Ora che ho un minuto in più, ci tenevo a rendervi partecipi e condividere anche gli altri concerti visti, quelli per i quali la mia ragazza ed io ci siamo visti costretti a prender vacanze in veneto.
La premessa è costituita dal bel concerto dei Radiohead all'arena civica, milano, il 18 giugno. La mia ragazza quella sera deve lavorare, io sono in giorno di riposo. Il giorno prima c'era stata la prima delle due date meneghine della grande band, svoltasi sotto un diluvio d'acqua. La sorte tuttavia mi assiste: dal 18 giugno fino al 1° luglio (ultimo giorno di ferie) non ho visto praticamente altro che sole cocente. [:)]
Arrivo con un paio d'ore d'anticipo. Sono collocato in zona prato. In terra ancora un po' di pantano non asciugato dai raggi solari del giorno. Mi sono preparato: ho un impermeabile spesso in cartella, all'occorrenza lo uso come coperta e lo stendo in terra. Faccio subito conoscenza con 4 baresi e l'impermeabile diviene comodo giaciglio per 5 fan in attesa dei loro eroi. [;)]
La musica come condivisione, è l'aspetto che più mi piace.
Il gruppo di spalla lo snobbo un po', sto cercando di risparmiare le energie. Comunque non sono affatto male.
Poi eccoli, sul palco grintosi. Io riprendo praticamente tutto il concerto, ben 4 dvd di materiale. Lo spettacolo è davvero entusiasmante e ciò nonostante il fatto che quei maledetti dispettosi non abbiano fatto praticamente nessuno dei loro brani migliori: niente Creep nè No Surprises nè Karma Police nè Exit Music (for a Film). Roba da matti... Eppure lo show funziona eccome ed io mi emoziono, salto e ballo. La telecamera riprenda quello che vuole: io non cerco filmati cronistorici, ma riprendo le emozioni e le sensazioni, quelle che provo, per ricordarmele in futuro.
Ovviamente il peggior fastidio è costituito dagli idioti che come al solito approfittano della calca per fare solo casino, disinteressandosi della musica. Un gruppo si fa avanti a spallate, cercando di guadagnare spazio. A parte questi piccolissimi inconvenienti, però, la serata scorre serena e splendida. Molto soddisfacente.
Il 19 carico la mia tipa e partiamo, direzione Verona. Arriviamo subito dopo pranzo. Giornata di riposo, atta a ritemprarsi. Il 20 ci svegliamo presto e in auto ci dirigiamo a Mestre, dove si svolge l'Heineken Jammin' Festival. E' la manifestazione più grande cui io abbia assistito, però preferisco l'organizzazione che l'anno prima ho potuto ammirare al Gods of Metal: anche la scaletta era più coerente.
I prezzi sono da capogiro: magliette a 35 euro, purtroppo se le possono tenere! Ci forniscono il giornale col sunto della manifestazione, ed ecco che mi si arriccia il naso: Chris Cornell, ex cantante dei Soundgarden, non è annotato anche se nessuno mi ha avvisato della sua disdetta. Va beh. Le prime band scorrono davvero con scarso interesse da parte mia. Anche i tanto elogiati Linea 77 mi sono sembrati mediocri, grintosi ma banali. E poi... questo gridare sempre frasi scontate e ad effetto tipo "In questo cazzo di paese in cui viviamo"... sappiamo tutti che sortiscono applausi da parte del pubblio, ma sono talmente fini a se stessi che a me risultano irritanti. Oh, finalmente si giunge al cuore dell'evento: Iggy Pop and the Stooges. A Elisa non piacciono molto, nonostante glieli osanni sempre. Si deve però ricredere: l'ora in cui calcano il palco è formidabile, una grinta e una capacità eccezionali. Iggy, poi, è un invasato, sembra non essere invecchiato di un giorno (tanto le rughe le aveva già tutte a vent'anni): si denuda, si tocca, provoca, si butta tra la gente. Alla fine è bolgia dantesca, è baccanale lascivo: mentre Iggy richiama sul palco alcuni spettatori che da folli si mettono a ballare come scimmie in trance, il bassista si scopa le casse e Iggy disfa tutto ciò che ha a portata di mano. Ho guardato Elisa, ora in estasi, e le ho detto: "Per me possiamo andare a casa, dubito che ci sia chi possa fare meglio!" [8:-x]
Restiamo, e questo lo pagheremo con un'insolazione ciascuno, dovuta alla troppa esposizione. I Queen of the stone age non m'interessano minimamente, trovo ridicolo porli dopo Iggy, con buona pace dei loro eventuali fan su questo sito. Arrivano i Linkin Park! Elisa cade nuovamente in trance, rapita dai suoni, dalle luci. Ammetto che io li avevo sempre guardati con aria di superiorità, invece la loro prestazione è stata assai apprezzabile: buona musica, ben presentata, e una valida capacità di tenuta del palco. Bravi.
Infine, sul palco secondario, ecco arrivare i Sex Pistols. Sentirli per ultimi quasi mi irrita: John Lydon è un mito, ma io preferisco ricordarlo per il progetto Public Image LTD, piuttosto che per la fama commerciale di questo gruppo punk epocale. Sul palco ci mettono grinta ma sono pagliaccioni. Niente da fare, mi danno proprio fastidio... e io che li avevo amati... me ne vado a metà concerto. Il giorno dopo, i giornali li incensano... non hanno capito granchè!
Il 23 giugno è la volta di Neil Young all'Arena.
Sono molto emozionato, con questo concerto chiudo il cerchio della mia ipotetica triade di cantautori per eccellenza, formata dal canadese, dal menestrello di Duluth e da Bruce.
Niente da fare, città che vedi, organizzazione che trovi!
E quella dell'arena è davvero deludente!
I cancelli vengono aperti solo alle 20:10. Pensate che il gruppo spalla aveva già cominciato a suonare nell'irreale sfondo di un'arena vuota!!!!
Non si fa così, fossero anche i più scarsi al mondo.
Neil poi ci mette del suo: ben un'ora di ritardo!!!!
Arriva sul palco solo alle 22:00, senza salutare. Però va bene così: il brano d'apertura lo dilata fino alla durata di 17 minuti!
Il concerto mi è piaciucchiato, senza eccessi. A mio modo di vedere è stato troppo impostato sulla meravigliosa parte elettrica, trascurando invece la fondamentale parte acustica, che per Neil è altrettanto basilare. Me ne torno in albergo comunque molto soddisfatto, anche se dispiaciuto di non aver sentito brani come Harvest, Heart of gold, Southern Man o Cortez the Killer, i miei 4 preferiti dell'autore.
Il 30 giugno, infine, tocca a Santana. Di nuovo all'Arena, di nuovo organizzazione pessima: per fare cassa hanno venduto senza dubbio molti biglietti in più della capienza. Il risultato è folle: per un'ora dall'inizio del concerto la gente si aggira tra le file, disturbando la visione e l'ascolto, alla ricerca di un luogo ove sedersi. Giuro: il primo brano che ho filmato sarà stato oscurato almeno 100 volte dal passaggio di persone davanti alla camera. Impressionante. Concentrandoci sulla musica, invece, nulla da dire: 2 ore e mezza di grandissimo concerto, in cui il grandissimo Carlos ha riproposto moltissimi dei suoi amati classici: sia quelli recenti (Maria Maria; Corazon Espinado) sia quelli d'un tempo, che io amo assai di più (Black Magic Woman, Oye como va). A supportarlo, una straordinaria band di 10 elementi, davvero brava. Chapeau!!!
Ciao!
Carlo Maria
P.s.: scusate la lungaggine!!! [:D]