Giovedì scorso (9 giugno) siamo andati a Milano per vedere i Greta Van Fleet dal vivo all'ippodromo SNAI La Maura. Ero veramente confuso in merito a cosa aspettarmi dalla loro
performànce sia perché sono molto giovani, sia perché la loro musica richiede prestazioni vocali oltre i normali limiti umani da parte di Josh Kiszka, che supponevo quindi si sarebbe un po' "risparmiato" per arrivare indenne a fine concerto.
Il concerto in realtà era quadruplo: aprivano gli Ego Kill Talent, che ho sentito suonare solo da lontano in quanto ancora non eravamo riusciti a raggiungere l'ippodromo (ma di questo dirò in un topic a parte!), poi The Amazons (bravi e abbastanza originali, mi sono piaciuti) e quindi ancora The Struts (alcune loro canzoni sono ben note, un po'
glam alla vecchia maniera, molto simpatici, mi hanno molto divertito).
Quando all'imbrunire sono infine usciti i Greta Van Fleet, ho capito subito che non ce n'era per nessuno: fantastici, altroché risparmiarsi, ci han dato dentro senza nessuna pietà, soprattutto senza pietà per loro stessi! Unico accorgimento: intervallare ai brani cantati qualche lungo passaggio strumentale, ma per il resto niente acuti ribassati, niente note accorciate, niente coriste che rubano la nota - tutte cose alle quali ahimé noi genesisiani siamo tristemente abituati. Direi anche niente parti preregistrate - se ce n'erano erano veramente minimali, tant'è che non me ne sono accorto. Le immagini sui maxischermi (in precedenza a colori) venivano proiettate in bianco e nero credo per omaggiare alcuni ben noti filmati storici di Hendrix e Page, con effetto indubbiamente riuscito, anche perché come già scritto in precedenza il livello musicale è quello, se non addirittura superiore (per quanto mi riguarda lo ritengo superiore).
Fantastici ovviamente Josh Kiszka e Jake Kiszka che assurge a nuova icona della Gibson "diavoletto", ma molto divertente anche seguire Sam Kiszka alternarsi tra basso e organo. Nota di merito anche per il batterista (unico non imparentato) Danny Wagner, che dal vivo mi è piaciuto molto più che in studio - nei dischi difatti può capitare d'ascoltare qualche occasionale ingenuità, non so se dovuta alla giovane età o forse piuttosto ad una produzione non impeccabile.
Torno nuovamente a consigliarveli come la migliore e, almeno da parte mia, più attesa novità in ambito rock dal 1991 ad oggi.
Tanto per cambiare, anche questa volta il complesso è stato bersagliato da critiche sciocche e immotivate: secondo alcuni, sarebbero stati "freddi con il pubblico". Non è assolutamente vero, anzi lo spettacolo si è persino concluso con degli omaggi floreali alle ragazze sotto il fronte del palco. Se per "freddezza" s'intende il fatto che non ci sono stati i soliti siparietti in cui il pubblico batte le mani (fuori) tempo o ripete in coro "ii aa eee eee ee", se mi permettete,
ben venga: non ero certo lì per sentir battere le mani fuori tempo o canticchiare ii aaaaee. La freddezza, musicalmente parlando, sta in altre cose, non certo in queste.