A quante amare considerazioni si presta in effetti questa notizia, che in teoria dovrebbe essere buona...
Se uno pensa alla battaglie per la "musica gratis" degli anni '70 (cialtronerie pure e semplici secondo me, ma comunque questo e' quanto ci hanno consegnato la storia e la cronaca) e le confronta con l'attuale sistema di prezzi faraonici e prevendite totalmente monopolizzate dalla camorra, uno non puo' far altro che chiedersi come sia possibile che il paese sia caduto cosi' in basso.
Anche il paragone tra la musica d'avanguardia proposta all'epoca ad un pubblico che mostrava di gradire la commistione tra suono, letteratura, intellettualismo (e anche impegno politico, per chi ha piacere di aggiungerlo), una scena culturale non
irripetibile secondo me, ma certamente finora assolutamente
irripetuta... Dicevo se uno paragona il clima di quel tempo all'imbarazzante
music business asfittico e mefitico che oggi impera incontrastato, ci sarebbero cause eziologiche sufficienti per una depressione da ricovero clinico.
In un certo senso Gilmour e' coraggioso a voler tornare, da
star non particolarmente ben invecchiata (anche se di recente e' dimagrito un po'), in un teatro dove fece sfracelli suonando a torso nudo (!) sotto il sole cocente del sud. Gli auguro da questo punto di vista buona fortuna.
Naturalmente, a procurarmi i biglietti non ci provero' nemmeno...