Minimal Moralia

Un'area dedicata all'esplorazione dell'universo musicale in genere, e degli altri protagonisti del rock progressivo in particolare.

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Postby percuoco » 22 Apr 2006, 14:56

A chi piace la musica "minimale" ?
Io la considero straordinaria, consiglio di ascoltare qualche cosa dei "padri", tipo Terry Riley, John Adams, Steve Reich, Philip Glass, Gavin Bryars (anche se quest'ultimo odia essere definito minimale)....

Fatemi sapere.......
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Postby Duke59 » 27 Apr 2006, 15:43

Parecchio tempo fa possedevo il vinile di "Music in 12 parts" di Philip Glass. Veramente particolare ed intrigante.

Ero arrivato a lui grazie a Mike Oldfield (La parte finale di "Platinum" di Oldfield è un'arrangiamento di un brano di P. Glass intitolato "North Star"). Il tuo post mi ha fatto venire in mente che dovrei riprendere ad esplorare questo tipo di musica davvero singolare.

Tu cosa mi consigli?

Duke59
Il tifo (calcistico, musicale, politico, religioso)
è ... una MALATTIA DISTRUTTIVA.


(Io)
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Postby percuoco » 27 Apr 2006, 21:56

Discografia consigliata con gusto "molto personale" del Percuoco:

1 - A Rainbow in a curved air - Terry Riley (da questo nasce tutto....)
2 - In C - Bang on a can (opera di Terry Riley fatta da questo gruppo di geni, consiglio anche "Music for airport" di Eno suonata live...))
3 - Different Trains / Electric Counterpoint - Steve Reich (Kronos Quartet e Pat Metheny...commovente...)
4 - In good Company - Jon Gibson (raccolta di brani per sax di Glass, Reich etc...)
5 - Dancepieces - Philip Glass (la sintesi....)
6 - Music in 12 parts / Einstein On The Beach (assolutamente!)
7 - Jesus Blood Never Failed Me Yet - Gavin Bryars (io piango ogni volta che la sento, e non scherzo!!!!)
8 - Desert Music / Music for 18 musician - Steve Reich
9 - Koyaanisqatsi/Powaqqatsi/Nagoqyatsi - Philip Glass (La base!)
10 - Music for mallet instruments voices and organ / The Four Sections - Steve Reich (Straordinario!)

per me questi sono i più amati
[I8)][I8)][I8)]

ma ce ne sarebbero tantissimi altri....

P.S: il disco da cui è estratta North Star di Oldfield si chiama (guarda un po') "North Star/ Etoile Polaire" ed è il primo disco di Glass, stupefacente il pezzo "River Run"....
Last edited by percuoco on 28 Apr 2006, 10:08, edited 1 time in total.
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Postby highinfidelity » 28 Apr 2006, 05:33

Qui, caro Perk, cado dalle nuvole. Come definiresti questa "musica minimale"?

Visto che di Michele Campovecchio ho tutto mi riascoltero' Platinum, comunque...
<< Conoscete voi spettacolo più ridicolo di venti uomini che s'accaniscono a raddoppiare il miagolìo di un violino? >>
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Postby percuoco » 28 Apr 2006, 08:20

quote:
Originally posted by highinfidelity

Qui, caro Perk, cado dalle nuvole. Come definiresti questa "musica minimale"?

Visto che di Michele Campovecchio ho tutto mi riascoltero' Platinum, comunque...



diciamo che non la definirei....[:D]
Comunque di Oldfield un riferimento più vicino alla musica minimale è Incantations. Platinum è il tentativo di rendere "pop" North Star di Glass....
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Postby highinfidelity » 28 Apr 2006, 08:25

Eh no bello, se il genere ha un "nome", c'e' anche una definizione!!! STAT ROSA PRISTINA NOMINE, NOMINA NUDA TENEMUS. Vai, vai, con la definizione... [:D]
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Postby percuoco » 28 Apr 2006, 10:07

Maledetto !!! [:D][:D][:D][:D][:D]
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Postby percuoco » 28 Apr 2006, 10:10

Io non saprei definire ma questi di wikipedia si:

http://en.wikipedia.org/wiki/Minimal_music

Purtroppo è in inglese ma tanto High è poliglotta [:D][:D][:D]
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Postby Salmacis » 28 Apr 2006, 10:16

mmm,il mio problema non è l'inglese,è capire proprio il concetto di musica minimale.perk proprio non sai dirmi nulla a parole tue?tipo a quale genere si avvicini,in modo da averne un'idea..[:-I]
- Le ho lette le FAQ, tranquilla.
- Quindi il tuo ignorarle bellamente è intenzionale?
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Postby highinfidelity » 28 Apr 2006, 10:18

Mmmmhh... Non capto molto, ad esempio, le differenze rispetto alla musica "ambientale". [:-I]
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Postby percuoco » 28 Apr 2006, 13:31

Ci provo....

L'ambient music (quella di Eno non quella discotecara [:D]), in realtà nasce con le "musiche di arredamento" di Erik Satie, sostanzialmente è un tipo di musica che non richiede (per forza) l'attenzione dell'ascoltatore per essere fruita. Si propone (in linea di massima) di creare ambienti sonori nei quali immergersi.... facendo un po' quello che si vuole...

La musica minimale è un po' più accademica, il termine nasce grazie a Michael Nyman, che in un saggio sull'opera di Cornelius cardew (The Big Learning) conia questo neologismo. Generalmente si fonda sulla ripetizione di cellule melodiche-ritmiche-armoniche più o meno orchestrate che si sviluppano aggiungendo dei micro-cambiamenti o sovrapposizioni o altro che possa rendere "flusso" la musica. In qualche maniera si rifà alla musica etnica indiana o al Gamelan balinese, che con la loro ripetitività crea nell'ascoltatore una sorta di stato di trance.

E' chiaro che l'argomento è vasto come una prateria... quindi mi fermo qua. [:D][:D]
Il consiglio che do è quello di "acquistare" su internet qualcuno dei dischi da me consigliati, aprire il cuore e la mente ad una nuova esperienza, rilassarsi e capire se è una musica che può piacervi.
Io ne vado matto [:p][:p][:p]
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Postby percuoco » 28 Apr 2006, 13:57

Aggiungo una piccola notarella presa da wikipedia, ma è incompleta (per ammissione del redattore)...

"Il minimalismo musicale, importante sorgente espressiva della musica della seconda metà del ’900, analogamente e parallelamente al minimalismo delle arti visive, è nato negli Stati Uniti, principalmente per iniziativa di Philip Glass e Steve Reich. Da subito si è imposta con modalità e gesto musicale originali, che si affrancavano completamente dall’evoluzione delle scuole musicali europee, a partire dal cammino della scuola seriale di Vienna, fino a giungere allo sperimentalismo di musica elettronica, aleatoria e concreta maturate principalmente nelle scuole di Darmstadt e Parigi.

Il percorso è invece quello di una estrema semplificazione della struttura e delle modalità esecutive. L’architettura della musica minimale si sviluppa su cellule melodiche brevi e semplici, e su figure ritmiche immediate, e dipana il discorso creativo sulla ripetizione, spesso ossessiva, di tali moduli, mentre il castello armonico e timbrico si evolvono a formare la chiave espressiva dell’opera, utilizzando talvolta strumenti di raro utilizzo e sonorità inusuali, con la complicità dell’elettronica e della musica popolare. Nella maturazione di questa modalità vi è un riferimento a formule musicali tipiche della musica etnica proveniente da aree sociali nelle quali il ritmo e il suono percussivo e ricorsivo erano caratteristiche strutturali, come nella musica della zona centrafricana. Ma lo spunto è soltanto una cellula intellettuale dalla quale generare forme che permettono chiavi espressive interessanti e diversificate.

Philip Glass, considerato l’autore di riferimento della corrente espressiva, interpreta il minimalismo nel modo più puro, e le sue opere sono paradigmatiche nella ricerca espressiva della corrente. Steve Reich utilizza la modalità minimale con grande fedeltà, per comporre però opere contaminate dall’interazione con diverse forme espressive, con l’influsso di spunti filosofici nel gesto creativo, e con un sensibile intento di ricerca ed innovazione. John Adams utilizza la modalità comune della corrente per comporre opere, spesso con il contributo vocale, il cui intento espressivo è spesso connesso a maglie strette con la realtà sociale e politica in cui è immersa la società a lui contemporanea. Nelle creazioni dell’inglese Michael Nyman invece la modalità del minimalismo è stata abilmente utilizzata per la costruzione di forme di più semplice fruibilità è maggiore impatto su un vasto pubblico, con una frequente interazione con il mondo del cinema per la realizzazione di colonne sonore.

Nell’ambito della musica europea della seconda metà del ‘900 e dei giorni nostri il minimalismo ha più o meno indirettamente influito sulla creazione di alcuni autori, prevalentemente di area slava o balcanica, e tendenzialmente orientati ad una creatività mistica. La musica del polacco Henryk Górecki è quella che maggiormente mostra i segni dell’influenza minimalista, ed alcune delle sue creazioni rispettano abbastanza fedelmente le modalità strutturali della corrente. L’estone Arvo Pärt mostra in molte sue opere un’affinità con il minimalismo, più nell’intento creativo che ne rigoroso rispetto dell’architettura musicale."
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Postby Salmacis » 28 Apr 2006, 15:49

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La musica minimale è un po' più accademica, il termine nasce grazie a Michael Nyman, che in un saggio sull'opera di Cornelius cardew (The Big Learning) conia questo neologismo. Generalmente si fonda sulla ripetizione di cellule melodiche-ritmiche-armoniche più o meno orchestrate che si sviluppano aggiungendo dei micro-cambiamenti o sovrapposizioni o altro che possa rendere "flusso" la musica. In qualche maniera si rifà alla musica etnica indiana o al Gamelan balinese, che con la loro ripetitività crea nell'ascoltatore una sorta di stato di trance.



meglio di un'enciclopedia,o'fra![:D][:D][:D]
- Le ho lette le FAQ, tranquilla.
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Postby percuoco » 28 Apr 2006, 21:12

Che sfotti tu !!!??? [I8)][I8)][I8)]
[:D][:D][:D][:D][:D]
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Postby Salmacis » 30 Apr 2006, 05:34

nuu,mica sfotto!!![:D][:D][:D]
:-*****
- Le ho lette le FAQ, tranquilla.
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