Mi è arrivato e l'ho ascoltato un paio di volte, troppo poco per un gruppo come loro (che cresce molto con vari ascolti).
Devo dire che al primo impatto mi ha fatto un effetto strano, soprattutto nei primi pezzi:
El Dorado ad esempio non è per nulla come me l'aspettavo: la lunga introduzione acustica che sembra più una cosa da Anthony Phillips o primi Pink Floyd, il suo essere divisa in sezioni poco omogenee (ai primi ascolti)...non riesco a capire se crescerà tantissimo col passare degli ascolti oppure no. Certo ha un grande assolo di Ciccio Rothery che in queste cose difficilmente tradisce. Mi fa un po' l' effetto che mi fece Gaza, che però ad oggi è diventato il mio pezzo preferito di Sounds that can't be made, ho come l'impressione però che questa gli sia decisamente inferiore. Vedremo più in là (gli darei un 7,5 per ora)
Living in fear invece al momento non mi dice nulla, gradevole però forse un po' fuori posto in questi tipi di album, un po' come un paio di pezzi di Sounds...Mah, difficile non considerarla un riempitivo (voto 5)
Insomma cominciavo a temere di trovarmi di fronte ad un nuovo Somewhere else e invece...parte
The Leavers. Già dall'introduzione tastieriristica che fa molto electronic-prog si capisce che c'è sostanza, il crescendo della prima sezione è classico marillion sound e non può non convincere, ancora meglio le sezioni 4 e 5, poco originali ma molto d'effetto, con la chitarra di Rothery in primo piano (voto 8,5)
A differenza però dell'album precedente il mio pezzo preferito al momento è invece uno dei più brevi,
White Paper, dall'introduzione sembra di trovarsi nella classica ballata "alla marillion", con piano e voce, e invece no, il pezzo ha sostanza e ha un crescendo davvero emozionante e il testo è perfettamente in simbiosi con la musica. Un pezzo semplice eppure perfetto (voto 9), forse col tempo però verrà "sorpassato" da almeno un paio delle due suites
The new kings è invece il pezzo che credo diventerà la nuova Gaza (cioè il pezzo migliore dell'album), per il momento ancora non lo è, mi sto gustando il suo potenziale, davvero elevato. E' forse la "canzone" con più cambiamenti di tempo e di umore, la più oscura e rabbiosa ma anche la più malinconica a tratti, forse quella con più cose in comune con album come Marbles. E' anche, al momento, alle mie orecchie la suites più omogenea delle 3, non ha sezioni "complete" ed altre di pura atmosfera, tutto è sugli stessi standard. (gli darei 10 ma per ora gli do 9
).
L'ultimo pezzo,
Tomorrow's new country in realtà fa parte di The leavers ed è piuttosto delicata e breve, svolge il suo compito anche se messa così, da sola, serve più che altro come chiusura dell'album e non come vero e proprio pezzo a se stante (voto 7)
Insomma non mi aspettavo di restare così indeciso anche solo dopo un paio di ascolti, direi che siamo dalle parti di un Sounds that can't be made con meno riempitivi, insomma un gradino sotto Marbles e Brave ma al di sopra di tanti altri album. Non credo che arriverà quei livelli anche dopo ripetuti ascolti, anche se mai come questa volta non riesco a prevedere quanto davvero mi piacerà questo album ed è una bella sensazione