E' stato finalmente ristampato un disco leggendario del rock progressivo italiano, che per qualche ragione imperscrutabile era "rimasto indietro" rispetto alla campagna di ristampa portata avanti da BTF e simili. Un disco la cui ristampa si attendeva da parecchi lustri. Sto parlando di Zarathustra, opera unica del Museo Rosenbach, di cui si leggono meraviglie in tutte le monografie sul progressive.
Nonostante nei testi interni i Museo Rosenbach si prodighino in ampie spiegazioni circa il fatto che il "superuomo" non abbia nulla da spartire con Hitler e Mussolini, ma che anzi nel messaggio nietzschiano sia una sorta di asceta che vive ritirato in contatto con la natura, leggenda vuole che il gruppo all'epoca sia stato duramente contestato dal pubblico che associava Nietzsche al nazifascismo, cosa che distrusse la carriera del complesso il quale si sciolse dopo quest'unica incisione. Detto oggi sembra una sciocchezza o un fatto inventato, ma considerato il clima dell'Italia degli anni '70 può anche darsi che tutto questo sia realmente accaduto.
La ristampa, edita dalla sfuggente MSFE (Music For Special Experiences), in teoria italiana (ma vedi dopo...) ha una copertina ad anta apribile di buona qualità. Curiosa l'etichetta del disco, che imita la livrea della classica etichetta Ricordi ma priva del logo della celebre casa milanese. L'incisione è abbastanza buona e silenziosa, con un piacevole equilibrio tonale.
Non c'è molto da aggiungere a quanto non sia già stato scritto sul contenuto del disco, che attendevo di gustarmi da decenni: si tratta realmente di uno dei vertici massimi raggiunti dal rock progressivo italiano. Nonostante i Museo Rosenbach siano dei "minori" semisconosciuti, non ho nessun problema a porre Zarathustra sullo stesso livello di quanto di meglio fatto da Le Orme o dalla Premiata Forneria Marconi. Piacevolissimo l'equilibrio timbrico complessivo, con Hammond e Mellotron in gran quantità. In particolare il finale della suite che occupa l'intero primo lato, caratterizzato da un superlativo timbro composito d'organo che avrebbe fatto invidia a Tony Banks, se la gioca con Alphataurus e con Felona e Sorona quale miglior finale di tutti i tempi di un brano progressivo italiano (ma potremmo dire mondiale). Ottimi anche i testi, sempre su livelli alti lungo l'intero disco, e per una volta tanto niente male nemmeno la voce (merce rara nel progressive nazionale), rielaborata tra l'altro con alcune idee geniali come il canto lontano e riverberato dell'incipit.
Per chi non era riuscito a procurarsi una delle inarrivabili ristampe giapponesi, o le ristampe numerate Sony che in pratica non hanno nemmeno raggiunto il mercato, è giunto il momento di "rompere il porcellino" o metter mano al portafogli. La distribuzione del disco è apparentemente un po' carbonara, e anzichè attraverso i consueti canali di vendita sembra trovarsi più facilmente su eBay in Germania o Inghilterra.