The Beatles - Get back documentary

Un'area dedicata all'esplorazione dell'universo musicale in genere, e degli altri protagonisti del rock progressivo in particolare.

The Beatles - Get back documentary

Postby Duke59 » 05 Dec 2021, 12:46

Consiglio ad Aorlansky, e a tutti gli appassionati di questo Forum (beatlesiani e non), la visione della versione integrale di "Get back" assemblata da Peter Jackson (Il signore degli anelli) da poco disponibile su Disney+

https://www.repubblica.it/serietv/disney-plus/2021/11/29/news/get_back_docuserie_peter_jackson-328260216/

Questo il trailer

https://youtu.be/SvzHQRaD5uQ
Ovviamente sono disponibili i sottotitoli in italiano

Ho iniziato da poco a vederla (sono cirrca 8 ore in totale) e in pratica si assiste in diretta alla nascita delle canzoni dei Beatles che finirono su "Let it be" insieme a gran parte delle canzoni che faranno poi parte di "Abbey Road" (il loro ultimo album anche se venne pubblicato prima di Let it be).

Credo che quasi tutti sappiano quale fu la genesi del progetto Get back.

I Beatles avevano annunciato il 29 Agosto 1966 il loro ritiro definitivo dalle esibizioni live, che Lennon definì "dei maledetti riti tribali che non hanno più nulla a che fare con la musica" ed erano reduci da Sgt. Pepper (1967), Magical Mystery tour (1967) e White album (1968) - quest'ultimo registrato in gran parte senza che i 4 nemmeno si incontrassero in studio - tutti album registrati senza l'idea di doverli proporre dal vivo.

Dopo la morte del loro manager Brian Epstain avvenuta nel 1967 i Beatles come gruppo erano alla deriva e avevano già avviato le loro carriere soliste: Lennon insieme alla moglie Yoko Ono aveva pubblicato "Two virgins" (1968), McCartney la colonna sonora "The family way" (1967), Harrison anche lui con la colonna sonora "Wanderwall music" (1968), mentre Ringo si era dato al cinema con "Candy e il suo pazzo mondo" (1968).

Arriva la fine del 68 e i Beatles (McCartney in particolare) si rendono conto che il gruppo di fatto è come morto. Viene allora lanciata un'idea azzardata: tornare alle radici (Get back) lavorando di nuovo tutti insieme a tempo pieno, cercando di ricreare l'affiatamento dei primi anni per preparare uno show live con canzoni nuove composte per l'evento; il tutto sotto l'occhio delle telecamere, che avranno così modo di testimoniare "in diretta" il processo creativo oltre che il concerto vero e proprio.

L'obiettivo era quello di scrivere 14 nuove canzoni in 17 giorni e poi proporle in un concerto live; considerando che i 4 non suonavano insieme da molti anni si trattava di un'impresa decisamente impegnativa.

Le frizioni tra i 4 (in particolare tra McCartney ed Harrison, mentre un Lennon sotto l'effetto dell'eroina e con la moglie Yoko Ono sempre presente e muta al suo fianco, all'inizio si rivela piuttosto assente) diventano evidenti sin da subito ... non dico di più perchè ci sono anche alcune sorprese di cui non ero al corrente ... e il traguardo che si sono posti pare decisamente irraggiungibile.

Jackson ha fatto un ottimo lavoro ripulendo audio e video in modo spettacolare e documentando giorno per giorno le sessioni di prove con tanto di date spuntate dal calendario in cui vediamo inesorabilmente avvicinarsi la data del concerto e ci chiediamo come potranno mai farcela a scrivere ed imparare in tempo il nuovo materiale, dato che il 70 % del tempo lo passano a cazzeggiare o a discutere.

Dalle 60 ore di riprese disponibili (molte delle quali effettuate ad insaputa degli stessi Beatles) Jackson ne ha selezionate circa 8 montandole in rigorosa sequenza cronologica.

Qui la breve reazione/critica (15 minuti) di Rick Beato dopo la visione del documentario

https://youtu.be/qzihz9k2B1E

Per ora ne ho visto solo una piccola parte (circa 1h30 delle 8 totali) ma - dopo un inizio zoppicante dove sembra che il solo McCartney sia interessato alla cosa - già sono rimasto affascinato (vedi spoiler dopo la fine del post).

Spero che ciò non venga presa come pubblicità a Disney+ ma per vedere Get Back mi sono iscritto per un solo mese a quella piattaforma al costo di 9 € senza obbligo di reiscrizione.

Il prezzo di un biglietto per il cinema per un documentario imperdibile che dura 9 ore.

Se avete fatto parte di un gruppo, se avete scritto musica o canzoni, se avete strimpellato qualche strumento o anche se siete solo grandi appassionati di musica vi consiglio caldamente la visione di questo documento che definire unico è riduttivo.

Ed ora

..... SPOILERINO ......
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.

il giorno in cui, irritato dal forte ritardo di Lennon, ho visto McCartney afferrare rabbiosamente il basso, e iniziare a strimpellare nervosamente le corde tirando fuori casualmente quello che si rivelerà l'embrione di "Get back" ho avuto un colpo al cuore.

Vedere sotto i miei occhi il processo creativo di quelle che diventaranno canzoni immortali mi ha commosso fortemente.

E sono solo all'inizio.
Duke59
Lamb
Lamb
 
Posts: 1432
Joined: 28 Oct 2005, 16:26
Location: Italy

Re: The Beatles - Get back documentary

Postby Starless74 » 05 Dec 2021, 16:16

Un documento semplicemente meraviglioso, anche nelle poche parti in cui le frizioni emergono, peraltro tutte concentrate nella prima puntata.
Considerazioni sparse:
    1) il prossimo che mi dice che i Beatles sono "sopravvalutati" gli sparo; [:D]
    2) il prossimo che mi dice che Ringo non sapeva suonare mi limito a mandarlo a fncl;
    3) erano giunti alla fine della loro strada come band, avevano già cambiato il mondo e non avevano neanche trent'anni;
    4) [ SPOILER ] sul tetto di un palazzo di quattro piani, col freddo di fine gennaio a Londra, una troupe cinematografica attorno e senza casse monitor davanti: neanche una stonatura e due pezzi su cinque finiranno su disco, senza ulteriori ritocchi (vedi 1).
Last edited by Starless74 on 05 Dec 2021, 20:56, edited 1 time in total.
Ripples never come back.
User avatar
Starless74
England Seller
England Seller
 
Posts: 649
Joined: 29 Jul 2010, 19:04
Location: Italy

Re: The Beatles - Get back documentary

Postby Thomas Eiselberg » 05 Dec 2021, 18:21

Comunque volevo dire che i Beatles sono sopravvalutati e che Ringo non sapeva suonare.




Scherzo scherzo, via la pistola, aiutooooo [:D]
Essi vivono noi dormiamo. Obbedisci, compra, non pensare, il denaro è il tuo dio.

E' buona cosa leggere sempre leFAQ
User avatar
Thomas Eiselberg
GLOBAL MODERATOR
GLOBAL MODERATOR
 
Posts: 7735
Joined: 21 Oct 2005, 15:51
Location:

Re: The Beatles - Get back documentary

Postby aorlansky60 » 06 Dec 2021, 09:17

Spero che ne pubblichino presto la versione su supporto (DVD) dato che non ho abbonamento SKY e neppure intendo sottoscrivere un pre contratto -seppure a costo irrisorio- di un mese a Disney Chanel... [:-I]


"Dopo la morte del loro manager Brian Epstain avvenuta nel 1967 i Beatles come gruppo erano alla deriva e avevano già avviato le loro carriere soliste..."

Vero che i Quattro rimasero alquanto scossi e colpiti dalla scomparsa di Epstein (che per loro non era "solo" un manager, ma anche un amico, uno dei pochi e sinceri su cui poter contare -da quando divennero celebri sono innumerevoli le "sanguisughe parassite" che cercarono di legarsi in qualche modo ai nuovi "Re Mida" del POP- dato che era appena più anziano di loro solo di qualche anno e dato che i quattro SAPEVANO BENE quanto BRIAN "si spese" per farli emergere, fin da quando i Beatles non erano ancora nessuno...) ma quei primi tentativi non li citerei a livello di "inizio carriera solista": a parte che THE FAMILY WAY (di PAUL con la produzione di George Martin) è del 1966 come genesi (anche se pubblicato nel 1967, quindi in periodo ancora "non sospetto"), io definirei "sperimentazioni a titolo personale" le fuori uscite dalla CASA MADRE di George e di John del 68 e 69 (considerandone il contenuto: gli "esperimenti sonori" [:-j] di John insieme a Yoko attraverso un paio di albums sono -purtroppo- [:-j] ben noti; anche i due albums di George sono alquanto "sperimentali", specie il secondo "Electronic sound" col quale egli "gioca" a prendere confidenza con il suo nuovo synth "Moog" appena acquistato da un recente viaggio in California, mentre il suo primo album solista "Wonderwall Music" è di fatto la colonna sonora dell'omonimo lungometraggio, anche se a tratti di gran pregio ma in molti suoi brani poco più che abbozzi e comunque totalmente strumentali privi di testo e di parti cantate), anche perchè entrambi nel 1968 ed inizio 1969 avevano [e sentivano] ancora ben saldo il cordone ombelicale che li legava insieme come Beatles. L'intenzione di "farla finita" -come band- venne prima di tutti a John nell'estate 69 (durante le sessions di "Abbey Road") e a George (perchè John e Paul non gli lasciavano pubblicare il materiale che lui credeva meritevole al pari di quello degli altri due), ma Paul McCartney era decisamente quello intenzionato a mandare avanti la carriera del quartetto, nonostante i primi attriti personali cominciati ad emergere dal 1968 ed ulteriormente accresciuti nel 1969 (infatti Paul fu quello che ci rimase più male nel dover assorbire ed accettare "la realtà" quando LENNON gliela mise di fronte, nell'autunno 69, quando gli annunciò di "volerla fare finita definitivamente" come Beatles, infatti fu proprio lui a sciogliere la band alla fine del 1969, anche se per motivi contrattuali il loro manager Allen Klein lo supplicò di non rendere pubblica ed ufficiale LA NOTIZIA -dato che aveva appena rinegoziato per loro il rinnovo di contratto con la EMI- ... John accettò il consiglio e non divulgò ciò che ormai ERA UN DATO DI FATTO DA LUI DECISO, ma qualche mese dopo fu Paul che si prese il "centro" dei clamori della stampa nell'Aprile del 70 quando annunciò al mondo che "i Beatles non esistevano più", quando di fatto "non esistevano già più" almeno da 6 mesi prima...)


Durante le riprese del film "Get Back" (che poi fu reintitolato "Let it Be" quando venne pubblicato nel 1970) non passa inosservato l'atteggiamento APATICO di Lennon mentre ad emergere è l'atteggiamento "iper attivo" di McCartney: proprio perchè quest'ultimo era DECISAMENTE intenzionato a "portare avanti" la carriera del quartetto, mentre Lennon (a differenza del suo partner artistico) stava iniziando a maturare l'idea che nella vita "ci potesse essere qualcosa di diverso" oltre al solo fatto di essere "un Beatle"... Infatti il suo contributo all'album sarà minimo (di notevole, nello standard che Lennon aveva abituato negli anni precedenti, ci sarà solo "Across the Universe"). C'era un altro motivo importante che rendeva Lennon particolarmente "sulle sue" e in qualche modo "astioso" verso il mondo esterno in quel periodo, già fin dall'estate precedente del 68 : il fatto che Yoko Ono non fosse stata accettata favorevolmente non solo dall'entourage della band e dal suo cerchio esterno di conoscenze, ma perfino dal "nucleo" più stretto a lui (ovvero: dagli stessi Paul George e Ringo), e questa cosa "non la mandò giù"...

Generalmente comunque, a parte i motivi -primo tra tutti l'inizio dei problemi finanziari della loro etichetta Apple- che avrebbero potuto innervosirli, i rapporti tra i quattro durante tutto il mese di Gennaio 69 che li vide insieme per quel progetto furono buoni, a parte qualche eccezione come il celebre episodio (documentato dalla prima versione del film ufficiale che fu messa in circolazione già dai primi anni 70) nel quale si vede "il maestrino Paul" cercare di istruire "lo scolaretto George" sulla progressione armonica di note da eseguire nel pezzo che stavano provando... ciò che il film non documenta è che poco dopo quella scena, Harrison si alzò dallo sgabello, salutò freddamente i colleghi lasciandoli da soli e se ne ritornò a casa, dove si mise immediatamente a comporre quella che diventerà "Wah-Wah" (poi pubblicata in "All Things must pass") che nel testo contiene un deciso attacco critico nei confronti di Paul... quando si dice che, a volte o molto spesso, "certe" canzoni possono nascere dall'ispirazione di un fatto personale vissuto... [8D]

A proposito della "solita vecchia storia" che ogni tanto emerge ancora dopo 50anni, cioè che "Ringo non sapesse suonare" dovrebbe far riflettere che molti suoi "colleghi" di strumento (alcuni di loro tecnicamente a livello "stellare") abbiano sempre espresso forti e convinti apprezzamenti "sul suo modo di suonare la batteria" e mai critiche... molti di loro dicono che Ringo avesse una capacità unica nel leggere "il tempo" oltre a possedere un "groove" di esecuzione particolarmente originale...
...AMA TUTTI, CREDI A POCHI, NON FAR MALE A NESSUNO...
User avatar
aorlansky60
Lamb
Lamb
 
Posts: 9185
Joined: 30 May 2006, 07:17
Location: Parma, Italy

Re: The Beatles - Get back documentary

Postby rkive » 06 Dec 2021, 15:55

L'ha detto anche Phil Collins nella sua autobiografia, quindi Ringo Starr non si discute!

Ma ci sono dei brani a parte Tomorrow Never Knows per apprezzare il tocco di Ringo Starr?
User avatar
rkive
Lamb
Lamb
 
Posts: 1801
Joined: 14 Mar 2019, 16:24
Location: Venezia

Re: The Beatles - Get back documentary

Postby aorlansky60 » 06 Dec 2021, 18:02

@ Rkive
"Ma ci sono dei brani a parte 'Tomorrow Never Knows' per apprezzare il tocco di Ringo Starr?"

I primi che mi vengono in mente (perchè in quelli che vado a citare Ringo fornì una prestazione davvero "sopra le righe") sono "Rain" del 1966 (brano di Lennon pubblicato come b-side del 45g "Paperback Writer") ma sicuramente "A day in the life" (da Sgt Peppers Lonely Hearts Club Band), nel quale il pregevole accompagnamento di percussioni è tutto opera sua (non glielo suggerì nessuno: quel "tappeto" di percussioni arricchisce incredibilmente il brano) oltre che mirabilmente eseguito.
...AMA TUTTI, CREDI A POCHI, NON FAR MALE A NESSUNO...
User avatar
aorlansky60
Lamb
Lamb
 
Posts: 9185
Joined: 30 May 2006, 07:17
Location: Parma, Italy

Re: The Beatles - Get back documentary

Postby rkive » 06 Dec 2021, 20:13

E' da una vita che non ascoltavo più A Day In The Life, che aveva mia sorella con l'album Blu 1967-1970, e non avevo mai fatto caso alla batteria.

Diciamo che il modo di suonare di Ringo Starr non era bombastic...

P.S. per quanto riguarda il documentario Get Back vedo che a "scrocco" su YT ci sono molti excerpt di alcuni minuti... [8D]
User avatar
rkive
Lamb
Lamb
 
Posts: 1801
Joined: 14 Mar 2019, 16:24
Location: Venezia

Re: The Beatles - Get back documentary

Postby aorlansky60 » 07 Dec 2021, 08:29

rkive wrote:E' da una vita che non ascoltavo più A Day In The Life, che aveva mia sorella con l'album Blu 1967-1970, e non avevo mai fatto caso alla batteria.



[:0]

"quella" batteria (o meglio: quel fraseggio di percussioni che accompagnano ogni fine verso cantato) è "uno dei particolari" che più mi balzarono alle orecchie, fin dalla prima volta che ascoltai il brano... forse perchè si elevavano [e di parecchio, come fantasia ed inventiva] rispetto alla tipica "metrica" 4/4ti in battere (caratteristica della maggiorparte dei brani dei Beatles) con cui Ringo era solito accompagnare "il tempo"... infatti stiamo trattando di un brano straordinario, non il più famoso del Quartetto (come "Yesterday" o "Hey Jude") a livello di immaginario collettivo, ma quello più "inventivo" a livello di orchestrazione ed accompagnamento, sicuramente SI.
...AMA TUTTI, CREDI A POCHI, NON FAR MALE A NESSUNO...
User avatar
aorlansky60
Lamb
Lamb
 
Posts: 9185
Joined: 30 May 2006, 07:17
Location: Parma, Italy

Re: The Beatles - Get back documentary

Postby rkive » 07 Dec 2021, 14:12

A Day In The Life....

Il lamento quasi urlo al centro del brano (non sò se di Lennon o McCartney e in tutte le canzoni dei Beatles non riuscirò mai a indovinare perchè le loro voci sono quasi simili) è da brividi!
User avatar
rkive
Lamb
Lamb
 
Posts: 1801
Joined: 14 Mar 2019, 16:24
Location: Venezia

Re: The Beatles - Get back documentary

Postby Duke59 » 07 Dec 2021, 17:32

Ho finito poco fa di vedere la parte 2 e ho solo una parola: fenomenale!

aorlansky60 wrote:Spero che ne pubblichino presto la versione su supporto (DVD) dato che non ho abbonamento SKY e neppure intendo sottoscrivere un pre contratto -seppure a costo irrisorio- di un mese a Disney Chanel... [:-I]


Io, spinto dall'assioma "Tomorrow never knows", ovvero "del doman non v'è certezza" [:D] , ho preferito non rinviare la visione, però spero lo stesso nella pubblicazione in DVD o in blue ray del lavoro di Peter Jackson perchè il restauro audio e video applicato a quelle vecchie riprese è davvero notevole e magari nel cofanetto potrebbero includere qualche "dietro le quinte" interessante.

aorlansky60 wrote:Vero che i Quattro rimasero alquanto scossi e colpiti dalla scomparsa di Epstein (che per loro non era "solo" un manager, ma anche un amico, uno dei pochi e sinceri su cui poter contare -da quando divennero celebri sono innumerevoli le "sanguisughe parassite" che cercarono di legarsi in qualche modo ai nuovi "Re Mida" del POP- dato che era appena più anziano di loro solo di qualche anno e dato che i quattro SAPEVANO BENE quanto BRIAN "si spese" per farli emergere, fin da quando i Beatles non erano ancora nessuno...) ma quei primi tentativi non li citerei a livello di "inizio carriera solista":


Vero. Forse il termine "carriera solista" è un poco eccessivo. Diciamo però che con il White album (1968) molti nodi erano venuti al pettine e i Beatles avevano iniziato a lavorare separatamente su un numero consistente di canzoni assaporando il gusto della "libertà". In retrospettiva è opinione comune che il White abum sia stato l'inizio della separazione, come spiegato in questo documentato articolo di RS

https://www.rollingstone.it/musica/news-musica/quando-i-beatles-sono-diventati-quattro-artisti-solisti-la-storia-del-white-album/340427/#Part1

Da qui nasce l'idea del progetto Get back al fine di ricucire gli strappi e ricreare lo spirito di squadra: comporre e registrare 14 canzoni inedite, prive di sovraincizioni così da poter essere eseguite live in uno show finale. Tempo a disposizione circa 3 settimane a partire dal 2 Gennaio 1969 perchè Ringo aveva già impegni per girare un film a inizio Febbraio di quello stesso anno.

aorlansky60 wrote:Durante le riprese del film "Get Back" (che poi fu reintitolato "Let it Be" quando venne pubblicato nel 1970) non passa inosservato l'atteggiamento APATICO di Lennon mentre ad emergere è l'atteggiamento "iper attivo" di McCartney: proprio perchè quest'ultimo era DECISAMENTE intenzionato a "portare avanti" la carriera del quartetto, mentre Lennon (a differenza del suo partner artistico) stava iniziando a maturare l'idea che nella vita "ci potesse essere qualcosa di diverso" oltre al solo fatto di essere "un Beatle"...


Bisogna anche considerare che uno dei fattori che contribuì all'apatia di Lennon fu l'uso di eroina, da cui lui e Yoko erano divenuti abituali consumatori proprio in quel periodo alla fine del 1968, come si può constatare dalla loro intervista del 14 gennaio 1969, fatta proprio nei giorni in cui le sessioni di Get back presso Twickenham avevano luogo. Per fortuna le cose cambieranno parecchio circa una settimana dopo e John tornerà "normale".

https://youtu.be/WOxnqwco7Cw

In quelle condizioni John non sarebbe stato in grado di portare avanti il progetto, per cui Paul si sentì in dovere di sopperire alla sua "assenza" a volte esagerando un po'.

Sul rapporto John-Yoko si potrebbero scrivere libri (e probabilmente lo hanno fatto) ma quello che si percepisce a pelle è un attaccamento esagerato, morboso tra i due. A me John è sempre stato molto simpatico anche per via del suo humour tagliente e stralunato e l'indubbia intelligenza, ma occorre ammettere che come persona aveva dei lati oscuri irrisolti (chiedere per questo a suo figlio Julian " Hey Jude" Lennon ..).
Paul al contrario era ben ancorato alla realtà, pur non disdegnando le esperienze alternative; il suo carattere a tratti un poco prevaricatore (ma in alcuni casi per necessità) lo può rendere un po' meno simpatico dei suoi più remissivi compari.

In alcune delle molte scene inedite si parla anche di Yoko e mentre ne discutono (in assenza di lei e John) Paul esprime i suoi pensieri dicendo che, da quando sta con Yoko, John si è allontanato dai Beatles.

Ma sa anche che se i Beatles dovessero dividersi Yoko non ne avrebbe alcuna responsabilità, e ci scherza su dicendo “It’s going to be such an incredible, comical thing in 50 years time. ‘They broke up ’cause Yoko sat on an amp." (Sarà una cosa incredibilmente comica tra 50 anni: "Si sono divisi perchè Yoko si è seduta su un amplificatore")

https://decider.com/2021/12/06/the-beatles-get-back-yoko-ono-john-lennon/






aorlansky60 wrote:Generalmente comunque, a parte i motivi -primo tra tutti l'inizio dei problemi finanziari della loro etichetta Apple- che avrebbero potuto innervosirli, i rapporti tra i quattro durante tutto il mese di Gennaio 69 che li vide insieme per quel progetto furono buoni, a parte qualche eccezione come il celebre episodio (documentato dalla prima versione del film ufficiale che fu messa in circolazione già dai primi anni 70) nel quale si vede "il maestrino Paul" cercare di istruire "lo scolaretto George" sulla progressione armonica di note da eseguire nel pezzo che stavano provando... ciò che il film non documenta è che poco dopo quella scena, Harrison si alzò dallo sgabello, salutò freddamente i colleghi lasciandoli da soli e se ne ritornò a casa, dove si mise immediatamente a comporre quella che diventerà "Wah-Wah" (poi pubblicata in "All Things must pass") che nel testo contiene un deciso attacco critico nei confronti di Paul... quando si dice che, a volte o molto spesso, "certe" canzoni possono nascere dall'ispirazione di un fatto personale vissuto... [8D]


George arrivò alla sessioni di Get back reduce da collaborazioni musicali con altri artisti (Jackie Lomax, Bob Dylan) che si erano svolte in clima rilassato ed amichevole. L'impatto con i freddi studi di Twickenham dove si doveva comporre musica sotto il costante occhio delle telecamere, con i giorni contati e un Paul nei panni del boss, fu per lui certamente traumatico. Se a questo aggiungiamo il poco spazio che Paul e John gli concedevano come compositore (caratteristica comune con un altro chitarrista britannico chiamato Steve, non vi pare?) si può capire l'evidente nervosismo che George mostra nella prima parte delle sessioni.

Nella nuova versione di Get back l'abbandono di Harrison è documentato in tutte le sue sfumature con registrazioni sorprendenti; stupisce ad esempio la reazione immediata di John che dice come se fosse la cosa più naturale del mondo "George ha lasciato i Beatles? Va bene. Allora possiamo chiamare Clapton per continuare". Ma penso fosse solo una delle battute sarcastiche per cui va famoso.

Poi in altra scena "rubata" (grazie ad un microfono nascosto in un vaso di fiori) Paul e John discutono dell'abbandono di George e qui John - tornato lucido e determinato - rimprovera a Paul di non permettere a George di essere se stesso ma di volerlo far suonare come suonerebbe Paul, e ammette che lui stesso, per timore, ha spesso consentito a Paul di fargli fare cose che non avrebbe voluto fare.

La conversazione tra John e Paul diventa piuttosto animata pur senza trascendere in un combattimento, poi procede andando in profondità e sviscerando il loro rapporto ed è francamente emozionante sentire John dire a Paul direttamente cosa pensi del suo modo di gestire il gruppo; sono cose che non avevo MAI letto da nessuna parte. Non in questi termini.

Dopo questo "chiarimento" Paul cambierà nettamente atteggiamento.

Quello che il film originale "Let it be" però non mostrava è quanto migliorò il clima quando le sessioni si spostarono nei più famigliari Apple Studios.

[Nota a margine: ma perchè mai Steve Jobs decise di chiamare Apple la propria azienda sovrascrivendo così di fatto un tassello importante della storia della discografia e della musica? Ho ancora in mente la mela presente sulle etichette dei Long Playing dei Beatles e non posso fare a meno di chiedermi come reagirebbe oggi un diciottenne se gli venisse detto che la Apple era in origine una casa discografica!]

In questo il lavoro compiuto da Peter Jackson è decisamente prezioso in quanto ci restituisce uno sguardo più equilibrato su quel periodo della storia dei Beatles.

Infatti dopo il trasferimento agli Apple studios Harrison torna nel gruppo e tutti riprendono a sorridere; anche Lennon torna in se' e ridiventa loquace, partecipativo e scherzoso. Ora scherza e parla continuamente, suggerisce idee, conferma, contesta, propone: un'altra persona rispetto ai primi giorni a Twickenham! Poi con l'arrivo di Billy Preston le cose migliorano ancora e i Beatles suonano mostrando di divertirsi davvero tanto e recuperano l'affiatamento dei vecchi tempi.
Nel vecchio Let it be questa trasformazione veniva completamente ignorata.

Assolutamente irresistibile la scena in cui suonano un brano rock'n'roll mettendo in musica un articolo di giornale (scritto da un certo Mike Housego che John sfotte ripetutamente) che parla malissimo di loro e che descrive avvenimenti mai accaduti come veri.

Altra chicca un'improvvisazione vocale "strillata" da scorticare i nervi di Yoko con McCartney alla batteria e John alla chitarra.

aorlansky60 wrote:A proposito della "solita vecchia storia" che ogni tanto emerge ancora dopo 50anni, cioè che "Ringo non sapesse suonare" dovrebbe far riflettere che molti suoi "colleghi" di strumento (alcuni di loro tecnicamente a livello "stellare") abbiano sempre espresso forti e convinti apprezzamenti "sul suo modo di suonare la batteria" e mai critiche... molti di loro dicono che Ringo avesse una capacità unica nel leggere "il tempo" oltre a possedere un "groove" di esecuzione particolarmente originale...


Ringo non era certamente Dave Grohl o Phil Collins o Mike Portnoy o Mike Mangini ... ma il fatto che Grohl, Collins, Portnoy e Mangini lo citino come una delle loro influenze la dice lunga sull'importanza del simpatico batterista con gli anelli.

Qui ad esempio Todd Sucherman (batterista degli Styx, Brian Wilson, Spinal Tap, ecc..) spiega perchè considera Ringo un batterista ampiamente (e ingiustamente) sottovalutato mostrando alcuni brevi esempi

https://youtu.be/Yr8BE1M7qPc

E ora resta la parte 3, si quella dove ci sarà l'esibizione sul tetto, questa volta in versione integrale e su cui dicono che Peter Jackson, usando lo split screen, abbia fatto meraviglie.
Duke59
Lamb
Lamb
 
Posts: 1432
Joined: 28 Oct 2005, 16:26
Location: Italy

Re: The Beatles - Get back documentary

Postby aorlansky60 » 07 Dec 2021, 18:56

Duke ha scritto :

"La conversazione tra John e Paul diventa piuttosto animata pur senza trascendere in un combattimento, poi procede andando in profondità e sviscerando il loro rapporto ed è francamente emozionante sentire John dire a Paul direttamente cosa pensi del suo modo di gestire il gruppo; sono cose che non avevo MAI letto da nessuna parte. Non in questi termini."

Il solo leggere questo mi mette "l'acqualina in bocca"! Davvero non vedo l'ora che lo rendano disponibile su supporto fisico. [:D]
...AMA TUTTI, CREDI A POCHI, NON FAR MALE A NESSUNO...
User avatar
aorlansky60
Lamb
Lamb
 
Posts: 9185
Joined: 30 May 2006, 07:17
Location: Parma, Italy

Re: The Beatles - Get back documentary

Postby highinfidelity » 09 Dec 2021, 10:00

Attento Alain, guarda che Guido sta incalzando il tuo record in lunghezza dei messaggi!!! [:D]

(Scherzi a parte: mi pare che il messaggio forse a causa di qualche singhiozzo della connessione sia stato caricato identico due volte: ne posso cancellarne una?)

Questo documentario in linea di principio credo potrebbe interessarmi, ma d'altro canto non penso che riuscirò mai a trovare 8 ore di tempo per guardarlo. Volevo però tornare sul discorso di Ringo Starr, perché anche qui ne abbiamo discusso più volte. Inizio precisando che il vero punto secondo me è distinguere tra parlarne in modo irrispettoso, contro porre pacatamente in evidenza alcuni suoi limiti tecnici mantenendo il dovuto rispetto verso un musicista che comunque ha scritto la storia della musica. In fondo non si può nemmeno dire che Lennon suonasse bene il pianoforte o che McCartney fosse un asso del basso elettrico.

A mio modestissimo e personalissimo modo di vedere (discutibile finché si vuole) per Ringo Starr vale lo stesso ragionamento generale che vale per i Beatles: ha fatto cose importantissime, per l'epoca nuove e percepite come fortemente innovative, ma che messe nella prospettiva odierna non appaiono più così stupefacenti come potevano apparire a chi le ha vissute "in diretta". Per percepirle occorre anzi una profonda conoscenza della storia della musica posteriore ed antecedente al suo periodo di massima attività, unita ad una buona capacità innata di sapersi calare nell'atmosfera di un'epoca.

Pur essendo un batterista autodidatta dilettante (e non lo dico certo per falsa modestia...) mi sentirei di affrontare senza tema di sfigurare troppo il 95% del repertorio che fu di Ringo Starr, e credo che potrei affrontare dignitosamente anche il restante 5% se facessi un po' d'esercizio mirato all'esecuzione di alcuni specifici brani più complessi. La stessa cosa non si può nemmeno lontanamente affermare per quanto riguarda il repertorio di Phil Collins, o di Stewart Copeland, o di Neil Peart. Ho citato non a caso tre batteristi che - di nuovo a mio personale parere - oltre ad essere indiscutibilmente su un altro pianeta rispetto a Ringo Starr, non sono solo dei metronomi-mitragliatori ma sono batteristi che nella musica che suonano sanno inserirci qualcosa di vivo, di loro, qualcosa che prima di loro non c'era. E sono tre batteristi che potrebbero affrontare senza difficoltà alcuna il repertorio di Ringo, mentre il reciproco non corrisponderebbe a verità.

D'altro canto, tuttavia, non ho alcun problema a riconoscere a Ringo alcune cose: innanzitutto vorrei aver scritto io almeno l'1% delle canzoni sulle quali ha messo le mani Ringo (e naturalmente non ci sono andato nemmeno vicino). In secondo luogo, i tre batteristi citati sono venuti dopo Ringo, e si potrebbe discutere a lungo se la musica avrebbe preso comunque quella direzione qualora Ringo non fosse mai esistito. Inoltre, sebbene anche in precedenza alla sua comparsa ci fossero batteristi molto bravi, fatico a menzionarne qualcuno che avesse uno stile simile al suo, per quanto semplice sia: erano tutti musicisti ben impostati sul jazz, al limite sullo swing, anche quando suonavano rock & roll. Per cui sì, messo in prospettiva storica è stato anche un batterista a suo modo innovativo, che ha fatto cose "diverse", per quanto oggi appaiano semplici e facili. A suo tempo, anche se oggigiorno sulle prime potrebbe non sembrare, doveva essere un batterista molto "appetibile" per un complesso che volesse fare qualcosa di nuovo e di diverso (così come, non dimentichiamolo, lo era John Mayhew: quando entrò nei Genesis era considerato il miglior batterista sulla piazza). Persino la sua nemesi Charlie Watts, a sua volta un batterista di rottura e innovativo e che a me, ma per gusti miei personali, piace più di Ringo, riconosco comunque che fosse molto più vicino al jazz per impostazione.

Non penso di essere molto lontano dal vero, perché sostanzialmente sono le stesse cose che dice Todd Sucherman nel video linkato da Duke: mi aspettavo chissà quali rivelazioni ma invece, anche se forse con parole diverse, ricalca quanto penso e quanto ho esposto qui sopra: «ha scritto 300 canzoni belle in soli 7 anni» (OK indiscutibile ma non è quello il punto), «non è un maestro del beat e non è un maestro della fusion» (che è proprio quanto si diceva), «figure ritmiche più complesse avrebbero frantumato le canzoni» (OK, senso della misura, ma forse anche forzato da limiti tecnici), «rapidità e quantità di battute non significa bellezza» (OK, ma principio generale valido per tutti e tutto), «sapeva mantenere bene il tempo anche dal vivo» (e qui onestamente avrei qualcosa da obiettare, perché anche in studio Ringo era tutt'altro che preciso nelle scansioni ritmiche, ma comunque passi: in generale le loro esibizioni dal vivo tenevano botta alla grande).

Dovessi riassumere, direi forse che Ringo Starr non è mai stato un grande batterista nel senso tecnico del termine, ma che comunque ha saputo essere un grande.
<< Conoscete voi spettacolo più ridicolo di venti uomini che s'accaniscono a raddoppiare il miagolìo di un violino? >>
(Luigi Russolo, Intonarumorista. 1913.)
________________________

In dubbio, consultate le FAQ
User avatar
highinfidelity
ADMINISTRATOR
ADMINISTRATOR
 
Posts: 8087
Joined: 02 Jul 2003, 23:54
Location: Torino

Re: The Beatles - Get back documentary

Postby Duke59 » 09 Dec 2021, 11:30

highinfidelity wrote:Attento Alain, guarda che Guido sta incalzando il tuo record in lunghezza dei messaggi!!! [:D]

(Scherzi a parte: mi pare che il messaggio forse a causa di qualche singhiozzo della connessione sia stato caricato identico due volte: ne posso cancellarne una?)


[:0] Non me n'ero accorto.

Fatto [:)]
Duke59
Lamb
Lamb
 
Posts: 1432
Joined: 28 Oct 2005, 16:26
Location: Italy

Re: The Beatles - Get back documentary

Postby aorlansky60 » 09 Dec 2021, 11:47

@ HIGH

è assai difficile controbattere anche solo "singoli" punti del tuo ultimo intervento, perchè lasciatelo dire caro Marco, hai scritto cose e concetti decisamente SENSATI oltre che dati di fatto storici veri e propri, indiscutibili.

La tua nota finale in riferimento a Ringo Star la trovo... perfetta : "...direi forse che Ringo Starr non è mai stato un grande batterista nel senso tecnico del termine, ma che comunque ha saputo essere un grande."

Mi è piaciuta la tua citazione di quei "TRE" batteristi scelti non certo a caso... infatti anch'io ne ho sempre fortemente apprezzato le GRANDI capacità tecniche di cui hanno dato prova nel tempo, cosa che fa di loro degli autentici "insospettabili" ed assolutamente "non criticabili" nella loro capacità esecutoria, oltre che nella loro GRANDE capacità inventiva ad uno strumento come "la batteria" che ad uno sprovveduto potrebbe apparire come quello "meno nobile" di una rock band (in fondo, basta solo "battere" il tempo per tenere unito il resto della compagnia...) ma che se suonata come "quei tre" che hai citato (cioè allo stato dell'Arte) emerge fino a diventare assoluta nota di rilievo come ulteriore "valore aggiunto" per una Rock band. (mi piace in questo ricordare la FORMIDABILE performance di Phil in "The Lamb lies down on Broadway" lungo l'arco di tutte le 4 facciate, davvero fenomenale; io insieme a lui avrei citato anche Bill BRUFORD che è un mio vecchio "pallino" di cui sono convinto da tempo, ma sono quisquiglie... due drummers che non hanno bisogno di presentazioni, i miei due batteristi preferiti del Progressive Rock anni 70).

A questo punto mi è rimasto un solo dubbio da chiarire :

sapevo, caro Marco, che ti destreggiavi con le tastiere, ma non sapevo che lo facevi "anche" con la batteria... [:D]
sei quindi un "polistrumentista" ??? [8D]
...AMA TUTTI, CREDI A POCHI, NON FAR MALE A NESSUNO...
User avatar
aorlansky60
Lamb
Lamb
 
Posts: 9185
Joined: 30 May 2006, 07:17
Location: Parma, Italy

Re: The Beatles - Get back documentary

Postby highinfidelity » 09 Dec 2021, 13:26

Grazie Alain! [:)] Ti dirò: Bill Bruford era praticamente in elenco (e concordo con quanto di lui scrivi); poi alla fine non l'ho messo perché ho sentito/letto molte persone accusare proprio lui di "tecnicismo" fine a sé stesso. Personalmente non trovo che sia vero, ma mi sembrava che in ogni caso gli altri batteristi menzionati fossero meno divisivi riguardo questo specifico punto.

Riguardo il tuo "ultimo dubbio" [:D] diciamo che la parola "polistrumentista" sarebbe da associare a persone che poi, detti strumenti, li sapessero anche veramente suonare come si deve... Diciamo più propriamente che io li posseggo, via... [:D] Oltre che varie chitarre, sintetizzatori e un pianoforte, posseggo anche una batteria Tama Swing Star bianca, purtroppo in magazzino da diversi anni. In più si sono succeduti nei miei armadi alcuni bassi elettrici, attualmente si tratta di un ESP a 5 corde (dettaglio che di nuovo potrebbe portare a sopravvalutare di molto le mie reali capacità). Non sono che una persona curiosa, che pur non potendo ambire per estrazione sociale a frequentare corsi né tantomento ad una carriera accademica come musicista, ha voluto lo stesso provare in prima persona cosa significa imparare a fare certe cose. Ovviamente non sono andato molto lontano, ma credo che in ogni caso questa esperienza mi aiuti enormemente nel percepire alcuni dettagli sottili o nascosti, nel mantenere l'attenzione su certi passaggi complessi, nell'apprezzare fraseggi che suonano semplici ma non son semplici da suonare, e via dicendo. Credo che gli altri strumentisti del forum - tutti sicuramente più bravi di me - concorderanno senz'altro su questi ultimi punti. [:)]
<< Conoscete voi spettacolo più ridicolo di venti uomini che s'accaniscono a raddoppiare il miagolìo di un violino? >>
(Luigi Russolo, Intonarumorista. 1913.)
________________________

In dubbio, consultate le FAQ
User avatar
highinfidelity
ADMINISTRATOR
ADMINISTRATOR
 
Posts: 8087
Joined: 02 Jul 2003, 23:54
Location: Torino

Re: The Beatles - Get back documentary

Postby Duke59 » 09 Jan 2022, 10:04

Un'interessante disamina su The Beatles - Get Back Documentary da parte dell'insegnante di chitarra Claudio Cicolin. Consigliato.

https://youtu.be/rcjAxa07uj0
Duke59
Lamb
Lamb
 
Posts: 1432
Joined: 28 Oct 2005, 16:26
Location: Italy

Re: The Beatles - Get back documentary

Postby Duke59 » 30 Jan 2022, 17:55

Il 30 gennaio 1969 - 53 anni fa - a conclusione delle sessioni giornaliere di composizione e prove di Get Back - aveva luogo il rooftop concert dei Beatles sul tetto della casa discografica Apple a Londra.
Duke59
Lamb
Lamb
 
Posts: 1432
Joined: 28 Oct 2005, 16:26
Location: Italy

Re: The Beatles - Get back documentary

Postby aorlansky60 » 31 Jan 2022, 07:55

...il "30 gennaio" di ogni anno che passa da allora non è una data qualunque per ogni fan della band... [:D] ...tra l'altro nonostante il periodo (sia per il freddo di Londra, sia per i nervosismi interni alla band a causa di vicissitudini varie) suonarono sorprendentemente bene in quella storica esibizione sui di tetti di Savile Row, nel cuore della City... a riprova che quando lasciavano da parte i problemi e si concentravano su ciò che sapevano meglio fare (musica) non è difficile comprendere perchè al tempo erano "i numeri 1"... e lo scorrere del tempo non ha fatto altro che consolidare questa particolare 'immagine' nell'immaginario collettivo, anche di generazioni future che non riuscirono a vedere in tempo reale i Beatles quando furono insieme...


Per chi fosse interessato ad approfondire questo particolare periodo (di fine 68 inizio 69) della band di Liverpool, posso consigliare l'acquisto e la lettura di una pubblicazione che prende in esame proprio (e solo) le "Get Back sessions" del Gennaio 69 : "Let it Be: il concerto sul tetto e le sessioni della discordia" - Vincenzo Oliva, 2018 Tempesta Editore

credo si trovi facilmente su Amazon

Io stesso l'ho acquistato e l'ho trovato molto preciso ed approfondito. L'autore è un serio appassionato e competente studioso dell'universo beatlesiano, con diverse altre pubblicazioni sul tema oltre a questa citata, e con alta conoscenza della lingua inglese (ha curato anche per altri autori traduzioni dall'inglese all'italiano di molti altri compositori rock tra quelli più importanti, oltre The Beatles) .
...AMA TUTTI, CREDI A POCHI, NON FAR MALE A NESSUNO...
User avatar
aorlansky60
Lamb
Lamb
 
Posts: 9185
Joined: 30 May 2006, 07:17
Location: Parma, Italy

Re: The Beatles - Get back documentary

Postby Duke59 » 11 Apr 2022, 08:54

Venuto a conoscenza della sua esistenza per caso, ieri ho visto "Nowhere boy", un interessante film che narra la complicata adolescenza di John Lennon, dai 13 anni circa fino al momento della storica partenza per Amburgo, nel 1960, quando il "suo" gruppo si chiamava ancora The Quarrymen, e aveva in formazione Pete Best alla batteria, Stuart Sutcliffe al basso e McCartney, Lennon e Harrison a voci e chitarre.

Il film è molto drammatico e descrive il John adolescente come un ragazzo rimbalzato tra il rapporto con la fatua ma creativa madre Julia e quello con la più severa e rigida zia Mimì; la madre Julia fu al tempo stesso la musa ispiratrice di John ma anche la sorgente dei suoi pesanti problemi personali e famigliari.

Per reazione a tutto ciò John sviluppo' quel carattere cinico, tagliente e a tratti aggressivo/passivo che lo contraddistinse quando divenne più famoso.

Non so quanto il film sia aderente alla vera storia ma ho letto che molti degli episodi raccontati provengono dalle testimonianze della zia Mimì e della sorellastra di John, che porta lo stesso nome della madre, Julia. Ad esempio in una scena un John diciottenne stende Paul McCartney con un pugno in faccia ma non ho idea se si tratti di cronaca o di licenza artistica.

Il film vinse alcuni premi ed in effetti, pur non essendo un capolavoro, ha i suoi meriti e aiuta a capire meglio un carattere complesso come quello di John Lennon; un uomo creativo ma spigoloso ed insicuro, che parlava di pace e amore perchè probabilmente erano cose cui aspirava ma che non possedeva.

Disponibile su RaiPlay https://www.raiplay.it/programmi/nowhereboy
Duke59
Lamb
Lamb
 
Posts: 1432
Joined: 28 Oct 2005, 16:26
Location: Italy

Re: The Beatles - Get back documentary

Postby rkive » 11 Apr 2022, 14:14

Nel bel programma Oggi è un Altro Giorno, c'è questa intervista alla sorella.

https://youtu.be/kFt95bEzEG4
Parla Giulia la sorella di John Lennon.
User avatar
rkive
Lamb
Lamb
 
Posts: 1801
Joined: 14 Mar 2019, 16:24
Location: Venezia

Re: The Beatles - Get back documentary

Postby Duke59 » 11 Apr 2022, 14:51

Ho visto che nella trasmissione erano ospiti i Beatbox, cover band dei Beatles; proprio la scorsa settimana sono andato a vederli a teatro e mi sono divertito ed emozionato tantissimo. Hanno fatto uno show diviso in 4 parti: inizi, fase successo americano, fase psichedelica e fase White album/Abbey road/let it be.
Bellissimo.
Duke59
Lamb
Lamb
 
Posts: 1432
Joined: 28 Oct 2005, 16:26
Location: Italy

Re: The Beatles - Get back documentary

Postby rkive » 11 Apr 2022, 15:58

I Beatbox Tribute Band davvero bravi!

Come voci Lennon quasi uguale, McCartney così così, almeno su questo video di Let It Be.

https://youtu.be/j2vqZjA7vcQ

Ho visto che nel Magic Mistery Story, c'è anche il mitico Carlo Massarini! [8D]
User avatar
rkive
Lamb
Lamb
 
Posts: 1801
Joined: 14 Mar 2019, 16:24
Location: Venezia


Return to Rock progressivo (e non...)

Who is online

Users browsing this forum: No registered users and 45 guests