by 11mo Conte di Mar » 20 Dec 2008, 22:01
The Alan Parsons Project, il genitivo sassone non c'è, è stato (sono stati? boh) il mio primissimo amore musicale prima di venire soppiantato di genesis, ma va?
E non era facile, vi assicuro, essere appassionato ad un progetto musicale che all'epoca non si capiva nemmeno se si trattava di gruppo, di solista o quale altro tipo di ensemble.
Anche perchè di notizie sul duo parsons/Woolfson la stampa ne è sempre stata mostruosamente parca.
Trovo, ma la frase non è mia, che Alan Parsons project sia stato un buon modo di diventare musicalmente adulti.
Sempre ammesso che lo si possa mai diventare.
Se per certi versi erano assolutamente chiare certe influenze - per i trascorsi di Parsons con beatles prima e Floyd dopo - e aggiungerei anche Procol harum, credo che bene o mele avessero inventato un genere a sè stante, inconfondibile.
Per la cura delle sonorità, le melodie accattivanti, la scelta azzeccata dei vocalists e non dimentichiamo l'uso elegante, potente ma mai esagerato dell'orchestra.
Pallino, questo, del Parsons produttore, i più attempati potrebbero ricordarsi il suo lavoro su Year of the cat di Al stewart oppure Music di John Miles (che poi ha cantato alcuni brani nel project)
Per stessa ammissione di Alan Parsons, il vero compositore del duo era l'altro: Eric woolfson, Parsons si occupava del suono e della produzione.
Questo in effeti lo si nota anche, ahimè, dopo la separazione tra i due del 1989/90. Gli album solisti di Parsons, perdono assolutamente vigore compositivo (anche se gli ultimi due o tre album a firma project sono lontani dall'ispirazione del decennio precedente).
Volendo nei primi 2 (Try anything once e On air) qualche bella intuizione c'è, probabilmente perchè Parsons si circonda della band storica che ha suonato nei project dal 1976 in poi, tra cui il fido Andrew Powell ossia colui che ha sempre curato gli arrangiamenti orchestrali e, non ultimo, la struttura degli album rimane la medesima.
Se fin qui Parsons "tiene botta" in qualche modo (si difende con l'esperienza si direbbe in gergo sportivo...)cominciando pure ad esibirsi dal vivo con la sua band,col successivo The time machine, di una pochezza sconcertante, si comincia a sentire la mancanza di un vero compositore.
L'ultimo album, A valid path, segna una cambiamento radicale per Parsons che taglia definitivamente i rapporti con la band storica e, chiuso nella sua casa californiana dove si è trasferito dall'inghilterra negli anni '90, cambia registro orizzontandosi verso un sound tra tecno, ambient ed elettronica servendosi dell'aiuto del figlio e di altri artisti pseudo sconosciuti (iconic phare?).
A parte il brano iniziale Return to tunguska dove furbescamente Parsons infila un assolo nemmanco troppo ispirato di David Gilmour ( ricevuto tar l'altro per posta...) e pochissimo altro il prodotto è abbastanza eterogeno e vacuo a dimostrare che Alan parsons è un fenomeno alla consolle, forse ancora un buon produttore ma non è assolutamente un compositore.
Insieme però Parsons e Woolfson furono una cannonata.
Per quel che riguarda una classifica, i Project dal 1976 al 1984 rimangono i migliori, The turn fo a friendly card - I robot - Tales of mysteri and.., rimangono i migliori.
Ma anche eye in the sky (quello che hanno tutti...) fu grandioso per l'epoca e il successiovo ammonia avenue non fu affatto male (la title track è uno dei vertici dell'intera discografia).
Freudiana è molto valido ma è una cosa a sè a firma di Woolfson e che ci indica che è in effetti lui l'anima compositiva, oltre che la voce delle canzoni più belle.
Nota curiosa: c'è una cosa che unisce la carriera degli Alan Parsons Project con i primissimi anni dei Genesis, ossia il non essere profeti in patria.
Ma se la Gran Bretagna a metà dei '70 si accorse dei nostri, i project anche negli anni di grande successo commerciale (1977/ 1984) continuò ad ignorarli.
Lo stesso Eye in the sky, stravenduto in America, nell'europa continentale in Australia fu ignorato in GB.
Li ascolto ancora, magari di rado, come la telefonata ad un vecchio amico.
Nella lotta tra te e il mondo stai dalla parte del mondo...Frank Zappa