R.I.P. Mark Hollis

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R.I.P. Mark Hollis

Postby Starless74 » 25 Feb 2019, 21:16

La notizia rimbalza sul web in questi minuti, pur non ancora ufficialmente confermata: Mark Hollis se ne sarebbe andato a 64 anni.
Se fosse così, se ne va un artista vero e questo dispiace due volte. [:(]
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Re: R.I.P. Mark Hollis

Postby highinfidelity » 26 Feb 2019, 08:35

Nooooo...

Ma cavolo, che dispiacere! Per carità: era completamente sparito da vent'anni, per riascoltare la sua voce bisognava tirar fuori dischi di quarant'anni prima. Però, come coi Genesis, finché c'era vita si poteva cullare la speranza di sentire ancora qualcosa di nuovo e di grande dai Talk Talk! Ora è proprio finita... [:(]

Ci resta il monumento di quanto fatto dai Talk Talk negli anni '80: per me uno dei complessi più innovativi, iconici ma anche piacevoli da ascoltare della New Wave. Se posso permettermi: tutti i vari tromboni che hanno ascoltato solo Foxtrot - The Dark Side Of The Moon - Banco "ma sì dai quello là quello col salvadanaio" [:-j] (peraltro capendone pure poco...) e si prendono licenza di bollare come "musica di plastica" tutto quello che è venuto dopo (omissis: <<...i loro 16 anni>>), e pensano pure di far la figura degli intellettuali, da un lato non sanno che cosa si sono persi, e dall'altro non si rendono conto di che figura da analfabeti fanno nei confronti di chi le orecchie ha continuato a tenerle aperte.

Perdonatemi lo sfogo. Grazie di tutto Mark! Si sperava ci avresti dato qualcosa in più, ma come diceva l'ingegnere del suono di Nick Drake: <<quando una musica ha quella intensità, non puoi misurare il suo valore in minuti>>. [/:-|]
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Re: R.I.P. Mark Hollis

Postby windshield74 » 26 Feb 2019, 10:01

Ho letto la notizia ieri sera su facebook, ci sono rimasto malissimo.
I Talk Talk, non so come mai, erano uno dei miei gruppi preferiti quando ero bambino: avevo si e no 10 anni (se non ricordo male "It's my life" e "Such a shame" erano del 1984) e in pratica il sabato e la domenica aspettavo i vari Discoring, Deejay Television e Superclassifica Show (ma ve lo ricordate Seymandi? "E ora la linea torna a Maurizio Seymandi! Smaaaaack!" Vabbè, passiamo oltre...) per riuscire a vedere spezzoni dei loro video e alla radio giravo in continuazione le stazioni per riuscire a trovare le loro canzoni.
Mi ero fissato soprattutto su un passaggio, quelle poche note di tastiera alla fine del ritornello di "Such a shame" e ancora oggi quando la risento qualche brivido mi corre lungo la schiena.
Poi se ne uscirono con quel bellissimo pezzo "Life is what you make it" e poi...mannaggia a loro, di fatto sono spariti o comunque non li ho seguiti.
Però qualche anno fa un loro Greatest Hits me lo sono comprato, oggi lo riascolterò molto volentieri, sarà un modo per rendere omaggio a Mark.
Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand'ella altrui saluta, e invece è una maiala risaputa...
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Re: R.I.P. Mark Hollis

Postby Thomas Eiselberg » 26 Feb 2019, 11:08

Che brutta notizia. [:.-(]

Per anni ho sperato che tornasse in pista e invece...

Anche io cominciai ad ascoltare i Tall Talk da bambino (fine anni '80) e ho continuato a farlo e continuo a farlo tuttora. Gruppo per me molto molto sottovalutato, che riusci' ad andare al di la' del pop contaminandolo e arrivando ad una proposta sonora originale e personalissima, tanto che un gruppo come i Marillion della seconda fase li hanno spesso citati come grossa influenza.

Ci sono rimasto malissimo, certo erano anni e anni che non pubblicava qualcosa ma per me i Talk Talk sono un pezzo d'infanzia (e non solo) e mi ritrovo con quanto scritto da Wind (stessa cosa per me quella parte di tastiera) [:(]
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Re: R.I.P. Mark Hollis

Postby 11mo Conte di Mar » 26 Feb 2019, 11:46

Avete detto tutto voi.
Non mi reputo uno di quei tromboni citati da High ma ho sempre pensato che gli '80 ci hanno dato molta musica di plastica.
Ma i Talk Talk riuscivano ad elevarsi dal mucchio nonostante il lavoro di appiattimento operato dalle radio e mtv vari...
Da ricordare anche gli ultimi 2 album, Spirit of Eden e Laughing Stock, il primo fu accostato all' epoca, ricordo, anche ai Genesis.
Si trattava di sperimentazione elegante che gettava le basi di quello che poi avremmo chiamato post rock.

Il punto di contatto tra Marillion e Talk Talk, almeno per me :
https://youtu.be/IN0IFLsspN8

Gruppo decisamente influenzato da Hollis e i TT:
https://youtu.be/bnXkMNyc794

Se ne va prematuramente un altro ottimo artista, che aveva cmq lasciato da tempo le scene...

Interessante disamina:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/0 ... k/4997992/
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Re: R.I.P. Mark Hollis

Postby Thomas Eiselberg » 26 Feb 2019, 12:02

Bellissima Beyond you dei Marillion. Vero, e' uno dei pezzi dove si sente di piu' l'influenza dei Talk Talk, anche nel cantato di Steve Hogarth che e' molto hollissiano
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Re: R.I.P. Mark Hollis

Postby Starless74 » 26 Feb 2019, 13:19

L'ultima cosa che ci resta di lui è un album che portava solo il suo nome, uscito nel gennaio 1998.
Registrato su 24 tracce analogiche, rigorosamente con strumenti acustici, distillava l'essenza artistica di Hollis
svincolata già da un decennio dal synth-pop tanto in voga negli anni '80.

Il disco portava avanti (o meglio ribadiva) la svolta stilistica inaugurata con l'immenso Spirit Of Eden (1988)
e suggellata, almeno per quanto riguarda il nome Talk Talk, dall'altrettanto affascinante Laughing Stock (1991),
arrivando a lambire profondità fino ad allora raggiunte (a mio parere) solo da David Sylvian e pochi altri.

Talk Talk - Spirit Of Eden (1988)
https://www.youtube.com/playlist?list=P ... 310CBAF1E7

Talk Talk - Laughing Stock (1991)
https://www.youtube.com/playlist?list=P ... qFwBbgaNw5

Mark Hollis (1998)
https://www.youtube.com/playlist?list=P ... rJRr0tWZRP
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Re: R.I.P. Mark Hollis

Postby Duke59 » 26 Feb 2019, 21:35

Ho letto la notizia e ne sono rimasto molto rattristato.

Hollis era un personaggio fuori dagli schemi, ricordo che lessi alcune sue interviste e rimasi colpito dalla profondità dei suoi ragionamenti.

Per essendo un prog guy ho molto amato i Talk Talk e le loro canzoni più famose. Poi ho anche ascoltato le cose più impegnative fatte in seguito e le ho trovate notevoli.

Lungo lo scorrere degli anni ogni tanto capitava che le loro canzoni sbucassero impreviste dalla radio o dalla TV ed ogni volta che cià accadeva mi sono fermato ad ascoltarle facendomi cullare da quella voce così particolare e densa di emozioni.

A mio avviso "Life's what you make it", con la sua struttura semplice, l'incalzare ripetitivo, un testo minimale che punta dritto al bersaglio, un riff di chitarra killer e la voce struggente di Hollis è una delle canzoni pop-rock più belle ed evocative degli ultimi 50 anni.

Non so se fosse più Mark Hollis a trovarsi a disagio con il music business o se fosse più il music business a trovarsi a disagio con Mark Hollis, fatto sta che passato il periodo dei successi pop rock i Talk talk cambiano strada musicale, diventando meno commerciali e più arditi fino a sciogliersi.

Hollis farà parlare ancora di sè in qualche occasionale apparizione in collaborazioni artistiche e ... scopro ora in forte ritardo ... con un suo album.

Una produzione quantitativamente limitata ma che ha saputo toccare il cuore e la mente di moltissimi.
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Re: R.I.P. Mark Hollis

Postby Montecristo » 30 Mar 2019, 18:59

artista musicalmente coltissimo, sia nei capolavori della maturità che nei brani killer che ti accompagnano per tutta la vita come "such a shame" (e a vederlo in video sembrava pure simpatico e un modello da imitare)

una carriera più importante di quella di molti parrucconi progressive
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Re: R.I.P. Mark Hollis

Postby rkive » 01 Apr 2019, 15:38

I Talk Talk addirittura aprirono il concerto della Reunion con Peter nell'82.
Stupenda "It's my life" e "Such a Shame" era un riempipista.
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Re: R.I.P. Mark Hollis

Postby rkive » 27 Apr 2019, 16:33

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Re: R.I.P. Mark Hollis

Postby highinfidelity » 16 Sep 2020, 17:57

Riprendo questo triste e luttuoso thread per confrontarmi con chi avesse - magari proprio in quella occasione - acquistato le ristampe di Spirit of Eden e Laughing Stock.

A suo tempo infatti Mark Hollis si comportò come il nostro Lucio Battisti, rifiutando interviste, promozione stampa, set fotografici eccetera, e il risultato (ahimè scontato...) fu che personalmente neppure seppi dell'uscita di questi due ultimi dischi a firma Talk Talk.

Ho rimediato acquistando - per precisione - la ristampa Parlophone (2012) di Spirit of Eden e la ristampa Back To Black (2015) di Laughing Stock. Desideravo segnalare in particolare agli amici audiofili del forum, con un pensiero particolare per il mio gemello diverso Alain, l'eccezionale qualità del pressing di queste ristampe, che sono finite direttamente nel ristretto novero dei miei dischi di riferimento assoluto. Non solo la silenziosità dei solchi è al limite dell'incredibile, ma la masterizzazione è stata ottimizzata in modo da tenere i solchi il più possibile lungo il bordo esterno, tanto che al centro risulta una parte inutilizzata del disco molto ampia.

Di recente ho visto questa tecnica, che evita di incidere solchi su un cerchio troppo stretto attorno all'etichetta, con velocità lineare pericolosamente bassa ed errore di tracciamento a rischio impennata, spinta a livelli un tempo sconosciuti. Certamente si sono sempre incisi più "impaccati" i solchi relativi a passaggi di "piano" o "pianissimo" - e lo si vede anche ad occhio - ma ora questa tecnica è andata oltre e si vedono spesso dischi di lunghezza considerevole che ad occhio appaiono mezzi vuoti. Immagino che ciò si ottenga con una attenta pre-masterizzazione assistita al calcolatore, analizzando con grande cura i livelli di ampiezza del segnale sonoro prima di procedere all'incisione vera e propria del master.

Per quanto riguarda il contenuto musicale, si tratta a mio parere di due album quasi gemelli. Nel primo Hollis fa sterzare i suoi Talk Talk verso territori di un jazz leggero e rarefatto, caratterizzato da percussioni sfumate, strumenti diafani, in cui musica e silenzio hanno quasi la stessa importanza. L'ultimo disco a firma Talk Talk è aperto ad un numero incredibile di collaboratori, e pur viaggiando in territori prossimi al precedente, presenta effettivamente qualche venatura nuova che anticipa il post-rock indipendente che prenderà piede una decina d'anni dopo (su wikipedia ed altre recensioni si leggono al proposito frasi molto più assertive, a mio parere esagerate nonostante effettivamente ci sia del vero).

Se non li avete ancora, assolutamente da comprare, anche per la sublime qualità dell'incisione. Se invece già li avete... aspetto vostri commenti! [;)]
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Re: R.I.P. Mark Hollis

Postby rkive » 16 Sep 2020, 20:13

highinfidelity wrote:Se non li avete ancora, assolutamente da comprare, anche per la sublime qualità dell'incisione. Se invece già li avete... aspetto vostri commenti! [;)]

Talk Talk - Spirit of Eden (1988)
https://www.youtube.com/watch?v=HSfGvuiFOWI

Lo comprai appena uscito, chiaramente in musicassetta, e fu una grande delusione anche perchè mi aspettavo brani tipo It's My Life.

Purtroppo per me allora era musica troppo monotona, senza ritmo, quasi sperimentale, chissà adesso...
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Re: R.I.P. Mark Hollis

Postby highinfidelity » 17 Sep 2020, 21:54

Eh beh no...It's My Life decisamente non c'è più. I Talk Talk sono stati uno tra i pochi complessi che sono cresciuti e si sono evoluti assieme ai loro ascoltatori, anche se forse troppo rapidamente, in una manciata d'anni troppo breve. Comunque personalmente apprezzo sempre molto i pochi complessi che riescono a percorrere questa traiettoria di maturazione.
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Re: R.I.P. Mark Hollis

Postby maomac 2 » 18 Sep 2020, 19:20

Spirit of Eden disco molto bello musica da ascoltare per farsi trasportare in un lungo sogno. l'ho preso a suo tempo su cd dopo che i precedenti li ho su vinile, ma nel 1988 i cd andavano per la maggiore. Tornando ai Talk Talk sono stati il gruppo che ho sempre preferito tra i complessi degli anni '80.
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Re: R.I.P. Mark Hollis

Postby rkive » 19 Sep 2020, 18:54

Rai Radio 3 Sei gradi- Talk Talk- Desire
https://www.raiplayradio.it/audio/2019/ ... f7762.html

Interessante, perchè viene raccontata la particolare figura di Mark Hollis e della "misteriosa" registrazione di Spirit Of Eden.

Non me lo ricordavo cosi movimentato questo brano... [:)]
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Re: R.I.P. Mark Hollis

Postby aorlansky60 » 20 Sep 2020, 16:07

highinfidelity wrote:Riprendo questo triste e luttuoso thread per confrontarmi con chi avesse - magari proprio in quella occasione - acquistato le ristampe di Spirit of Eden e Laughing Stock.

Desideravo segnalare in particolare agli amici audiofili del forum, con un pensiero particolare per il mio gemello diverso Alain, l'eccezionale qualità del pressing di queste ristampe, che sono finite direttamente nel ristretto novero dei miei dischi di riferimento assoluto. [;)]



[:D] [:)] [:)] [:)] [:)] Egregio Direttore Marco, grazie per la citazione; per me è un onore e non stò scherzando. [:)] [:)] [:)] [;)]

I Talk Talk sono tra i gruppi della nuova ondata britannica anni 80 che più mi sono piaciuti; ricordo che quando ascoltai per la prima volta "It's my Life" in Tv non rimasi indifferente, quella canzone mi piaceva davvero! Così acquistai l'album. Ma la vera conferma ed anche oltre, per me arrivò con l'album successivo THE COLOUR OF SPRING che acquistai in tempo reale alla sua pubblicazione (1986): bellissimo. Decisamente superiore al precedente. Non più solo pop song, ma suoni "diversi" e una ricerca musicale che si poteva chiaramente intuire, Hollis voleva seguire un strada diversa dalla media del tempo. L' intro dell' album "HAPPYNESS IS EASY" per me da sola vale l'acquisto di tutto il disco! Tra l'altro -e questo interesserà Marco e tutti i patiti come noi due di "suoni registrati ad arte"- [:D] quest'album ha una resa sonora SUPERLATIVA, complimenti a tutto lo staff che ne curò la registrazione e il mixaggio e tutta la sua produzione.

Dopo questo, Mark Hollis decise oltre modo di stupire i suoi ascoltatori con due albums che definirei veri e propri "CULT" ovvero i due titoli citati da Marco oggetto di ristampa (comprai questi due album, THE SPIRIT OF EDEN e LAUGHING STOCK in tempo reale di pubblicazione (sempre anni 80, sul finire del decennio), sia in vinile che successivamente in CD; inutile dire che anche questi due, oltre ad essere meravigliosi -per me- per quanto riguarda la parte artistica, continuano ad essere un esempio in fatto di BUONA REGISTRAZIONE, evidentemente il buon Mark ci teneva e pretendeva il massimo su questo aspetto dal team di registrazione) .

Poi il silenzio. Peccato. Evidentemente la proposta di Hollis (specie l'ultima) fu ritenuta troppo anticommerciale da qualsiasi etichetta… Rimangono comunque due album coraggiosi (oltre che splendidi esempi di musica alternativa) da tenersi stretti e riascoltarsi, di tanto in tanto… [:)]
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Re: R.I.P. Mark Hollis

Postby rkive » 23 Sep 2020, 15:38

highinfidelity wrote:Eh beh no...It's My Life decisamente non c'è più. I Talk Talk sono stati uno tra i pochi complessi che sono cresciuti e si sono evoluti assieme ai loro ascoltatori, anche se forse troppo rapidamente, in una manciata d'anni troppo breve. Comunque personalmente apprezzo sempre molto i pochi complessi che riescono a percorrere questa traiettoria di maturazione.

E' da una settimana che ascolto Spirit Of Eden ed è stata una piacevole sorpresa.

Ho letto questa frase da chi ha acquistato l'album:

The only problem with this album is that it was 30 years ahead of it's time back in the late 80's.


https://www.amazon.com/Spirit-Eden-Talk ... 864&sr=8-2

Questo è il bello della musica prog o non "classificabile". [:)]
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Re: R.I.P. Mark Hollis

Postby aorlansky60 » 24 Sep 2020, 08:08

@ rkive

riguardo all'osservazione fatta in lingua inglese da un utente che hai riportato, se si considera il background da cui proveniva Mark Hollis (pop rock) essa è attinente,

ma il fatto è che la nuova proposta di Hollis tramite THE SPIRIT OF EDEN (poi proseguita con LAUGHING STOCK) non era più pop (o rock) ma NEW AGE (o Ambient) quindi già in linea con la NEW AGE degli anni 80 di cui avevo già preso contatto con diversi autori e compositori, quindi per me la nuova via musicale intrapresa da Mark Hollis è stata ben accettata ed apprezzata fin da allora. [:)]
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Re: R.I.P. Mark Hollis

Postby highinfidelity » 24 Sep 2020, 08:44

Personalmente forse lo classificherei più come Ambient Jazz... Il termine New Age lo collego ad altri tipi di cose più leggere e più easy, ma devo anche dire che non conosco molto il genere per cui può darsi benissimo che esistano dischi tradizionalmente classificati come New Age simili a questo.

Se Ambient Jazz è, la sua particolare bellezza sta nel fatto d'essere suonato con strumenti acustici e cantato, entrambe cose inusuali nei dischi Ambient tradizionali, solitamente realizzati con grande dispiego di sintetizzatori.

Comunque Rkive, lietissimo che tu lo abbia rivalutato! Molti dischi coi quali un artista compie un lungo passo in avanti, spesso sul momento lasciano sconcertati e richiedono molti anni per essere rimessi in prospettiva ed apprezzati. Ammetto candidamente che il fatto d'averlo ascoltato solo ora ha giocato a mio favore: è possibile che all'epoca l'avrei potuto considerare troppo scollegato dai lavori precedenti.
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Re: R.I.P. Mark Hollis

Postby rkive » 24 Sep 2020, 16:34

highinfidelity wrote:Personalmente forse lo classificherei più come Ambient Jazz... Il termine New Age lo collego ad altri tipi di cose più leggere e più easy, ma devo anche dire che non conosco molto il genere per cui può darsi benissimo che esistano dischi tradizionalmente classificati come New Age simili a questo.

Se Ambient Jazz è, la sua particolare bellezza sta nel fatto d'essere suonato con strumenti acustici e cantato, entrambe cose inusuali nei dischi Ambient tradizionali, solitamente realizzati con grande dispiego di sintetizzatori.

La batteria si sente poco, ma mi pare suonata in modo tradizionale, così come la chitarra elettrica e quindi riconducibile al rock.

Nei momenti silenziosi, sembra musica ambient o new age, perchè prevalgono le tastiere che creano un sottofondo soft, anche se si nota la presenza dei fiati, degli archi e su un brano anche un armonica blues.

Il cantato sono delle proprie song, eseguite alla maniera drammatica di Mark Hollis, però il ritmo è lento quasi recitato.

Se per jazz s'intende "improvvisazioni" direi di si, anche perchè ho letto che i brani sono il risultato di diverse jam in una chiesa sconsacrata (!?).

Su Wikipedia, Allmusic e Discogs, la voce prevalente è art-rock, più o meno come gli 'album Us o Up di Peter Gabriel (è il tipo di musica più simile che conosco).
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Re: R.I.P. Mark Hollis

Postby rkive » 25 Sep 2020, 19:16

Per non farci mancare niente...
http://www.storiadellamusica.it/pop-mus ... 88%29.html

Qui l'album viene definito come genere Pop Art-rock Jazz, e mi devo correggere perchè il jazz c'è, tipo alla Miles Davis di Round About Midnight.

https://www.youtube.com/watch?v=Ys9wiGNDCvA
Miles Davis - 'Round Midnight (Audio)
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Re: R.I.P. Mark Hollis

Postby rkive » 29 Sep 2020, 22:25

Out of topic!

Una mia interpretazione dei testi. [:)]

Talk Talk- Spirit Of Eden.

Rainbow.
Qui l'arcobaleno non è l'immagine serena dopo un temporale, ma i punti di vista contrastanti sul condono di una detenuto (difesa, accusa e vittima).
Il finale sembra aperto "The trial is gone, the trial goes on".

Eden.
Il titolo sembra provocatorio, perchè non viene descritto un luogo sereno e rassicurante, ma un posto drammatico, dove tutti vogliono imporre la proria volontà.
"Everybody needs someone to live by- Rage on omnipotent".

Desire.
Il desiderio dovrebbe spingere a raggiungere la felicità, ma qui viene rifiutiato per paura di rischiare.
"That ain't me, babe- Ain't got a bed of excuse for myself".
Anche qui il titolo sembra il contrario di quello che dice il testo.

Inheritance
Parole rivolte da un padre verso il figlio: ma l'eredità non sono i valori che trasmettiamo, ma la speranza che non vengano ripetuti i nostri errori.
"Nature's son- Don't you know where life has gone- Burying progress in the clouds".

I Believe In You.
Il brano forse fa riferimento alla tragedia della morte del fratello per droga.
"Hear it in my spirit- I've seen heroin for myself".
Questo spirito dà un' illusione di libertà, e porta invece alla schiavitù dell'eroina.

Wealth.
La vera ricchezza, cioè per essere liberi, bisogna perdere la propria libertà.
Liberi del proprio spirito per seguire lo Spirito dell'amore.
"Take my freedom for giving me a sacred love".
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