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Riflessioni sull'ascolto della musica oggi

PostPosted: 17 May 2016, 18:39
by Duke59
Interessante spunto di discussione, anche se trovo che l'autore sia un po' troppo drastico.

https://lagrandeconcavita.org/2016/05/16/la-morte-del-pubblico-e-la-fine-di-tutto/

Conosco infatti persone che studiano musica e suonano per il gusto di suonare e che se vanno ai concerti ci vanno per ascoltare ( e magari per farsi stupire dal light show e dalle trovate sceniche ), non per ciacolare; mentre ci sono anche signori attempati (miei coetanei insomma [:-D] e non solo giovinetti) che ai concerti tirano fuori lo smartphone e invece di ascoltare la musica registrano, fotografano o mandano twit. [:0]

Io ai concerti resto in religioso silenzio e cerco di farmi trasportare dal flusso della musica. Sui brani particolarmente ritmati probabilmente batto il piede a tempo (o anche fuori tempo [:D] ) e magari tenterò pure di suonare l'air drum - ma discretamente. Nei momenti antemici potrei anche tentare di cantare, ma sussurrando per non impedire a me stesso di sentire come sta cantando l'artista sul palco (a parte nei momenti in cui l'artista invita il pubblico a cantare in massa).

Non mi verrebbe mai in mente di tirar fuori lo smarphone per smettere di stare allo show e fotografare o registrare frammenti dello spettacolo. E voi?

Re: Riflessioni sull'ascolto della musica oggi

PostPosted: 17 May 2016, 19:07
by Thomas Eiselberg
In parte è vero, in parte secondo me è un'esagerazione (c'è ancora gente che ascolta con attenzione). Dipende pure dal gruppo che si sta ascoltando (nell'articolo non si fanno nomi): mi è capitato di assistere ad un concerto con il pubblico in religioso silenzio ed altri nei quali un po' tutti si facevano i fatti loro, così come ritrovarmi nel bel mezzo di fan scalmanati che cantavano tutti i pezzi dall'inizio alla fine. [:D]
Io come al solito credo di essere abbastanza "moderato" come un po' in tutte le cose: se il brano mi cattura mi dimentico di tutto il resto attorno e penso solo a quello, poi magari invece in un altro tipo di pezzo mi metto a cantare e in un altro ancora tiro fuori il cellulare. Non ho insomma un comportamento "fisso", dipende dal brano e dalla situazione, anche all'interno di uno stesso concerto cambio "atteggiamento" [:D]

Re: Riflessioni sull'ascolto della musica oggi

PostPosted: 18 May 2016, 08:43
by highinfidelity
Mi sembra un articolo molto molto esagerato.

Tanto per cominciare, si trovano commenti simili anche riguardo il teatro tragico greco nell'impero romano, con reprimende in latino in merito a cittadini che andavano a teatro per sbevazzare o incontrare donne. Quindi davvero niente di nuovo.

In secondo luogo, e' palese che l'estensore non e' un pendolare, perche' se lo fosse saprebbe che i treni sono pieni di gente che legge o studia o lavora, su libri di carta o sui vari e-book-reader o tablet.

In terzo luogo, non e' vero che "non e' importante" sapere a che concerto/pubblico lui si riferisse; e' anzi assolutamente fondamentale sapere di quale artista, quale musica e quale pubblico di quale citta' stiamo parlando. Altrimenti siamo alla solita caciara del "destra e sinistra tutti uguali, politicanti tutti ladri".

Personalmente gli ultimi concerti a cui ho assistito sono stati Steve Hackett (pubblico seduto, in assorta concentrazione, quasi tutti sapevano l'intero repertorio a memoria), Tom Yorke (pubblico e musica molto particolare in quanto si trattava d'una rassegna di musiche da "club" d'avanguardia, in ogni caso a parte il fatto che a lato del parterre c'era una bolgia di subumani privi di sensi a causa di qualche droga di cui non conosco neppure il nome, per il resto chi era li' per ascoltare e non per drogarsi era molto attento e partecipe nonostante la musica fosse tutt'altro che "facile", e ho anche apprezzato il modo in cui successivamente hanno seguito altri artisti diversissimi tra loro sia per genere che per strumentazione) e Marlene Kuntz (pubblico tutto in piedi, in delirio, grida e applausi a spellamani, complesso richiamato fuori DUE volte per il bis e per il tris, i pochi che facevano foto/filmati col cellulare lo facevano piu' che altro per condividere qualcosa con amici/parenti che non avevano potuto comprare i biglietti o erano stati costretti a restare a casa).

Dove secondo me ha ragione, ma affronta male (anzi malissimo) il tema, e' dove discute dei problemi d'attenzione a medio/lungo termine provocati ai ragazzi da una fruizione mordi-e-fuggi di contenuti da youtube, repository dove i filmati dopo 2-3 minuti gia' annoiano. Un ragazzo abituato cosi' non riesce neppure a guardare un film al cinema, perche' lo trova troppo lungo. E' un tema che in tempi recenti ha trattato in modo molto piu' circostanziato ed approfondito Aldo Cazzullo (credo anzi che l'estensore si ispiri proprio agli articoli e alle riflessioni di Cazzullo, che di questo tema ha fatto una bandiera). Secondo me, comunque, anche questo problema non e' affatto nuovo, al massimo e' stato acuito dalle nuove tecnologie (come d'altra parte tutto s'e' acuito: dalle disparita' economiche a quelle di classe a quelle d'istruzione a quelle sanitarie). A pensarci bene, anche fra tutti i compagni di scuola che ho avuto a tutte le eta', c'erano persone (poche) che ascoltavano molti dischi per intero e con grande attenzione e i quali magari erano loro stessi musicisti, e altre persone (tante, tantissime) che non andavano oltre la compilation "a uovo strapazzato" di successi del periodo e che raggiunta l'eta' adulta hanno abbandonato del tutto l'ascolto della musica con la solita scusa del "non ho posto in casa per lo stereo" o con una delle mille scuse analoghe che questo tipo di persone hanno sempre pronte a magazzino. Si tratta in pratica d'una distinzione tra persone piu' intelligenti e piu' curiose e piu' ricettive, e tra persone meno intelligenti e piu' apatiche, una distinzione che secondo me c'e' sempre stata.

Sono anche d'accordo sul fatto che Manuel Agnelli non faccia bene ad andare ad X-Factor. Pero' non mi sembra che il fatto che ci vada o non ci vada cambi di una virgola la percezione che il pubblico ha, in generale, della musica e tantomeno dei concerti. Semplicemente X-Factor e' una trasmissione inutile, perche' non e' vero che il talento si scova facendo una gara in TV e convogliando 2-3 persone su una scorciatoia verso il successo, e altrettanto semplicemente Manuel Agnelli si sputtanera' in quanto 1) i fan di vecchia data degli Afterhours non glielo perdoneranno (la highinfidelita sta portando il lutto al braccio...) e 2) un pubblico generalista televisivo non e' assolutamente in grado di far suo il messaggio musicale e artistico degli Afterhours. Agnelli quindi da un lato ci perde e dall'altro non ci guadagna, oltre a dare in generale un cattivo esempio. Stupisce difatti moltissimo che una persona appartenente ad un complesso indipendente italiano che ha fatto una gavetta infinita, si presti ad una fesseria del genere, che promuove il "colpo di culo" e il "giudizio di giudici giudicanti", proprio lui che si riteneva talmente alternativo da dare dei "massificati" agli alternativi, quando cantava <<l'alternativo e' il tuo papa', ridai i soldi al tuo papa'>>. Ma si vede che tutti hanno un prezzo: dipende solo da quanto si e' disposti a pagare.

Re: Riflessioni sull'ascolto della musica oggi

PostPosted: 18 May 2016, 12:41
by Thomas Eiselberg
highinfidelity wrote:
Sono anche d'accordo sul fatto che Manuel Agnelli non faccia bene ad andare ad X-Factor. Pero' non mi sembra che il fatto che ci vada o non ci vada cambi di una virgola la percezione che il pubblico ha, in generale, della musica e tantomeno dei concerti. Semplicemente X-Factor e' una trasmissione inutile, perche' non e' vero che il talento si scova facendo una gara in TV e convogliando 2-3 persone su una scorciatoia verso il successo, e altrettanto semplicemente Manuel Agnelli si sputtanera' in quanto 1) i fan di vecchia data degli Afterhours non glielo perdoneranno (la highinfidelita sta portando il lutto al braccio...) e 2) un pubblico generalista televisivo non e' assolutamente in grado di far suo il messaggio musicale e artistico degli Afterhours. Agnelli quindi da un lato ci perde e dall'altro non ci guadagna, oltre a dare in generale un cattivo esempio. Stupisce difatti moltissimo che una persona appartenente ad un complesso indipendente italiano che ha fatto una gavetta infinita, si presti ad una fesseria del genere, che promuove il "colpo di culo" e il "giudizio di giudici giudicanti", proprio lui che si riteneva talmente alternativo da dare dei "massificati" agli alternativi, quando cantava <<l'alternativo e' il tuo papa', ridai i soldi al tuo papa'>>. Ma si vede che tutti hanno un prezzo: dipende solo da quanto si e' disposti a pagare.


Un po' come Pelù a The Voice, cercò di trovare giustificazioni su giustificazioni, ma c'era ben poco da giustificare: ci andava per soldi. Credo che questo tipo di artisti arrivati ormai ai 50 anni ritengano di aver detto tutto e allora si concedono di godersi un po' di soldi e di notorietà, fregandosene però di fatto del proprio pubblico e scordandosi la coerenza portata avanti in tanti anni di carriera.

Re: Riflessioni sull'ascolto della musica oggi

PostPosted: 18 May 2016, 13:36
by highinfidelity
Temo sia l'amara verita'... [':-|]