Leggere la musica

Strumenti musicali, tecniche e tecnologia del suono; inserzioni e richieste/offerte di collaborazioni; domande e risposte per addetti ai lavori.

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Postby Supper s Ready » 23 Feb 2009, 12:50

Lo trovo di una difficoltà spaventosa. Datemi qualsiasi tablatura, ma non fatemi vedere gli spartiti che mi sento male :S
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Postby ludletem » 24 Feb 2009, 07:00

In particolare cos'è che trovi difficile?
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Postby Supper s Ready » 24 Feb 2009, 07:25

quando per esempio ci devo scrivere una battuta in 4/4 diciamo che più o meno ci riesco anche se ci metto quarant'anni. appena le cose si fanno diversa (tipo 3/4) già far entrare note e pause è un casino. [:|]
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Postby Kia » 24 Feb 2009, 07:26

quote:
Originally posted by Supper s Ready

Datemi qualsiasi tablatura, ma non fatemi vedere gli spartiti che mi sento male :S


Anche io preferisco le tablature,sono di lettura più immediata rispetto ad uno spartito(almeno secondo me[:)])
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Postby ludletem » 24 Feb 2009, 07:29

allora stai sempre sui 4/4 che è anche il ritmo più calzante[;)][;)]...per chi ha studiato musica la composizione è sicuramente la cosa più difficile....se tu già componi sei veramente bravo[:0][:0][;)][;)]
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Postby Supper s Ready » 24 Feb 2009, 07:33

allora faccio veramente cacare [;)]
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Postby ludletem » 24 Feb 2009, 07:37

se una cosa si fa con passione, non si fa "cacare",mai[;)][;)]
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Postby prophet » 24 Feb 2009, 11:05

quote:
Originally posted by Supper s Ready

quando per esempio ci devo scrivere una battuta in 4/4 diciamo che più o meno ci riesco anche se ci metto quarant'anni. appena le cose si fanno diversa (tipo 3/4) già far entrare note e pause è un casino. [:|]



Non devi spaventarti.[;)]3/4 o 6/8 o 5/4, non rappresentano una difficolta', ma solo la quantita' di note(o altro) inserite nella singola battuta ed il loro valore.Una volta impostato il tempo, poi sta al compositore utilizzare i segni giusti, a secondo delle sue esigenze.

Se scrivi in 3/4, ma vuoi comporre un fraseggio veloce, usi 6 note da 1/8 o 12 da 1/16, o 4 da 1/8 e 4 da 1/16.Il risultato finale non cambia, ma ovviamente cambia il modo con cui ci arrivi.[;)]
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Postby Supper s Ready » 24 Feb 2009, 16:55

quindi in teoria la somma del tempo di ogni nota deve essere uguale al tempo della battuta? tipo se ho un tempo di 4/4 posso metterci due battute da 1/4 e 4 da 1/8 giusto? e poi è la stessa cosa con le pause?
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Postby Moonhead » 24 Feb 2009, 19:38

Diciamo pura e semplice matematica! [;)]
La violenza non raggiunge mai la dignita' di ideologia, anche quando cerca giustificazioni in asserite necessita' rivoluzionarie: essa e' sempre e comunque urgenza di potere, esibizione individualista. (cit. Faber)
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Postby Supper s Ready » 25 Feb 2009, 04:26

Ah, e se percaso ci devo mettere dentro un accordo? le due note dell'accordo (se sono due) valgono per 1 o no?
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Postby percuoco » 25 Feb 2009, 06:49

http://www.musicalfabeto.it/didattica/l ... sicale.htm

"http://it.wikipedia.org/wiki/Metro_(musica)"

Secondo me puo' essere utile per chiarirsi le idee...

[;)]

Salutoni
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Postby prophet » 25 Feb 2009, 10:30

quote:
Originally posted by Supper s Ready

quindi in teoria la somma del tempo di ogni nota deve essere uguale al tempo della battuta? tipo se ho un tempo di 4/4 posso metterci due battute da 1/4 e 4 da 1/8 giusto? e poi è la stessa cosa con le pause?



yes[;)]
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Postby prophet » 25 Feb 2009, 10:32

quote:
Originally posted by Supper s Ready

Ah, e se percaso ci devo mettere dentro un accordo? le due note dell'accordo (se sono due) valgono per 1 o no?



yes[;)]
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Postby Supper s Ready » 25 Feb 2009, 11:25

grazie a tutti per le dritte [:D] anche se solo ora ho scoperto di avere a casa un libro per il solfeggio [!:-!] è di mia sorella però. Vabbè chisenefrega, glielo fotto [:D]
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Postby genesina_94 » 26 Feb 2009, 08:40

bè in bocca al lupo allora...[:D]

diciamo che forse quello che dici te è il meno, non è difficile è vero alla fine è solo matematica...

il brutto sono le scale e stare a riconoscere immediatamente le note...[:0][:D]
"...and I beg, yes I beg, that all who touch this spring may share my fate..."

c'era una volta un ciclope strabico...
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Postby harlequin » 26 Feb 2009, 12:33

Quei segni che vedi sono un codice (che non è neanche l'unico); servono a mettere per iscritto delle cose che se no sarebbero trasmissibili solo con la pratica; e sono come le parole: hai presente quando da piccolo cominciavi a leggere? E' più o meno la stessa cosa. Ma perchè devi romperti le palle con i libri di solfeggio che non servono a nulla? Leggi direttamente i pezzi.
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Postby pazzouomoluna » 26 Feb 2009, 12:43

il ca**o è che non so le note negli spazi nè sui righi [:D]
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Postby harlequin » 26 Feb 2009, 12:59

Piccolo, comincia a leggere piano piano; [:D][:D] si tratta di memorizzare delle posizioni e delle regolette; è facile, basta avere pazienza, fosse questa la difficoltà. Tanti coglioni che insegnano, invece di far fare solfeggio che è un abominio, dovrebbero pensare allo sviluppo dell'orecchio, altro che imparare a leggere che alla fine è una sciocchezza. Basta aver pazienza.
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Postby percuoco » 26 Feb 2009, 19:52

OT

Ciao harleqqqqqqqoooooooooo

Fine OT


[:D][:D][:D][:D]
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Postby harlequin » 26 Feb 2009, 20:29

Cuoooooooooooooooco, ma...io non voglio essere invadento, ma n'do cacchio sei andato a finì? sempre senza invadenzo eh?[:D][:D][:)]
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Postby wondering clouds » 27 Feb 2009, 04:39

devo dire la verità. io un po' insegno chitarra ai principianti con le tabs, ma a mia volta, anni fa, andavo ai corsi civici, mi insegnarono un po' a solfeggiare. Quando mi sono trovato, andando avanti negli anni, per depositare i pezzi alla siae, a dover scrivere quello che componevo istintivamente, il saper solfeggiare mi servì assolutamente. Le note, le pause, insomma tradurre il tempo e le durate dei suoni ascoltati in qualcosa di scritto...è fondamentale per mettere su carta. Tabs o note, come fai a mettere il tempo se non lo sai fare ?
Dopo ti dimentichi il brano e se metti solo i numeri sulle tab, non te lo ricordi proprio. L'unica risorsa aggiuntiva allora resta il registrarsi.
Scrivere le note non è mai stato così immediato per me.
problema soggettivo.
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Postby Supper s Ready » 27 Feb 2009, 06:47

bè, più che altro a me serve per tradurra in tab gli spartiti di qualche canzone di cui non esistono le tab. Per comporre poi io uso Guitar Pro 5, dove ti scrive sia in tab che in spartito.
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Postby wondering clouds » 27 Feb 2009, 09:16

dunque non mi pare che hai alcuna grana.
Visto che g.pro dà la possibilità di mettere il tempo alle note numerate, o sbaglio ?
mi spiego meglio: se da uno spartito fatto solo di note nere tu passi al tab g.pro p.tab o quello che vuoi...
mi pare che l'unica grana è sapere in che posizioni si trovano le note nella tastiera della chitarra, visto che ci sono più possibilità,( primo terzo sesto tasto, chenneso...) che spesso la notazione trad.le non mette...

e questo il problema ? ho capito bene?
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Postby Supper s Ready » 27 Feb 2009, 09:17

quote:
Originally posted by wondering clouds

dunque non mi pare che hai alcun problema.
Visto che g.pro dà la possibilità di mettere il tempo alle note numerate, osbaglio ?


si, mavolgio imparare anche a leggeregli spartiti, nei casi in cui mi mancano le tab
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Postby wondering clouds » 27 Feb 2009, 09:27

benvenuto in barca degli apprendisti permanenti...
come dicono altri è questione di studio e di pratica...
auguri.
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Postby harlequin » 27 Feb 2009, 09:50

Ok, forse dovrei spiegare meglio. Non è che il solfeggio non serva proprio a nulla, però una volta memorizzate le posizioni e alcune regolette, continuare coi libri di solfeggio è una sciocchezza. Si possono prendere direttamente i pezzi e leggere quelli, prima di suonarli. Se il brano lo conosci già serve perchè impari a far corrispondere quello che "senti" a dei simboli grafici, alla scrittura musicale, così che non rimangano cose astratte.
Se posso dare un consiglio anche ai musici del Forum[:D] c'è una cosa che impera su tutte per cui valga la pena di imparare a leggere uno spartito: non c'è migliore modo di imparare le tecniche compositive degli autori (e la musica in generale) che COPIANDO una partitura. Centinaia di musicisti e compositori si sono FORMATI così.
E' ineguagliabile.
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Postby radio » 28 Feb 2009, 06:55

quote:
Originally posted by harlequin

non c'è migliore modo di imparare le tecniche compositive degli autori (e la musica in generale) che COPIANDO una partitura. Centinaia di musicisti e compositori si sono FORMATI così.
E' ineguagliabile.



Grande!!
Ci provo subito.[:)][:)]
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Postby alex » 31 Mar 2009, 12:32

Se posso dire la mia,
il solfeggio non è solo il palloso esercizio di battere le mani a tempo, ma è capire la struttura ritmica di un pezzo, individuare le frasi musicali, le melodie, cantare le melodie con la propria voce senza l'aiuto di uno strumento, individuare le interpretazioni plausibili che l'autore ha indicato e non, individuare analogie e differenze con altri pezzi in modo critico. Inoltre è la base imprescindibile per arrivare a studiare l'armonia e poi la composizione. Insomma è il dizionario del linguaggio della musica.
Fare musica senza saperla leggerla o scriverla è come declamare, o addirittura comporre, poesie senza saper leggere o scrivere. Ci si affida unicamente all'orecchio ed alla memoria, si riesce ad intuire qualche meccanismo, ma rimane praticamente oscuro il quadro generale. E non credo che così si arriva molto lontano.
Ed è forse questo il punto essenziale: dove si vuole arrivare. Allora in base a questo obbiettivo si può decidere quanto di musica è necessario imparare.
Ma come si fa a sapere dove si vuole arrivare se prima non ci si cimenta col percorso?

Sono d'accordo sull'utilità di esercitarsi copiando gli spartiti, ma solo come parte di uno studio molto più ampio. Copiare libri scritti in arabo non aiuta di certo ad imparare l'arabo, ma solo ad avere, col tempo, una bella grafia.
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Postby highinfidelity » 03 Apr 2009, 04:19

Comunque, dal basso della mia ignoranza, trovo anch'io che il metodo standard di scrittura della musica sia semplicemente DEMENZIALE. Non che me ne siano mai venuti in mente di migliori, ma certamente ne sono stati proposti a centinaia di piu' razionali che per pura pigrizia non sono mai entrati nell'uso comune.
<< Conoscete voi spettacolo più ridicolo di venti uomini che s'accaniscono a raddoppiare il miagolìo di un violino? >>
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Postby alex » 03 Apr 2009, 06:19

Sarà probabilmente migliorabile, ma addirittura DEMENZIALE!!!
E' in vigore da abbastanza anni e, soprattutto, è stato utilizzato con enorme profiquo (e godimento di noi ascoltatori) da centinaia di compositori la cui maestria oggi, lasciatemelo dire, ce la sognamo!

Una delle peculiarità, considerate invece una pecca, del sistema di scrittura corrente è che ogni esecuzione è potenzialmente diversa da un altra, pur rispettando una certa gamma di possibili interpretazioni. Invece molti dei metodi alternativi di cui parli si basano sull'assunto che l'esecutore non deve avere dubbi sull'interpretazione e quindi l'esecuzione del pezzo che sta leggendo... roba da cerebrolesi, e che soprattutto pone fine allo studio razionale della musica ed alla diversità di interpretazione dei pezzi.
Ma come ogni cosa è probabilmente migliorabile, ma addirittura DEMENZIALE!!!
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Postby highinfidelity » 03 Apr 2009, 06:33

BOEO EKIW, BULI RSEO?

La frase qui sopra è stata scritta in chiave di basso e con una alterazione in chiave. Riesci a leggerla al volo? No? Strano. Eppure sai parlare, leggere, scrivere (come io d'altro canto so suonare) e fai tutte queste attivita' da tantissimi anni, quindi hai anche esperienza col linguaggio scritto. Le lettere sono le solite, quelle che hai sempre visto. Come mai allora non riesci a leggere una cosa cosi' semplice, oserei dire elementare?

A me questo sembra un modo irrazionale (se non vuoi dire demenziale) di complicare le cose. Ripeto: non e' che abbia io un sistema migliore da proporre, ma sono sicuro che ne esistono e ne sono stati proposti a centinaia.

Ricordo qui i vari allegri siparietti sulla metrica di alcuni passaggi dei Genesis. Onestamente, dal punto di vista di un fisico/matematico come me, un sistema di scrittura che si presta a tali equivoche letture suscita nulla piu' che un sorriso di compassione.

Dopodiche', se a te il sistema standard piace e ti ci trovi bene, ottimo per te! Anzi: personalmente ti invidio, visto che io consulto gli spartiti come un illetterato.
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Postby alex » 03 Apr 2009, 07:49

Da un fisico/matematico (fisica o matematica?) mi aspetto un approccio razionale ai sistemi di rapresentazione, quale è la scrittura della musica su pentagramma.
Ti ricordi i vari siparietti durante gli esercizi di dimostrazione dei vari teoremini di analisi? Dopo qualche anno, e libri ed esercizi macinati, non ti suscitavano lo stesso sorriso di compassione?
A quei tempi (esami di metodi o meccanica) forse pensavi che le rappresentazioni matematiche necessarie a descrivere i fenomeni fossero demenziali, ma oggi non credo tu la pensi ancora così.

Come in tutte le cose ci vuole un approccio metodico. La musica non scappa a questa regola, anche se l'arte che ne scaturisce la trascende.

Come tu dici, consulti gli spartiti come un illetterato, la causa non è da attribuire allo spartito quanto al fatto che non lo sai leggere.
Personalmente non ti so dire se gradisco o meno il "sistema standard", ma di sicuro è CNES per suonare correttamente i pezzi scritti fino ad oggi, quale che sia lo strumento usato.
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Postby highinfidelity » 03 Apr 2009, 11:00

quote:
Originally posted by alex

A quei tempi (esami di metodi o meccanica) forse pensavi che le rappresentazioni matematiche necessarie a descrivere i fenomeni fossero demenziali, ma oggi non credo tu la pensi ancora così.
Tutto al contrario, ho sempre riscontrato in quei formalismi una perfetta coerenza interna.

Comunque, evidentemente, quando una decina di musicisti esperti dibattono per due settimane e non trovano un accordo sul tempo dell'assolo di Robbery, Assault & Battery, la colpa non e' del sistema di scrittura intrinsecamente non univoco, ma del fatto che ci sono degli illetterati che seguono il discorso.
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Postby percuoco » 03 Apr 2009, 12:16

intervengo solo per spiegare meglio un concetto.

Una figura ritmica di x/y puo' essere segnata in maniera diversa (matematicamente).

Facciamo finta di avere un 4/4:
è vero che una battuta di 4/4 si puo' scrivere usando due battute di 2/4, quattro da 1/4 ecc.... matematicamente si trova ma musicalmente risulteranno tutte diverse tra di loro.

Facendo un esempio stupido, è come se si spezzasse una frase poetica scritta in endecasillabo in due frasi distinte, una in sestina ed una in "cinquina" (si puo' dire così ? [:D][:D][:D]), il numero di sillabe resta lo stesso ma la musicalità del verso cambia radicalmente...

Tutto questo per dire che, quando si studia approfonditamente la scrittura e la lettura musicale si apprende anche "come" suonano determinate "frasi", e allora l'interpretazione diventa pressoché univoca...

Non dimentichiamoci che la scrittura serve a trasmettere a terzi il contenuto di un'opera composta e formalizzata dall'autore. Questo porterà (spesso) a combinare con essa tutta una serie di indicazioni precise su come vanno eseguite le parti ecc....

Nel caso del "reverse engineering" si tratta solo di ipotesi, e quanto più è raffinata la conoscenza della materia da parte di chi fa questo reverse enginering, maggiore sarà la sua attendibilità.

[;)]
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Postby alex » 03 Apr 2009, 12:25

Ma che ti avra' fatto mai 'sto pentagramma! [:)]
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Postby alex » 03 Apr 2009, 12:28

E poi, se si può scrivere correttamente l'intro di firth of fifth, si può scrivere tutto! [:p]
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Postby percuoco » 03 Apr 2009, 14:52

Ah.... mi permetto di consigliare un libro:
"Elementary training for musicians"
Autore: Paul Hindemith
Casa editrice: Schott
questa versione è in lingua inglese (è l'unica che ho, in formato elettronico)

si trova "in giro"....

secondo me è tra i migliori manuali per imparare i rudimenti


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Postby alex » 06 Apr 2009, 06:01

Aggiungerei, per chi volesse qualcosa in italiota e magari anche su cartaceo, che in qualunqe negozio di musica potete trovare i testi di teoria (teoria, non solfeggio!) di Pozzoli o Poltronieri o Ciriaco che sono quelli che si usano nei (purtroppo pochi) corsi di teoria che accompagnano la pratica sullo strumento. Personalmente suggerisco di cercare il primo volume del Pozzoli sul dettato musicale (quello che affronta il solfeggio ritmico) nel quale è ben spiegato il concetto di divisione e suddivisione dei tempi e relativi accenti (in modo da dissipare i dubbi sulla univocità o meno della scrittura musicale tramite pentagramma).
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