Leggendo articoli a casaccio, mi sono casualmente imbattuto in una recensione del disco d'esordio di Angelo Branduardi (che io non ho mai ascoltato) il quale viene descritto come un lavoro progressivo. Il disco e' "Angelo Branduardi" (pochissima fantasia nel titolo) del 1974. I canoni tipici del progressive sembrerebbero esserci tutti: struttura concept, suite in tre movimenti, arrangiamenti all'inglese di Paul Buckmaster.
La cosa strana, su cui mi interrogo, e' perche' questo album non sia praticamente mai citato nei vari "testi sacri", per esempio quello di Rizzi che include opere molto piu' al limite del non-progressivo di quanto non sembri essere questo primo lavoro di Branduardi.
Qualcuno di voi l'ha ascoltato, e qual e' la vostra opinione?