Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Un'area dedicata all'esplorazione dell'universo musicale in genere, e degli altri protagonisti del rock progressivo in particolare.

Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby Thomas Eiselberg » 21 Nov 2022, 19:16

Penso di averne parlato tante volte, ma sono sempre più contento di constatare quanto siano rimasti ormai in pochissimi ad avere una certa visione della vicenda punk vs prog, dove da una parte stava il bene, la vera essenza della musica che uccide il mostro cattivo, dall'altra un minestrone di riccastri pomposi che faceva musica per pochi e solo per mostrare il proprio curriculum professionale.

Questo di Ondarock mi sembra un articolo interessante e decisamente approfondito (lunghetto) che spiega bene la questione

https://www.ondarock.it/speciali/punk-v ... o-mito.htm

Magari non tutto è condivisibile ma alcuni punti fondamentali della questione mi vedono concorde

- Il prog, quello classico della prima ondata, non è stato fatto fuori all'improvviso dal punk, ma era giá autoimploso prima che il punk arrivasse. Aveva perso consenso, spinta propulsiva, pubblico. Molti gruppi prog avevano giá cominciato a cambiare. Il punk trova terreno fertile insomma in uno scenario giá in mutamento da tempo, mutamento avvenuto a causa dei progster stessi.

- Il prog all'epoca non era un genere ben definito come oggi. Molti adoravano i VDGG (considerati di nicchia e sperimentali) ma magari odiavano gli ELP. E quando arrivò il punk continuarono a pensarla allo stesso modo. La critica musicale ci ha invece raccontato di due generi (punk e prog) agli antipodi e con fan nettamente divisi, non è così...

- ...anzi quando arrivò il neo prog di Marillion, Twelfth Night ecc. dimostrò che i generi si potevano pure ibridare quindi una certa visione delle cose perdeva del tutto di significato. Non c'era un punk vs prog ma c'era un prog classico, un prog sinfonico, c'era il prog folk dei Jethro Tull, c'era la new wave of British metal (che col prog aveva giá dei tratti comuni) ecc.

- Il punk più che un genere musicale era una forma di protesta, un movimento culturale. All'epoca i punk se la prendevano con il prog tanto quanto i Beatles, gli Stones e tutto ciò che veniva considerato "vecchio", "superato". Non è un caso che col passare degli anni molti musicisti punk abbiano rivelato di apprezzare molto il prog ma di non poterlo dire a causa di una certa critica musicale che gli si sarebbe rivoltata contro. Era insomma una forma di ribellione destinata ad esaurirsi in breve tempo, non aveva come motivo principale della protesta la musica in se.

- la dicotomia punk vs prog era tipicamente inglese. In America il prog non ha mai attecchito più di tanto, anche ai suoi tempi, e anzi in America si sono avvicinati al prog solo
successivamente sulla scia del successo dei gruppi AOR (nei quali militavano molti reduci della prima ondata prog)

...

Anzi l'articolo arriva ad una conclusione naturale ma sconvolgente per la critica dell'epoca o per alcuni irriducibili: è stato il punk che per poter "progredire" come forma musicale si è dovuto col tempo "proghizzare", come quasi tutti i generi dopo di loro.
Essi vivono noi dormiamo. Obbedisci, compra, non pensare, il denaro è il tuo dio.

E' buona cosa leggere sempre leFAQ
User avatar
Thomas Eiselberg
GLOBAL MODERATOR
GLOBAL MODERATOR
 
Posts: 7735
Joined: 21 Oct 2005, 15:51
Location:

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby highinfidelity » 22 Nov 2022, 11:25

Mah...

I due autori arzigogolano su quale fosse il vero obiettivo delle dichiarazioni deliranti dei punkettari (non il progressive in quanto genere, ma lo stardom in quanto tale). Questo è proprio cavillare. Il risultato infatti è esattamente lo stesso: i punkettari indossavano magliette con scritto che i Pink Floyd erano merda, punto. Le ragioni per cui lo facevano sono secondarie e, per dirla tutta, nemmeno mi interessano.

Per inciso, il fatto che il concetto di "progressive" non fosse consolidato - cosa che ho visto scrivere più volte anche qui - è una bufala che deriva unicamente dal fatto che negli anni '70 molti articoli (quasi tutti) erano scritti da ragazzi volenterosi ma improvvisati, i quali non possedevano nemmeno un linguaggio musicologico minimo. Le loro recensioni di dischi e di concerti - rilette oggi - fanno tenerezza (che è un modo gentile per dire che sono imbarazzanti), e i contatti di questi "redattori" improvvisati con l'Inghilterra erano sporadici - o per meglio dire praticamente nulli, e altrettanta era la loro conoscenza della lingua inglese. Per cui non c'è sorpresa sul fatto che manco sapessero che il genere fin da quasi subito aveva preso il nome di "rock progressivo"; resta il fatto che la presunta "confusione tra generi" era solo nella loro testa, non nei fatti. È assolutamente falso che solo a metà degli anni '80 cominciò a diventare chiaro cosa fosse il rock progressivo, e questo lo si può dimostrare documentalmente con biglietti di concerti, etichette di dischi ed altro. Su questo punto, difatti, i due radattori dell'articolo si contraddicono più volte.

È viceversa vero che i parvenus solo dopo gli anni '80 iniziarono a riferirsi al genere con l'osceno abbreviativo "prog", parola orrenda che ricorda il gracidare di una rana oppure il rutto di un ubriaco, e che non mi vedrete mai impiegare, nemmeno sotto tortura.

Ma tutto questo è contorno. Restano le vere, dolenti note: il tentativo (di nuovo) di arzigogolare sul fatto che il punk non abbia veramente danneggiato il progressive, fatto che naturalmente i due autori non riescono nemmeno lontanamente a dimostrare, e nemmeno ad argomentare in maniera solida. È difatti sufficiente leggersi le testimonianze di Anthony Phillips, o le pagine dedicate alla questione nella recentissima autobiografia di Steve Hackett, per rendersi conto nella maniera più lampante del fatto che per qualunque artista dedito ad una musica anche solo lievemente colta (non è che Steve Hackett sia Luciano Berio...) era divenuto assolutamente impossibile avere un contratto con qualunque casa discografica. Punto e fine. Tutto il resto è agiografia ed apologia ex-post.

L'unica cosa sulla quale sono veramente d'accordo - e ho sempre sostenuto anche qui - è che il rock progressivo non sia mai stato veramente un fenomeno di massa, sebbene a molti nostalgici piaccia retrospettivamente descriverlo in quel modo. È sempre stato un genere di nicchia, che parlava ad uno strato della popolazione di una certa cultura ed apertura mentale. Una nicchia che, almeno per un determinato periodo, è stata sorprendentemente ampia, ma che non è mai neppure lontanamente diventata "massa". Su questo certamente concordo.

Infine la conclusione, a parer mio ovvia: anche del punk è rimasto - su tempi lunghi - solo ciò che ha saputo elevarsi verso qualcosa di un filino più raffinato. Nulla di nuovo: era un percorso che per esempio avevano già fatto in modo palese i Beatles, e tanti altri prima di loro. Anche gli ascoltatori crescono, cambiano le loro esigenze anche in fatto di arte, e dura nel tempo solo chi riesce a crescere parallelamente a loro. Trovo un po' agghiacciante che alla fine di tutto questo sfracello si riescano a menzionare solo i "soliti" Clash (un gradino sopra gli altri, e non ho mai avuto difficoltà ad ammetterlo) e i Ramones (decisamente simpatici, a differenza di tanti altri protagonisti del genere, i quali erano - francamente - davvero odiosi), ma va bene così: dà efficacemente la misura della pochezza di questo genere.
<< Conoscete voi spettacolo più ridicolo di venti uomini che s'accaniscono a raddoppiare il miagolìo di un violino? >>
(Luigi Russolo, Intonarumorista. 1913.)
________________________

In dubbio, consultate le FAQ
User avatar
highinfidelity
ADMINISTRATOR
ADMINISTRATOR
 
Posts: 8087
Joined: 02 Jul 2003, 23:54
Location: Torino

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby Thomas Eiselberg » 22 Nov 2022, 12:32

Sul fatto che il prog non fosse un genere totalmente definito non concordo del tutto con loro (ovvio che fosse pure all'epoca ben percepibile cosa facessero gli Yes e cosa facessero, chessò i Queen, e non era lo stesso genere).

Ed è verissimo che la gran parte della colpa di una certa "confusione" fu della critica musicale (e gli stessi autori dell'articolo lo fanno notare), per incompetenza o malafede.

Tuttavia il prog per sua stessa definizione non era un genere monolitico,ma anzi era giá molto ibridato: c'era prog e prog. E non è detto che ad un fan di un gruppo piacesse necessariamente tutto ciò che era prog, anzi la "caduta" del prog a livello commerciale avvenne per colpa di alcuni gruppi che semplicemente ad un certo punto finirono le idee o si fecero prendere la mano.

Ovvio che ad un certo punto fosse difficile fare musica per quasi tutti gli esponenti del genere, a causa di una certa narrativa, colpa della critica, ma dal punto di vista della ricettivitá del pubblico le differenze non erano così nette. Il grosso del pubblico voleva semplicemente qualcosa di nuovo e probabilmente il prog era passato di moda.

Ma poi, quando arrivò il neo prog che mescolava il vecchio progressive con influenze new wave e accenni metal, assieme ai fan del progressive ai concerti ci andavano pure i metallari o comunque quelli che ascoltavano altro rispetto al progressive (e questo non gli impediva di adorare quelle suites). Segno che i gusti delle persone non sono così incasellabili in maniera netta e che il progressive per sua stessa natura muta, si mescola, è un genere totalmente diverso e non assimilabile agli altri. Non può essere quindi trattato come gli altri generi perchè al suo interno contiene cose diversissime tra loro.
Essi vivono noi dormiamo. Obbedisci, compra, non pensare, il denaro è il tuo dio.

E' buona cosa leggere sempre leFAQ
User avatar
Thomas Eiselberg
GLOBAL MODERATOR
GLOBAL MODERATOR
 
Posts: 7735
Joined: 21 Oct 2005, 15:51
Location:

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby highinfidelity » 22 Nov 2022, 15:12

Thomas Eiselberg wrote:Tuttavia il prog per sua stessa definizione non era un genere monolitico,ma anzi era giá molto ibridato: c'era prog e prog. E non è detto che ad un fan di un gruppo piacesse necessariamente tutto ciò che era prog, anzi la "caduta" del prog a livello commerciale avvenne per colpa di alcuni gruppi che semplicemente ad un certo punto finirono le idee o si fecero prendere la mano.

Ovvio che ad un certo punto fosse difficile fare musica per quasi tutti gli esponenti del genere, a causa di una certa narrativa, colpa della critica, ma dal punto di vista della ricettivitá del pubblico le differenze non erano così nette. Il grosso del pubblico voleva semplicemente qualcosa di nuovo e probabilmente il prog era passato di moda.


Su tutto questo, in linea di principio, ma solo in linea di principio, sono d'accordo. Quante volte avrò scritto qui che è nell'ordine naturale delle cose che tutto abbia un inizio, un'età dell'oro, e una decadenza più o meno rapida?

Il punto è: quanto è naturale che questa decadenza sia rapida? A mio modo di vedere, certamente la decadenza del progressive non è stata affatto naturale. Stiamo parlando di musicisti che sono stati i migliori in assoluto dell'intera storia del rock. Molti dei protagonisti di quella stagione hanno poi continuato a fare cose eccelse per i 50 anni successivi. Considero naturale che nell'arco di un decennio molti seguaci del progressive - magari i meno convinti, o coloro ai quali piacevano solo alcune cose ma non altre, e infine ovviamente coloro i quali seguivano solo una moda - si sarebbero comunque allontanati dal genere. Ma da qui a far sì che improvvisamente nel giro di un anno musicisti del calibro di Steve Hackett (e tantissimi altri come lui) si siano ritrovati ridicolizzati e senza uno straccio di contratto, il passo è veramente lungo.

È del tutto palese che il progressive sia imploso a causa di una violenta campagna denigratoria portata avanti dai protagonisti del punk, spalleggiata in modo ignominioso da una stampa stupida, corrotta e impreparata.

Spiace ancora di più che lo spazio del progressive non sia stato eroso da qualche altro genere almeno altrettanto raffinato ed evoluto però più nuovo (questo sì, sarebbe stato naturale ed edificante) bensì da musichette intenzionalmente sceme suonate da persone brutte (talvolta macchiatesi di crimini efferati), che facevano della loro incapacità un vanto. Si è trattato di un autentico regresso involutivo, e quando si regredisce anziché progredire non è mai bene.
<< Conoscete voi spettacolo più ridicolo di venti uomini che s'accaniscono a raddoppiare il miagolìo di un violino? >>
(Luigi Russolo, Intonarumorista. 1913.)
________________________

In dubbio, consultate le FAQ
User avatar
highinfidelity
ADMINISTRATOR
ADMINISTRATOR
 
Posts: 8087
Joined: 02 Jul 2003, 23:54
Location: Torino

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby rkive » 22 Nov 2022, 20:55

Il vero problema non è se il punk era contro il prog, ma perché il prog è crollato.

Steve Hackett nella sua autobiografia ha spiegato che è stato un problema delle case discografiche, mentre Peter Gabriel e i Genesis avevano già deciso una musica " less is more".
User avatar
rkive
Lamb
Lamb
 
Posts: 1801
Joined: 14 Mar 2019, 16:24
Location: Venezia

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby Duke59 » 26 Nov 2022, 12:39

Il punk divenne una moda che spazzò via quanto c'era prima più a causa della stampa specializzata che del pubblico.

Ho letto di recente la corposa e schietta autobiografia di Steve Lukather (chitarrista-cantante dei Toto, session man prodigio che ha collaborato credo in migliaia di album di tutti i tipi) che pur non essendo stato un artista inquadrabile nel progressive è certamente da considerare uno dei migliori chitarristi in circolazione, che godette della stima di Van Halen di Steve Vai e di altri sacri mostri della chitarra.

La sua autobiografia "The gospel according to Luke" pubblicata nel 2018 è un must sia per la sincerità disarmante che traspare che per il modo divertente ed esplicito che Lukather ha di raccontare.

E in questa autobiografia, cui prima o poi vorrei dedicare una recensione perchè la merita, Steve Lukather racconta l'effetto che ebbe l'avvento del punk su di lui e sui musicisti come lui (e quindi a magggior ragione anche sui musicisti progressive, ancor meno graditi ai critici modaioli) per tramite della stampa musicale.

Il suo racconto è molto colorito e rende molto bene l'idea.

Da "Il vangelo secondo Luke" di Steve Lukather:

[...]L'album [Toto] uscì nell'ottobre del 1978 e subito i critici rock alla moda ci fecero il culo.

Il punk rock era la nuova manìa ed ebbe grande influenza negli Stati Uniti: si trattava dell'esatta antitesi di ciò che eravamo noi.
La stampa saltò su quel carro e i giornalisti alla moda ci avrebbero incolpato per tutto ciò che c'era di negativo nel "rock commerciale". (Siamo onesti: se firmi un contratto discografico e accetti denaro sei in ogni caso nel "rock commerciale".)

Eravamo stati con Boz Scaggs a Londra proprio l'anno precedente, 1977, e avevamo visto tutti questi ragazzi con cresta blu e giacche di pelle che camminavano per la strada.
Era proprio appena prima che tutta la paccottiglia punk si facesse strada attraverso l'Atlantico e noi ci dicevamo: 'Che cazzo è tutto questo? Questi ragazzi non sanno suonare. E si sputano addosso?' La cosa ci aveva confusi.

Tempo dopo incontrai Steve Jones [componente dei Sex Pistols] e devo dire che è un tipo piacevole, ma all'epoca i critici iniziarono a paragonarci ai Sex Pistols e anche ai Clash. Mi piacciono i Clash e non ho intenzione di mettere in dubbio l'impatto che hanno avuto, ma metterci in relazione con loro è stata una mossa sleale. Venivamo da un luogo in cui i nostri eroi erano gli Steely Dan ma venimmo rapidamente trasformati nella band simbolo di tutto ciò che non era punk.

Fondamentalmente, ci hanno cagato addosso. Alcune delle recensioni dell'album che abbiamo ricevuto sono state feroci, persino velenose, e ci hanno fatto male. C'era anche un malinteso che cominciò a diffondersi sul fatto che il gruppo fosse stato assemblato dal consiglio di amministrazione della casa discografica, a dispetto del fatto che io e Steve [Porcaro] ci conoscessimo sin dai tempi del liceo
[---]

Il potere della stampa musicale nel creare e distruggere miti, soprattutto prima dell'avvento di Internet, non viene mai sottolineato abbastanza.
Duke59
Lamb
Lamb
 
Posts: 1432
Joined: 28 Oct 2005, 16:26
Location: Italy

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby vise60 » 27 Nov 2022, 09:08

Penso che la storia ,che non mente mai, che a volte non viene insegnata ed altre volte non viene presa in considerazione sia li' a dimostrarlo... file interminabili ai botteghini e biglietti venduti con largo anticipo per vedere i Sex Pistol...per i...e poi per ... [:-!] [:-!] [:-I] [:-I] mentre palazzetti vuoti per i vari Steve Hackett , Yes , Roger Waters, Steven Wilson, PFM , King Crimson ,Marillion ...
Lo sapevo ,ma bello che Steve Lukather ricordi ancora che i loro idoli erano gli Steely Dan [;)] [;)]
User avatar
vise60
Lamb
Lamb
 
Posts: 1204
Joined: 23 Oct 2005, 05:47
Location: Italy

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby highinfidelity » 28 Nov 2022, 10:16

Temo purtroppo che le testimonianze siano tante, afferenti a persone diverse, ma tutte concordanti tra loro. Quella di Lukather non la conoscevo ancora, ma concorre anch'essa a confermare che ci fu una colossale montatura della stampa.

Si può cavillare sul perché e il percome, ma la verità storica rimane questa.
<< Conoscete voi spettacolo più ridicolo di venti uomini che s'accaniscono a raddoppiare il miagolìo di un violino? >>
(Luigi Russolo, Intonarumorista. 1913.)
________________________

In dubbio, consultate le FAQ
User avatar
highinfidelity
ADMINISTRATOR
ADMINISTRATOR
 
Posts: 8087
Joined: 02 Jul 2003, 23:54
Location: Torino

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby aorlansky60 » 29 Nov 2022, 18:06

Dal post di apertura di Thomas :
Il prog, quello classico della prima ondata, non è stato fatto fuori all'improvviso dal punk, ma era giá autoimploso prima che il punk arrivasse.

[:-I]
Più che 'autoimploso', fattore a cui personalmente non credo molto, perchè ancora nel 1976 e perfino nel 1977 in giro c'era ancora una discreta scelta di ottimo progressive rock cui poter attingere e fruire, quest'ultimo credo sia stato 'politicamente' (per meglio dire: 'COMMERCIALMENTE') decretato 'out' per presa di posizione consapevole dal 'giro' di produttori e discografici che nel mondo contava maggiormente al tempo dei fatti, ovvero il mondo musicale americano, al quale il progressive rock non è mai andato troppo a genio perchè assai differente e molto lontano dalle radici culturali proprie che storicamente trovano nel BLUES la propria matrice di base. I managers e uomini d'affari USA cercavano un filone musicale 'semplice' e allo stesso tempo "alla moda" tramite il quale incanalare, con la prospettiva di ingigantirla, quella 'gallina dalle uova d'oro' che era diventata l'industria discografica nella seconda metà degli anni 60 (della quale giova ricordare che nel solo anno 1969, il pubblico "giovane" nord americano spese la cifra sbalorditiva -per l'epoca- di UN MILIARDO di $ nell'acquisto di VINILI a 33 e 45g).

La trovarono con la 'DISCO'(music). [J-,]

Prima del punk, a minare e a decretare il destino per il progressive rock ci ha infatti pensato la 'DISCO' che proprio il settore manageriale USA (majors discografiche in primo luogo) ha cercato di imporre come gusto musicale fin dai primi anni 70, riuscendovi verso la metà del decennio, prima al pubblico nord americano (ovvero al mercato discografico più LUCROSO al mondo), e poi al resto del mondo intero. "business as usual". Elementare caro Watson...

Subito dopo, a distanza di un anno, è arrivato il fenomeno del punk.
Che non possedendo alcuna idea musicale costruttiva (*) che fosse anche solo 'una' è durato [per fortuna] meno di una meteora.
La DISCO è durata invece assai di più, essendo riuscita a radicarsi, proprio come volevano i discografici USA, nei gusti della maggioranza del pubblico giovane.

Tuttavia è indubbio che anche il punk, seppure con una vita [fortunatamente] breve, abbia contribuito a minare il progressive rock allontanandolo dai gusti del pubblico. Del pubblico giovane. Quando sei giovane è molto facile "abboccare" ad esche lanciate ad arte da coloro che credi essere più "esperti" di te nel saper giudicare... Ed infatti, nel contesto trattato, un ruolo chiave è stato giocato dalla stampa specializzata. Che ha cercato di far passare agli occhi del grosso pubblico "zirconi" di infima qualità come diamanti "river" class.
Non per niente la storia l'ha poi coniata a posteriori come "la più grande truffa del rock'n'roll"...
Quando ci sono di mezzo "soldi e profitti" da realizzare [a palate] non si guarda in faccia nessuno.
E si è disposti a rinnegare anche se stessi. In fondo, anche la "stampa specializzata" musicale faceva parte (eccome!) di quel meccanismo preposto allo scopo DI FAR SOLDI che era l'industria discografica dell'epoca.
E quest'ultima lo sapeva bene: in tempi ormai remoti da oggi, quando 'internet' non era ancora neppure "sotto i cavoli" ma un protocollo studiato e concepito solo per ristretti "usi militari", la STAMPA SPECIALIZZATA [di qualsiasi settore fosse e trattasse] era l'UNICO MEZZO A DISPOSIZIONE PER PROPAGANDARE agli occhi del grosso pubblico, quello che si poteva e si doveva VENDERE.
Proprio per questo, le MAJORS discografiche avevano "un occhio di particolare riguardo" [:-j] verso i principali redattori e i direttori delle riviste musicali specializzate... [:-j]

(*) Come tutte le RIVOLUZIONI (culturali e non) che hanno attraversato la Storia dell'Uomo, il 'punk' lo ha saputo fare solo con ciò che proponeva come filosofia propria di base, ovvero la RABBIA del desiderio di DISTRUGGERE tutto quello di buono che musicalmente era stato edificato fino al momento della sua irruzione...
Come tutte le RIVOLUZIONI insegnano, però, terminato il momento della RABBIA e dell'ILLUSIONE, occorre RIPARTIRE, RICOSTRUENDO dalle ceneri appena prodotte e per farlo occorre INGEGNO ovvero IDEE.
Non possedendo il punk (attraverso i suoi attori) ne INGEGNO, ne CULTURA ne tanto meno IDEE costruttive, ecco spiegato il motivo della sua "sola" importanza storica (ci sarebbe da discutere anche su questo) [:-!] ed ecco perchè il 'punk' è durato "meno di una stagione" e "meno di una meteora" [:-j] e tutti coloro che dopo tanto tempo ne ricordano ancora i trascorsi [:-j] corrono il pericolo di diventare "patetici" verso chi li guarda e li stà a sentire... [:-j]
...AMA TUTTI, CREDI A POCHI, NON FAR MALE A NESSUNO...
User avatar
aorlansky60
Lamb
Lamb
 
Posts: 9185
Joined: 30 May 2006, 07:17
Location: Parma, Italy

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby Thomas Eiselberg » 30 Nov 2022, 14:04

Comunque io non ho scritto che il punk non abbia avuto nulla a che fare con la fine del progressive classico ma che lo ha avuto quasi solo da un punto di vista "culturale" e "sociale". Musicalmente invece penso sia fuori di dubbio che giá a partire dal 1975/76 il progressive classico aveva ormai sparato quasi tutte le sue migliori cartucce. Poi certo possiamo trovare comunque degli album meritevoli anche dopo da parte delle band più famose. Qualche. Ma cosa saranno, il 5% del totale, a stare larghi?
Ma molti gruppi prog ad un certo punto si fecero prendere la mano e diventarono indigesti.

Io ad esempio non ho vissuto l'epoca quindi ne parlo solo "a posteriori" ma se il primo album degli ELP lo trovo molto equilibrato e gradevolissimo, molte cose successive sfornate dal gruppo le trovo autoreferenziali, pacchiane e inascoltabili. E vale pure per gli Yes ed altri. E io sono uno che apprezza il progressive.
Quindi se la penso io così (e il punk non mi fa impazzire, eufemismo) credo che molti altri l'avranno pensata allo stesso modo. E' anche una questione di gusti, non è che parliamo di partiti politici (quello che una certa stampa sembrava volesse fare), ci sono persone che apprezzano un genere di musica per moda, altri che apprezzano il prog ma quello non troppo complesso, altri che avevano semplicemente cambiato gusti ecc.

Poi sul fatto che gran parte della "colpa" ce l'abbiano avuta la stampa e la critica musicale siamo d'accordo, ma trovo allo stesso modo sbagliato incasellare tutte le persone in una categoria: "quelli a cui piace il punk" e "quelli a cui piace il prog". Non è affatto vero che se ad una persona piace il prog allora deve apprezzare tutto ciò che i gruppi progressive gli propinano, c'è prog e prog. E, come detto, questo verrá dimostrato qualche anno dopo dal neo progressive, che era un genere che ibridava il prog classico con la new wave e a quei concerti ci andavano sia i fan del vecchio prog che quelli che ascoltavano altro.
Forse il vecchio prog aveva anche bisogno di "svecchiarsi" e lo dimosteranno gli anni successivi.
Essi vivono noi dormiamo. Obbedisci, compra, non pensare, il denaro è il tuo dio.

E' buona cosa leggere sempre leFAQ
User avatar
Thomas Eiselberg
GLOBAL MODERATOR
GLOBAL MODERATOR
 
Posts: 7735
Joined: 21 Oct 2005, 15:51
Location:

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby aorlansky60 » 30 Nov 2022, 18:26

@ THOMAS

prima di tutto una premessa doverosa :

dove ho scritto che
"tutti coloro che dopo tanto tempo ne ricordano ancora i trascorsi corrono il pericolo di diventare 'patetici' verso chi li guarda e li stà a sentire... "

NON ERA ASSOLUTAMENTE RIFERITO VERSO DI TE, CARO THOMAS... [;)] [:)]
sentivo il bisogno di precisarlo perchè ho quasi il sentore [o il timore] che Tu ti sia sentito coinvolto...
no niente affatto, non era rivolto a Te, che hai aperto questo thread,
io mi riferivo a tutti quegli "old-timer" [:-|] pseudo aficionados del 'punk' che ancora esistono e ancora insistono(sic) [:-j] dopo così tanto tempo sull'importanza storica di quel 'fenomeno' musicale che la storia ha sepolto... 'fenomeno' da 'baraccone' caso mai, [:-|] ma nulla di più...

proseguendo :

"giá a partire dal 1975/76 il progressive classico aveva ormai sparato quasi tutte le sue migliori cartucce"

Concordo su questo; anzi rilancio addirittura abbassando la leva : già dal 74 per quanto mi riguarda "il progressive classico aveva ormai sparato quasi tutte le sue migliori cartucce"... ma ciò non toglie che ancora nel 1976 e 1977 (il più classico dei casi come esempio: GENESIS, con "A trick of the tail" e "Wind & Wuthering"... ma anche i CAMEL di "Moonmadness" e di "Rain dances"... Barclay James Harvest con il loro bellissimo "Octoberon"... la lista è lunga...) c'era ancora una discreta e più che dignitosa offerta di progressive rock cui potere attingere...

"se il primo album degli ELP lo trovo molto equilibrato e gradevolissimo, molte cose successive sfornate dal gruppo le trovo autoreferenziali, pacchiane e inascoltabili."

Soggettivamente parlando, ti seguo anche qui.
Magari proprio inascoltabili no, ma 'discutibili e pacchiane', decisamente si.
Perfino oltre il limite del "kitch" in alcune circostanze...
Direi che sono proprio queste "esagerazioni" che hanno prestato il fianco del progressive dove colpire ai detrattori più feroci del genere...
...AMA TUTTI, CREDI A POCHI, NON FAR MALE A NESSUNO...
User avatar
aorlansky60
Lamb
Lamb
 
Posts: 9185
Joined: 30 May 2006, 07:17
Location: Parma, Italy

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby Duke59 » 01 Dec 2022, 00:38

Permettetemi una riflessione:

Il Progressive degli anni '70 era un genere musicale impegnativo, rivolto, in media, ad un pubblico relativamente colto, cerebrale, che apprezzava la musica avventurosa e spesso complessa.
La Disco anni '70 era un genere musicale del tutto all'opposto: immediato, fisico, destinato a far ballare la gente,
in grado di essere facilmente compreso da chiunque.

Il Punk invece fu un movimento culturale (e non solo musicale), formato in gran parte da giovani che contestavano la società e (almeno in teoria) il business e la "ricca" borghesia.
Il Punk non si limitò ad influenzare la musica ma influenzò letteratura, moda, stile di vita, poesia, ribellione politica ... fino a che non si trasformò dando vita al genere musicale chiamato New Wave, privo degli aspetti più radicali del movimento originario.

Per chi fosse interessato qui trova un interessante recap di National Geographic sul fenomeno punk
https://www.nationalgeographic.it/stori ... a-il-mondo

Quindi il Punk, prima di essere assorbito nel mainstream e di diventare esso stesso ciò contro cui si era scagliato, ovvero un fenomeno "commerciale" alla pari della Disco, del pop-rock e del Progressive, riuscì a sparigliare violentemente le carte, con la determinante complicità della critica musicale che orientò velocemente le case discografiche verso il "nuovo e rivoluzionario" a discapito di ciò che in quel momento veniva considerato "vecchio e conservatore".

Se per i critici musicali si possono immaginare delle motivazioni ideologiche e atteggiamenti iconoclasti, per i discografici si trattò più semplicemente di capitalizzare sulle due nuove mode del momento: il Punk e la Disco a scapito degli "stantìi" Progressive, Pop melodico e Folk Rock.

Secondo me si commette un errore nel sottovalutare il peso del fenomeno Punk nella storia recente della musica.

Credo che la frustata che il Punk diede verso la fine degli anni settanta costrinse gli artisti del genere Progressive
a rimettersi in discussione per sopravvivere, a volte con risultati imbarazzanti (Asia, Gentle Giant con "Giant for a day", Jethro Tull con "A") in altri casi con risultati interessanti ( gli Yes con "Drama" e "90125", i Genesis con "And then there were three" e "Duke", i Camel con "Nude"). E, con il senno di poi, non è detto che ciò sia stato un male.

Premettendo che non ho mai apprezzato il punk selvaggio delle origini, quello suonato male da persone molto spesso disadattate (o che facevano finta di esserlo), ho invece apprezzato diversi gruppi appartenenti alla New Wave e al Synth Pop, che del Punk furono derivazione.

Concludo con una citazione di uno dei miei artisti preferiti, Joe Jackson dal suo libro "Gravità zero":

[...] La maggior parte delle band punk era tremenda. Si ritenevano fortunate ad avere quindici secondi di celebrità, figuriamoci quindici minuti. Non m’interessava. Tra uno spettacolo dei Koffee’n’Kreme [la band in cui Joe Jackson suonava all'epoca] e l’altro, mettevo il mio smoking sottochiave, indossavo il mio giubbotto di pelle e andavo a più concerti che potevo. Ho visto i Vibrators, le Slits, i Chelsea, Siouxie and the Banshees, e parecchie band il cui nome è stato dimenticato. Alcuni dei miei amici e colleghi si sorpresero e le discussioni si infiammavano. Come potevo io, diplomato in musica al college, sostenere musicisti che, in alcuni casi, a malapena sapevano come impugnare una chitarra e figuriamoci suonarla? L’ironia, nella mia vita musicale, continuava ad accumularsi. Parecchio del mio tirocinio musicale era immagazzinato nelle soffitte del mio cervello mentre suonavo coi rocchettari. Ora però mi piaceva la musica che loro consideravano inaccettabile. Ora erano loro gli snob! Avevano trascorso anni cercando, per come la vedevo io, di essere dei veri musicisti. E pensavano: chi credono di essere questi parvenu con la cresta?
[...] Per tornare al 1977, le cattive band potevano pure essere divertenti e quelle buone, troppo musicali per essere classificate punk, andavano sotto il nome di New Wave e stavano diventando veramente interessanti. Specialmente i Television, i Talking Heads ed Elvis Costello. Persino entusiasmanti. [...]
Duke59
Lamb
Lamb
 
Posts: 1432
Joined: 28 Oct 2005, 16:26
Location: Italy

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby Thomas Eiselberg » 01 Dec 2022, 01:43

aorlansky60 wrote:@ THOMAS

prima di tutto una premessa doverosa :

dove ho scritto che
"tutti coloro che dopo tanto tempo ne ricordano ancora i trascorsi corrono il pericolo di diventare 'patetici' verso chi li guarda e li stà a sentire... "

NON ERA ASSOLUTAMENTE RIFERITO VERSO DI TE, CARO THOMAS... [;)] [:)]
sentivo il bisogno di precisarlo perchè ho quasi il sentore [o il timore] che Tu ti sia sentito coinvolto...
no niente affatto, non era rivolto a Te, che hai aperto questo thread,
io mi riferivo a tutti quegli "old-timer" [:-|] pseudo aficionados del 'punk' che ancora esistono e ancora insistono(sic) [:-j] dopo così tanto tempo sull'importanza storica di quel 'fenomeno' musicale che la storia ha sepolto... 'fenomeno' da 'baraccone' caso mai, [:-|] ma nulla di più...



No, tranquillo, avevo ben compreso quel passaggio del tuo post e tra l'altro la penso in maniera abbastanza simile [;)]
Essi vivono noi dormiamo. Obbedisci, compra, non pensare, il denaro è il tuo dio.

E' buona cosa leggere sempre leFAQ
User avatar
Thomas Eiselberg
GLOBAL MODERATOR
GLOBAL MODERATOR
 
Posts: 7735
Joined: 21 Oct 2005, 15:51
Location:

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby aorlansky60 » 01 Dec 2022, 11:22

@ DUKE
"Secondo me si commette un errore nel sottovalutare il peso del fenomeno Punk nella storia recente della musica."

caro DUKE, [:)]
non è che io sottovaluto quel 'fenomeno' (che definire come tale è esageratamente lodevole),
io non lo considero proprio, il che è diverso... [:-I]

troppo critico nei confronti del 'punk' ? [:-I]
il mio è solo un punto di vista soggettivo, ma Direi di SI alla domanda appena fatta,

perchè preso in se per quello che ha saputo proporre musicalmente,
per me il punk NON ESISTE. MAI ESISTITO. (*)
A parte pochissime eccezioni, che sono le stesse che ho (ri)letto di nuovo su questo thread citate da altri (HIGH), quali i CLASH su tutti... forse perchè a differenza degli altri, i CLASH conoscevano almeno la definizione tecnica di "accordo" musicale... [:-j]

L'ho detestato fin dal suo arrivo.
Ancora oggi, non lo sopporto. [:|]

Poi, tutte quelle altre diramazioni socio/politiche che hanno fatto nascere quel movimento,
prima ancora che musicale, le lascio serenamente al proprio destino, nel senso che non me ne occupo nemmeno. Tempo perso inutilmente.

Ma gli riconosco almeno quel fattore che anche tu arrivi a concludere :

"è stato determinante per la svolta della NEW WAVE" con relativi nomi che hai citato.
Più che importante, il 'punk' è servito.

Ma se lo chiedete a me, la mia risposta è "se ne poteva tranquillamente fare a meno..."
anche se so benissimo che "con i se e con i ma non si fa la storia"...



(*) Questa mia personale idiosincrasia verso questo movimento musicale (movimento, non fenomeno...) ha radici lontane nel tempo, e deriva dal mio primo contatto con quel famigerato Lp visto dalla critica del tempo (sic) come una sorta di "rivoluzione" musicale... [:-j] ...ricordo ancora come ne parlavano le riviste specializzate del tempo... [:-j]

"Never Mind the Bollocks, Here's the Sex Pistols"... [:-j]

ricordo ancora quel pomeriggio di tardo autunno del 1977, quando un mio amico arrivò entusiasta a casa di un nostro amico in comune, dove già mi trovavo, con il disco sotto braccio, annunciando trionfalmente "questo è l'album di cui parla tutta la critica ultimamente... è il disco del momento!" [:-I]

messo sul piatto il disco, io non arrivai nemmeno alla fine del secondo brano del lato A... [xx(]

secondo Voi, quale poteva essere la reazione di uno come me,
cresciuto [per grazia del Cielo] con SELLING ENGLAND BY THE POUND??... [:D]
...AMA TUTTI, CREDI A POCHI, NON FAR MALE A NESSUNO...
User avatar
aorlansky60
Lamb
Lamb
 
Posts: 9185
Joined: 30 May 2006, 07:17
Location: Parma, Italy

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby Ender » 01 Dec 2022, 13:09

Per quanto mi riguarda, fin dall'inizio il punk non me lo sono filato neanche di striscio, e poco m'importa se vada o meno considerato un movimento a sfondo sociale o che altro.
Per quanto riguarda la musica i miei criteri sono pochi e abbastanza ben definiti: o sai suonare o non sai suonare, o sai comporre o non sai comporre...mica tanto di più.
Gli esponenti del punk, checché se ne dica, erano a malapena capaci di tenere in mano la chitarra o di sbatacchiare sulla batteria, o di urlare come se gli stessero strappando gli attributi. Puoi dire tutto quel che ti pare su ELP ma Carl Palmer la batteria SA come si suona (epporcavacca, io l'ho visto di persona e giuro che è da brividi, e lo stesso vale per Neil Peart che a Milano nel 2004 mi ha disintegrato), e lo stesso per Emerson con le tastiere. Che due palle Hackett? Vabbè signor punk, ne riparliamo quando saprai suonare come lui. Prima di quel momento stattene zitto, perché non vali i soldi del biglietto.
Perché la musica, se la vuoi fatta bene - anzi, se la vuoi fare e basta - deve essere concentrazione assoluta, studio assoluto, ricerca assoluta, professionalità assoluta. E nessun adepto del punk si è mai avvicinato minimamente alla più scarsa delle band progressive. Al massimo potevano suonare alle festine in garage col permesso dei genitori. Steccando. Stonando. Starnazzando. Lo dico sui ricordi delle band punk che al tempo mostravano alla tv. Penose.
Vabbè...io a 12 anni ascoltavo ELP, i Genesis a 14, gli Yes a 16...ho deciso quali dovevano essere i miei standard in tenera età. Però - per esempio - apprezzo anche il bellissimo "Stanze" di Ludovico Einaudi, con Cecilia Chailly all'arpa: minimalista ma straordinario.
Quel che chiedo io a un musicista è: non importa se fai rock sinfonico o se sei minimalista o se fai musica solo acustica o che altro; quel che chiedo sono serietà, professionalità, crescita nella tecnica e nella composizione...e tutto questo nel punk io non ce l'ho mai visto. Non so voi.
Che poi mi possa piacere o meno un autore o un gruppo piuttosto che un altro, sotto questo aspetto conta poco: per esempio moltissime delle composizioni dei King Crimson non mi piacciono (fino a "Red" è tutto ok) ma non mi sognerei mai e poi mai di dire che non sanno suonare, o che non ci mettono impegno, professionalità, studio.
Se hai dei problemi perché vorresti essere famoso ma non sai suonare, non metterti a pontificare facendo finta che la tua sia una ribellione sociale: impara a suonare e basta.
Looking behind me, the water turns icy blue
The light are dimmed, and once again the stage is set for you...
User avatar
Ender
Nursery Crymer
Nursery Crymer
 
Posts: 177
Joined: 07 Jan 2009, 08:04
Location:

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby rkive » 01 Dec 2022, 13:49

È da tenere presente l'importanza delle radio come strumento per vendere la musica.

Naturalmente le case discografiche condizionano le radio, ma l'ascoltatore preferisce sempre una musica facile da ascoltare

Infine c'è sempre il cambio generazionale che desidera la "propria" musica, anche "senza futuro" come cantava Ivano

Fossati.
User avatar
rkive
Lamb
Lamb
 
Posts: 1801
Joined: 14 Mar 2019, 16:24
Location: Venezia

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby aorlansky60 » 02 Dec 2022, 07:18

QUOTO integralmente al 100% tutto l'intervento recente di ENDER. [:)] [/:-|]

mi ci ritrovo completamente, specie dove dice :
"io a 12 anni ascoltavo ELP, i Genesis a 14, gli Yes a 16...ho deciso quali dovevano essere i miei standard in tenera età..."

E' quello che è successo a me, ma nemmeno tanto perchè l'ho voluto, diciamo che è successo per caso:

a 14 anni mi sono accostato a 'SELLING ENGLAND BY THE POUND', primo album dichiaratamente progressive da me acquistato, conosciuto e assimilato (non senza una certa difficoltà, devo ammetterlo, perchè era ad un livello tecnico/artistico decisamente SUPERIORE rispetto a tutti gli altri dischi pop rock che conoscevo...) [:)]

dopo di questo, sempre a quell'età nel 1974 ho poi conosciuto 'NURSERY CRYME', 'FOXTROT', 'TRESPASS'... e 'THE LAMB LIES DOWN ON BROADWAY'... ma anche 'ATOM HEART MOTHER', 'THE DARK SIDE OF THE MOON', 'RED', 'THE POWER AND THE GLORY', 'BENEFIT', 'ACQUALUNG'...
e a 14anni non ero colto ne studiato (ero praticamente adolescente privo di esperienza) ma una volta assimilata e compresa LA QUALITA' delle proposte che ho elencato, proprio come ENDER avevo stabilito il mio standard di qualità, il riferimento su cui iniziai a misurare tutto il resto del panorama musicale dell'epoca... e facendo i dovuti paragoni, mi ci volle poco a concludere che il progressive rock del tempo era la forma e la proposta musicale più elevata e colta dell'intera Musica Rock. Quella che mi dava le migliori sensazioni all'ascolto. Musica decisamente stimolante per la [mia] mente. [:)]

poi nel 77 arrivano questi sguaiatissimi 'sex pistols'... per fortuna, o grazie al Cielo, io ero già svezzato a sufficienza (musicalmente parlando) per riconoscere "la fregatura" solenne di quella proposta, quella che molti critici e redattori del tempo su diverse testate italiane (ed anche estere specie in UK) raccontarono di essere "la nuova stimolante svolta del Rock" cercando di vendere come nobile ORO quella che in realtà era vile ferraglia, alle folle di appassionati del tempo... [:-!]

Ender said:
"Se hai dei problemi perché vorresti essere famoso ma non sai suonare, non metterti a pontificare facendo finta che la tua sia una ribellione sociale: impara a suonare e basta."

Non ci potrebbe essere migliore conclusione di questa. Con buona pace per tutti gli esponenti di quel 'movimento' [:-j] dimenticato e sepolto dalla polvere del tempo.
...AMA TUTTI, CREDI A POCHI, NON FAR MALE A NESSUNO...
User avatar
aorlansky60
Lamb
Lamb
 
Posts: 9185
Joined: 30 May 2006, 07:17
Location: Parma, Italy

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby highinfidelity » 02 Dec 2022, 11:18

Caro Thomas, sembrava anche a me di ricordare che fossi un discreto conoscitore del punk, e per questo nel mio messaggio - anche se magari a tutta prima non sembra [:D] [:D] [:D] - ci sono "andato piano". Tanto sapevo che sarebbe poi entrato Alain a gamba tesa... [:D] [:D] [:D]

Ho letto con molto interesse i contributi di tutti. Devo dire alcune cose: a mio parere, un po' in contrasto con quanto scrive Duke anche se apprezzo e capisco il suo punto di vista, il punk ha lasciato veramente pochissimo, perché sempre a mio parere la new wave è un'evoluzione naturale del rock classico più popolare inglese e non del punk. È un punto di vista difficile da dimostrare e non mi ci provo nemmeno, anche perché essendo obbligatorio in quegli anni simulare di essere punk pena la non pubblicazione dei propri dischi, è logico che tra i due generi ci siano state giocoforza delle contaminazioni, non si sa bene quanto "sentite". È comunque mia ferma convinzione che alla new wave ci si sarebbe arrivati lo stesso, e anzi forse sarebbe stato un movimento ancor più intellettualmente stimolante di quanto non sia stato - perché certamente le case discografiche continuarono a spingere al ribasso. Mi fa sorridere a questo proposito trovare elencati in calce all'articolo del National Geographic complessi come i Duran Duran e gli Spandau Ballet tra gli "influenzati dal punk": è forse il caso di ricordare che all'epoca i duri e puri li schifavano al punto da non considerarli neppure new wave, anzi coniarono apposta per loro la categoria new romantic. Adesso per dimostrare che il punk ha lasciato qualcosa vengono "promossi" (cioè "bocciati", nella mia scala di valori) a quasi-punk? Mah... Personalmente non sono d'accordo.

Altrettanto, a parer mio, si può dire riguardo il declino del progressive classico ed il passaggio al neo-progressive. Risulta difficile dire cosa avrebbe ancora potuto sfornare il progressive classico, considerato che da un certo punto in avanti di progressive non si poteva nemmeno più parlare. Sempre restando in casa nostra, anche Forse Le Lucciole Non Si Amano Più dei Locanda Delle Fate - considerato uno dei capolavori assoluti del rock progressivo, sebbene per ragioni di gusti personali non sia tra i miei favoriti - è del 1977. Dunque 1977 anno di picco del progressive, o anno di crisi? Impossibile capirlo, perché tutto è sepolto sotto la vergognosa campagna stampa denigratoria volta a promuovere il punk e i suoi "meravigliosi" valori. Venendo agli eccessi di certo progressive, che "potrebbero aver stufato", anch'io non apprezzo le pacchianerie che caratterizzavano alcuni complessi progressivi - e qui sovente saltano fuori i nomi di Emerson, Lake e Palmer. Ma per amor di verità non è che fino al 1977 mi piacessero (piacciano, considerato che mi riferisco ai loro dischi ascoltati a posteriori) e dopo no: non mi piacciono fin da subito; apprezzo pochissime cose loro, paradossalmente le meno note. Per cui le eventuali ragioni di questo improvviso cambio di idee (ammesso che ci sia stato) andrebbero chieste a coloro i quali sgomitavano negli stadi che EL&P riempivano all'inverosimile fino all'anno prima.

Però - e lo dico senza nessuno spirito di polemica, ma anche in modo molto netto - non sono per nulla d'accordo sul fatto che si debba occupare di musica solo chi ha una solida formazione accademica. Purtroppo o per fortuna (dipende dai punti di vista) nel corso dei secoli la musica ha avuto un'evoluzione tale da raggiungere vette di difficoltà spaventose, e ci mancherebbe altro che avesse licenza di occuparsene solo chi fosse in grado di eseguire una fuga a cinque voci di Bach. Grazie al cielo se ne possono dilettare non solo i figli di papà in grado di poter cincischiare per lustri interi al conservatorio, o peggio ancora presso costosissime scuole private o prendendo lezioni individuali, perché la vita, per quasi tutti tranne che per pochi privilegiati, è fatta di duro studio, di duro lavoro e di pressanti impegni familiari. Ricordiamo sempre che i Genesis - pur essendo dei fighetti da liceo privato - non avevano affatto una preparazione musicale accademica. Steve Hackett, che attualmente è il più vivace ed il più attivo tra loro, ne aveva ancora meno, e lo stesso vale per Collins. Di musicisti eccezionali che non hanno studiato musica ce ne sono a milioni, anzi direi che sono la maggior parte. Inoltre trovo del tutto logico che esistano generi differenti, apprezzati da strati sociali differenti o anche solo in momenti differenti. Io per primo passo disinvoltamente da un disco degli Area ascoltato in cuffia ad un canto di trincea ascoltato al grammofono, e li apprezzo e mi divertono entrambi - pur stimolando aree intellettuali e sensoriali differenti, se vogliamo.

Non mi dà alcun fastidio che ci siano ampi strati di popolazione che ascoltano la disco, oppure il punk, o oggigiorno la trap. Per me ciò che è demoralizzante è che ci si fermi lì, e che ci si perda tutto il resto del mondo musicale così bello e così vario; ma ritengo altresì nell'ordine naturale delle cose che molte persone non riescano ad elevarsi al di sopra di quel livello. Quello che invece decisamente non va bene, è che ci sia una critica giornalistica specializzata che abbia spinto e che anche oggi continui a spingere in quella direzione, e che faccia passare come un fenomeno pseudo-intellettuale un'autentica fesseria come quella del punk, la quale, come anche l'articolo del National Geographic ricorda molto bene, serviva a vendere vestiti.
<< Conoscete voi spettacolo più ridicolo di venti uomini che s'accaniscono a raddoppiare il miagolìo di un violino? >>
(Luigi Russolo, Intonarumorista. 1913.)
________________________

In dubbio, consultate le FAQ
User avatar
highinfidelity
ADMINISTRATOR
ADMINISTRATOR
 
Posts: 8087
Joined: 02 Jul 2003, 23:54
Location: Torino

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby aorlansky60 » 02 Dec 2022, 18:43

@ HIGH

"Dunque 1977 anno di picco del progressive, o anno di crisi?..."

Io so solo che il 1977 è stato per me un anno... molto particolare... [:-I]

non tanto perchè è stato pubblicato l'ultimo grande disco progressive dei miei (e nostri) amati Genesis "Wind&Wuthering" anche se di fatto quest'ultimo è figlio del 1976 (sia come concepimento e sia come sessions di registrazione), perchè la sua data esatta di pubblicazione cade in un giorno del mese di dicembre 1976 (tipica mossa di marketing di ogni casa discografica del tempo, quella di pubblicare nuove uscite musicali nei mesi autunnali, per cercare di sfruttare al meglio il mercato 'natalizio'),

ma perchè io del 1977 ricordo l'arrivo di due titoli particolarmente 'funerei' [:-!]
(all'epoca ero molto sensibile verso ogni uscita discografica di cui mi tenevo molto informato grazie alla lettura di diverse riviste specializzate che acquistavo regolarmente) :

il già ricordato
"Never Mind the Bollocks, Here's the Sex Pistols" [xx(] [:(-(] (puah!) [xx(]
e...
"Saturday Night Fever" soundtrack [xx(] [:(-(] (doppio puah!) [xx(]

curiosamente, manco a farlo apposta, queste due 'prelibatezze' [:-!] furono pubblicate nello stesso mese (novembre 1977, anche in questo caso per la stessa scelta di marketing che ho descritto prima)

anche se gli effetti si videro nel nuovo anno: io ricordo nella mia classe delle superiori, tutte le ragazze e buona parte dei ragazzi della mia classe letteralmente 'impazziti' per Bee Gees&co...
questa è la fotografia stampata nella mia mente di quel periodo, a livello scolastico...
...AMA TUTTI, CREDI A POCHI, NON FAR MALE A NESSUNO...
User avatar
aorlansky60
Lamb
Lamb
 
Posts: 9185
Joined: 30 May 2006, 07:17
Location: Parma, Italy

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby rkive » 02 Dec 2022, 21:38

Saturday Night Fever Soundtrack .

"Voglio il conto
corrente dei Bee Gees".

I Gatti di Vicolo Miracoli. [:)]
User avatar
rkive
Lamb
Lamb
 
Posts: 1801
Joined: 14 Mar 2019, 16:24
Location: Venezia

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby Thomas Eiselberg » 02 Dec 2022, 22:24

highinfidelity wrote:Caro Thomas, sembrava anche a me di ricordare che fossi un discreto conoscitore del punk, e per questo nel mio messaggio - anche se magari a tutta prima non sembra [:D] [:D] [:D] - ci sono "andato piano". Tanto sapevo che sarebbe poi entrato Alain a gamba tesa... [:D] [:D] [:D]



No, è uno dei generi che apprezzo meno. Prog, pop, metal, new wave...ma il punk a parte qualcosina non mi sconfinfera. [:D]

Apprezzo invece gli "ibridi", le contaminazioni, per questo non disdegno certo post-punk: ad esempio mi piacciono un sacco i The Chameleons che partivano da una base punk ma che poi ci inserivano dentro testi poetici, atmosfere malinconiche o rarefatte (e poi alcuni loro esponenti apprezzavano i Genesis) quindi alla fine fine di punk non è che avessero moltissimo. [:D]

Il punk classico invece, quello "puro", decisamente no. [&:-S]
10.000 volte meglio il metal: fatto da gente preparata musicalmente, che sapeva come fare musica davvero "incazzosa" invece che strepitare e basta [:D] [:-D]
Essi vivono noi dormiamo. Obbedisci, compra, non pensare, il denaro è il tuo dio.

E' buona cosa leggere sempre leFAQ
User avatar
Thomas Eiselberg
GLOBAL MODERATOR
GLOBAL MODERATOR
 
Posts: 7735
Joined: 21 Oct 2005, 15:51
Location:

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby aorlansky60 » 04 Dec 2022, 08:02

C'è un ulteriore dettaglio che merita di essere esposto qui :

si è detto [giustamente] che il 'punk' nasce prima di tutto come movimento di protesta sociale a testimoniare [e ad affermare] una sofferenza e un inquietudine esistenziali manifestati da parte di una nuova generazione di giovani adolescenti appartenenti ad un basso ceto sociale dell'Inghilterra del periodo...
Ebbene tutti coloro che mossero critiche verso il progressive rock [a sentire loro] eccessivamente "esclusivo" e "di elite", non si accorsero che ben prima dell'arrivo del 'punk', già nel 1973 un certo Peter Gabriel attraverso i suoi testi colti forbiti e pungenti intrisi di geniali doppi sensi, aveva manifestato la stessa inquietudine facendolo però in modo assai più intelligente (forse troppo, per essere compreso, soprattutto da 'chi' [:-j] di intelligenza ne possedeva decisamente poca... ogni riferimento in questo è puramente arbitrario e a scelta del lettore...), basta andare a leggere attentamente i suoi testi di "Dancing with the moonlit knight", "I know what I like" e "The Battle of Epping Forest" per rendersene conto ed avere così l'idea che il progressive rock (almeno quello proposto dai Genesis) non era solo esposizione magniloquente di capacità tecniche fini a se stesse, come a volte alcuni esponenti del genere ebbero modo di manifestare, prestando così "il fianco" del genere alle critiche più feroci che gli vennero mosse...
In questo, mi vengono in mente particolarmente gli EL&P (sempre loro...) non solo per alcuni loro brani, ma anche e soprattutto per certe loro esibizioni dal vivo, quando Keith Emerson "gigioneggiava" on stage simulando platealmente una sorta di 'lotta fisica' tra di lui e l'Hammond (o il Moog, forse cercando di emulare quello che fece prima di lui on stage un certo Jimi Hendrix con la sua Fender Stratocaster)...
chi ha assistito ad uno show di EL&P del periodo sa bene che non stò raccontando storielle inventate...
...AMA TUTTI, CREDI A POCHI, NON FAR MALE A NESSUNO...
User avatar
aorlansky60
Lamb
Lamb
 
Posts: 9185
Joined: 30 May 2006, 07:17
Location: Parma, Italy

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby aorlansky60 » 06 Dec 2022, 08:01

"È difatti sufficiente leggersi le testimonianze di Anthony Phillips, o le pagine dedicate alla questione nella recentissima autobiografia di Steve Hackett, per rendersi conto nella maniera più lampante del fatto che per qualunque artista dedito ad una musica anche solo lievemente colta era divenuto assolutamente impossibile avere un contratto con qualunque casa discografica."

Questo passaggio di HIGH, tratto dal suo primo intervento sul thread, è significativo e mette bene in risalto "il punto" saliente, ovvero IL FATTORE che interessava maggiormente a chi dettava legge nel meccanismo dell' industria musicale : FAR SOLDI e PROFITTI nella misura più alta possibile. Non importa il genere proposto, purchè fosse gradito alla maggioranza di pubblico così da poter essere comprata.

"Chi" dettava legge erano ovviamente le case discografiche.
Quando uno firmava un contratto con una di esse (soprattutto se si trattava di un nome ancora non conosciuto praticamente agli esordi o quasi) era sottinteso da un codicillo del contratto stesso un numero minimo di dischi venduti, altrimenti "la casa" poteva recidere il contratto come e quando voleva a sua discrezione. Il potere decisionale lo detenevano loro, non gli artisti. Le sedute di registrazione, l'affitto della sala di registrazione per farlo, e il lancio pubblicitario di un album -per non parlare di tutto il fattore organizzativo nell'allestire una tourneè 'live' di supporto al nuovo disco- avevano infatti dei costi che potevano essere ammortizzati e compensati SOLO tramite la VENDITA dei dischi.
In questo contesto il caso dei Genesis è davvero singolare: non è un mistero che la band sia rimasta "in rosso" debitorio per molti anni nei confronti della casa discografica che li aveva "sotto contratto" (praticamente fino al 1978), segno che i vertici direzionali della Charisma Records dovevano avere una certa fiducia (e stima) nei confronti di Gabriel&Banks&co...

Sono convinto cha la maggioranza delle majors, attraverso i loro uomini di vertice, anche prima che terminasse il periodo d'oro del genere (quello che va dal 69 al 74) avessero le idee chiare in merito al fatto che il progressive rock fosse un genere "troppo ingombrante" che male si conciliava con la loro priorità principale: quella di VENDERE. Chi vendeva davvero tanto in termini di DISCHI nei primi anni 70 non erano certo esponenti del progressive rock, sia in UK che in USA (i due mercati discografici più importanti al mondo) ma nomi ed esponenti di tutt'altro genere (il primo che mi viene in mente è Elton John). Proprio per questo ripeto quanto ho già detto in un mio precedente intervento: a mio parere ci fu "lo zampino" determinante da parte delle majors, nel cercare di 'imporre' generi musicali nuovi ed alternativi al progressive rock, che potessero essere più semplici da assimilare per il [grosso] pubblico, in modo che quest'ultimo COMPRASSE.

Ritornando ai Genesis, sarà un caso (nemmeno poi tanto) che il loro album del 1978, il primo da loro pubblicato dopo l'irruzione del punk sulla scena musicale, sia stato assai diverso musicalmente dai precedenti... è un dato di fatto che lo sia, ma io vorrei mettere il punto su quanto possa avere contato su questa loro decisione, anche il parere dei vertici della Charisma che si sono smossi dalle loro poltrone ai piani alti, fino a scendere in sala di registrazione (mi piace pensare che lo abbiano fatto così) per parlare con Tony e Mike dicendo loro "guardate che questa nuova moda musicale stà costringendo il mondo intero ad una svolta radicale, dalla quale nemmeno voi potete sottrarvi, se volete ancora continuare a far musica, cosa che potrete fare con NOI solo se ci garantite qualcosa di commercialmente vendibile ad una fetta di pubblico maggiore rispetto a quella sulla quale avete potuto contare fino ad ora..."

Nei tanti libri che posseggo sulla band, non ricordo di aver mai letto dichiarazioni in proposito da parte di Banks o di Rutherford, ma io non escluderei affatto che "And then there were three" sia come lo conosciamo non solo per decisione espressa da loro due, quanto anche di una certa "pressione" esterna che ricevettero su di loro, malgrado loro... e che questa "pressione esterna" sia stata esercitata da fattori umani assai vicina a loro due (contrattualmente e commercialmente parlando)...
...AMA TUTTI, CREDI A POCHI, NON FAR MALE A NESSUNO...
User avatar
aorlansky60
Lamb
Lamb
 
Posts: 9185
Joined: 30 May 2006, 07:17
Location: Parma, Italy

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby rkive » 06 Dec 2022, 16:10

https://www.blogdellamusica.eu/le-cener ... ini-libro/

Non mi piace il "copia incolla", ma trovo questa recensione del libro di Mattia Merlini, condivisibile:

"Morte annunciata, nondimeno. Merlini ha il merito di riaprire l’inchiesta, finora appagata dalla condanna in primo grado: un unico assassino, il punk, la cui ascesa era iniziata almeno due anni prima di Love Beach. La storia, come sempre, è assai più complicata. Restando nel campo dei generi musicali, se il punk può essere esecutore materiale, non mancano certo i complici. Il pop mainstream, contrario per definizione a ogni cultura di genere; la disco-music, che rimette al centro la fisicità, in contrasto con l’assoluta mentalità del prog; la new wave, altra modalità di ritorno alla semplicità (a tal riguardo Merlini cita inoltre la particolare derivazione della New Wave of British Heavy Metal).

Ma ci sono anche moventi economici: l’autore ci ricorda quanto la crisi del 1973 renda la vita difficile a quella fetta di consumatori nella quale convergono i maggiori acquirenti di dischi, mentre contemporaneamente la tassazione britannica spinge molti musicisti all’esilio, non solo geografico ma anche sociale e culturale. Alla fine degli anni Settanta, l’industria discografica inglese non potrà che contare i caduti: 20% di introiti in meno rispetto a inizio decennio. Infine, un aspetto mai troppo sottolineato, l’accanimento della critica musicale, per la quale il rock deve tornare alla semplicità e all’autenticità che il prog, capriccio borghese, ha distrutto".

Chiaramente sono argomenti che sono già stati detti in questo topic.
User avatar
rkive
Lamb
Lamb
 
Posts: 1801
Joined: 14 Mar 2019, 16:24
Location: Venezia

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby highinfidelity » 07 Dec 2022, 17:24

rkive wrote:Infine, un aspetto mai troppo sottolineato, l’accanimento della critica musicale, per la quale il rock deve tornare alla semplicità e all’autenticità che il prog, capriccio borghese, ha distrutto".


Siamo al solito punto. È questo che ci si attende dalla critica musicale? Che scriva che la musica è complicata, che gli fa male al cervello, oddio che paura il progresso, torniamo alle polke e alle mazurke delle balere?

Ne discende ancora una volta che la colpa - meglio: il dolo - è stato proprio della "critica", come volevasi dimostrare.
<< Conoscete voi spettacolo più ridicolo di venti uomini che s'accaniscono a raddoppiare il miagolìo di un violino? >>
(Luigi Russolo, Intonarumorista. 1913.)
________________________

In dubbio, consultate le FAQ
User avatar
highinfidelity
ADMINISTRATOR
ADMINISTRATOR
 
Posts: 8087
Joined: 02 Jul 2003, 23:54
Location: Torino

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby aorlansky60 » 07 Dec 2022, 18:30

"...l’accanimento della critica musicale, per la quale il rock deve tornare alla semplicità e all’autenticità che il prog, capriccio borghese, ha distrutto".

[:-I]
Ma il progressive rock, nella mente dei suoi ideatori e primissimi esponenti (Bob Fripp, Keith Emerson, Mike Pinder, Gary Brooker) non voleva distruggere proprio niente, voleva semplicemente ritagliarsi un proprio spazio creativo come "alternativa" al rock nord americano, in particolare quello californiano, che nella fine degli anni 60 era quello che andava per la maggiore... e, cosa molto importante da sottolineare, era la risposta "europea" al rock "a stelle e strisce" targato USA... ma non intendeva certo sgominare la concorrenza, con la presunzione di volersi attribuire come unica alternativa possibile...

In seguito ai nomi che ho citato, assimilabili nel genere progressive ne sono venuti poi altri che insieme ai primi hanno affinato il linguaggio espressivo, ma a parte poche eccezioni (Pink Floyd e Jethro Tull ammesso che si possano definire progressive, EL&P e YES, quest'ultimi si, progressive) non è che abbiano venduto poi così tanto, al punto da oscurare e "distruggere" il pop rock primordiale, che anzi nei primi anni 70 vendeva ancora tanto, decisamente di piu rispetto al progressive... proprio per questo non capisco questo ostracismo capitanato dalla "critica" musicale del tempo...

Capisco che il progressive rock potesse dar fastidio (perchè troppo colto, non solo nelle orchestrazioni ma anche nei testi, per essere capito dai bifolchi, che proprio perchè non lo capivano ci si sono inkazzati contro di brutto, evidentemente) ma fino al punto da bruciarlo nei roghi delle streghe, questo no... c'era lo spazio per tutti, volendo, senza ricorrere a questa sorta di 'rivoluzione pagliacciata', montata dalle majors e condotta dalle riviste specializzate, con la critica in prima linea... Evidentemente il progressive, essendo per sua natura musica per la mente -e che per questo induce a ragionare chi l'ascolta- deve aver dato fastidio non solo ai 'bifolchi' della base (la moltitudine) ma potenzialmente anche a qualcuno più in alto di loro...
...AMA TUTTI, CREDI A POCHI, NON FAR MALE A NESSUNO...
User avatar
aorlansky60
Lamb
Lamb
 
Posts: 9185
Joined: 30 May 2006, 07:17
Location: Parma, Italy

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby Duke59 » 07 Dec 2022, 19:33

Sto trovando molto interessante questo thread, e leggendo gli interventi precedenti mi sono sorte ulteriori riflessioni su un argomento, la sottocultura Punk, alla quale in passato credo di non aver mai dedicato attenzione, in quanto disinteressato al puro Rock'n roll, genere alquanto ripetitivo e per me poco stimolante.

Nel tempo però sono diventato meno integralista, ho quindi provato a documentarmi almeno un po' e a ripescare qualcosa dai miei ricordi di quel periodo.

Spero di essere breve ma non è detto che ci riesca. Anche perchè sto scrivendo il post poco alla volta, nei ritagli di tempo, ascoltando nel frattempo alcune canzoni catalogate come Punk (oltre a quelle poche che già conoscevo) per farmene un'idea più precisa.

Non sempre concordo con Ernesto Assante ma mi sento di sottoscriverlo quando dice che:

"[...]I primi segni del punk, tuttavia, possono già essere rintracciati in formazioni statunitensi come Velvet underground, MC5 e Stooges, attive un decennio prima, nonché nell’attitudine distruttiva degli inglesi Who, tra i primi gruppi rock degli anni Sessanta a dare corpo alla frustrazione esistenziale giovanile [...]"
https://www.treccani.it/enciclopedia/mu ... agazzi%29/

Cosa che trovo rispondente al vero.

Provate infatti ad ascoltare questo brano degli MC5 datato 1969
Kick out the jams - MC5 (1969)

Oppure "My Generation" degli Who, datata 1967.
My Generation - The Who (1967)
Qui il video è già posizionato alla fine del pezzo dove comincia la "distruzione" degli strumenti (si fa per dire, venne fuori dopo che si trattava di una chitarra finta pronta per lo scopo) sul palco...
una cosa molto Punk, direi, e si era solo nel 1967!

Ora, se dopo aver visto/sentito i due pezzi precedenti, facciamo partire "God save the queen" (1977) dei Sex Pistols risulta evidente come ci si trovi su una lunghezza d'onda molto molto simile.
God save the Queen - Sex Pistols (1977)

Tra l'altro nel video, a dispetto della fama di zozzi e marci, i componenti del gruppo, se trascuriamo la risibile pseudotrasgressività del vestiario (David Bowie scansati [:-D] ), sembrano tirati a lucido come fossero i Duran Duran. [:D]

Questa iconica canzone (lo si voglia o no è diventata iconica - probabilmente più per il testo anti monarchico che per la musica - tanto che viene citata persino nelle enciclopedie) l'avevo sicuramente già sentita in passato, ma mai volontariamente. Forse la ascoltai come colonna sonora in qualche film, forse in qualche frammento di video in TV, forse qualche scampolo dalla radio. Ora che l'ho ascoltata per la prima volta per intero direi che siamo nell'ambito del puro, semplice, vecchio rock'n roll. Inoltre - ma lo dico sottovoce in modo che AOR non mi senta - preso come pezzo rock'n roll minimalista non è male; ha un buon ritmo, il riff è accattivante, l'amalgama di basso, batteria e chitarra è piacevolmente mixato e la voce volutamente stralunata gli conferisce una sua peculiarità. (stiamo ovviamente parlando in ambito di puro e semplice Rock'n roll non di Canti Gregoriani o di Polifonia Bachiana, ricordiamolo) .

Ditemi la verità,quante band avete sentito suonare Rock'n roll tirato e grezzo simile a questo? Io, tra band che provano in cantina, feste paesane, discoteche, concerti, video e dischi almeno un centinaio. E probabilmente va riconosciuto al periodo Punk il merito (o, secondo alcuni, il demerito) di aver reso popolare questo modo elementare ma vigoroso di fare Rock'n roll.

Il fatto che il Fenomeno Punk venga immancabilmente associato ai Sex Pistols e la sua nascita datata al 1977 credo sia per l'indovinata operazione di marketing studiata a tavolino da Malcom McLaren, che ci aveva già provato nel 1975 negli States con le New York Dolls senza però riuscire nel tentativo.

[...] Nel 1975, McLaren, assunta ormai la qualifica di manager non ufficiale del gruppo [New York Dolls], disegnò dei costumi di pelle rossa per i New York Dolls volendo cambiare la loro immagine di drag queen in quella di comunisti perversi, come mossa provocatrice per rilanciare la carriera della band. La trovata non ebbe però successo alcuno, e il gruppo si sciolse subito dopo [...]
https://it.wikipedia.org/wiki/Malcolm_McLaren

Con i Sex Pistols invece a McLaren andò molto meglio e successe quel che sappiamo: la critica musicale saltò sul carro, i discografici, i creatori di abiti, i tatuatori, i venditori di piercing e i parrucchieri si catapultarono su quella nuova moda. I giovanissimi da parte loro si ribellavano contro la musica "vecchia" (come hanno sempre fatto e come sempre faranno) e in moltissimi - compresi i rampolli di buona famiglia - si avvicinarono a quella cosa "proibita e cattiva" di cui leggevano sui giornali e nelle riviste e che faceva tanto inorridire i loro genitori (creste colorate, spilloni, ecc.. ecc..).

Praticamente una versione più incazzata del rock'n roll venne intrecciata ai moti di protesta giovanile di stampo nichilista post sessantotto (basti pensare al Rael distruttivo di "Back in N Y City" datato 1974) e reimpacchettata come PUNK.
Il tutto venne trasformato in Moda e salì alla ribalta di tutti i media del globo per essere celebrata oppure esecrata.
Ma l'impatto che ebbe non si può negare.

Però io non credo che sia stata l'offerta musicale Punk in se' ad offuscare i gruppi Progressive.

Eh si perchè basterebbe tornare al 1973 con "The real me" degli Who per trovarsi di fronte ad uno stile che - almeno a livello superficiale - potrebbe a pieno diritto considerarsi Proto-Punk.
The real me - The Who (1973)

Oltre agli Who tra gli artisti considerati Proto-Punk vengono citati tra gli altri i già nominati MC5, David Bowie, gli Hawkwinds, Velvet Underground, T-Rex, Stooges, Iggy Pop, Patti Smith.

Ma nonostante questi artisti fossero sicuramente alternativi al Progressive, nei primi anni '70 essi non impedirono al Progressive di prosperare. Progressive e Proto-punk convivevano tranquillamente.

Nel 1977 la differenza la fecero i media, che se nei primi settanta avevano sostenuto o almeno tollerato il Progressive, ora lo affossarono bollandolo come conservatore e retrogrado, e amplificarono il fenomeno della sottocultura Punk portandola così alla ribalta e "costringendo" i discografici ad orientarsi sull'ultima novità "intellettuale" che imperversava sulla stampa e in TV.

La musica etichettata come Punk però era tutt'altro che univoca,
Che dire ad esempio di questo bel pezzo degli Ultravox! del 1977, "The man who dies every day", tratto dall'album "Ha! Ha! Ha!"
The man who dies every day - Ultravox! (1977)

E' un pezzo di un gruppo Punk ma non suona forse splendidamente come un anticipazione della New Wave di lì a venire?

E che dire di molti altri artisti nati verso la fine degli anni '70 (Police, Mink De Ville, Blondie, Talking heads, appunto gli Ultravox!, Devo, Ian Dury & the Blockheads) che vennero inizialmente catalogati come Punk?
Probabilmente fu un'idea delle case discografiche per sfruttare la moda del momento.

Ma quindi se togliamo gli spilloni, le creste, l'autolesionismo, gli sputi, i giubbotti chiodati, i capelli colorati, i tatuaggi, i piercing, i "Fuck you" ripetuti ad oltranza, il voler star fuori dalle convenzioni, la ribellione sociale ... cosa resta a livello puramente musicale del Punk?

Prendendo in considerazione i gruppi identificati come punto di partenza ufficiale del Punk più ortodosso (Sex Pistols, Clash, Ramones) a livello puramente musicale direi che ci resta del Rock'n roll suonato veloce e semplificato, cantato con rabbia e privo di assoli o con assoli di durata minima.

Se invece allarghiamo l'analisi a tutti gli artisti che vennero messi sotto l'etichetta Punk, trovare un comun denominatore puramente musicale sembra un'impresa impossibile. Infatti cosa potrebbero mai avere avuto in comune i ritmi latini dei Mink De Ville, quelli reggaeggianti dei Police, le sperimentazioni degli Ultravox! e lo stile Funky dei Blockheads di Ian Dury? Io direi poco. L'unica cosa che questi artisti ebbero in comune fu quella di salire alla ribalta nel periodo Punk e di cavalcare l'onda (probabilmente su suggerimento dei loro produttori).

E qui il nostro "povero" Progressive Rock, stretto tra il terremoto Punk e l'affermarsi della Disco - due generi facili da vendere, come sottolinea giustamente AOR - era destinato a soccombere, almeno temporaneamente.

Quando nel mio post precedente sostenevo che "Secondo me si commette un errore nel sottovalutare il peso del fenomeno Punk nella storia recente della musica" mi riferivo all'effetto terremoto del Fenomeno Punk che generò tutta una serie di effetti che potrebbero essere giunti fino ad oggi.

Non si può ovviamente dire con certezza che dal Punk nacque la New Wave, ma ci sono indizi in questo senso che consentono di
considerarla almeno come ipotesi.

Ad esempio trovo paradigmatiche le vicende dei Clash e degli Ultravox che da band radicalmente Punk si trasformarono nel giro di pochi anni, evolvendo in uno stile che sarebbe poi stato etichettato come New Wave.

Ascoltare per credere

RockWrock - Ultravox! (1977)

che si trasformano successivamente negli Ultravox New Wave
Vienna - Ultravox (1980)

E i Clash, alfieri del Punk
White riot - Clash (1977)

che poi si trasformano nei sorprendenti Clash New Wave a partire dal 1980
Anche qui ascoltare per credere

The magnificent seven (1980) - Clash

Rebel Waltz (1980) - Clash
questo potrebbe benissimo essere un brano che porta avanti la linea tracciata dai
Beatles sul White Album

e il successivo famosissimo brano con il simpatico armadillo nel video
Rock the Casbah (1982) - Clash

Mentre se consideriamo i Ramones osservo che hanno continuato a fare canzoni Punk per tutta la loro carriera,
dal 1976 fino al 1995, data dell'uscita del loro ultimo album.

Now I wanna sniff some glue - Ramones (1976)
Take the pain away - Ramones (1995)

Questo gruppo ha attraversato ben due decadi suonando nello stile che più di tutti si identifica con il Punk, senza mai cambiare.
E nel 2011 è stato premiato con il Grammy Lifetime Achievement Award ed inserito nella Rock and Roll Hall of Fame.
Si sia d'accordo o meno ciò testimonia che la musica suonata nello stile Punk - a differenza del Fenomeno Punk - è sopravissuta ben oltre gli anni settanta.
A me tutto sommato i Ramones stanno simpatici, nonostante non si siano mai "evoluti" più di tanto e ogni tanto anche la loro grezza semplicità può essere piacevole.

Inoltre possiamo osservare come l'esempio dei Pistols e dei Ramones abbia creato proseliti anche famosi. Cito i primi che mi vengono in mente: Nirvana, Foo Fighters, Green Day, Joe Jackson dei primi tempi, Blink 182, i primissimi U2.

Si potrebbe quindi forse affermare che dal punk del 1977 si svilupparono a grandi linee due tronconi: uno che si trasformò in new wave e l'altro che rimase fedele alle sue origini e che tramite Ramones, Public Image Limited, primi U2, Green day, Foo Fighters et simili è giunto fino ai giorni nostri.

Tutto ciò ovviamente in base al mio punto di vista, opinabilissimo.

Venendo al titolo del topic a mio parere è quindi corretto dire che fu il Fenonemo Punk ad "uccidere" (temporaneamente) il Progressive, con la complicità della Disco, ma, come già ampiamente illustrato da altri nei post precedenti , ciò avvenne per motivi puramente sociali e commerciali, inseguendo la mode del momento e i facili guadagni, e poco ebbe a che fare con il puro aspetto musicale.

Comunque se da giovane ero piuttosto talebano e posso ricordare discussioni infinite con i miei compagni delle scuole superiori (periodo 1975-1980) in cui argomentavo contro la Disco Music, il Pop e il Punk per dimostrare quanto fossero "inferiori" al Progressive, ora gli unici due generi in cui tendo a suddividere la musica sono: musica che mi piace - musica che non mi piace

E con questa logica binaria alla Andy Luotto (buono- no buono) procedo a sentire cose appartenenti ai generi più disparati, cercando di evitare preconcetti (a volte non è facile perchè tutti ne abbiamo) e cercando di esprimere un parere solo dopo aver ascoltato.

Mi scuso per la lunghezza ma avendo scritto un po' tutti i giorni, meditando parecchio e ascoltando un po' di canzoni, alla fine ho avuto difficoltà a trovare cose da tagliare.

PS: da quando ho riscoperto Rock the Casbah dei Clash non riesco a smettere di ascoltarla, tanto la trovo divertente e gradevole.
Duke59
Lamb
Lamb
 
Posts: 1432
Joined: 28 Oct 2005, 16:26
Location: Italy

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby rkive » 08 Dec 2022, 11:45

rkive wrote:
"Morte annunciata, nondimeno. Merlini ha il merito di riaprire l’inchiesta, finora appagata dalla condanna in primo grado: un unico assassino, il punk, la cui ascesa era iniziata almeno due anni prima di Love Beach.


Per curiosità ho letto l'articolo su Love Beach degli ELP su Wikipedia.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Love_Beach

"Nel febbraio 1978, subito dopo un tour del Nordamerica, il trio aveva già deciso di sciogliersi ma gli obblighi contrattuali verso la casa discografica prevedevano ancora un album. Ahmet Erthegün, fondatore e presidente della Atlantic Records, convinse perciò il gruppo a tornare in studio con l'istruzione specifica di produrre materiale conciso, adatto cioè ai passaggi radiofonici e con potenziale commerciale."

Ascoltato su YT, il lato A è diciamo soft-pop, ma il lato B è una suite. [:-|]
Last edited by rkive on 08 Dec 2022, 11:55, edited 1 time in total.
User avatar
rkive
Lamb
Lamb
 
Posts: 1801
Joined: 14 Mar 2019, 16:24
Location: Venezia

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby aorlansky60 » 08 Dec 2022, 11:54

@ DUKE

"...lo dico sottovoce in modo che AOR non mi senta..."

[:D]
In realtà non ti sento caro DUKE, [;)] ma ti leggo [molto volentieri] e devo dire che scrivi [sempre] cose sensate, al di là dei tuoi gusti soggettivi che trattando di MUSICA sono quelli che alla fine rischiano di emergere sempre in tutti noi... peraltro dai tuoi scritti emerge anche una notevole conoscenza della materia trattata... e mi trovo quasi sempre in accordo con Te e con quello che scrivi... non è un caso, visto che apparteniamo alla stessa generazione... [:)]


andando in ordine sul tuo ultimo intervento, circa i punti che mi hanno stuzzicato :


"I primi segni del punk, tuttavia, possono già essere rintracciati in formazioni statunitensi come Velvet underground, MC5 e Stooges, attive un decennio prima, nonché nell’attitudine distruttiva degli inglesi Who, tra i primi gruppi rock degli anni Sessanta a dare corpo alla frustrazione esistenziale giovanile"

Credo che si possa essere d'accordo con quanto sostenuto qui. In particolare gli WHO, con un decennio abbondante di anticipito sul 'punk', non fecero altro che manifestare l'inquietudine di tutta una generazione (la loro) sui tempi che stavano rapidamente cambiando. In particolare negli anni 60 a livello sociale in Inghilterra avvenne una cosa mai vista prima in passato, ovvero l'insofferenza dei GIOVANI manifestata in maniera significativa verso i propri genitori e in genere verso tutti coloro che rappresentavano uno 'statu quo' da loro considerato ormai obsoleto per le loro reali esigenze e necessità... Avvenne quello che un sociologo inglese riassunse più o meno così : "Negli anni 60, tutti coloro che in Inghilterra si ritrovarono ad essere soggetti adulti e genitori di figli giunti all'età dell'adolescenza, improvvisamente scoprirono che i loro figli non avevano più rispetto di loro, al contrario del rispetto che loro avevano portato ai propri genitori, e prima di loro del rispetto che intere generazioni inglesi del passato avevano portato verso i propri genitori e verso gli adulti in genere..."
Quindi analizzato sotto questo punto di vista, il 'punk' a livello sociale ha scoperto "l'acqua calda", perchè preceduto dalla generazione adolescenziale degli anni 60...


"il fatto che il Fenomeno Punk venga immancabilmente associato ai Sex Pistols e la sua nascita datata al 1977 credo sia per l'indovinata operazione di marketing studiata a tavolino da Malcom McLaren"

Vero anche qui. Trattandola a posteriori, gli "studiosi" della Musica Rock la definirono [a ragione] come "la più grande truffa del Rock'n'Roll". Direi la sintesi più esatta di cosa fu quel movimento ed i "sex pistols" in particolare. Che a livello musicale non introdusse assolutamente nulla di nuovo, se non la palese, disarmante, [xx(] imbarazzante, spudorata [:-|] mancanza di tecnica strumentale di "base", [:-|] della maggioranza di coloro che cercarono di saltare sul carro del successo del momento, cercando di guadagnarsi 10 minuti di celebrità [:-j] in 'un posto al Sole' sotto i riflettori delle scene... Il così tanto acclamato [:-I] (dai suoi fans...) Sid Vicious [xx(] non sapeva suonare. Ripeto: non sapeva suonare il basso. Non ne possedeva nemmeno i rudimenti base. Ma aveva una presenza scenica così "fica" (da fare impazzire il pubblico on stage per i suoi atteggiamenti) che il manager dei 'sex pistols' lo scelse per quel ruolo. Tanto, in un live act dei sex pistols avveniva di tutto, ma proprio di tutto, [xx(] meno che l'esecuzione di accordi musicali tramite una progressione armonica a formare quella che si può definire canzone o brano musicale... Anche questo dettaglio serve a far capire quanto fu importante "la montatura" pubblicitaria di quel movimento, e di quel complesso in particolare, rispetto a quello che lo stesso movimento fu in grado di proporre musicalmente (il nulla o quasi). In realtà, tutte le parti di basso del loro primo (e fortunatamente unico) album furono eseguite da Glen Matlock che sapeva suonare il basso "appena meglio" [:-I] (dirlo è puro eufemismo) di Vicious... [:-j]


"basti pensare al Rael distruttivo di "Back in NY City" datato 1974 e reimpacchettata come PUNK."

I Genesis riuscirono a fare anche questo, in anticipo sui tempi. Ma non credo possa essere etichettabile come 'punk', anche se c'erano i segni germinali in quel brano, a volerlo leggere attentamente.


"basterebbe tornare al 1973 con "The real me" degli Who per trovarsi di fronte ad uno stile che - almeno a livello superficiale - potrebbe a pieno diritto considerarsi Proto-Punk."

ehhh... tutti 'quelli del punk' se lo sognavano, un pezzo come quello... con la 'rozzezza' di rudimenti tecnici che possedevano, quelli del 'punk' non sarebbero mai potuti arrivare a scrivere e realizzare un pezzo come questo... lì dentro John Entwistle mostra tutto il suo genio inventivo e la sua capacità strumentale, e Pete Townshend tutta la sua capacità di orchestrazione, a dimostrare che occorreva anche saper suonare, non solo possedere 'la rabbia ideologica' che da sola può abbagliare per qualche minuto chi stà a sentire, ma alla fine non porta da nessuna parte se non palesare la pochezza di idee musicali... [:-j]
e non solo, ma anche l'imbarazzante pochezza tecnica strumentale, che non ti fà andare da alcuna parte (infatti non andarono da nessuna parte, ma rimasero nella loro miserabile situazione per il poco tempo che durarono) deve essere anche per questo soprattutto, che 'quelli del punk' espressero un linguaggio base veramente "terra-terra", perchè gli altri CHE SAPEVANO SUONARE possedevano anche IDEE MUSICALI in linea con la propria capacità tecnica, e riuscivano a metterle in pratica.
Chiedere ai Genesis di questo. Ma oltre a loro, i nomi da citare sono tantissimi. E non solo assimilabili al progressive rock, ma anche di altri generi musicali proposti al tempo...


"Nel 1977 la differenza la fecero i media, che se nei primi settanta avevano sostenuto o almeno tollerato il Progressive, ora lo affossarono bollandolo come conservatore e retrogrado, e amplificarono il fenomeno della sottocultura Punk portandola così alla ribalta e "costringendo" i discografici ad orientarsi sull'ultima novità "intellettuale" che imperversava sulla stampa e in TV."

Concordo anche qui. L'ho scritto anch'io come concetto di fondo nei miei interventi in questo thread. Nella prima metà anni 70 il progressive rock ebbe la libertà di esprimersi al pari di tutti gli altri stili musicali assimilabili in quel grande contenitore chiamato POP MUSIC. Poi dal 1976 (perchè è da quell'anno che inizia a farsi conoscere il 'punk') avvenne "qualcosa" che cambiò le carte in tavola: improvvisamente il progressive rock viene bollato con tutte le negatività possibili e come un genere da limitare ed oscurare a tutti i costi. Potenza della suggestione, del marketing e della propaganda sui cervelli della gente e dei consumatori musicali in genere. Che abboccarono all'esca anche quella volta. Per riuscire a giudicare meglio, sia nella musica come in altri temi, per cercare di arrivare "alla verità" magari sarebbe stato meglio "ragionare" con la propria testa, cosa che però non tutti sono in grado di fare... specie se non si ha la voglia o il tempo di farlo, ma ci si accontenta di essere trasportarti e cullati da chi si pensa essere più 'esperti' [:-j] per farlo... il concetto [purtroppo] è valido e seguitissimo ancora oggi... e non solo in tema musicale, ammesso che "di musica" sia rimasto ancora qualcosa di cui valga la pena parlare... [:-j]


"da quando ho riscoperto Rock the Casbah dei Clash non riesco a smettere di ascoltarla, tanto la trovo divertente e gradevole."

Questo brano mi piacque fin dal suo arrivo (1981 se non erro) e l'ho sempre mantenuto in buona considerazione; invece cambiando decisamente genere, se c'è qualcuno che ho fortemente (ri)valutato nel tempo soprattutto ultimamente, sono i CHIC, gli esponenti [per me] migliori della "disco" (forse definirli tali è riduttivo, per loro sarebbe meglio coniarli come "funky") una band che tendevo a sdegnare nei miei anni giovanili; ascoltando le progressioni armoniche di certi loro brani, appare in tutta evidenza un grande e raffinato lavoro di base in simbiosi, da parte dei due personaggi che "fecero" quella band, ovvero Nile Rodgers e soprattutto il basso di Bernard Edwards.


"cosa resta a livello puramente musicale del Punk?"

Domandona delle domandone. [:D]
Io la mia risposta me la sono già data. Da molto tempo.
E non ho mai cambiato idea.
Al di là dell' "importanza storica" che alcuni tendono [ancora] a riconoscergli, per me il punk 'non esiste'.
Nel senso che l'ho sdegnato ed ignorato come giustamente a me sembrava fare. [:|]
Ma ognuno è libero di trarre le conclusioni che meglio crede.
Fin da quando ero adolescente e fui attirato dal Fenomeno della Rock Music, più mi addentrai nella sua conoscenza tramite gli ascolti, più mi apparve chiaro ciò che io vi ricercavo perchè potesse piacermi. Nella musica 'punk' non ho trovato nulla, neppure il più piccolo dettaglio o indizio, che mi potesse far propendere a farmelo piacere. Questione di gusti personali. Ma non posso certo escludere che [anche] il 'punk' possa piacere. In fondo, nel mondo c'è spazio per tutto e per tutti.
Anche se, alla fine, spostando metaforicamente il concetto, dovrebbe risultare chiara la differenza qualitativa di un CARAVAGGIO figurativo, rispetto ad un "taglio" astratto di Fontana... [:-j]


Ci sarebbe un altro ultimo appunto da citare: anche ammettendo che il 'punk' abbia silurato [ed affondato] il progressive rock, contestandolo come proposta musicale eccessivamente COLTA, la storia musicale contemporanea ci dice che negli anni 70, grazie a MILES DAVIS (sempre lui!) [:)] e alla sua geniale intuizione di "mescolare" JAZZ e ROCK insieme, attraverso esperimenti sonori decisamente affascinanti ("In a silent way" del 1969, "Bitches Brew" del 1970, "Jack Johnson" del 1971), quali primi esempi assoluti del genere, nacque uno stile musicale assolutamente NUOVO, mai udito prima, altrettanto "colto" e [forse anche più] raffinato del progressive rock, la cosiddetta FUSION (come venne coniata dai critici), che i "discepoli" di DAVIS presenti nella sua scuderia a collaborare per i titoli che ho citato, staccatisi dal "maestro" per intraprendere percorso proprio, elaborarono nel proseguo del decennio il nuovo "verbo" estendendolo ed approfondendolo (Mahavishnu Orchestra, Return to Forever, Weather Report) che il 'punk' (e nessun altro) non riuscì minimamente a scalfire, anche e soprattutto nel consenso di [tantissimi] nuovi appassionati che il genere FUSION riuscì a conquistarsi... infatti, fin dai primi anni 70 e poi sempre più progressivamente nella seconda metà del decennio e per tutti gli anni 80 ed oltre, fu un continuo fiorire di nuove formazioni e nomi singoli che irruppero sulla scena musicale, conformi a quel nuovo genere e a quello stile... al punto che anche alcuni esponenti 'storici' del progressive rock (uno di questi è BILL BRUFORD) abbandonarono quest'ultimo per abbracciare la FUSION per tutto il proseguo della loro carriera...
...AMA TUTTI, CREDI A POCHI, NON FAR MALE A NESSUNO...
User avatar
aorlansky60
Lamb
Lamb
 
Posts: 9185
Joined: 30 May 2006, 07:17
Location: Parma, Italy

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby cjstrummer » 06 Aug 2023, 01:19

https://imgur.com/a/VPrOvYj

il punk e' stato inventato da avril lavigne. discussione chiusa.
cjstrummer
Trespasser
Trespasser
 
Posts: 86
Joined: 27 Aug 2012, 18:10

Re: Il prog fu "ucciso" dal punk? Un falso mito

Postby rkive » 06 Aug 2023, 09:17

Per il principio: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. [:D]
User avatar
rkive
Lamb
Lamb
 
Posts: 1801
Joined: 14 Mar 2019, 16:24
Location: Venezia


Return to Rock progressivo (e non...)

Who is online

Users browsing this forum: No registered users and 53 guests