1986 - "Invisible touch" vs "Black celebration"

Un'area dedicata all'esplorazione dell'universo musicale in genere, e degli altri protagonisti del rock progressivo in particolare.

1986 - "Invisible touch" vs "Black celebration"

Postby Duke59 » 05 Aug 2023, 10:08

Scusate il titolo che sembrerebbe provocatorio, ma volevo sottoporvi una breve riflessione che ho maturato recentemente dopo aver assistito ad uno show dei Depeche Mode circa un mese fa.

A seguito dello show, che ho molto apprezzato, ho acquistato 3 CD del gruppo elettro-dark-pop inglese, tra cui "Black celebration" che appunto uscì nel 1986.

Confesso di non aver mai seguito i DM con attenzione, in quanto, forse sull'onda dell'impressione ricavata di una loro famosa hit superpop "Just can't get enough" (1981), li avevo appunto catalogati come gruppo pop scanzonato e di poche pretese, destinato a scomparire velocemente (!!!).

Nei decenni successivi ho poi avuto modo di ascoltare qua e là altre loro canzoni certamente più oscure e con influenze industrial ma per qualche motivo misterioso non ho mai approfondito.

Ora che l'ho fatto sono rimasto davvero sorpreso nello scoprire la profodità delle canzoni di questo gruppo, sia nei testi che nelle musiche.

Certo non li possiamo definire degli allegroni; i loro temi profondi e a volte pessimistici li hanno fatti soprannominare da qualcuno addirittura "Depress Mode", ma la qualità delle loro canzoni resta costantemente medio-alta. Le vicende personali di Dave Gahan e Martin Gore (autore quest'ultimo di tutte le musiche e di tutti i testi), spesso drammatiche o comunque complicate (abuso di droghe, tentativi di suicidio, depressione, alcolismo) hanno certamente contribuito al tono dark delle loro composizioni. Lo scorso anno inoltre ha visto la scomparsa di Andrew Fletcher, il terzo componente del gruppo, a causa di un grave problema alla aorta, ma gli altri due sono ancora qui, tuttora alive and kiching, hanno superato la sessantina e sembrano aver raggiunto equilibrio nelle loro vite personali.

E lì ho pensato all'enorme differenza che esiste tra due album usciti entrambi nel 1986: "Invisible touch" dei nostri e "Black celebration" dei Depeche Mode.

Oggi "Invisible touch" suona incredibilmente datato (inascoltabili per me "Invisible touch", "Anything she does" e "In too deep" ) ed anche i brani migliori ("Domino", "Land of confusion", "Tonight tonight tonight") oggi hanno sonorità "plasticose". L'unico brano dell'album che suona ancora interessante, IMHO, resta "The brazilian".

Invece "Black celebration" suona alle mie orecchie contemporaneo e piacevolissimo dall'inizio alla fine, sebbene dominato da toni oscuri.

Il brano più famoso dell'album è certamente "Stripped", ma io non ci trovo una canzone debole.

https://youtu.be/OygDqaNbYXU
(Nota: Il ritornello "Let me see you stripped down to the bone" significa più o meno "Voglio vederti ridotto all'essenziale, spoglio di tutte le sovrastrutture")

Qui la title track "Black celebration"
https://youtu.be/GqX0zOWlIwM

Il tempo che passa obbliga a rivalutare le cose.

Voi che ne pensate?
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Re: 1986 - "Invisible touch" vs "Black celebration"

Postby aorlansky60 » 05 Aug 2023, 10:36

dei DM non posso dire in quanto li conosco pochissimo; e neppure ho mai ricevuto lo stimolo per approfondirli; dei Genesis di 'IT' hai già detto tutto tu: per me quel disco è 'inascoltabile' (a parte le prima parte di DOMINO, che precede il delirio successivo della seconda parte del brano) e qualcosina di "The Brazilian"... ricordo di essere stato indotto al suo ascolto anni fà quando facemmo qui nel forum una specie di competizione dei brani 'dell'era Collins', ma dopo allora (penso che fosse il 2007 o giu di li) quell'album è nel dimenticatoio di casa mia, riposto permanentemente nello scaffale dei titoli (in versione CD, l'LP non l'ho mai acquistato) che è l'unico posto dove merita di stare... questo, per dire che qualsiasi proposta musicale in campo Pop Rock (o la maggioranza di esse) pubblicate attorno al 1985 (prima o dopo) merita assai più di IT, per cui non mi stupisco affatto se, come sostieni, il titolo dei DM è superiore a quello dei Genesis per quell'anno...
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Re: 1986 - "Invisible touch" vs "Black celebration"

Postby rkive » 05 Aug 2023, 13:05

Per me IT è un album ancora valido come melodie, ma datato alla moda synth-pop anni '80.

Un po' come Una Giornata Uggiosa di Lucio Battisti, anche se di alcuni anni prima.
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Re: 1986 - "Invisible touch" vs "Black celebration"

Postby cjstrummer » 06 Aug 2023, 01:30

invisible touch era gia' datato l'anno dopo la sua pubblicazione.
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Re: 1986 - "Invisible touch" vs "Black celebration"

Postby rkive » 06 Aug 2023, 10:57

Affascinato dal singolo Everything Counts, nell' 85 avevo acquistato The Singles 81-85.

Ad un ascolto veloce Black Celebration mi piace molto e di facile ascolto! [;)]
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Re: 1986 - "Invisible touch" vs "Black celebration"

Postby highinfidelity » 07 Aug 2023, 17:06

Guido carissimo, per la serie "non è mai troppo tardi" sono lietissimo che tu abbia scoperto i Depeche Mode, dei quali viceversa sono un ammiratore accanito da tanti tanti anni. Non c'è inganno: sono veramente uno dei complessi più originali, più influenti e più interessanti di tutti i tempi. La tua impressione iniziale di "synth pop" leggero - come probabilmente avrai nel frattempo scoperto autonomamente - era dovuta alla presenza nel complesso di Vince Clarke, che non a caso dopo quel loro primo album se ne andrà e formerà gli Yazoo (altro complesso per altri versi interessante e divertente) assieme alla cantante Alison Moyet, che sicuramente ricorderai anche come solista di una certa fama negli anni '80.

La prematura scomparsa di Fletcher è stato un evento molto triste, ma occorre anche dire che il suo ruolo nel complesso era prevalentemente quello di "collante" tra Gahan e Gore, mentre dal punto di vista strumentale e compositivo il suo ruolo era di contorno, per cui onestamente non ero molto preoccupato riguardo il futuro artistico dei Depeche - salvo il timore strisciante che decidessero che era il segnale che fosse ora di smettere, ma hanno invece deciso di proseguire. Ben di più mi aveva preoccupato in passato la fuoriuscita di Alan Wilder, che mi era molto simpatico in qualità di polistrumentista che occasionalmente si sedeva anche alla batteria, con una spettacolare presenza scenica dal vivo. Proprio all'influsso di Wilder qualcuno attribuisce il tono molto dark di Black Celebration, ipotesi a parer mio perlomeno discutibile, considerato che dopo la sua uscita dal complesso i toni generali delle loro canzoni non si sono di certo significativamente "rallegrati". [;)]

Detto tutto questo, e premesso che è del tutto lecito che Black Celebration piaccia tantissimo mentre Invisible Touch per nulla (de gustibus etc.), a mio modo di vedere è però veramente difficile argomentare razionalmente la tesi per cui Black Celebration suonerebbe attuale mentre Invisible Touch no. Black Celebration è suonato sostanzialmente con gli stessi sintetizzatori colpevoli (o presunti tali) del "suono vecchio" di Invisible Touch: si sentono praticamente ovunque gli squilli "a campanellino" ed i timbri sintetici "soffiati" della Yamaha DX7, di cui anche Banks si era munito, i campioni intonati del Fairlight (che suonavano un po' agé già all'epoca), e poi bassi di sintesi tappeti e qualche sweep analogico dell'ARP 2600, cavallissimo di battaglia di Tony Banks. A differenza dei Genesis, però, nei Depeche Mode anche il basso e la batteria erano al 99% sintetici e suonati "a macchinetta" da un sequencer elettronico.

A mio parere Black Celebration è "anni '80 che più '80 di così non si può": è uno dei dischi principali, se non il disco, che più ha contribuito a definire il sound della new wave avanzata. È l'archetipo di tutti quei dischi di musica elettronica che io adoravo (e adoro tuttora) e che i tromboni delle generazioni precedenti, non più in grado di capirli, definivano "di plastica" pensando di atteggiarsi a intellettuali (dovete perdonarmi se torno spesso su questo argomento, ma la rabbia ingoiata per quei continui commenti stupidi e ingenerosi non credo sbollirà mai). Comunque, basta ascoltare una nota di Black Celebration per ritrovarsi come d'incanto nel pieno centro degli anni '80, meglio ancora che con una macchina del tempo.

Ritengo che Black Celebration, come molti dischi dei Depeche Mode, contenga musica sublime, di una bellezza e di un'intelligenza assolutamente immortale, la quale era bella ieri, lo è oggi e lo sarà sempre. Anche se invecchiata, lo è nel senso del vino delle annate buone, il quale anziché spogliarsi dei suoi caratteri migliori acquisisce ulteriori armonie e ulteriori sfumature. Ma che suoni "attuale" temo mi risulterebbe davvero molto arduo dirlo, ed ancor più argomentarlo razionalmente... [:-I]
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Re: 1986 - "Invisible touch" vs "Black celebration"

Postby vise60 » 07 Aug 2023, 18:17

I Depeche Mode li conosco giusto quel poco , per radio trasmessi sovente e per televisione , non possiedo nulla della loro discografia pero' nutro un gran rispetto per la loro musica e per i loro fans e se sono ancora sulla breccia da quarant'anni un motivo ci sara' sicuramente
Devo spezzare pero' una lancia in favore di Invisible Touch ,che resti un album in "tono minore" dei Genesis per usare un eufemismo e' vero , ma ogni tanto mi va' di riascoltarlo ,batterie, sinth, campionature tanto in voga negli anni 80 non mi sono mai dispiaciute ,probabilmente mi dispiace il fatto che siano state proposte dai Genesis e non dai Kajagoogoo , Howard Jones ,Human League oppure Tears for Fears che,per inciso ,ritengo un gran duo [;)] [;)]
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Re: 1986 - "Invisible touch" vs "Black celebration"

Postby Duke59 » 08 Aug 2023, 20:10

Grazie Marco,

molto interessanti le tue annotazioni sui DM, gruppo che ho iniziato ad ascoltare da poco ma con notevole interesse.

Ho letto che Alan Wilder decise di andarsene a causa dei problemi di droga che Dave Gahan ebbe negli anni '90, cosa che aveva reso il lavorare con i DM piuttosto problematico.

Ho visto che una volta uscito dal gruppo Wilder diede vita al progetto Recoil, più sperimentale ed "elettro-industrial-ambient" rispetto ai DM. Mi sembra però che tale progetto - purtroppo per lui - non abbia avuto gran successo.
A quel che ho capito il fulcro dei DM è stato ed è tuttora Martin Gore, che scrive praticamente tutte le musiche e il 98% dei testi.

In merito alle sonorità anni '80 hai certamente ragione, anche "Black celebration" è stato suonato con i synth esistenti in quegli anni, così come Invisible touch, e questo indubbiamente si sente.

Probabilmente nella fretta di scrivere ho trattenuto una parte del mio pensiero: il "plasticoso" riferito a "Invisible touch" non era riferito solamente alle sonorità degli strumenti e alle tecniche di missaggio del periodo, ma ad una sensazione di artificiosità anche compositiva e di arrangiamento che sento in quasi tutti i brani ("In too deep" e "Invisible touch" sopra tutti, mentre "Anything she does" è semplicemente un'orrenda canzone).

Non è che "Invisible touch" sia INascoltabile ma ad ascoltarlo oggi avverto come una sensazione di aria viziata, una sorta di Regressive Pop-Rock, destinato a restare negi anni '80.

Al contrario "Black celebration" lo trovo stuzzicante, stimolante, con testi non banali e con il coraggio di osare pur restando in ambito elettro-pop-rock, con la prospettiva di essere apprezzato anche in futuro.

Probabilmente in me ha giocato anche l'effetto novità. Infatti mentre "Invisible touch" l'avrò ascoltato moltissime volte negli anni '80 (brani preferiti "Domino" e "The Brazilian", obbligatorio invece lo skip di "In too deep" e "Anything she does" ovviamente) "Black celebration" non l'avevo mai sentito prima (a parte la hit "Stripped").

Una piacevole scoperta.
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Re: 1986 - "Invisible touch" vs "Black celebration"

Postby cjstrummer » 08 Aug 2023, 21:54

quella simmons di merda suonata in tutto il disco e' insopportabile. avevo un modello di base alcuni anni dopo e mi ricordo gli orrendi suoni che produceva. meglio se suonata in un set ibrido come faceva bill bruford. durante la produzione venne ripresa attraverso un impianto di amplificazione a tutto volume (come facevano in molti con le elettroniche). devo dire che anche tony banks che ha sempre usato preset, qui si distingue per suoni particolarmente brutti.
poi in IT ci sono almeno 4 delle peggiori canzoni mai composte dai genesis. pero' per il 95% delle persone nel mondo i Genesis sono questo disco e We can't Dance.

ovviamente sono le mie opinioni tranne l ultimo punto. opinioni di merda per molti.
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Re: 1986 - "Invisible touch" vs "Black celebration"

Postby highinfidelity » 09 Aug 2023, 09:34

Duke59 wrote:Ho visto che una volta uscito dal gruppo Wilder diede vita al progetto Recoil, più sperimentale ed "elettro-industrial-ambient" rispetto ai DM. Mi sembra però che tale progetto - purtroppo per lui - non abbia avuto gran successo.
A quel che ho capito il fulcro dei DM è stato ed è tuttora Martin Gore, che scrive praticamente tutte le musiche e il 98% dei testi.


Sì, è vero. Agli esordi il compositore principale era Clarke; quando questi quasi subito se ne andò, Gore tirò fuori una manciata di sue vecchie canzoni che, rielaborate, finirono sul loro secondo disco A Broken Frame. Questo spiega in modo autoevidente il perché dello stacco abissale che c'è tra il primo ed il secondo disco dei Depeche (o anche: tra il primo e tutti i dischi a seguire, visto che da quel momento in avanti, come giustamente hai osservato, musiche e testi saranno quasi esclusivamente frutto del suo ingegno).

Martin Gore mi divenne particolarmente simpatico per il modo in cui rispose tempo addietro ad un giornalista musicale il quale, osservato che era lui il compositore praticamente unico di tutte le canzoni, gli domandava se avesse mai pensato di pubblicare un disco solista. Martin, anziché darsi arie, gli rispose di rendersi conto d'essere un compositore molto poco prolifico, che fatica ad avere nuove idee; spiegò che praticamente tutto il materiale che riusciva ad elaborare finiva direttamente nei dischi, senza outtakes o quasi; di conseguenza gli appariva ingiusto tentare la carriera solista in quanto questo avrebbe significato deprivare i Depeche Mode di nuove canzoni per un lungo periodo, e non voleva che questo accadesse, si sentiva in dovere di portare il suo materiale migliore al complesso. [O:-)] Per inciso, mi sono molte volte chiesto se questo "marcare il passo" di fronte agli interessi superiori del complesso di cui si è parte avrebbe potuto cambiare la storia dei Genesis; quasi certamente sì.

Alan Wilder, oltre che uno spettacolare polistrumentista come si è detto, era anche un fenomenale "arrangiatore interno" membro dello stesso complesso. A tal proposito si dice che il demo della celeberrima Enjoy The Silence gli fu proposta da Martin in una specie di versione ecclesiastica, accompagnata da un organetto, e che fu Wilder a stravolgerla portandola ai livelli che conosciamo oggi. Anche per questa ragione la sua fuoriuscita mi fece temere il peggio per la carriera del complesso. Ma soprattutto il "fine corsa" sembrò arrivare per gli eccessi di Dave Gahan di metà anni '90: i testimoni lo descrivono in quel periodo come costantemente in preda a deliri e visioni, finché si giunse al tristemente celebre episodio della morte clinica protrattasi per qualche minuto, dalla quale i medici riuscirono a riportarlo in vita più per miracolo che per scienza. Quel momento fu una rinascita non solo simbolica: dopo un lungo periodo di disintossicazione e riabilitazione, e dopo un nuovo matrimonio, Gahan tornò ai Depeche Mode che poterono proseguire nella formazione a tre, con risultati costantemente di buon livello.

Dopo le tue ulteriori precisazioni, mi trovo sostanzialmente d'accordo con quanto scrivi. Annovero anch'io The Brazilian (quasi sovrapponibile a certe cose dei Depeche, e sono sicuro che Martin Gore deve averla apprezzata) Domino e anche Tonight Tonight Tonight tra le cose interessanti del disco. Di quanto rimane, non disprezzo tutto in modo altrettanto tranchant, mi sembrano più che altro canzoni fuori contesto: Invisible Touch è divertente, e Anything She Does è ancora più allegra e frizzante, ma sarebbero state bene in un nuovo disco solista di Phil Collins: in ambito Genesis sono fuori luogo, ed in entrambe il contributo di Banks e Rutherford è inessenziale. Ad ogni modo, nel complesso io vedo Invisible Touch come uno degli anelli del percorso regressivo (per rubarti il termine) intrapreso con "Mama" e Abacab: una conseguenza logica della strada imboccata se così posso dire, non lo vedo come un'improvvisa calata di braghe come spesso mi sembra di vederlo descritto da altri.

Venendo ai ragionamenti sulle Simmons che hanno addirittura fatto optare il nostro cjstrummer per un lessico scatologico [:D] concordo pienamente che il loro uso migliore era un uso moderato nonché stemperato in mezzo a tamburi acustici, cosa che in effetti anche Collins farà dal vivo al pari di Bruford (e di Neil Peart e di tanti altri). Riguardo l'uso che ne fece nei dischi, che dire... All'epoca sembravano una novità, il loro suono era molto di moda, e i Genesis che volevano sempre tenersi sulla cresta dell'onda le adottarono, probabilmente anche troppo. Oggi sappiamo che come quasi tutte le mode non erano destinate a durare, penso anzi che si ricordi delle Simmons solo chi abbia minimo la nostra età, tutti gli altri mai viste e mai manco sentite nominare. Ma sul momento poteva anche darsi che il futuro fosse tutto delle Simmons, chi lo poteva sapere? Proprio Bill Bruford - che non è certo uno sciocco - disse che le adottò perché tutti nei King Crimson e negli Yes stavano sperimentando con sintetizzatori e con chitarre synth, e non voleva essere da meno. Onestamente non me la sento di condannare i Genesis per aver adottato uno strumento che, all'epoca, pareva all'avanguardia. Va inoltre riconosciuto loro che almeno in Second Home By The Sea ne hanno fatto un uso creativo, che ha fatto epoca.
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Re: 1986 - "Invisible touch" vs "Black celebration"

Postby Duke59 » 09 Aug 2023, 20:03

highinfidelity wrote:Alan Wilder, oltre che uno spettacolare polistrumentista come si è detto, era anche un fenomenale "arrangiatore interno" membro dello stesso complesso.


Concordo, qui lo si può sentire alle prese con la Moonlight Sonata di Beethoven, che forse poco c'entra con la musica dei DM, ma che ci fa capire che come pianista, tastierista (e arrangiatore) Wilder aveva un ruolo primario nel gruppo.

https://youtu.be/jxXZwkk1Ne4
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Re: 1986 - "Invisible touch" vs "Black celebration"

Postby aorlansky60 » 10 Aug 2023, 17:45

il "francesismo" di cystrummer [:D] sulle 'simmons' è pertinente: per quanto mi riguarda, quello prodotto da quelle 'cose' [:-!] è uno degli orrendi e orripilanti "suoni" iconici di quegli anni 80 (in campo pop rock) che mi indussero a migrare verso altri lidi musicali, risale infatti a quel tempo il mio interesse ed avvicinamento a jazz e a fusion... eppure in quel decennio in campo rock ci furono anche delle cose buone prodotte, ma per quanto riguarda i miei eroi di un tempo, visto 'la piega' che avevano deciso di intraprendere, quel tempo era definitivamente finito.
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Re: 1986 - "Invisible touch" vs "Black celebration"

Postby rkive » 11 Aug 2023, 12:54

Su YT ho tovato questa recensione, dove il conduttore riporta un dialogo tra Daniel Miller (uno dei produttori) e Martin Gore:
https://m.youtube.com/watch?v=Q35KTf9-Xbw

11:22
... Daniel Miller said to Martin oh you know they know

11:28
hits there's there's nothing that the commercial market can relate to but as

11:34
we also said in part one how Depeche Mode stuck to their guns and they said well screw the commercial market we will

11:40
play to our fans and I think to Depeche Mode as well I think that artistic integrity and being loyal to their fans

11:47
was much more important than being commercial...

Quindi i Depeche Mode hanno visto più importante la loro integrità e fedeltà ai loro fans, che essere strettamente commerciali.

Forse la scelta opposta dei Genesis che specialmente con IT hanno abbandonato i vecchi fans. [:-I]
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Re: 1986 - "Invisible touch" vs "Black celebration"

Postby Duke59 » 12 Aug 2023, 09:18

Per chi fosse interessato ho trovato un'interessante trasmissione radiofonica in cui Carlo Lucarelli racconta la singolare storia del cantante dei DM: Dave Gahan. Dura appena 16 minuti ma l'ho trovata appassionante ed istruttiva, anche perchè - sebbene breve - descrive bene il contesto in cui si sono formati i Depeche Mode .. e altri gruppi di quel periodo. Buon ascolto

https://youtu.be/3Y4f_CzwVPU
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Re: 1986 - "Invisible touch" vs "Black celebration"

Postby Montecristo » 07 Sep 2023, 16:23

signori miei, paragonare invisibile touch ai depeche mode è come paragonare stefania sandrelli alla litizzetto...

i depeche mode sono i maestri del loro genere, al pari degli ultravox, dei matia bazar dei tempi d'oro, dei duran duran, dei roxy music di "avalon" e dei japan di david sylvian...
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Re: 1986 - "Invisible touch" vs "Black celebration"

Postby cjstrummer » 21 Sep 2023, 20:00

aorlansky60 wrote:il "francesismo" di cystrummer [:D] sulle 'simmons' è pertinente: per quanto mi riguarda, quello prodotto da quelle 'cose' [:-!] è uno degli orrendi e orripilanti "suoni" iconici di quegli anni 80 (in campo pop rock) che mi indussero a migrare verso altri lidi musicali, risale infatti a quel tempo il mio interesse ed avvicinamento a jazz e a fusion... eppure in quel decennio in campo rock ci furono anche delle cose buone prodotte, ma per quanto riguarda i miei eroi di un tempo, visto 'la piega' che avevano deciso di intraprendere, quel tempo era definitivamente finito.


premetto che non sono contro l utilizzo della batteria elettronica in se. per esempio la roland su duchess, o su in the air tonight, o la linn drum di gabriel sono magiche perche utilizzate nel contesto giusto e con i suoni giusti. qui no mi dispiace. il problema dei genesis in questo album e' che non avevano piu' una impostazione univoca, volevano essere troppe cose. e il risultato fu del pop rock elettronico suonato da 3 ricchi signori con la giacca e la camicia - il simbolo della sfiga anni 80.

un uso che trovo creativo e interessante (almeno per l epoca non certo oggi) e' il brano up north degli earthworks

https://www.youtube.com/watch?v=XkTwB6UgnkU
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