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Private parts and pieces voll. V e VI / VII e VIII

PostPosted: 01 May 2010, 09:26
by Duke of Mar
In uscita altri Private parts and pieces di Anthony Phillips.

Voll. V e VI il 03 maggio http://www.voiceprint.co.uk/web/Release/VP553CD/
Voll. VII e VIII il 31 maggio http://www.voiceprint.co.uk/web/Release/VP554CD/

Non si tratta di edizioni rimasterizzate.


[8D][:p][:)][;)]

Private parts and pieces voll. V e VI / VII e VIII

PostPosted: 02 May 2010, 04:36
by Tommy Banks
I primi due sono bellissimi, in particolare Ivory Moon tutto al piano!!!!! Ho gli Lp di questi.
Invece gli altri due non li ho mai sentiti...e non vedo l'ora di farloooooooooooooooooooooooooooooooooo!!

Però una domanda vorrei fare a Anthony...non è che poi li rimasterizza aggiungendo bonus track?[:-j]

Private parts and pieces voll. V e VI / VII e VIII

PostPosted: 05 May 2010, 19:50
by steve
il V è (a mio avviso...) il migliore di tutti i PPP... ancora oggi (a distanza di 20 anni da quando l'ho sentito per la prima volta...) scopro particolari da brividi e il mio rammarico è non poter suonare una chitarra...

il VII (a parte qualche pezzo con le chitarre...) è tutto con i synth e ricorda molto i Tangerine Dream... a me piace molto...

l' VIII (New England...) è tra i migliori (insieme al I e al II...)

Private parts and pieces voll. V e VI / VII e VIII

PostPosted: 14 Jun 2010, 07:48
by flak
Io invece non amo molto questi album, ad eccezione di New England.

Twelve mi risulta pesante: 60 minuti di composizioni a 12 corde (in vinile non so come fecero a stiparcele!), senza però mai raggiungere i vertici emozionali delle composizioni dei primi due volumi.

Ivory Moon l'ho sempre trovato un po' noioso, pur non avendo preclusioni nei riguardi dei dischi di solo pianoforte; forse può essere apprezzato a pieno solo da un pianista. La prima ristampa in CD includeva, come bonus track, una versione al piano di let Us Now Make Love dei Genesis era Trespass. Credo la metteranno anche in questa nuova ristampa.

Slow Waves Soft Stars, è complessivamente migliore dei due precedenti, a parer mio. È la pubblicazione di Ant, in assoluto, più vicina alla new-age anni '80: tastiere glaciali, composizioni lunghe, intervallate da spunti acustici. Non male, ma Ant ha fatto molto di meglio.

New England segnò il ritorno della collana PP&P dopo anni di pausa: È un disco elaboratissimo, arrangiato in modo originale. Non dà  l'idea di una raccolta di "private parts", bensì di una serie di composizioni curate e ben prodotte. Segnò anche il ritorno di Peter Cross come disegnatore. Dopo tanti anni, è un disco che non mi stanco di ascoltare e forse, dopo gli inarrivabili volumi 1 e 2, è il PP&P che preferisco.