highinfidelity wrote:Riflettevo oggi su come sia singolare che Morricone, musicista poliedrico con all'attivo colonne sonore per western, canzonette per Mina e Milva, nonché musiche con pretese sinfoniche, non si sia mai occupato (non che io sappia, almeno...) di rock progressivo, come invece fece in lungo e in largo il suo collega e in un certo senso "rivale" Luis Bacalov, che anzi fino all'ultimo collaborò ancora con i New Trolls per il loro Concerto Grosso N° 3. Non me lo sono mai chiesto prima, ma ora mi chiedo se si tratti di una semplice coincidenza (nessuno "osò" chiedere la sua collaborazione, casualmente non entrò in contatto con i personaggi giusti al momento giusto...) o se per qualche oscura ragione se ne tenne volutamente al largo. Perché per altri versi il rock progressivo, soprattutto il filone sinfonico, mi sembrava un territorio ideale per lui, come lo fu per Bacalov.
In effetti, il percorso del maestro va dagli arrangiamenti per le canzonette dei primi '60 (suo il celebre salto d'ottava "A-a-bbronzatissima..."), poco più che un lavoretto giovanile prima di sfondare con la "trilogia del dollaro", all'adesione a un gruppo super-elitario e snobissimo come Nuova Consonanza. Nel mezzo è come se non ci fosse nulla. La mia impressione è che il rock in generale non l'abbia mai interessato, salvo sperimentare con sonorità attigue come la chitarra elettrica di Enrico Ciacci (fratello di Antonio, alias Little Tony) in
Per un pugno di dollari o a strizzare l'occhio al pop con la celebre
Here's to you, (Nicola and Bart) affidata nientemeno che all'icona
hippy Joan Baez.
Perché non il
progressive? Non so, forse il barocco tanto caro al Bacalov di Concerto Grosso non era nelle sue corde o forse guardava il fenomeno rock dall'alto al basso a causa della sua formazione accademica.
La produzione di Morricone è sterminata anche solo limitandosi a cinema e tv e io non ne conosco che una minima parte, ma per ora non trovo affinità col progressive in nessuna delle opere più celebri se non, appunto, l'inevitabile legame con la musica classica nell'uso dell'orchestra.
Non voglio mischiare le pere e le mele, come si suol dire, ma mi viene in mente Leonard Bernstein che una volta, alla domanda su cosa pensasse della versione dei Nice della sua
America rispose: «The Nice? mai sentiti...» (e non era vero, si era opposto alla pubblicazione del singolo negli USA per il presunto approccio "antiamericano" di Emerson & C.).
...Ma la mia è solo una supposizione.
Ripples never come back.