Ieri sera il Traffic (Torino Free Festival) ha fatto capolino nella mia provincia e non potevo esimermi dal presenziare, tanto più che, oltre ad una misteriosa Robertina, l'artista di punta della serata erano i Baustelle, ottimo gruppo italico degli ultimi anni.
Mi accordo con un'amica, alle sei e mezza (con tre ore d'anticipo) sono già presente nel piazzale. Resta da ovviare al dilemma cibo, ma nessun problema: ci sono ben cinque locali nelle vicinanze. Uno lo scarto a priori, so bene che lì la pizza fa schifo. Mi dirigo verso uno degli altri: è un semplice bar, in cui solitamente fanno aperitivi apprezzabili. Maledizione, è cambiata gestione. Niente, passo alla cremeria lì accanto, e chiedo un panino. Lo sguardo della tipa mi fa comprendere che sono il primo a farle una richiesta di questo tipo. Mi accontento d'un frappè, ma non ho risolto il problema "cena". Mi approccio al terzo locale, il proprietario m'informa che è il suo giorno di chiusura e che apre solo per il concerto. Niente cucina, però: si potrà solo bere. Ok, niente panico, resta un locale. Mi avvicino, ristorante Due Cuori, bel nome. Il menù è semplice ma non banale, mi ha convinto, prenoto per le otto (prima non si può).
Ok, un pensiero in meno. [:)]
Nel mentre proprio i Baustelle stanno provando alla grande sul palco: si sente decisamente bene. Rachele, la cantante, scende un attimo dal palco e come un falco l'agguanto e la presento alla mia amica, che ne è innamorata cotta. Ottengo una foto insieme, la mia amica è su di giri, la serata promette molto bene. [8D]
Intanto arrivano le otto, mi siedo al tavolo. La gente comincia ad affluire, la mia amica impaziente, temendo di perdere il posto privilegiato alle transenne, scalpita. Le consento di lasciarmi solo al tavolo, intanto lei mi tiene il posto in prima fila. Arrivano le otto e un quarto, poi le otto e mezza. Alle otto e quaranta mi viene servito ciò che avevo chiesto, ma in un formato che definirei "inaspettato": il cibo succulento si riduce ad una brodaglia con oltre un dito d'acqua dentro (giuro). Senza cucchiaio per sorbirsela, solo forchetta. Guardo incredulo, ne assaggio due forchettate, dandomi del provincialotto, ma di fronte al sapore che m'assale desisto. Chiedo il conto. Vado in pizzeria. Sono le nove quando finalmente addento qualcosa. Fa schifo, ma già lo sapevo, se non altro ero preparato. [:D][J-,]
Alle nove e mezza attacca Robertina: davvero nulla di che! Il gruppo non fa altro che cover (discretamente arrangiate) di arcaici brani anni sessanta. Sono le undici quando salgono sul palco i Baustelle e qui la sorpresa è grande: l'audio è completamente sballato. Niente a che vedere con quanto apprezzato in prova nel pomeriggio: la voce di Rachele è cancellata quasi del tutto, molti strumentisti sono massacrati dal chitarrista il cui volume è talmente alto da oscurare tutto il resto. Per tutta la durata del concerto nessuno corregge l'agonia, nonostante Rachele sia costretta a tapparsi l'orecchio destro per cercare di cantare a tempo.
Peccato, davvero un'occasione sprecata, Biella non merita un palco.
Carlo Maria
P.s.: scusatemi se ho parlato prevalentemente di cibo, ma cercate di capire la mia angoscia crescente pian piano che il tempo passava, lo spettacolo s'avvicinava ed il mio stomaco languiva!!! [:D][:D]