Foxtrot at Fifty tour.

Sezione riservata al celebre chitarrista del complesso nei suoi anni piu' gloriosi, ed in seguito impegnato in una carriera solista che prosegue tutt'oggi.

Foxtrot at Fifty tour.

Postby highinfidelity » 02 Aug 2022, 13:24

A quanto pare, nonostante la tournée celebrativa di Seconds Out sia ancora in corso, Steve e il suo complesso si stanno già preparando per celebrare il cinquantesimo anniversario di Foxtrot con la nuova tournée Foxtrot at Fifty (che in alcune occasioni si incrocerà audacemente con Seconds Out, e io mi chiedo come facciano a memorizzare così tante partiture così complesse in così poco tempo [/:-|] ).

La cosa veramente folle è che Steve in teoria avrebbe un suo nuovo disco (Surrender Of Silence) da portare in tournée... Lo ascolteremo mai dal vivo? [:D]

I biglietti non sono ancora disponibili, ma è già stato annunciato un corposo blocco di date italiane:

14 novembre 2022 - Teatro Celebrazioni, Bologna
15 novembre 2022 - Teatro Colosseo, Torino
16 novembre 2022 - Teatro Lirico, Milano
18 novembre 2022 - Gran Teatro Geox, Padova
19 novembre 2022 - Teatro Galleria, Legnano
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Re: Foxtrot at Fifty tour.

Postby highinfidelity » 25 Oct 2022, 08:34

La Stampa dedica un articolo alla tournée di Steve, in arrivo in Italia ed in particolare a Torino nei prossimi giorni. Come è ormai consuetudine l'articolo non può essere letto, ma nel caso qualcuno fosse abbonato si trova qui:

https://www.lastampa.it/spettacoli/musi ... -12179440/
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Re: Foxtrot at Fifty tour.

Postby highinfidelity » 16 Nov 2022, 10:59

Serata veramente magnifica ieri al teatro Colosseo di Torino, dove Steve finalmente tornava dopo una pausa di almeno due anni dovuta alla pandemia. Senza nulla togliere alla tournée celebrativa di Second's Out (affrontare un repertorio così lungo e complesso a 72 anni è una vera sfida contro sé stessi, vinta trionfalmente da Steve! [/:-|] ) la scaletta di Foxtrot at Fifty, grazie alla minore durata dell'album che veniva celebrato, ha consentito un miglior bilanciamento tra il repertorio solista di Hackett e la riproposizione integrale del disco dei Genesis.

Il concerto si è infatti aperto con una sequenza di brani che sostanzialmente sono il "best of" di Voyage Of The Acolyte e di Spectral Mornings, con giusto un paio di divagazioni in altri album, un vero piacere per le orecchie ma anche per tutti gli altri sensi. L'ultimo disco di Steve è stato anche questa volta quasi completamente trascurato (e di nuovo non riesco a non sorprendermi del fatto che una fatica del genere praticamente non sia stata portata in tournée!) tranne che per l'accattivante brano The Devil's Cathedral, ottimamente cantato da Nad Sylvan, che lo canta anche nell'incisione originale. Sul palco c'è la formazione ormai classica di questo periodo: Steve, Nad, Roger King, Rob Townsend, Jonas Reingold, Craig Blundell (niente Amanda Lehmann, almeno non nelle date italiane). Il brano più gradito in questa prima fase è stata la coda strumentale in crescendo di Shadow Of The Hierophant, che ha scatenato un applauso durato diversi minuti il quale ha quasi messo in imbarazzo Steve, che non sapeva più come inchinarsi e come ringraziare! [I8)]

Dopo un intervallo di una ventina di minuti, è iniziata l'attesa riproposizione integrale di Foxtrot. Occorre dire che, a parte i brani che la Steve Hackett band ci ha abituati in questi anni a riascoltare (Watcher Of The Skies e Supper's Ready sono molto spesso in repertorio), risentire gli altri brani "minori" di questo disco è stata un'esperienza impagabile, anche perché sono stati suonati con una delicatezza e una precisione davvero senza pari. Occorre qui spezzare non una ma molte lance in favore di Nad Sylvan, che ieri sera è stato assolutamente strepitoso: spero sia così anche nelle prossime sere, e che chi non lo avesse apprezzato in precedenza possa ricredersi sulle doti interpretative di questo bravissimo professionista. A mio modesto sentire, il picco è stata la sua esecuzione di Time Table, un brano che mi è sempre piaciuto moltissimo e che da non so quante decadi non si sentiva riecheggiare nell'aria. Ma è stato almeno altrettanto bravo nella non facile Get 'Em Out By Friday, che assieme alla precedente rappresenterà per me il ricordo indelebile della serata.

Chiusa la celebrazione del 50° e con essa lo spettacolo "ufficiale", la band è tornata sul palco per qualche doveroso bis, tutt'altro che di rito considerato che gli applausi non accennavano minimamente a scemare. I faretti tutti puntati sul piano elettrico di Roger han fatto intuire che stava per essere suonata Firth Of Fifth, e c'è mancato poco che venisse giù il teatro. La classica Los Endos ha infine suggellato una delle più belle serate che mi ricordi d'aver trascorso in compagnia di Steve: tutto perfetto, tutto bilanciato, niente sbrodolature jazzate che avevano destato non poche perplessità nella scaletta di Second's Out And More.

Venendo al contorno, Jo e Steve ci hanno accolti nel loro camerino prima del concerto: è stato un vero e proprio privilegio di cui li ringraziamo di cuore, in quanto non c'era la consueta baraonda, ma hanno scelto di ricevere solo la highinfidelita, lo scrivente, il sempre gagliardo Zampaglione e consorte, più un gentile ed educatissimo signore savonese. Ho trovato Steve riposato e in ottima forma, molto meglio di come l'avevo visto affaticato a Terni. Stando ai Joleaks della nostra informatrice di fiducia [:D] Steve interromperà i concerti a gennaio, febbraio e marzo per completare un nuovo album, che a questo punto dovrebbe uscire in primavera. Di tre canzoni è già stata completata la registrazione (mi chiedo dove Steve sia riuscito a trovare il tempo... [/:-|] ). Sarà un album rock (ottima notizia, senza nulla togliere ai dischi acustici di Steve) e dovrebbe avere una trama concept con musica di stampo descrittivista. In base ad alcuni esempi di descrittivismo portati da Jo, sembra di intuire che si dovrebbe parlare di una persona che muore al mattino, forse in seguito ad un assassinio (sarà interessante vedere se, a disco uscito, saremo in grado di cogliere i passaggi di cui Jo parlava [;)] )

Bene, passo il testimone a chi ancora deve avere il piacere di assistere ai prossimi concerti, e mi raccomando se avete qualche minuto scrivete una breve "rece": Steve la merita, e dal canto mio la leggerò con grandissimo piacere! [:)]
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Re: Foxtrot at Fifty tour.

Postby Duke59 » 17 Nov 2022, 15:17

Bella recensione.

Io sarò a Legnano Sabato sera e non vedo l'ora. [:)]
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Re: Foxtrot at Fifty tour.

Postby vise60 » 19 Nov 2022, 09:36

Dovevo essere a Padova ieri sera,biglietti presi mesi e mesi fa ,martedi scorso mi sono beccato il cov [!:-!] [!:-!] [!:-!] [!:-!] ,spero ci possa essere un'altra occasione
Steve se leggi il mio post ti prego accontentami [:-I] [8D] [:D] [:D]
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Re: Foxtrot at Fifty tour.

Postby rkive » 19 Nov 2022, 15:19

vise60 wrote:Dovevo essere a Padova ieri sera,biglietti presi mesi e mesi fa ,martedi scorso e mi sono beccato il cov [!:-!] [!:-!] [!:-!] [!:-!] ,spero ci possa essere un'altra occasione
Steve se leggi il mio post ti prego accontentami [:-I] [8D] [:D] [:D]

Auguri di pronta guarigione e un "saluto" da... Steve! [:)]
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Re: Foxtrot at Fifty tour.

Postby Duke59 » 20 Nov 2022, 17:14

Grande show di Hackett e della sua band a Legnano ieri sera.

Avevo visto di recente Hackett ad Udine per il Seconds out tour ma stranamente - immagino a causa di qualche problema tecnico/logistico - era stata eseguita una setlist più corta e rimescolata.

In particolare, oltre all'esclusione di Every day (che però era stata eseguita in tutti gli show prima e dopo Udine) mi aveva colpito la stramba sequenza

The Lamb Lies Down on Broadway
Shadow of the Hierophant (????)
The Musical Box finale

con l'introduzione di Shadow of the Hierophant ad interrompere la "naturale" transizione - presente su Second's out - dal finale di The Lamb alla parte conclusiva di Musical Box.

Quindi attendevo Hackett al varco per capire.

E Hackett mi ha steso.

Credo che lo show di ieri sera sia stato uno dei migliori concerti di Hackett e della sua band che abbia mai visto, insieme a quello della riproposizione di Selling England a Bergamo nel tour del 2019.

Ovviamente, dato che la perfezione non esiste, un paio di osservazioni (spero costruttive) mi sono sentito di farle.

Ad esempio devo rilevare una piccola cosa, che non riguarda nè Steve nè il gruppo ma piuttosto chi ha curato l'impianto luci. Infatti sono stati piazzati sul palco quattro piccoli ma potenti riflettori bianchi puntati di default verso la terza fila della galleria, dove mi trovavo con amici. Fortunatamente queste luci si sono accese in poche occasioni, ma quando si accendevano ci colpivano dritto negli occhi impedendoci di vedere il palco. Poi magari venivano ruotate altrove oppure le spegnevano e allora si tornava a vedere. Ma di default le avevamo dritte negli occhi. Niente di terribile, perchè si sono accese in pochi momenti dello show, ma con gli amici ne abbiamo poi parlato.

Ma tornando allo show suonato, la prima parte dello spettacolo è stata dedicata alla produzione solista di Steve e ci ha offerto una specie di The Best of Hackett.

Considerando gli album di provenienza dei brani proposti troviamo tre brani tratti dal primo album "Voyage of the acolyte" che - va ricordato - uscì nel 1975 prima di A trick of the tail, e che Steve iniziò a scrivere mentre ancora era in tour con i Genesis per The Lamb.

"Ace of wands", strumentale sempre bello e molto orecchiabile. Il primo brano in assoluto mai pubblicato da Hackett solista, che definisce quello che sarà il suo stile nei decenni a venire.
Eseguita in modo impeccabile.
"A tower struck down", altro strumentale molto cadenzato e pesante, con ficcanti stacchi di mellotron dissonanti, un Hackett in versione quasi Black Sabbath (e con tanto di colpo di tosse registrato come nell'album).
"Shadow of the Hierophant", che fu scritta insieme a Rutherford e che qui è stata eseguita solo a metà, senza la prima parte cantata, visto che Amanda Lehman non è presente nelle date italiane di questo tour. Ipnotica, maestosa e possente!

Due brani presi da "Spectral mornings" (1979)
"Every day", cantata a quattro voci è sempre un piacevolissimo ever-green e quando il pezzo apre alla chitarra è come la luce quando squarcia di colpo l'oscurità.
"Spectral Mornings", il noto, glorioso strumentale, a mio parere trae la sua forza dalla combinazione perfetta tra le meravigliose armonie e la semplice ma stupenda melodia glaciale della chitarra. Due classici eseguiti in modo estremamente coinvolgente.

Unico consiglio non richiesto che mi sentirei di dare sarebbe quello di accorciare il solista finale di "Every day". L'ho trovato un po' dispersivo e per me finisce col diluire l'impatto emotivo del bel riff conclusivo doppiato dai fiati di Townshend.

Poi abbiamo "Camino royale" tratto da "Highly strung" (1983)
forse il pezzo meno "coerente" di questa prima parte, con il ritornello
"Only the fool learns to get through" un po' troppo anni '80
ma che ho sempre trovato divertentissimo

(vedere la versione live anni '80 di questo pezzo con uno Steve azzimato e tirato a lucido che poi si scatena all'armonica a bocca fa sempre un certo effetto [:D] )

https://youtu.be/WdBRVwNVD2I?t=131

e infine "The devil's Cathedral" dall'ultimo album "Surrender of silence" (2021)
Questo album lo conosco davvero poco e di questo pezzo, che forse avevo sentito in precedenza solo una volta, ricordo l'intro di organo a canne, alcuni pregevoli passaggi di chitarra e l'atmosfera inquietante, quasi horror (coerente con il titolo) ma dovrei risentirlo per comprenderlo meglio.

In questa prima parte appare evidente l'enorme apporto del polistrumentista-jazzista Rob Townshend
(flauto, ottavino, sax soprano, sax tenore, tastiere, pedaliera bassi, percussioni varie)
che alterna le armonizzazioni delle melodie della chitarra ad improvvisazioni mostruose che rivelano una padronanza degli strumenti a fiato che lascia sbalorditi.
Townshend fa parte della Hackett band sin dal 2001 e a mio parere è ormai diventato parte integrale del sound dell'Hackett live (mentre negli album in studio il suo apporto è stato solo occasionale e addirittura in alcuni di essi Townshend non compare per nulla).

Nel mezzo di "A tower struck down" il bassista svedese Jonas Reingold (Flower Kings, Kaipa, Karmakanic) si è esibito in un pregevole assolo di basso in cui ha potuto dimostrare la sua notevole tecnica. Di tutti i bassisti che sono transitati per il gruppo di Hackett (Chas Cronk, Dick Cadbury, Ian Ellis, Doug Sinclair, Phil Mulford, Lee Pomeroy, Nick Beggs, Roine Stolt, Terry Gregory) a mio parere Reingold rischia seriamente di ritrovarsi sul podio più alto.
Oltre a ciò padroneggia molto bene anche le numerose parti di chitarra che si deve sobbarcare per suppplire al ruolo di Rutherford.

Il finale di "Hierophant" (come già detto scritta da Steve insieme a Mike Rutherford) con il suo crescendo ipnotico e roboante consente al batterista Craig Blundell (Steve Wilson, Frost) di esibirsi in virtuosismi in cui esce e rientra a piacere dal/nel tempo ternario del pezzo, continuando a crescere di intensità. Un unico piccolo appunto lo rivolgerei al tecnico del suono perchè la regolazione dei livelli della batteria era tale che i colpi più forti risultavano eccessivamente alti di volume.

Finito "Hierophant" Steve ha annunciato una pausa di 20 minuti mentre il teatro continuava ancora a vibrare per i possenti bassi del pezzo.

E dopo la pausa si riparte con l'esecuzione integrale di "Foxtrot".

Posso dire che pur non essendo Foxtrot il mio album preferito dei Genesis, mi è molto piaciuta la sua riproposizione live.

Anche un brano come "Get'em out by Friday" che non mi ha mai fatto impazzire, forse anche a causa di un testo troppo bizzarro (forse all'epoca Gabriel ebbe problemi con le rate dell'affitto?), ascoltato live mi ha convinto.

Ho apprezzato lo stile batteristico di Blundell, più "heavy" rispetto a quello del Collins di Foxtrot ma comunque sempre rispettoso delle parti originali.
Un minuscolo intoppo occorso a Nad Sylvan su Supper, dove ha preso un paio di note calanti sugli acuti di "Guaranteed eternal Sactuary men", non inficia il risultato del suo difficile lavoro.
Non è semplice reinterpretare le linee vocali di Gabriel (provate a considerare le note acute che va a toccare il verso "with a spoonful of miracles") o anche l'atroce salto di un'ottava espresso a piena voce che attende il cantante sui versi finali di "Can-utility and the coastlines"

See a little man
with his face turning red
Though his story's often told
you can tell he's dead

e capirete perchè Nad Sylvan meriti il nostro rispetto.

In Foxtrot è contenuto un frammento musicale che probabilmente non finirà mai di commuovermi. Si tratta della melodia suonata dal flauto nella parte iniziale dell'Apocalisse in 9/8. A volte mi chiedo chi l'abbia scritta, se Gabriel, che doveva suonarla al flauto o Banks o Hackett. Chiunque sia a mio parere si tratta di uno dei frammenti musicali più belli di tutti i tempi.
Intendiamoci .... anche tutto il seguito dell'apocalisse, con la ritmica dispari e il crescendo delle tastiere in tempo pari a sovrapporsi è da top ten musicale di tutti i tempi. Però, senza quella quieta e semplice melodia di flauto che apre su evocativi arpeggi di chitarra, quel che viene dopo non avrebbe lo stesso impatto. E in questo tour ogni volta sul palco quel miracolo, come dimostrano i vari video disponibili su youtube, si ripete

https://youtu.be/wa4T-g7UuE0?t=909

E anche ieri sera ciò è successo. Dovremmo ringraziare Hackett se questo avviene, perchè se avessimo atteso gli altri quattro, resi pigri da Tocchi invisibili, Sussudi, Vagabondi su spiagge dorate e Martelli pneumatici oppure rifugiatisi nel giardinaggio creativo, avremmo atteso invano.

Dopo le interminabili e meritate ovazioni alla chiusura di Foxtrot una breve pausa prima dell'Encore.

Anche qui mi sento di fare una riflessione non richiesta che inoltro a Steve: il prolungamento del finale di "Supper ready", così com'era stato per "Every day", a mio parere diluisce il pathos del pezzo costruito fino a poco prima.

Come Encore arriva "Firth of fifth" eseguita integralmente e magistralmente. Finalmente le bordate di mellotron sulle note volanti di Steve arrivano puntuali e potenti e il risultato fa accaponare la pelle, anche se è un pezzo che avrò sentito migliaia di volte. Bravissimi.

Si chiude con "Los endos" e non poteva essere altrimenti.
Il pezzo viene introdotto da un bell'assolo di batteria di Blundell che pesta come un maledetto facendo volare braccia e gambe alla velocità della luce, proponendoci intrecci ritmici che hanno dell'impossibile con apparente facilità. Notevole.

Ultimo umile consiglio non richiesto a Steve (che giustamente fa come preferisce): secondo me spezzare "Los Endos" per inserire in mezzo una parte di "Slogans", che poi si trasforma in uno/due minuti di cazzeggio simil improvvisazione senza schemi tonali o ritmici, non funziona molto bene.
Ma poi, sul reprise di "Dance on a volcano", si torna sul pezzo e il finale è glorioso.

Un concerto bellissimo, pieno di emozioni.

Bravo Steve, indispensabili e impeccabili Towshend e Roger King (che sembra un clone di Banks anche nel'atteggiamento), fantastica la sezione ritmica Blundell + Reingold e all'altezza del compito l'allampanato e caratteristico Nad Sylvan che evidentemente frequenta lo stesso parrucchiere di Branduardi.

Grazie a Steve e ai suoi bravi musicisti.
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Re: Foxtrot at Fifty tour.

Postby Ender » 21 Nov 2022, 08:20

Potentissimo concerto quello di venerdì 18 a Padova, con momenti di pura goduria, da far venire la pelle d'oca: in particolare il crescendo di "Shadow of the hierophant", che ne volevi sempre di più e speravi che non finisse mai, e il finale allungato di "Supper's ready", che quando è finito eravamo tutti senza fiato!
Nota di merito per "Devil's cathedral", che mostra come se si vuole si fa dell'ottimo progressive: mi ha sorpreso, con tutti quei cambi di tema e di tempo. Un brano complesso e ottimamente eseguito, non facilissimo, sia al primo ascolto, sia nell'esecuzione.
Eccellente il lavoro di Jonas Reingold al basso e quello di Craig Blundell alla batteria; in particolare di Blundell mi è piaciuto il suo drumming preciso e pulito. Entrambi gli assoli (basso e batteria) pregevoli, ben preparati e coinvolgenti (vedi battimani a tempo del pubblico durante l'assolo di basso).
Due piccole cose da ricordare: la prima, Steve che ha confuso Padova con Genova ("Sono molto contento di essere di nuovo qui a Genova"), che la prima volta pareva uno scherzo, ma poi l'ha ridetto e allora è stato chiaro che aveva sbagliato di qualche centinaio di chilometri [:-D] ; la seconda è che anche Roger King può fallare, visto che si è impappinato alle prime note di "Time table", per poi riprendere dall'inizio con nonchalance. [&:-S]
Detto questo, il concerto ha presentato una scaletta eccellente, con un Nad Sylvan in gran forma, soprattutto se si considera che quando Gabriel cantava le stesse cose aveva una quarantina d'anni in meno!
Steeeeve! Quand'è che ripassi da queste parti? [:-D]
Looking behind me, the water turns icy blue
The light are dimmed, and once again the stage is set for you...
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Re: Foxtrot at Fifty tour.

Postby highinfidelity » 28 Nov 2022, 10:34

Grazie a tutti per le belle recensioni, mi fa piacere vedere che concordiate nel ritenere questa tournée una delle più belle, almeno considerando i decenni recenti. A parer mio questo è dovuto non solo all'ottimo stato di forma di Steve e ad una band molto affiatata, ma anche alla scelta del repertorio che consente un buon bilanciamento tra brani solisti e riproposizione dei Genesis. [:)] E poi tanti brani considerati "minori" di Foxtrot - ma a parer mio magnifici - era veramente da tanto ma tanto tempo che non li si sentiva dal vivo, e caspita se sono belli!

Mannaggia Duke mi spiace che Nad non fosse tanto in forma, perché a Torino (e leggo anche a Padova) era stato strepitoso...
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Re: Foxtrot at Fifty tour.

Postby rkive » 18 Mar 2023, 11:23

Altre date in Italia!
https://www.genesis-news.com/c-Steve-Ha ... -s812.html
05/07/23 Brescia - Arena Campo Marte
07/07/23 Pistoia - Piazza Duomo
08/07/23 Roma - Teatro Romano di Ostia
10/07/23 Castera - Belvedere di San Leucio
12/07/23 Ferrara - Piazza Trento Trieste
13/07/23 Palmanova - Piazza Grande
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Re: Foxtrot at Fifty tour.

Postby highinfidelity » 03 Jul 2023, 09:57

Steve è quasi di ritorno... [;)] Chi ha preso biglietti per andare a vederlo?
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Re: Foxtrot at Fifty tour.

Postby vise60 » 10 Jul 2023, 08:05

highinfidelity wrote:Steve è quasi di ritorno... [;)] Chi ha preso biglietti per andare a vederlo?

Caro High
Avendolo visto ormai molte volte questa volta ho desistito dall'acquistare i biglietti...pero' cio' non toglie che lo si possa ascoltare ed incontrare prima del concerto,se tutto va bene per Ferrara ho in programma di collocarmi in una zona non lontana dal palco che mi permetta di godermi la musica [:D] [:-I]
Scusami Steve... ma come ormai ho gia' scritto che tra Dischi (tanti... ) Cd( tanti...) Libri (tanti...) riviste che scrivono di Genesis ,Fanzine ( Dusk ) ho ben oltre oltrepassato da anni il budget che mi sono imposto da spendere ,tanto che se vendessi tutto potrei permettermi di organizzare a casa mia ,cosi come tanti tra noi, di una reunion a 5 dei Genesis [:-I] [:D] [:D]
Consiglio comunque a chi fosse interessato di consultare il programma di "Ferrara sotto le stelle" veramente interessante [;)] [;)]
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