quale i Beatles volevano intitolare il loro storico album che avrebbe visto la luce nel novembre di quell'anno
tumultuoso (che poi intitolarono semplicemente The Beatles, album che la storia correggerà universalmente con
il soprannome di "White Album")
FAMILY - MUSIC IN A DOLL'S HOUSE
...ovvero, uno degli esordi più micidiali della storia del rock. Forse anche troppo avanti per il proprio
tempo, affinchè la band ne potesse ricevere i giusti onori e tributi...
Prodotto da Dave Mason (allora militante nei Traffic) che dovrebbe anche averne contribuito per le parti
di tastiere.
I Family erano un solido collettivo Inglese, basati sulla potente voce di Roger Chapman e sulle indubbie
qualità tecnico artistiche di Charlie Whitney, chitarrista oltre che uno dei principali compositori della
band, e a quelle del bassista&violinista Ric Grech.
Completavano l'organico del tempo il fiatista Jim King e Rob Townsend alla batteria.
Facendo leva sulla tradizione popolare Inglese di matrice folk, prendendo spunto anche dalla nascente
psichedelia British (Sgt Pepper's, Between the buttons, Piper at the gets of dawn), attingendo anche al blues,
di fatto costituirono uno dei trampolini di lancio per la futura musica Prog made in UK ancora in embrione per
il tempo.
Questo disco è composto da un collage -multicolore per stili- di piccole composizioni abilmente unite a formare
una sequenza unica.
Il brano di apertura "The Chase" fornisce immediatamente gli intenti della band e rende idea dello spaventoso
potenziale della voce di Chapman e del suo particolarissimo modo di farne uso, dal quale molti vocalists in futuro trarranno non poca ispirazione, a partire da un giovane artista ancora in erba che si stava formando
in quegli anni dalle parti della... CharterHouse.
Brano di per se complesso, arricchito da cori, trombe dal sapore quasi rinascimentale, organetti ed effetti
simili, il tutto a far da contorno alla voce rabbiosa & maestosa di Chapman.
segue la splendida "Mellowing Grey" che sembra uscita da un racconto di Dickens... inconfondibile il suono
del mellotron che conferisce al brano un sentore particolarmente ottocentesco...
niente batteria e percussioni, solo un andamento dolce & ipnotico, con il cello a rafforzare il sapore quasi
da "musica da camera"... anche qui a troneggiare la splendida potente voce del cantante...
"Never Like This" introdotto dall'armonica sembra quasi un blues, per poi lasciare il posto ad un passo scandito, sentori psichedelici, con cadenza marziale e contorni di armonica oltre ad un organo dal tocco quasi celestiale.
"Me My Friend" altro sentore di psichedelia, con la voce ed effetti vari filtrati e le trombe in evidenza.
"Winter" altro esempio di come lo studio di registrazione stesse diventando in quegli anni anche un laboratorio
di composizioni e suoni: uso dell'eco a dismisura su un motivo armonico particolarmente emozionale, con
tastiere scandite a fornire il ritmo conduttore e con controcanto a rafforzare l'effetto complessivo.
Molto suggestivo. Molto "England".
"Old Songs New Songs" è uno dei capolavori dell'opera, chiaro esempio del particolare stile "fusion" che i
Family sembrano dominare con sapienza: parte con sentore di blues per poi svilupparsi in stile pre prog,
con un ritmo ed un incedere irresistibile, con tanto di intermezzo corale dal sapore medioevale e parte
centrale&finale condotta da una chitarra elettrica indiavolata e scatenata a scandirne l'armonia conduttiva.
Bellissimo!
"Hey Mr. Policeman" apre il lato due e di fatto è una specie di rythm&blues... psichedelico! Incredibile!
"See Through Windows" altra sequenza quasi cosmica di suoni...
"Peace of Mind" è aperta da un attacco potente e micidiale, rock allo stato puro, per poi svilupparsi in
un armonia guidata dal violino e da un incedere possente, con la voce a dominare, e con uno splendido
intermezzo praticamente prog o simil "psichedelic andante".
"Voyage" è "viaggio" allo stato puro, quasi difficile da etichettare, dissonanze e rotture in continuazione
"The Breeze" è quasi una sorta di "raga-rock"...
Un lavoro complesso e molto vario... praticamente senza un momento di pausa.
Folk, blues, rock, psichedelia, raga, qualche sentore appena accennato di "cosmic-rock" alla tedesca,
sapori prog... il tutto fuso con sapienza ispirata ed arrangiato mirabilmente.
Ed una voce portentosa!
Davvero un disco pregevole.
Un opera "super" e ripeto, dal sound e dagli intenti ancora "troppo avanti" per il tempo in cui fu pubblicato.