Tubular Bells di Mike Oldfield compie 50 anni.

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Tubular Bells di Mike Oldfield compie 50 anni.

Postby highinfidelity » 26 May 2023, 09:27

Passano inesorabili gli anni anche per i dischi di altri grandi musicisti: è il turno di Mike Oldfield il cui capolavoro Tubular Bells compie 50 anni. Ne traccia un bel ricordo, ricco di aneddoti biografici, il "solito" Fabio Zuffanti:

https://www.lastampa.it/spettacoli/musi ... 0-P1-S5-T1
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Re: Tubular Bells di Mike Oldfield compie 50 anni.

Postby aorlansky60 » 29 May 2023, 06:38

Si tratta di un opera che ho amato molto (tuttora) fin da quando la conobbi negli anni 70 (qualche anno dopo la sua pubblicazione).
Insieme al suo 'fratello' "Hergest Ridge"(che amo addirittura di più), per me "Tubular Bells" rimane uno di quegli album 'speciali' imprescindibili che rifugge da mode e tempi, e dallo scorrere stesso del tempo.
Al tempo della sua pubblicazione conobbe un successo planetario senza precedenti (davvero atipico, considerato il tipo di musica che proponeva, decisamente anticommerciale per gli standards pop rock del periodo) una volta tanto del tutto meritata. Credo che il suo status qualitativo non abbia perso smalto e sia rimasto inalterato nel corso del tempo, com'è giusto che sia. [:)]
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Re: Tubular Bells di Mike Oldfield compie 50 anni.

Postby highinfidelity » 29 May 2023, 12:55

Concordo pienamente col tuo giudizio, e credo che questi risultati eccellenti siano stati innanzi tutto il frutto di un'ispirazione sincera: ossia non di un artista con una scadenza contrattuale da rispettare, ma di un musicista che aveva davvero delle idee e che sentiva di avere qualcosa da esprimere. Credo inoltre sia dovuto ad un uso parsimonioso della tecnologia e dell'elettronica: se da un lato è vero che Oldfield amava circondarsi d molti organi, si tratta di strumenti relativamente semplici e dal suono "naturale", lo stesso può dirsi per le chitarre il cui suono lo fa molto di più la "mano" di Oldfield che non la catena di effetti. Il risultato finale è un suono poco artefatto, immediatamente classico, che come dici giustamente potrà piacere sempre, in qualunque epoca a venire.

Se è vero che Oldfield, pur tra qualche alzata d'ingegno veramente notevole e anche - incredibile - qualche hit di successo destinata a diventare evergreen, non riuscirà a ripetere pienamente quanto fatto in Tubular Bells, spezzo però una lancia in favore di Tubular Bells II, lavoro stupendo e molto intelligente che, pur cambiandone i temi, ricalca l'andamento del lavoro originale.
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Re: Tubular Bells di Mike Oldfield compie 50 anni.

Postby vise60 » 29 May 2023, 13:52

Per quanto mi riguarda mi ha sempre impressionato il fatto che un ragazzo di poco piu' di vent'anni si sia messo li' a suonare un infinita' di strumenti e comporre un album cosi'.... [8D] [8D] ed ogni qualvolta leggo Virgin da qualche parte il pensiero vola verso Oldfield
Mi piacerebbe chiedere a qualche artista di oggi se ne sa strimpellare almeno uno... [:-I] [:-I] [:0]
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Re: Tubular Bells di Mike Oldfield compie 50 anni.

Postby Ender » 29 May 2023, 14:36

@vise: scusa, ma questo è un forum di musica, non di fantascienza! [:-D] [:-D] [:-D] [:-D]
Non credo di sbagliare di molto se penso che nessuno, nei patri confini, si possa anche solo avvicinare a qualcosa del genere...e men che meno a vent'anni...
Ma, da appassionato di fantascienza quale sono, potrebbe anche essere... [:-D]
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Re: Tubular Bells di Mike Oldfield compie 50 anni.

Postby aorlansky60 » 30 May 2023, 07:35

Mike Oldfield si rivelò una specie di "enfant prodige" quando iniziò a farsi conoscere, costruendosi una solida reputazione nell'ambiente musicale del tempo (in special modo dalle parti di Canterbury e relativo sound, quando iniziò le sue prime collaborazioni musicali) perchè divenne nota la sua particolare duttilità strumentale (sapeva destreggiarsi già in giovanissima età con molti strumenti musicali, cosa non comune).
Ho letto tra le sue note biografiche che egli patì sofferenze mentali (all'interno del suo nucleo familiare) durante la sua infanzia, un dettaglio che può avere influito sulla sua SENSIBILITA' MUSICALE rivelatasi con "Tubular Bells", perchè diciamolo francamente, un tipo di musica così eccelsa e per certi versi così ELEVATA non può che uscire dalla mente di un compositore dotato di una sensibilità fuori dal comune.
E' curioso che "Tubular Bells" ancora oggi nell'immaginario di molta gente, magari tra quella più vetusta in età, sia rimasto quello 'dell'Esorcista' (il lungometraggio che gli diede fama e visibilità verso il grosso pubblico, dato che il tema principale della colonna sonora inizia proprio con quel celebre e bellissimo fraseggio al piano forte col quale si apre anche l'album)...

Per rispondere all'osservazione di Vise, circa la notevole capacità tecnica prima ancora che compositiva dimostrata dal giovane Oldfield quando esordì col primo album a suo nome,
no, purtroppo no, oggi nessuno in Italia (e nel resto del mondo) si sforza di studiare ed esercitarsi per diventare un virtuoso anche di un solo strumento musicale, e il motivo è semplice: tempo perso, non ce n'è alcun bisogno, perchè il mercato non lo vuole, di conseguenza per avere successo [per come i produttori musicali degli ultimi 20anni almeno] hanno abituato 'il parco buoi' degli ascoltatori circa le proposte musicali di loro gradimento, basta solo che ci sia 'una voce' a cantare un motivetto semplice semplice di facile presa, guarnito alle spalle da una produzione orchestrale dozzinale alquanto standardizzata (mi verrebbe da dire: meccanizzata) e il gioco è fatto...
Sono cambiati i tempi caro Vise, 50anni fà quando non esistevano ancora i COMPUTERS (o per meglio dire: quando i COMPUTERS che già esistevano per il settore MILITARE e AZIENDALE, non erano ancora stati messi a disposizione di altri settori come quello MUSICALE), per comporre musica ed eseguirla [in campo pop rock] occorreva SAPERE SUONARE uno strumento, specie se l'aspirazione era quella di voler far parte di una rock band... oggi non serve più. Non serve più perchè in fatto di canzoni e composizioni POP, il pubblico giovane di oggi vuole e richiede proposte MOLTO DIVERSE (più semplici e sciocche) rispetto a quelle che il pubblico giovane di 50anni fà mostrava di gradire e richiedere.
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Re: Tubular Bells di Mike Oldfield compie 50 anni.

Postby highinfidelity » 30 May 2023, 08:31

aorlansky60 wrote:Mike Oldfield si rivelò una specie di "enfant prodige" quando iniziò a farsi conoscere


Secondo me vent'anni sono un'età più che adeguata per mettersi in mostra per un artista dalle solide basi: si hanno già tutte le capacità (vuoi fisiche vuoi mentali) di un adulto, ma non si è ancora persa quella carica di fantasia che è tipica della fanciullezza. Difficilmente però persone di quell'età vengono prese sul serio. L'abilità (o magari anche la fortuna, perché certamente l'incontro con Branson non sarebbe potuto capitare a chiunque) di Oldfiled è stata quella di essere riuscito a farsi prendere sul serio ad un'età in cui mediamente si viene trattati come dei bambocci.

Leggendo le note biografiche di Zuffanti mi è stato impossibile non fare un "parallelo" (più che un parallelo, un'intersezione a pigreca mezzi) tra la gioventù mia e di Mike: chitarra regalata dal padre a 10 anni, dischi di John Renbourn a disposizione in casa, a 12 anni chitarra elettrica (paracadutata non si sa bene da dove e da chi; dettagli comunque), fratello e sorella avviati anche loro entrambi alla musica fin dalla più giovane età (Sally avrà una sua carriera di nicchia ma non trascurabile - ricordiamo che è sua la voce in Shadow Of The Hierophant del nostro Steve Hackett - il fratello Terry un po' meno ma comunque anche lui si ritaglierà un suo spazio come session man), a 15 anni molla la scuola per una fesseria (un taglio di capelli inappropriato) la quale anziché fruttargli un'ulteriore scarica di botte a casa passa del tutto liscia come se niente fosse, anzi è da quel momento che diventa un musicista a tempo pieno.

Insomma:"grandissimo stupore" da parte mia che lui sia diventato un musicista professionista, e io sia diventato uno specialista in noia dei lavori d'ufficio... Non saprei davvero come spiegarmi questa differenza di destini... [:-j]
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Re: Tubular Bells di Mike Oldfield compie 50 anni.

Postby aorlansky60 » 30 May 2023, 18:12

@HIGH
"Secondo me vent'anni sono un'età più che adeguata per mettersi in mostra per un artista dalle solide basi"

sono d'accordo (abbiamo un esempio celebre in casa [8D] ovvero Ant Phillips, che al tempo della registrazione di "From Genesis to Revelation" aveva meno di 18anni, e i Genesis di 'Trespass' erano tutti sulla 20ina quando registrarono quell'album), ma io per 'enfant prodige' riferito a Mike Oldfield lo dicevo perchè ben prima della pubblicazione di "Tubular Bells" (avvenuta nel 73 quando Mike aveva 20anni), egli era già in giro nel circuito musicale di Canterbury da almeno 4 anni prima, lo conoscevano tutti quanti bene e si era già costruito una solida reputazione strumentale (basso e chitarra) apparendo come session man in diversi albums registrati e poi pubblicati alla fine degli anni 60 e primi anni 70... davvero un caso notevole di precocità artistica, il suo...
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Re: Tubular Bells di Mike Oldfield compie 50 anni.

Postby Duke59 » 04 Jun 2023, 11:21

La prima volta che sentìi nominare Mike Oldfield fu nei primi anni delle superiori. Un mio compagno di classe che suonicchiava in un gruppetto rock accennò a Mike Oldfield e al suo album Tubular bells con tono di grande rispetto e ammirazione. Credo che la cosa avvenne nell'inverno tra il 1973 e il 1974. Ciò, unito alla concomitanza dell'uscita del film l'Esorcista in cui le musiche di Oldfield comparivano brevemente, mi rese curioso nei confronti di questo artista sconosciuto (che a scuola ribattezzammo Michele Campovecchio o Vecchiocampo).

Nel 1974 ebbi modo di ascoltare il 45 giri di Tubular bells (mera operazione commerciale che sfruttava lo scalpore del film l'Esorcista e che riportava in copertina un fotogramma inquietante di quella pellicola) e ne rimasi impressionato sia per l'accostamento con quel film "horror" sia per la particolarità della musica: ipnotica, serena ed inquietante al tempo stesso.
In seguito mi feci prestare l'album e per me fu la scoperta di un mondo nuovo.

Oldfield da allora si è guadagnato un posto intoccabile nel mio personale Pantheon degli artisti più amati di sempre.

Che si parli del folk-rock-sinfonico di Tubular Bells, Hergest Ridge e Ommadown, o dell'ambiziosa avventura rock-orchestrale di Incantations; che si parli dell'improvvisa virata verso lo pseudo funk di "Platinum" oppure delle sperimentazioni elettro-pop-rock di QE2 e Five miles out, che si prenda in considerazione il megasuccesso mondiale di Crisis, contenente sia la suite omonima che l'hit "Moonlight shadow", che i suoi album successivi, inclusi i capitoli II e III di Tubular Bells, la produzione musicale di Oldfield ha sempre mantenuto livelli qualitativi altissimi.

Spesso si abusa della parola "genio", ma nel suo caso potrebbe essere una definizione calzante.

Per via delle sue vicende famigliari Oldfield fu un giovane dal carattere difficile, chiuso in se quasi al limite dell'autismo, e i suoi album fino ad Incantations incluso riflettono questa sua personalità tormentata.

Poi, verso la fine delle registrazioni di Incantations, il giovane Mike venne convinto a sottoporsi ad una particolare tecnica di miglioramento personale (Exegesis) ed ebbe un improvviso e potente "risveglio" (che lui stesso descrive in dettaglio nella propria autobiografia): si tagliò barba e capelli, abbandonò lo stile folk-hippy e completò Incantations quasi controvoglia, impaziente di cimentarsi con il nuovo se stesso.
E infatti per la prima volta decise di rilasciare interviste ai giornalisti (fino ad otto nello stesso giorno) e di intraprendere un tour, cose che prima di quell'importante svolta si era sempre rifiutato di fare.

La foto sulla copertina di Incantations - scattata due settimane dopo la conclusione delle sedute di Exegesis - è eloquente:

Un cambiamento da così
https://progrography.com/mike-oldfield/ ... dawn-1975/

a così
https://cover.box3.net/newsimg/dvdmov/m ... -cover.jpg

via i capelli lunghi e la barba qui vediamo un sorprendente Mike sbarbato, con i capelli corti, che indossa una giacca e che tiene le mani in tasca, guardando nell'obiettivo con uno sguardo enigmatico da una spiaggia dell'isola di Minorca (dove Richard Branson al tempo aveva una casa).
Il nuovo Oldfield era nato. E Mike così esprime nella sua autobiografia i suoi pensieri su quel momento cruciale:

[...]Dopo il seminario, la mia vita era cambiata completamente: dovetti ricostruirla dal nulla. Avevo bisogno di trovare nuovi modi di vivere, lavorare, avere relazioni, relazionarmi con me stesso. Non fu come la seconda parte della mia vita, fu come iniziarne una completamente diversa.
(...)
Ironia della sorte, era stato il fatto di essere posseduto da una terribile ansia che aveva dato alla mia musica tensione e potere reali. La mia musica era stata sovralimentata, era a propulsione nucleare a causa della mia paranoia, ma ora la mia ispirazione era svanita. Dovevo trovare un altro motivo per fare musica, una nuova musa. È stato un periodo strano: sapevo di essere arrivato a un bivio. Fortunatamente sono stato in grado di uscirne e andare avanti, poiché avrei potuto facilmente crollare e non andare da nessuna parte.[...]

(da Oldfield, Mike. Changeling: L'autobiografia di Mike Oldfield . Ebury Publishing. Edizione del Kindle.)


Fortunatamente Mike riesce a cavalcare il cambiamento e ciò si nota nelle sue composizioni successive, più accessibili al grande pubblico ma in grado di conservare una coerenza stilistica di base, soprattuto nei brani di più ampio respiro. Anzi da lì a qualche anno la sua fama toccherà punte ancor più elevate grazie alle azzecatissime hit "Moonlight shadow" e "Foreign affair".

Il primo album della nuova vita di Oldfield - tralasciando il doppio live "Exposed" registrato nella sua prima tournèe di sempre in cui compare il solo inedito "Guilty", uno strumentale già orientato in direzione più pop - sarà l'album "Platinum". Platinum è un album strano, di transizione, ma che riesce a fondere la ricerca di qualcosa di nuovo (nel caso le influenze swing americane) con lo stile caratteristico del vecchio Mike.

Onestamente non sono mai rimasto deluso dalla musica di Oldfield, di cui apprezzo tanto gli hit da classifica che le composizioni più elaborate ed enigmatiche. In ogni suo album , anche nei meno riusciti, riesco sempre a trovare cose di alto livello, emotivamente ed intellettualmente stimolanti.

E tutto ciò ebbe origine da quel primo, folle, meraviglioso esperimento pubblicato nel 1973.

Un album storico sia per come venne realizzato sia per il suo contenuto musicale.

Una pietra miliare della musica.
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Re: Tubular Bells di Mike Oldfield compie 50 anni.

Postby highinfidelity » 05 Jun 2023, 12:58

Molto ben scritto Duke, concordo pienamente. Anche se a tratti è stato discontinuo o ha fatto qualche passo falso, Oldfield è senza dubbio uno dei più grandi artisti del rock colto. Approfitto di questa discussione per ringraziarti nuovamente delle spiegazioni teoriche sulle partiture di Oldfield che desti in occasione del tuo "omaggio" a Platinum, in particolare sul suo riuscito tentativo di scrivere un'opera unitaria in cui fossero usate tutte le tonalità del circolo delle quinte, operazione compiuta con successo in Incantations e poi di nuovo (con qualche semplificazione) in Platinum. Si tratta di un virtuosismo attorno alla teoria dell'armonia musicale che ricorda molto da vicino il cimento di Bach col suo Clavicembalo Ben Temperato. Potremmo quindi concludere che la figura di Oldfield è accostabile alla figura di Bach.

Mi stupisce sempre non poco l'importanza che Oldfield attribuisce a questo percorso di "exegesis". Wikipedia riporta che si è trattato di un "seminario" della durata di tre giorni, quindi una cosa molto superficiale, che probabilmente aveva solo l'intenzione di promuovere ben altri "percorsi" di ben altra "durata" e di ben altro "costo". Mi sono quindi fatto l'idea che i problemi di Oldfield, per quanto evidentemente molto limitanti, almeno dalla descrizione che lui ne fa, fossero comunque superficiali e di relativamente facile soluzione: qualcosa che qulunque psicanalista con una certa esperienza clinica avrebbe potuto facilmente risolvere, e che forse avrebbe potuto fargli superare anche qualche colloquio con qualche sacerdote di quelli in gamba (sempre più rari). Comunque: buon per lui! (...anche se forse io preferivo i suoi primi dischi un po' oscuri e tormentati).

A proposito delle sue prime opere, qualche anno fà Oldfield è ritornato sui suoi temi classici pubblicando Return To Ommadawn (con una copertina fantasy che però non c'entra nulla col lavoro originale, e che onestamente non mi ha ispirato molto). Qualcuno l'ha ascoltato?
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