A Passion Play

Un'area dedicata all'esplorazione dell'universo musicale in genere, e degli altri protagonisti del rock progressivo in particolare.

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Postby Boss Progg » 25 Jun 2007, 14:49

visto che nell'altro topic se ne è parlato molto, propongo di parlarne più nel dettaglio in un topic apposito... ho visto parecchie critiche a questo album, personalmente mi piace molto, lo preferisco a Thick as a brick... è suonato alla grande, in 40 minuti non ha un momento di calo, non ci sono sterili e inutili virtuosismi per "annacquare la minestra", l'unica pecca è la massiccia presenza del sax a discapito del flauto, però in fondo anche quello è un elemento nuovo nella musica dei Jethro! secondo me non ha nulla da invidiare alle migliori suite prog...

ok, ora deridetemi pure! [:D][:D][:D]
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Postby smiroldo » 25 Jun 2007, 14:57

macchè deridere, de gustibus [;)]

a me non piace, lo trovo pesantissimo, thick (bellissimo) ha un'ironia di fondo che qui manca del tutto...poi che sia suonato da dio, come negarlo? ma non è quel che a me personalmente interessa in un disco...[:-|]
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Postby harlequin » 25 Jun 2007, 15:35

Quando ascoltai "A passion Play" avevo già ascoltato"Thick as a Brick",che per me,fosse durato soltanto un pochettino meno,con qualche ritornello in meno,sarebbe stato un Capolavoro di quelli con la C maiuscola;Mentre ascoltavo "A passion",la mia paura,diciamo,era che ripetessero lo stesso errore,vanificando quello che mi era sembrato un ottimo inizio,col primo quarto d'ora che scorreva bene;
ben presto,però,mi accorsi che ci ricascavano in pieno,anzi la cosa era moltiplicata al cubo,e sul sec. lato,la noia divenne mortale con questi ritornelli infiniti;questo,nonostante scampoli di buona musica,(piccoli intermezzi acustici che ho ancora in mente.)Ecco,per me,a differenza di Tales,questo disco non aveva motivo di durare tanto.
Poi,Anderson,incollerito dalle critiche,prima dichiarò di voler
abbandonare la scena,poi,naturalmente si ricredette,e molto docilmente ricominciò con i brani brevi.
Per me non avrebbe dovuto perdere il coraggio di osare;c'era solo da smussare alcune cose.Questo il mio parere;ma mica devi sentirti un alieno;non sei l'unico che conosca a cui piace questo disco.
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Postby Boss Progg » 25 Jun 2007, 16:22

quote:
Originally posted by smiroldo

macchè deridere, de gustibus [;)]

a me non piace, lo trovo pesantissimo, thick (bellissimo) ha un'ironia di fondo che qui manca del tutto...poi che sia suonato da dio, come negarlo? ma non è quel che a me personalmente interessa in un disco...[:-|]




beh, certo, non è solo quello che cerco in un disco, anche perché altrimenti sarei un fan dei Dream Theater... [;)]
innanzi tutto un disco deve NON annoiarmi! [:D][:D][:D]
per quanto riguarda Thick, non trovo un granché l'inizio della seconda parte con l'assolo di batteria e quel "do you believe" ripetuto X volte... meno male che poi si riprende ampiamente! Passion probabilmente non ha l'ironia di fondo di Thick perché tratta di un argomento serio...
se può interessare qui c'è una spiegazione di che cosa è un Passion Play che può aiutare a capire un po' di più il senso dell'album... naturalmente senza pretesa di far cambiare i gusti a chicchessia: se un disco fa cacare fa cacare! [:D][:D][:D]

http://www.itullians.com/Lpages/links/c ... %92ESEGESI

harlequin, non ho capito bene il discorso dei "ritornelli infiniti", non mi sembra che canti sempre la stessa cosa... comunque riconosco che la seconda parte sia un pochino inferiore alla prima...
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Postby Thomas Eiselberg » 25 Jun 2007, 16:45

Su questo disco ribadisco lo stesso concetto che ho espresso per Tales ( con la differenza che i Jethro mi piacciono molto più degli Yes).
Thick as a brick è per me un grande album, con nessun momento di stanca e senza vurtuosismi inutili. La scelta della canzone singola è pienamente azzeccata ( anche se ci vuole un po' per assimilarlo).

Anderson aveva capito che forse la formula d'oro era quella e ci riprovò
ma molte cose non quadrarono: l'uso massiccio del sax rispetto al flauto, momenti più leggeri per stemperare ( anche Anderson era consapevole dell'eccessiva mole del tutto),concept poco ironico, anzi, troppo serioso e incomprensibile nell'evolvere della storia.

Il tema principale dell'opera viene ripetuto anche quando non ce ne sarebbe bisogno, rovinando così bei momenti che racchiusi in un altro ambito avrebbero dato ben altre soddisfazioni.

A differenza di Tales ( pomposo ed eccessivamente tecnico), qui l'aggettivo è molto più semplice: noioso.
Qualche ideuzza c'è sempre, ma rispetto a Thick non ci siamo proprio ( una delle pecche di Anderson è stata proprio quella di voler fare per forza quasi un album all'anno, spesso mancando della giusta creatività necessaria).

La differenza per me tra A passion play e Tales è proprio questa, se Tales era tutto ciò che odio nel prog, questo è semplicemente un album poco riuscito ( che però influirà molto sul futuro della band).

Fino a quell'album i Jethro non avevano sbagliato nulla ( o quasi), ma con A passion play purtroppo cominceranno a perdere colpi, la creatività di Anderson comincerà a finire e tornerà soltanto a sprazzi. In questo senso anche A passion play è un disco che chiude un epoca ( come Tales per gli Yes), l'epoca delle grandi ambizioni artistiche dei Tull, che da lì in poi semplificheranno notevolmente la formula per inseguire un hard rock folkizzato.

L'anno successivo uscirà Warchild, un album semi-concept che mi piace tantissimo e che ascolto spesso, dove le idee saranno meglio diluite e i pezzi saranno più energici. I Tull ritroveranno il loro pubblico diminuito, ma più fedele che mai.

Scusate se mi sono dilungato ma i Jethro Tull mi piacciono molto ( ho quasi tutti gli album).
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Postby Magog » 25 Jun 2007, 17:17

quoto smiroldo o sono indietro io o i Jethro son troppo avanti ma Passion non mi mette addosso nessuna Passion!!! [:-I]poi dopo Trick [8:-x]
Last edited by Magog on 25 Jun 2007, 17:17, edited 1 time in total.
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Postby mozo » 25 Jun 2007, 17:23

Personalmente non trovo molto intrigante A Passioin Play[:-I][:-I]
Penso che Anderson abbia fatto dischi molto migliori a questo (ad es. il trittico '69-'71 con Stand up, Benefit e Aqualung), che giustamente ha collocato i Tull nella storia del rock[^][^]..il resto, compreso A Passion, e' musica suonata bene a volte benissimo che pecca pero' di originalita' e alla lunga stanca...L' ultimo grande colpo di coda dei Tull e', secondo il mio modesto parere, Minstrel in the gallery del '76, in cui riuscirono a recuperare gran parte della freschezza degli esordi ,accoppiata ad un gusto della melodia che sembravano aver irrimediabilmente perduto...[:)][:)]
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Postby harlequin » 25 Jun 2007, 18:36

Come ritornelli intendevo non una frase melodica ripetuta all'infinito,ma intere sezioni...credo di ricordarle bene.
Volevo ribadire che il motivo per cui non lo ritengo un buon disco non è la complessità(come se una cosa complessa fosse di conseguenza brutta;richiede solo uno sforzo maggiore da parte dell'ascoltatore).
Ci sono cose molto più complesse di qualsiasi "Tales" o"Passion Play",e nondimeno meravigliose.Non sono contrario alla lunghezza e alla complessità e a rischio di risultare antipatico,non mi allineo
a coloro per i quali il Progr.è morto a causa di questi dinosauri;
questa è la visione "dei libri di storia",non la mia.
Solo che nel disco non vedo i motivi per cui il brano dovesse essere così esteso,e nel secondo lato sento tante cose inutili.
Aggiungo,per completezza,che il Sax,per me, si sposa molto bene con le atmosfere(perchè è un soprano),molto meno quei suoni del Synth,che Evan mi sembra usasse per la prima volta.La sezione ritmica è meno eccitante della coppia Bunker/Gornick,ma Barlow,che pare collaborasse molto anche agli arrangiamenti,lavora molto bene anche alle percussioni.
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Postby Dalex_61 » 25 Jun 2007, 20:29

Probabilmente è il più prog degli almum dei Jethro, ha tutto per essere il mio preferito, però... c'è qualcosa che non me lo fa amare come "Aqualung" o "Thick As A Brick". Quando scoprirò il perché ve lo dirò. [;)]
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Postby aorlansky60 » 26 Jun 2007, 04:37

Questo disco lo devo avere ascoltato per l'ultima volta prima del rapimento di A.Moro, poi più;
vado a memoria, quindi, ma i ricordi che mi ha lasciato sono davvero pessimi, tuttavia ancora vividi nonostante il molto tempo trascorso...
Un pò meglio "Thick as a brik" ma non più di tanto.
Preferivo di gran lunga i primi Jethro Tull, quelli maggiormente impastati di blues e maggiormente anche di folk, questo almeno fino ad "Aqualung", passando per "Stand Up" e "Benefit", quelli che ascolto volentieri anche ora nel terzo millenio.

Volendo entrare in competizione con i "veri" gruppi prog sul loro terreno, temo e credo che l'organico dei Jethro dal punto di vista tecnico abbia mostrato tutti i suoi limiti.
Ho letto qui che qualcuno accenna parallelismi verso gli YES, mmmmhhh...

D'accordo, Anderson-Abrahams-Cornick-Bunker e successivamente Hammond-Hammond, Barre ed Evan erano buoni musicisti ognuno nel proprio ambito ma niente a che vedere con la tecnica inarrivabile di HOWE - BRUFORD - SQUIRE, quest'ultimo autentico virtuoso e genio precursore nello sviluppo dello strumento imho, senza parlare di WAKEMAN...
Non voglio dire che essendo più "tecnici" gli YES facessero musica migliore, semplicemente che i Jethro di "Thick as a brik" e "Passion Play" erano imbarazzanti di fronte a "Fragile" e "Close to the Edge";
molto meglio i tre albums che citavo prima perchè la contaminazione folk-rock in primis con una leggera aggiunta di blues era quello che J.Anderson & C. evidentemente avevano maggiormente nel loro DNA e sapevano fare meglio.
Gli YES hanno "potuto" fare FRAGILE e CLOSE TO THE EDGE anche grazie alle doti tecniche strumentali che possedevano; quando penso ai ricami arzigogolati continui ed incredibili di HOWE & SQUIRE in certi loro brani, veramente mi entusiasmo.[8:-x][:p]

Sarò banale, ma penso di essere "nella media" nel giudicare PASSION PLAY per quello che è in realtà:
un opera senza ne capo ne coda, ne "carne ne pesce", [:-|][:(]semplicemente pretenzioso come Raven l'ha a mio giudizio perfettamente descritto nell'altro topic.
Aggiungo da parte mia NOIOSO - imho - uno dei difetti peggiori che un disco pop-rock possa avere.
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Postby harlequin » 26 Jun 2007, 06:48

Quando non rischieremo di andare off-topic però,mi piacerebbe
che qualcuno,se ha voglia,mi spiegasse finalmente tutti sti funambolismi strumentali degli Yes dove sono e perchè questo Squire venga ancora additato come supervirtuoso e genio rivoluzionario dello strumento?
No perchè io ancora non l'ho capito.
Ancora si parla di Squire come del basso melodico;ma se è quello
il basso melodico quello di Pastorius(e non parlo di capacità
tecnica)che diavolo è?
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Postby aorlansky60 » 26 Jun 2007, 07:08

Credo sia sufficiente ascoltare con attenzione la Trilogia Aurea degli YES:

THE YES ALBUM

FRAGILE

CLOSE TO THE EDGE

[:)]


...se poi andiamo anche nel campo di Jaco, allora andiamo davvero "oltre" [;)][:)]
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Postby harlequin » 26 Jun 2007, 07:17

E'un equivoco.Innanzi tutto non vedo dei virtuosismi davvero "funambolici"come si dice e poi, cosa più importante,creare degli schemi ritmico-melodici,com'è peculiarità di Squire,NON VUOL DIRE BASSO MELODICO.(non ho urlato eh?ho sottolineato),non trovi?
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Postby aorlansky60 » 26 Jun 2007, 07:32

mah, in ambito rock, perchè a quello apparteneva, continuo ad essere convinto dell'importanza di Squire e del suo modo di suonare lo strumento, specie inserito nei "meccanismi" tipicamente YES.

non capisco però il concetto di "basso melodico", io trovo fondamentalmente il tratto tipico di Squire tremendamente efficace.

Certo, non sarà stato un innovatore come Colin Hodgkinson ed il suo modo peculiare di disegnare linee armoniche con il basso a tal punto da potere sostituire anche le chitarre ritmiche, però qui siamo in un ambito molto diverso.
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Postby Thomas Eiselberg » 26 Jun 2007, 08:06

Aor non mi scivolare anche tu sullo stereotipo che gli album degli Yes non sono paragonabili a quelli dei Jethro perchè gli Yes sanno suonare meglio.

Gli Yes potevano fare Close to the Edge e Fragile perchè erano bravi a suonare? E allora i Van der graaf che non erano maestri di tecnica come hanno fatto a comporre Pawn Hearts? I Genesis di Foxtrot non mi sembrano così virtuosi paragonati agli Yes eppure...

I Jethro non sono paragonabili agli Yes soltanto perchè la loro musica è diversa e non perchè sono meno dotati tecnicamente ( inoltre I Jethro hanno fatto moltissimi album capolavoro, gli Yes forse al massimo 3).

Thick as a brick è un album bellisismo, a Passion Play no.
Close to the edge è un album bellissimo, Tales from...no


Ciò che odio del prog è proprio l'eccessivo focalizzarsi sulle questioni che riguardano la tecnica strumentale, e quando si parla di Yes non aspettatevi le emozioni, quelle prioprio non possono esserci
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Postby aorlansky60 » 26 Jun 2007, 08:15

quote:
Originally posted by Thomas Eiselberg

e quando si parla di Yes non aspettatevi le emozioni, quelle proprio non possono esserci




beh, caro Thomas [:)]

dipende dai gusti e dal "palato" musicale di ognuno di noi; [;)][:)]

a me gli YES della trilogia che ho ricordato emozionano più di tutti gli albums dei Jethro messi insieme, ma è comunque la mia opinione personale, non posso farci niente. [:)] non avertene [;)]

la tecnica non sarà importante come la fantasia, però anche quella conta; se Howe & C. non l'avessero dominata a tal punto, credo che si sarebbero messi a fare tutt'altre cose rispetto alle partiture ambiziose che si erano preposti; poi non tutte le ciambelle riescono col buco; TALES è venuto fuori senza, appunto. [;)][:)]
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Postby Thomas Eiselberg » 26 Jun 2007, 08:23

Certo sono sempre gusti personali, sono daccordo con te, ma dire che i Jethro Tull non sono paragonabili agli Yes ad un amante dei Jethro è una pugnalata al cuore [:.-(]

Purtroppo quando parlo di Yes sembra sempre che mi infervoro, scusami.[;)]
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Postby stevieray » 26 Jun 2007, 08:29

quote:
Originally posted by aorlansky60
Preferivo di gran lunga i primi Jethro Tull, quelli maggiormente impastati di blues e maggiormente anche di folk, questo almeno fino ad "Aqualung", passando per "Stand Up" e "Benefit", quelli che ascolto volentieri anche ora nel terzo millenio.



continuiamo a trovare argomenti su cui essere d'accordo....[;)]
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Postby stevieray » 26 Jun 2007, 08:32

quote:
Originally posted by harlequin

E'un equivoco.Innanzi tutto non vedo dei virtuosismi davvero "funambolici"come si dice e poi, cosa più importante,creare degli schemi ritmico-melodici,com'è peculiarità di Squire,NON VUOL DIRE BASSO MELODICO.(non ho urlato eh?ho sottolineato),non trovi?
E'un ottimo bassista,ci mancherebbe,ma non ha rinnovato nulla.


io di virtuosismo funambolico ne parlerei relativamente a steve howe [^][^]e rick wakeman[^]
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Postby aorlansky60 » 26 Jun 2007, 08:43

quote:
Originally posted by Thomas Eiselberg

Certo sono sempre gusti personali, sono daccordo con te, ma dire che i Jethro Tull non sono paragonabili agli Yes ad un amante dei Jethro è una pugnalata al cuore [:.-(]

Purtroppo quando parlo di Yes sembra sempre che mi infervoro, scusami.[;)]



caro Thomas, assolutamente nessun problema [;)][:)]

anzi scusami Tu per i miei inevitabili picchi di entusiasmo verso gli YES, che sia ben chiaro, non sono in cima alle mie preferenze assolute, ma per quei mitici 3 albums, tanto di cappello [^] così come tanto di cappello da parte mia alla trilogia Jethro Tull STAND UP - BENEFIT - AQUALUNG quella che preferisco [^] e che ancora oggi mi regala forti e belle emozioni [8:-x]

La musica non neccessita di tecnica a tutti i costi per essere grande; molti musicisti non hanno mai dominato la tecnica a livello stratosferico, riuscendo comunque a scrivere autentici gioielli musicali, in tutti i campi, pop, rock, prog, etc...

Il problema s'innesca quando un musicista è conscio del proprio magari altissimo potenziale tecnico e si fà persuadere dalle sirene dell'autocompiacimento per volere dimostrare a tutti i costi quant'è bravo, dimenticando l'obiettivo primario, la musica e la composizione.
Con quella trilogia, gli YES hanno raggiunto un mirabile equilibrio tecnico stilistico che non avrebbero mai più ritrovato, lo stesso raggiunto da EL&P nel primo album e mezzo (1ma facciata di Tarkus), o da Gentle Giant con i primi 3 albums.
Questo per quelli che io modestamente ho sempre considerato quelli più dotati tecnicamente, almeno in campo prog.
E con questo non voglio certo dire che i migliori lavori di Genesis, VDGG, King Crimson e Jethro Tull siano inferiori; tutt'altro. [;)][:)]
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Postby Thomas Eiselberg » 26 Jun 2007, 09:07

Sono daccordo con tutto quello che hai detto ( come ho detto quella trilogia degli Yes anche a me piace molto). [;)]
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Postby harlequin » 26 Jun 2007, 09:23

quote:
Originally posted by stevieray

quote:
Originally posted by harlequin

E'un equivoco.Innanzi tutto non vedo dei virtuosismi davvero "funambolici"come si dice e poi, cosa più importante,creare degli schemi ritmico-melodici,com'è peculiarità di Squire,NON VUOL DIRE BASSO MELODICO.(non ho urlato eh?ho sottolineato),non trovi?
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io di virtuosismo funambolico ne parlerei relativamente a steve howe [^][^]e rick wakeman[^]


Su Steve howe nessun dubbio;su Wakeman parlane con un tastierista.
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Postby aorlansky60 » 26 Jun 2007, 09:37

Ricordo un intervista degli anni '70 fatta a Rick Wakeman, nella quale affermava di esercitarsi non meno di 6 ore al giorno sulla tastiera, quando non aveva in corso altri impegni (tourneè o sessions), davvero una grande dedizione al proprio talento e professionismo; anche se, in quanto a puro "feeling" musicale, io gli ho sempre preferito il certamente meno "tecnico" Anthony Banks.
[:)]
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Postby harlequin » 26 Jun 2007, 10:02

Guarda io non voglio fare il sapientone,e comunque tanta gente la pensa come me:Rick Wakeman è solo un buon tastierista,veloce,ma con una tecnica molto tradizionale,con poche idee (sempre eternamente quelle)durante gli assoli che sembrano chissà cosa,ma sono solo fumo negli occhi;anche qui s'è costruito un mito ma...
non mi sembra faccia cose,da un punto di vista tecnicosuperiore
ad altri tastieristi,compreso Mr. Banks,che comunque,come musicista è su un altro pianeta;eh,maledetti libri...
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Postby Thomas Eiselberg » 26 Jun 2007, 16:08

Sul "dizionario del pop rock" che ho io danno 3/5 stellette sia a Tales che A passion play, quindi la critica musicale non sempre è negativa nei confronti del prog, ma come ho detto ci sono critici e critici. Inoltre con i Genesis di Peter Gabriel non scendono mai sotto le 4 stellette ( escluso from Genesis).
Non si può far di tutta l'erba un fascio.
Non è che perchè si legge un libro ne si resta per forza influenzati, ma si hanno delle informazioni in più che aiutano a capire.
( continuo a non capire perchè Harlequin dice sempre che è colpa dei libri se non si è daccordo con lui, mi sebra un comportamento leggermente snobistico che sembra porre in secondo piano le idee degli altri, senza offesa).
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Postby harlequin » 26 Jun 2007, 16:35

Non è un comportamento snobistico,mi dispiace che sia parso questo;è che tante volte alcune idee
a furia di essere ripetute finiscono con l'essere ritenute vere;
il caso di Rick Wakeman è emblematico e non sono solo idee mie;
qualsiasi tastierista che abbia un pò di confidenza te lo può dire.
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Postby smiroldo » 26 Jun 2007, 21:56

mah, per quanto riguarda wakeman io posso dire, da tastierista dilettantissimo, che a me non piace; credo fosse bravo, magari nom un padreterno, ma bravo. certamente non ha meritato tutta l'attenzione che ha avuto nei 70, tanto per dire uno come kerry minnear (che molti non sanno nemmeno chi sia) se lo mangiava a colazione, sotto TUTTI i punti di vista: tecnica, gusto, fantasia, composizione, arrangiamento, visione "globale" della musica, fantasia, sperimentazione, innovazione bla bla bla! ma, se è per questo, si mangiava anche emerson [:D]

in quanto alla letteratura critica "condizionante", ho la presunzione di non subirne affatto l'influenza; tanto per dire, sui pink floyd: ho sempre considerato dark side un disco men che medio e animals un capolavoro [;)]
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Postby Duke of Mar » 27 Jun 2007, 03:45

quote:
Originally posted by smiroldo

tanto per dire, sui pink floyd: ho sempre considerato dark side un disco men che medio e animals un capolavoro [;)]



Tu sei quello che stravede per Who dunnit?, vero? [:-D][:-D][:-D][:-D][:-D][:-D][:-D][:-D][:-D][;)]
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Postby aorlansky60 » 27 Jun 2007, 04:32

allora, solo per dare a "Wakeman quel che è giusto sia suo" (mi pare)

anche se io non sono MAI stato un suo acceso sostenitore, beninteso, va detto che è uno dei pochi musicisti rock&prog ad avere studiato pianoforte (ed orchestrazione) alla prestigiosa Royal College of Music (anche se non conseguì il diploma perchè espulso per... definiamoli "esiti scolastici dispersivi", causa sua predilizione
alla musica rock allora emergente; praticamente, il buon Rick nell'ultimo periodo di studio snobbava i "classici" impostogli dal proprio programma didattico a favore del nuovo lavoro come session-man - quando uno è bravo, cominciano a cercarlo per lavorare in studio, molti grandi del rock hanno iniziato così prima di comporre per se stessi - e del suo interesse emergente per la musica rock.
Già a 20 anni Rick suonava (piuttosto bene) negli Strawbs, gruppo seminale folk-rock-prog nato alla fine degli anni '60, oltre che essere chiamato a lavorare in studio per molte stars già affermate del rock di allora.

Sono d'accordissimo con Smiro e con tutti quelli che affermano che non avesse la fantasia ed il gusto alla composizione dimostrate da altri, però per piacere non toccatelo sul piano della tecnica.
Dal quel punto di vista, era veramente un grande esecutore. E non sono solo io a dirlo. È semplice verità. Che poi non piacciano le cose che ha composto di suo è un altro discorso, comprensibilissimo perchè dettato dai propri gusti personali.

Il problema della composizione investe evidentemente molti che hanno affrontato studi "classici" ed ortodossi dello strumento. Ottimi, grandi esecutori, ma spesso un tantino freddi. E privi di fantasia. Molti di questi eseguono esclusivamente con lo spartito davanti, praticamente macchine da musica, ma se gli chiedi di improvvisare - cosa tipica del jazz - imbarazzo assoluto. Troppo legati a quei rigidi schemi imposti dalla scuola di musica. Ho un amico diplomato al conservatorio (pianoforte) che mi ha confermato il concetto.


Argomento libri e critici musicali.

Cos'è un critico? Una persona come noi che ascolta e giudica musica. punto.
Non può essere obiettivo perchè umano. Anche lui sarà inevitabilmente condizionato dalla propria cultura, dal proprio modo personale di valutare il mondo e le cose e dalle sue inevitabili predilizioni.
In oltre 30 anni che mi interesso di musica, mi è capitato ormai di leggere di tutto, dalle cose ragionevoli alle idiozie vere e proprie, scritte da critici presunti tali.
Per me, l'unico valore che può avere un critico è il suo contributo biografico circa i fatti cronologicamente avvenuti e dischi pubblicati, nel campo a noi caro - la musica. Stop.
I giudizi ho imparato a farmeli da solo, critico di me stesso.
Se una cosa in musica è osannata dal 99% ma a me non piace, rimane una ciofeca.
Viceversa è positiva anche se piace solo a me; se riesce ad appagarmi cerebralmente, il giudizio di tutti gli altri, critici compresi, non m'interessa affatto.
Con questo non intendo dire che i critici siano inutili. Anch'io quando ho iniziato ad interessarmi di musica rock, ho avuto inevitabilmente bisogno di scritti e guide fatte da critici, ma quando si comincia a conseguire una propria maturità in fatto di gusti musicali, i critici possono pure passare nel dimenticatoio.
Credo che la vera e definitiva "descrizione" di cosa sia veramente un critico musicale l'abbia coniata il grande F.Zappa, uno che di musica un pò se ne intendeva...[:)]
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Postby highinfidelity » 27 Jun 2007, 07:57

Tornando (finalmente) in topic, caro Boss Progg (bel nick! Anche tu fan di Hazzard [;)], o ti sei ispirato al gruppo musicale?) non solo non ti si prende a bastonate (i gusti sono gusti) ma anzi sei in ottima compagnia, visto che a quanto pare (= C. Rizzi) il pubblico americano ha sempre mostrato grande predilezione per il disco in oggetto.

Per quanto mi riguarda, acquistai l'album (per ragioni anagrafiche) solo una decina d'anni dopo la sua uscita, tuttavia l'acquisto avvenne in un momento in cui dedicavo moltissimo tempo all'ascolto del progressive e - soprattutto - stravedevo per i Jethro Tull.

All'epoca manco si immaginava che sarebbe esistito internet, per cui di informazioni e giudizi sul disco manco a parlarne. Di libri critici sul progressive, poi, ammesso che ne esistessero non avevo la piu' pallida idea di dove trovarli.

Quindi niente pregiudizi se non positivi: difatti ero colpitissimo dalla stupenda copertina, col raffronto tra vita e morte in prima e quarta, e ricordo che girai molto a lungo per trovare una bella ristampa con anta apribile che gli rendesse giustizia. Lo acquistai infine a Padova (notare che io sono di Torino...) in un negozio di dischi che ora sicuramente non esiste piu', come tutti i negozi di dischi che ad un certo punto si son messi in testa di vendere CD. Quando arrivai a casa avevo letteralmente la bava alla bocca [:p] e non vedevo l'ora di ascoltare questo disco che, nel mio immaginario, avrebbe fatto sembrare Thick as a Brick un dischetto di ninnenanne per bambinetti. Mi misi in cuffia, concentratissimo. [8D]

Mi ci volle almeno meta' del primo lato per arrendermi all'idea che cio' che stavo ascoltando non mi stava piacendo affatto. [:|] Aspettavo sempre che il disco "decollasse" con qualche riff strappamutande. Invece mi trovavo di fronte ad un disco "piatto", che si trascinava stancamente. Anzi a dire il vero mi sembrava tutto uguale dall'inizio alla fine. Dov'erano qui motivi brillanti, i continui stacchi e le fughe di Thick? Quando poi arrivai al pizzosissimo "recitato" di Anderson con pianoforte che fa "plin plin", e mi accorsi che continuava ancora per dieci (eterni) minuti sul secondo lato, confesso sinceramente che andai a dormire.

Ho riascoltato proprio ieri pomeriggio A Passion Play in onore della discussione che si era tenuta qui, per studiare la mia reazione a distanza di tempo. Il mio giudizio non e' sostanzialmente cambiato. Diciamo che, essendo nel frattempo passato dalla giovanile intemperanza ad una quieta "adultità", ed avendo nel frattempo macinato moltissimo progressive di tutti i tipi, non mi e' sembrato piu' un disco "insopportabile", ma semplicemente un lavoro noioso e privo di spunti brillanti. Il che non e' certo un complimento, da parte di uno che trova del positivo in Tales from Topographic Oceans e anche in Whodunnit?. Pensandoci sopra, ho calcolato che non lo avevo piu' ascoltato dal 1989-1990 il che, purtroppo, e' tutto dire.
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Postby percuoco » 27 Jun 2007, 08:05

Qualche tempo fa postai i link su youtube delle riprese dello spettacolo di A passion play. Probabilmente - a differenza di the lamb - non regge l'ascolto da disco, magari guardando tutto l'ambaradan messo su da Anderson le sensazioni saranno diverse.

A me personalmente piacciono i primi 15 minuti. Dopo la noia mi assale... ma questo non vuol dire nulla. Ho amici che provano la stessa sensazione ascoltando The Lamb....[;)][;)][;)]
"Fantastico, bisogna riconoscere, questa gente ci sa fare, fantastico!" (A. Cerruti)



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Postby Thomas Eiselberg » 27 Jun 2007, 08:09

Si ho capito a cosa ti riferisci:"I critici musicali sono persone che non sanno scrivere che intervistano persone che non sanno parlare per un pubblico che non sa leggere".

Sempre mitico Frank[;)]

Come ho detto i critici non sono tutti uguali e bisogna saper scegliere:
se voglio capire i Genesis leggo Giammetti e non Scaruffi ( che ad esempio dei Beatles non capisce nulla), se voglio entrare nel mondo dei Doors leggerò Bertoncelli e così via.
Resta il fatto che se un gruppo non mi piace, non mi piace e basta, se un disco non mi piace potrà anche essere considerato un capolavoro ma per me sarà una ciofeca ( non ho mai sopportato ad esempio il servilismo dei critici nei confronti dei Pink Floyd e considero Dark side of the moon un onesto disco pop rock, nemmeno lontanamente paragonabile a Selling england che è dello stesso anno).

Se voglio un libro che mi aiuti a conoscere musiche a me sconosciute mi rivolgerò ad un'enciclopedia o a un dizionario ( ad esempio molti dischi new wave li ho comprati dopo averne letto la piccola recensione molto positiva de "il dizionario del rpop-rock", alcuni mi sono piaciuti, altri no).

Non sminuiamo il valore dei libri, qualsiasi libro anche se ci ha fatto schifo leggerlo è stato comunque utile (fosse anche a capire che chi l'ha scritto è un idiota).
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Postby harlequin » 27 Jun 2007, 08:12

Beh,ragazzi ognuno ha le sue convinzioni;però,con tanto tatto,vorrei
dire che si fa un pò di confusione;è vero,un interprete classico
non improvvisa,questo non significa che sia freddo o che non sia un grande esecutore;sarebbe freddo,perchè suona solo leggendo,che diavolo di concetto è?Non credo che Michelangeli,per dirne uno,sapesse improvvisare,ma le sue esecuzioni erano sublimi,almeno per quanto riguarda certi autori;se prendi un jazzista,che magari ha imparato ad improvvisare benissimo,difficilmente otterrebbe gli stessi risultati,(per essere buono);ci sono tante vie,il jazzista sceglie quella dell'improvvisazione,l'interprete quello di scavare nello spartito per rendere al meglio l'idea musicale.
Su Wakeman,che vi devo dì,non è da buttare,sarebbe un'assurdità,ma
la tecnica evidenziata è sullo stesso livello di tanti altri,con una pecca in più:quella di avere poche idee.La tecnica non è solo
fare continue scale veloci su e giù(sempre eternamente quelle)e basta.
Sui critici dico questo:per parlare di una cosa,devi conoscere la cosa di cui parli;se,come noi in questo Forum ti esprimi in questi termini:"questa musica a me piace","mi comunica delle emozioni e questa no" ecc...va bene;
se uno invece si arroga il diritto di dire cosa vale e cosa sia proprio una cosa da buttare,come solitamente fanno,a me non va più bene;Allora io pretendo,quando sai che parli a milioni di lettori,
che lo faccia con competenza e intelligenza.
Cosa pensate di uno che considera Foxtrot una schifezza,e poi
elogia le Hole?Ditemelo,per favore.
Per Smiro:per una volta non sono d'accordo con te,che Minnear sia un ottimo e preparatissimo musicista d'accordissimo,ma non esagerare eh?
AAAAAAAAAAAAAAArghhhhhhhhhhhhh....
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Postby harlequin » 27 Jun 2007, 08:20

M'ero scordato;hey mi hai frainteso in pieno;hai citato Fahreneit?
Stai sicuro che se vedo un libro scritto da Mario Baroni su Maderna
o di Buscaroli su Bach lo compro e lo leggo attentamente.
Fahreneit?non scherziamo,per piacere;per chi mi avte preso?
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Postby aorlansky60 » 27 Jun 2007, 08:29

quote:
Originally posted by Thomas Eiselberg

Si ho capito a cosa ti riferisci: "I critici musicali sono persone che non sanno scrivere che intervistano persone che non sanno parlare per un pubblico che non sa leggere".

Sempre mitico Frank[;)]

Come ho detto i critici non sono tutti uguali e bisogna saper scegliere:
se voglio capire i Genesis leggo Giammetti e non Scaruffi ( che ad esempio dei Beatles non capisce nulla)




sempre onore sia reso a Frank ZAPPA [8:-x][:p][8D][;)]

una nota su Scaruffi: attenzione, lui non è che capisca nulla di Beatles, lui NON VUOLE CAPIRE NULLA di Beatles [;)] il che è molto diverso...
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Postby harlequin » 27 Jun 2007, 08:32

Scaruffi?????????????????
Ragazzi cambiamo discorso eh,che non ne vale la pena.
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Postby Thomas Eiselberg » 27 Jun 2007, 08:36

Capisco, non è che non capisce e che non vuole capire

[:-D]
Last edited by Thomas Eiselberg on 27 Jun 2007, 08:38, edited 1 time in total.
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Postby Boss Progg » 27 Jun 2007, 10:04

quote:
Originally posted by highinfidelity

Tornando (finalmente) in topic, caro Boss Progg (bel nick! Anche tu fan di Hazzard [;)], o ti sei ispirato al gruppo musicale?)




si, mi sono ispirato ad Hazzard... [;)] di quale gruppo parli?

x smiro: sono assolutamente con te nella crociata a favore di Minnear! anche sul confronto con Emerson... [;)][:D]
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Postby harlequin » 27 Jun 2007, 10:15

Ah Boss,dopo tutte stè critiche pensavo ti fossi offeso;
ma senti un pò,io conosco tante persone a cui piace "A passion Play",
ma solo una a cui piace più di Thick as a brick.
Ma per caso sei delle parti di Abbiate,Tradate,Locate...[:)]
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Postby highinfidelity » 27 Jun 2007, 10:29

quote:
Originally posted by Boss Progg

di quale gruppo parli?
Ad inizissimo anni '90 c'era un gruppo che aveva inciso un paio di dischi e che si chiamava "Boss Hog" (mi pare con una g sola) la cui cosa piu' notevole era che le frontman erano due vaccone abbondantemente svestite e porcellone di cui una un po' un cesso e l'altra abbastanza appetitosa. La musica, com'e facile immaginare, era viceversa secondo i miei gusti abbastanza penosa.
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Postby Senka76 » 27 Jun 2007, 10:38

quote:
Originally posted by Boss Progg




beh, certo, non è solo quello che cerco in un disco, anche perché altrimenti sarei un fan dei Dream Theater... [;)]




Neanche i fan dei Dream Theater cercano solo quello[^][:D][8:-x][;)]
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Postby cymbaline » 27 Jun 2007, 11:49

bellissima questa discussione su A passion play![^] credo di averla scatenata io, sbaglio boss?[;)][:D]

comunque, sono d'accordo con chi dice che è solo una questione di gusti, perchè in effetti nessuno può dire impunemente che il disco in questione sia brutto o fatto o suonato male...[;)] è semplicemente, a mio avviso, un pochino più cupo della media dei dischi dei Jethro, e a me in generale piacciono tutti[:D] sia quelli del primo periodo folk-blues, che quelli più progressivi come Thick, Minstrel (pure stupendo!), A passion... fino alla produzione successiva e più "leggera"... della serie: dei Jethro non si butta via niente![O:-)]

anch'io sinceramente sono di quelli che preferisce Thick as a brick... e grazie, è un capolavoro![8:-x] altro che noioso, io lo ascolterei a ripetizione, alla fine è vero che si ripete un po'[^][O:-)], ma io non ne ho mai abbastanza[:D]

però A passion ha qualcosa di diverso, ci sono momenti (anzi, ultimamente sempre più spesso) che ho più voglia di sentire questo che non Thick, (forse anche perchè Thick l'ho sentito troppo?[:D] mi capita, con certi dischi) comunque, ci sono alcuni passaggi di A passion che sono splendidi, indimenticabili, unici... a me è un disco che non annoia, a differenza di alcuni di voi (quasi tutti, in verità[:-D]) che dicono che lo trovano noioso... certo, la predisposizione di spirito che bisogna avere per ascoltarlo non è precisamente la stessa che bisogna avere per ascoltarsi l'ultimo di Madonna[;)]
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Postby Boss Progg » 27 Jun 2007, 12:18

quote:
Originally posted by harlequin

Ah Boss,dopo tutte stè critiche pensavo ti fossi offeso;
ma senti un pò,io conosco tante persone a cui piace "A passion Play",
ma solo una a cui piace più di Thick as a brick.
Ma per caso sei delle parti di Abbiate,Tradate,Locate...[:)]



ma va, figurati! come diceva qualcuno: de gustibus! [:D]
no, sono di Genova! a Tradate c'ero stato qualche anno fa a vedere un concerto di Banco, Orme e New Trolls...

boh, Passion mi piace dall'inizio alla fine, come ho già detto non ci trovo neanche un momento di "stanca", anche se non capisco cosa dice persino la favoletta a metà disco mi fa sballare, la musica in sottofondo mi piace troppo! invece in Thick trovo che i primi 5-6 minuti della seconda parte non siano un granché...

x cymbaline: non ricordo se l'avevi scatenata tu, però ad un certo punto ho visto che si parlava quasi solo di Passion, così mi sembrava giusto aprire una disc apposita piuttosto che continuare off-topic... [;)] uff, meno male! esiste qualcuno che non critica Passion... grazie cymb! [:D][:D][:D] anch'io sono della serie "dei Jethro non si butta via niente"! con un eccezione che conferma la regola: Under Wraps! [;)][:D]
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