto essere blu. Non sono riuscito a capire se quella in blu a cui accennava Dusk fosse un'edizione speciale precedente (che ho perso) o se si trattasse di un errore. Qualcuno ha idea?
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Re: Beyond the Shrouded Horizon

Postby Thomas Eiselberg » 10 Apr 2012, 12:09

Ovvio che l'ho già ascoltato e riascoltato cento volte, ovviamente ce l'ho in versione doppia, che anche il secondo cd contiene delle perle. Mi ha fatto un'ottima impressione, a tratti perfino superiore all'album precedente, di certo è un album di gran gusto e classe. Anzi, già che ci sono ne approfitto per postare la recensione che scrissi sul mio blog dopo i primi ascolti




Beyond the shrouded horizon - Steve Hackett

A 2 anni di distanza dal precedente Out of the tunnel's mouth, l'ex chitarrista dei Genesis sul finire di settembre ha pubblicato il suo nuovo lavoro: Beyond the shrouded horizon.
A differenza del lavoro precedente (piuttosto travagliato per via di problemi coniugali che hanno influito sulla composizione dei pezzi) qui Hackett torna in uno "studio vero" e la differenza si sente, non come qualità in se dei pezzi, ma come varietà degli stessi e possibilità sonore.

Così ho subito acquistato la versione doppia, che oltre all'album standard possiede un cd bonus che contiene altri brani (quasi tutti strumentali) non imprescindibili ma molto interessanti.

Ma andiamo al succo.

Una intro misteriosa e molto d'atmosfera preannuncia il primo brano, "Loch Lommond", pezzo piuttosto potente e grintoso, che sfocia in aperture più melodiche (meravigliosa la parte cantata, che si avvale di un ottimo uso della voce e dei cori di Amanda Lehman).
Nella parte finale il nostro si produce in un assolo secco ed efficace, che prelude ad una brevissima coda acustica. Beh, come primo brano davvero niente male, un mix perfetto di "rumore" e quiete, come è sua abitudine. Voto 9--

Lo strumentale The Phoenix flown arriva subito dopo il pezzo d'apertura e ne è la perfetta continuazione: potente e d'atmosfera, dove il nostro come al solito sfoggia tutta la sua bravura: stiamo sempre parlando di uno dei chitarristi più innovativi (chi ha detto tapping?) degli anni 70'. Voto 8

La brevissima Wanderlust funge da introduzione alla delicata Til These eyes, che rimanda addirittura a Defector (album del 1980) e a pezzi come Leaving. Molto bello il "ritornello". Brano breve ma meraviglioso. Voto 9

Praire angel è un altro strumentale, dove una bella parte (ripresa poi successivamente) di chitarra elettrica sfocia in una coda hard rock. Voto 8

La successiva a Place called freedom è uno dei pezzi più significativi dell'album. Si avvale di assolo davvero efficaci all'elettrica e di un buon uso della voce. A tratti nel "ritornello" un po' alla Yes ma comunque con una sua identità. Forse poco varia ma molto molto piacevole. Voto 8,5

Between the sunset and the coconut palms è ancora una volta un breve brano "defectoriano" molto basato sui cori e d'atmosfera. Bella la coda sinfonica. Voto 7,5

Si cambia completamente registo con Waking to life: da un brano lento e delicato ad uno piuttosto scanzonato e vicino al pop, dove alla voce, anziché il chitarrista, troviamo Amanda Lehmann. L'inizio è piuttosto ordinario, ma il brano successivamente si fa piuttosto ispirato e la seconda parte strumentale è davvero ottima. Voto 8,5

Two faces of Cairo è un altro strumentale che indica già nel titolo le sonorità che ascolteremo. Un'introduzione alla Passion (no, non l'album dei Pendragon, quello più vecchiotto di Peter Gabriel, che non vi sto a dire chi è) ci conduce verso un crescendo chitarristico d'effetto davvero molto godibile che mantiene lo standard dell'album ancora elevato. 7,5

Looking for fantasy torna su territori più acustici e delicati, per un brano non originalissimo ma ancora una volta molto gradevole. Voto 7,5

La brevissima introduzione acustica di Summer's breath ci conduce al brano più potente dell'album: Catwalk. Siamo dalle parti dell'hard blues (almeno un pezzo blues non manca mai in un album di Hackett), e sebbene non mi abbiano mai fatto impazzire queste incursioni di Steve in questo "territorio" (Blues with a feeling per me è l'album peggiore della sua discografia) in questo caso sia l'utilizzo della voce che gli assolo chitarristici convincono. Inoltre in questo pezzo (e nel successivo) compaiono anche due ospiti d'eccezione: un certo Chris Squire (il Red Canzian degli Yes) e Un certo Simon Phillips (boh, batteristucolo che ha suonato solo con artisti sconosciuti come Toto, Judas Priest, The Who, Mike Oldfield ecc. ecc. ecc.). insomma di ciccia ce n'è. Voto 8,5

La lunga Turn this island earth è un pezzo piuttosto strano e vario, con delle parti di calma apparente, alternate ad altre più d'atmosfera e ad altre ancora più dinamiche e potenti. Al minuto 7 un rimando piuttosto palese a The toast (sempre da Defector), prima di una bella parte vocale. Forse un finale più in crescendo sarebbe stato meglio (gli ultimi minuti invece sono più "ordinari"), ma va bene anche così. Di certo non è il capolavoro che il minutaggio lascerebbe intendere, ma è di sicuro il pezzo più prog dell'album e quello che richiede più ascolti per essere apprezzato a pieno. E comunque un signor brano, poche storie. Voto 9--

La caratteristica principale di quest'album (a differenza di quasi tutti quelli sfornati da Hackett negli ultimi anni) è l'omogeneità, la compattezza, e visti i recenti trascorsi è una cosa che stupisce. Non abbiamo il capolavorone di turno (una Sleepers o una The serpentine song) ma tutti i brani hanno il loro perchè e il loro per come. Hackett insomma è uno che sa “il bi e il ba” della situazione e ancora una volta ha sfornato un signor disco. Peccato che in pochi se ne accorgeranno, intenti a seguire i vocalizzi autocoveristici di Peter Gabriel (non è una vera e propria stoccata al grande Peter, sono pur sempre un suo fan, ma insomma Hackett negli ultimi anni avrebbe meritato la stessa attenzione, anzi avrebbe meritato un'attenzione maggiore, visto che attualmente è fuori di dubbio l'unico membro dei Genesis che abbia ancora qualcosa di progressivo e di "nuovo" da dire).

Album quindi, come detto, senza picchi elevatissimi, ma in generale più riuscito del precedente.

Voto globale 8,5
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Re: Beyond the Shrouded Horizon

Postby highinfidelity » 10 Apr 2012, 12:24

Gia' passati DUE anni da Out of the tunnel's mouth?!? [:0] [xx(]

Io sono invece ai primi ascolti ma ho avuto esattamente la stessa impressione: mentre Out of the Tunnel's aveva pezzi veramente memorabili ma anche brani che francamente avrei scartato del tutto, Beyond the Shrouded Horizon e' piu' uniforme, piu' compatto, di un livello medio-alto che resta sempre omogeneo.

Sono anche molto contento per Amanda Lehmann: mi risulta sia la prima volta che Steve accetta di avere un secondo chitarrista in un suo disco solista, per lei dev'essere stato veramente un onore grandissimo. [8D] Tra l'altro la canzone che interpreta alla voce ha davvero un bel piglio e mi ricorda alcune cose della migliore new wave degli anni '80.

Ho apprezzato anche molto, tra i brani extra, la suite Four Winds di cui viceversa avevo letto recensioni non eccelse.

Steve alla chitarra e' sempre grandissimo e non c'e' altro da dire. L'unico aspetto che secondo me sarebbe stato migliorabile e' l'incisione della batteria: questa volta ci sono finalmente batteristi veri (e che batteristi, signori: Simon Phillips!) e non percussioni di sintesi, ma la batteria rimane sempre in secondo piano e anche parecchio offuscata da un missaggio non proprio bilanciato nei toni. Puo' essere una scelta tecnica per porre meglio in risalto le chitarre, ma secondo me si sarebbe potuto fare di meglio senza necessariamente far passare le sei corde di Steve in secondo piano.
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Re: Beyond the Shrouded Horizon

Postby Thomas Eiselberg » 10 Apr 2012, 12:38

highinfidelity wrote:Gia' passati DUE anni da Out of the tunnel's mouth?!? [:0] [xx(]
Ho apprezzato anche molto, tra i brani extra, la suite Four Winds di cui viceversa avevo letto recensioni non eccelse.


Si, è molto piacevole, soprattutto South è davvero meravigliosa.

Il cd extra non è eccezionale, ma secondo me buona parte della suite da te citata, She said Maybe e la cover dei Focus valgono l'acquisto.

Per quanto riguarda la batteria è vero che negli album di Hackett risulta sempre un po' in secondo piano, anzi secondo me prima lo era ancora di più (tralasciando il penultimo album ovviamente), quindi credo che sia proprio una cosa voluta.
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Re: Beyond the Shrouded Horizon

Postby Dalex_61 » 10 Apr 2012, 13:20

Sono d'accordo sul giudizio positivo per quest'ultima fatica di Steve. Come High, trovo il disco più compatto dei precedenti, con una sua identità sonora. La creatività non è venuta meno... [:)]
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Re: Beyond the Shrouded Horizon

Postby aorlansky60 » 10 Apr 2012, 13:29

Thomas Eiselberg wrote:
Beyond the shrouded horizon - Steve Hackett

...ho subito acquistato la versione doppia, che oltre all'album standard possiede un cd bonus che contiene altri brani (quasi tutti strumentali) non imprescindibili ma molto interessanti.


...tra le altre, contiene una rilettura ottimamente eseguita di "Eruption" dei FOCUS (solo un estratto, quello che contiene la pregevole parte di chitarra di Ackerman) [:)]
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Re: Beyond the Shrouded Horizon

Postby MoonlitKnight » 10 Apr 2012, 15:48

Gran disco, le prime 6 tracce sono dei capolavori!!!!
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Re: Beyond the Shrouded Horizon

Postby vise60 » 10 Apr 2012, 19:39

Confermo [;)]
Oramai se non ho modo di possedere il vinile non acquisto piu' niente ...
Devo dire che il buon Steve ha partorito un buon disco la sua chitarra e' sempre superba i pezzi sono variegati e si ascoltano volentieri con qualche accenno pure a Santana
(Four Wind Est)
La mia preferita e vedo che anche Thomas apprezza e' senz altro Til These Eyes [;)] peccato sia cosi' corta...
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Re: Beyond the Shrouded Horizon

Postby Dalex_61 » 11 Apr 2012, 14:01

Caro Vise, gli anni passano ma abbiamo sempre gli stessi (buoni?) gusti! [:)]
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