Jean-Michel Jarre | The Equinoxe Project

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Jean-Michel Jarre | The Equinoxe Project

Postby highinfidelity » 06 Nov 2018, 08:14

Ho letto nelle notizie promozionali della Inside & Out che Jean Michel Jarre è impegnato in una collana di nuove pubblicazioni che intendono ispirarsi ai suoi grandi classici come Equinoxe. Un nuovo disco è in corso di pubblicazione, e sarà venduto con la pessima idea di due differenti copertine - una molto bella e a suo modo geniale, l'altra orrenda - che si riceveranno in modo casuale per volontà dell'autore stesso.

Da ragazzo mi piaceva molto Jean-Michel Jarre, lo ritenevo se non proprio un anticipatore un musicista elettronico molto brillante, abilissimo nell'indovinare linee melodiche che rimanessero impresse negli ascoltatori. Come un po' per tutti, però, nel prosieguo di carriera questa freschezza iniziale si è venuta a perdere.

Qualcuno ha ascoltato questi suoi nuovi lavori ed è riuscito a farsene un'opinione?



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Re: Jean-Michel Jarre | The Equinoxe Project

Postby Dalex_61 » 14 Nov 2018, 11:47

Come te, ho molto seguito e amato Jarre da ragazzo (e anche un dopo). Fino ai primi anni '90 è stato perfetto per i miei gusti. Il successivo avvicinamento alla musica dance elettronica non ne ha limitato la creatività, ma l'ha allontanato dai miei interessi musicali. In tempi ancora più recenti, poi, è tornato al suo catalogo e ha deciso di "continuare" sia "Oxygène" che "Equinoxe". La musica resta scintillante ma, naturalmente, meno originale e nuova di come suonava quarant'anni fa. Un grande, comunque, IMHO.
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Re: Jean-Michel Jarre | The Equinoxe Project

Postby highinfidelity » 22 Feb 2019, 08:39

Caro Dalex, desideravo ringraziarti per il tuo messaggio "possibilista" [:D] riguardo la nuova fatica di Jean-Michel Jarre, perché è andata a finire che da Rock & Folk di Torino mi sono trovato davanti il 33 giri esattamente con la copertina che piaceva a me (= uomini di Pasqua col binocolo) e a questo punto interpretando il casuale ritrovamento come un segno del destino [:D] l'ho acquistato.

Premetto fin d'ora che mi è piaciuto moltissimo e che ho ritrovato il Jarre dei suoi tempi migliori, con un vasto uso di sintetizzatori "filologici" e percussioni elettroniche della sua epoca classica; pochissimi i pasticci "moderni". L'incisione è timbricamente eccellente e silenziosissima, sono veramente contento d'aver acquistato il disco. Conto di tornare presto con la classica "rece" brano per brano con tanto di voti in stile liceo! [O:-)]
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Re: Jean-Michel Jarre | The Equinoxe Project

Postby Dalex_61 » 22 Feb 2019, 10:26

Visto che con i licei ho ancora a che fare, attendo questo tuo post con ansia. Quando Jarre dimentica i suoi amici discotecari è sempre un bel sentire, in effetti.
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Re: Jean-Michel Jarre | The Equinoxe Project

Postby highinfidelity » 22 Oct 2019, 09:31

Chiedo venia per il forte ritardo con cui giunge questa recensione, spero di non aver perso il mio unico lettore di manzoniana memoria... [:D] Anzi chissà che anche Duke non si aggreghi e dica la sua. Fatto è che Equinoxe Infinity mi è piaciuto talmente tanto che sono andato a ritroso ed ho acquistato anche il precedente Oxygène 3. Devo dire che a posteriori Oxygène 3 mi è piaciuto ancora di più (motiverò questa affermazione in chiusura), ma Equinoxe Infinity resta comunque un bellissimo album, in cui Jarre torna a fare (miracolo!!!) quello che mi piaceva sentirgli fare. Si tratta sostanzialmente di un disco in cui l'ottimo Jean-Michel rispolvera non solo lo stile ma anche, fisicamente, i vecchi sintetizzatori e batterie elettroniche che lo avevano reso famoso, con qualche tocco di moderno qui e là non sempre ben dosato. I punti di contatto con Equinoxe del 1978 però a mio parere sono minimi (diversamente da Oxygène 3, come si dirà in futuro) tranne per la copertina, assolutamente geniale, che riprende il tema degli uomini col binocolo.

THE WATCHERS (MOVEMENT 1) - Il disco si apre con un brano introduttivo orchestrale costituito sostanzialmente di effetti sonori retti da una punteggiatura di basso che ricorda vagamente un elicottero in lontananza. Merita d'essere ascoltato con un impianto Hi-Fi in grado di scendere molto in basso sui toni gravi. Dopo un classico sweep analogico degno del Jarre "prima maniera" sono presentati alcuni temi per sintetizzatore sempre su un tempo larghissimo. Nulla di incredibile, ma di bell’effetto. VOTO: 8.

FLYING TOTEMS (MOVEMENT 2) – Si entra nel vivo con una bella tessitura di basso sintetizzato ed ostinati programmati al sequencer, con in sottofondo qualche percussione computerizzata dai timbri tipici di Jarre. L’effetto nostalgia è garantito. Sopra questa veloce tessitura armonica, quasi a contrasto, appoggia una larga e sognante aria di sintetizzatore con tempi di decadimento lunghissimi. Brano molto fruibile ma al tempo stesso raffinato, ricorda le cose migliori del Jarre di un tempo. VOTO: 9.

ROBOTS DON’T CRY (MOVEMENT 3) – Cambio radicale d’atmosfera: un pulsare elettromeccanico di stampo descrittivista ci trasporta in un mondo robotico. Il successivo tema obbligato è suonato (attenzione attenzione) nientemeno che (rullo di tamburi) col violino solo del MELLOTRON!!! Il pulsare passa poi in sottofondo per lasciar spazio ad alcune delicate note sospese di incantata atmosfera. Brano interlocutorio ma molto interessante. VOTO: 7.

ALL THAT YOU LEAVE BEHIND (MOVEMENT 4) – Brano di tono estremamente cupo ed inquietante, acuito da un suono stridente (una specie di armonica sintetizzata) e scandito da campane tubolari sintetizzate suonate su una scala gravissima. Parte poi un ritmo largo, cadenzato dal suono di battito di mani sintetico (altro grande classico di Jarre) che regge un obbligato di synth nuovamente in scala grave. Ancora un brano interlocutorio, ma molto ben fatto. VOTO: 7.

IF THE WIND COULD SPEAK (MOVEMENT 5) – L’atmosfera si riapre e, quasi a contrasto, questa breve coda che chiude il primo lato è punteggiata da campionature che sembrano delle allegre "vocine". Finale di prammatica col suono del vento sintetizzato. VOTO: 7.

INFINITY (MOVEMENT 6) – Dopo qualche suono marino sintetizzato (di nuovo di prammatica) il secondo lato si apre con un bel ritmo allegro con accordi veloci scanditi dal sequencer che ci fanno capire che siamo giunti al brano "scalaclassifica", spendibile anche in discoteca. L’attacco non è male, con un bel tema staccato di synth digitale su un timbro "respirato" tipo vox humana. Purtroppo, poco dopo, l’obbligato del ritornello è suonato con un timbro evolvente orrendo, una specie di papera canterina... [:-|] non so cosa ci abbia visto Jarre, forse voleva essere divertente ma in pratica ha rovinato il pezzo con una caduta di stile terribile. Peccato perché con un bel synth analogico suonato in staccato sarebbe risultato un brano azzeccatissimo! Nei ponti si riascolta un ripieno d’organo tipo "carosello da giostra" usato spessissimo da Jarre, un altro suo timbro-firma purtroppo non in grado di risollevare più di tanto il VOTO: 6 causato dall’abominevole timbro del ritornello (9 se avesse usato qualcosa di meno kitsch).

MACHINES ARE LEARNING (MOVEMENT 7) – Si torna a fare sul serio con un complesso groviglio di basso sintetizzato lavorato con maestria al pitch bender, che ci riporta in un mondo elettromeccanico. Notevole l’idea di punteggiare con un timbro d’ancia d’organo a canne (credo un regal fuerte) e proprio con l’effetto "pseudo-stereofonico" destra/sinistra che producono gli organi con canne en chamade. Più avanti interessanti timbri evolventi di nuovo in stile vox humana. Questo breve brano è sostanzialmente un’introduzione a quello successivo, verso il quale evolve con magistrale continuità. VOTO: 8.

THE OPENING (MOVEMENT 8) - Il ritmo si fa ancora più incalzante e martellante su microsuoni di base (altra tipica firma di Jarre) e più avanti un eccitante ostinato di punteggiature di synth. La batteria computerizzata diventa a tratti una raffica di mitragliatrice. Il tema del ritornello è suonato con un possente timbro di synth analogico: poche e semplici note che restano stampate in testa come le cose migliori di Jarre. C'è anche qualcosa di particolare nelle scansioni ritmiche che non riesco ad individuare: credo ci siano delle battute in tempi dispari ma potrei sbagliare; l'effetto è quello di più battute dispari che si sommano per generare complessivamente un tempo pari. In ogni caso si tratta nuovamente di un potenziale singolo di grande impatto, orecchiabile ma con nascosta sotto una struttura raffinata e complessa. Assolo finale di synth analogico con note strappate in legato. VOTO: 10. (In effetti ho poi scoperto a posteriori che il brano è davvero uscito come singolo, ma credo con un altro titolo, e purtroppo pasticciato e senza la purezza ascetica del brano contenuto nell’LP. Va beh: scelte commerciali.)

DON’T LOOK BACK (MOVEMENT 9) – Un quartetto d’archi sintetico è contrappuntato da un basso sintetico che nuovamente ricorda qualche macchinario o un robot, lasciando ciclicamente spazio a grappoli di note più distese ed eteree. Ancora un brano interlocutorio, ma molto interessante. VOTO: 7.

EQUINOXE INFINITY (MOVEMENT 10) – Tornano le note ascoltate nell’orchestrale d’apertura del disco, ma questa volta siderali e sospese. Torna anche lo stupidissimo timbro "a papera canterina", ma fortunatamente è talmente effettato che quasi non ce ne si rende conto. Il brano ha un lentissimo crescendo ma non è altro che una coda strumentale conclusiva in cui non succede nulla di particolare. VOTO: 6.

Tirando le somme, credo risulti evidente dai voti che questo album mi è piaciuto tantissimo: molta della musica che contiene è stupenda ed il lavoro d'arte effettuato per l'album è bellissimo, già solo la copertina fa venire voglia d'acquistarlo. L'ho ascoltato e riascoltato molteplici volte come non mi accadeva da tempo con un disco nuovo (eccetto ovviamente i dischi di Steve Hackett!). Come anticipato non è del tutto filologico (anche se in gran parte lo è): ha delle aperture verso suoni contemporanei non sempre indovinate, e i punti di contatto anche solo strutturali con Equinoxe sono minimi o forse del tutto assenti. Da questo punto di vista il precedente Oxygène 3 è molto, ma molto più filologico, oserei dire praticamente ascetico, composto con un apparente disinteresse assoluto verso le vendite, verso ciò che è commerciale o commerciabile, e forse addirittura disinteressandosi delle reazioni del pubblico. Ma ne riparleremo fra non molto in un thread apposito. Equinoxe Infinity resta comunque un disco bellissimo da ascoltare e anche da vedere, che mi sento di consigliare senza riserve a chi aveva apprezzato Jean-Michel Jarre nel suo periodo "classico".
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Re: Jean-Michel Jarre | The Equinoxe Project

Postby rkive » 22 Oct 2019, 20:10

Ascoltato i sample su spotify:
https://open.spotify.com/album/4jgAODRrzEoKHSBOAp7g3y

Non ha nulla da invidiare ad un album di musica pop, e per
di più è solo strumentale.
Geniali le vocine di IF THE WIND COULD SPEAK (movement 5)!

E' dai tempi di Enigma MCMXC A.D. (quella di Sadeness) che non
mi divertivo con la musica elettronica.
https://open.spotify.com/album/2PkstTUo2zJbgatbT2JkTU
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