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Intervista a Tony Levin

PostPosted: 02 Aug 2010, 19:43
by genesisforever
Levin, a quando la reunion del gruppo visto che, a differenza di altri storici gruppi, i 40 anni del re cremisi non sono stati ricordati in alcuna manifestazione o evento musicale? «Tutto dipende da Robert (Fripp, ndr). E' lui che decide se la band che ha posto la pietra miliare del genere Progressive debba rivivere o tacere per sempre».

Ci sono speranze di rivedere lei, Fripp e il resto del gruppo in un prossimo futuro? «Fripp è un personaggio particolare, io cercherò in tutti i modi di convincerlo, ma l'impresa è ardua».

Levin, insomma, ma che fine ha fatto il Progressive? «A dire la verità non sono un esperto dell'evoluzione di questo genere musicale, ma penso che sia un buon momento per la musica creativa. Ci sono tanti bravi giovani ma per loro è difficile ottenere l'attenzione del grande pubblico. Un buon esempio di ottima musica arriva, a mio parere, da un nuovo gruppo che trovo stimolante, si chiamano Sleepytime Gorilla Museum, sono della California, di Oakland. Compro tutto la loro musica dal Web (perché no!) la trovo molto interessante, nuova ed eccitante».

Si dice che le melodie degli anni '70 saranno la musica classica del futuro. Cosa ne pensa? «Io provengo dalla musica Classica, lhon studiata fin da bambino. Comuque credo che negli anni '60 e '70 sia stata concepita dell'ottima musica e ritengo che quei generi musicali avranno sempre dei seguaci. Anche in un futuro remoto».

E i King Crimson quando ritorneranno sulla scena? «Spero presto. Ripeto, i progetti dipendono da Robert. Io prima di imbarcarmi in qualunque progetto musicale chiedo a lui cosa vuole fare. Personalmente mi auguro un nuovo album insieme e un nuovo tour».

Qual è il suo rapporto con l'Italia visto che ci torna spesso? «Ah, l'Italia...L'Italia, dopo la mia casa, è il posto preferito. Sono fortunato a venire nel vostro Paese per atmosfera, gente, cibo e musica. Oltretutto ho lavorato con tanti artisti, grandi artisti. Non dimentico poi che proprio l'Italia è stata una delle nazioni che più delle altre ha recepito il rock progressive. Ha cominciato Peter Gabriel con i Genesis, poi gli stessi King Crimson e ora tocca a me».

Cosa immagina per il suo futuro musicale? «Attualmente sono completamente immerso nel progetto Stick Men, nel tour e nel nuovo Cd Soup. Più che altro ci piace fare musica dal vivo. Sul palco ci "sfidiamo" continuamente con note impegnative tipo la musica di Stravinsky (Firebird Ballet), ma non ci fanno paura improvvisazioni del momento. Nel corso dell'anno parteciperò ad un festival di chitarra in Nuova Zelanda, con la California Guitar Trio, e a novembre, un tour Europeo con gli Image (Steve Gadd, Mike Mainieri, Warren Bernhardt, David Spinozza). Penso che ci sarà anche un altro tour con Bozzio Levin e Holdsworth Mastelotto. E, naturalmente, se Peter Gabriel o i King Crimson volessero intraprendere un tour, sarei il primo a dire sì: sarebbe davvero un gran progetto, una bella avventura».