PFM - Stati di immaginazione

Date sfogo alla vostra arte letteraria commentando gli album piu' interessanti che avete ascoltato di recente.

PFM - Stati di immaginazione

Postby Dalex_61 » 01 Dec 2006, 06:11

Non c'è che dire: bisogna perseverare. Abbiamo tollerato e quasi sostenuto il rock urbano di "Come ti va", il pop di "Miss Baker", il neomelò di "Ulisse", l'elettronica di "Serendipity", nonché il Broadway style di "Dracula". C'era del buono in tutto questo, è vero, ma da musicisti così era lecito attendersi, prima o poi, il colpo da maestro.

Ora il colpo è arrivato: "Stati di immaginazione" è un disco brillante, variegato e progressivo nel senso migliore del termine. Otto brani esclusivamente strumentali (non ci perdiamo molto) pieni zeppi di idee ed atmosfere, che riportano in luce i tanti mondi musicali del gruppo e li rileggono con consapevolezza e maturità.

La band è ufficialmente un trio (Di Cioccio / Djivas / Mussida), ma sostanzialmente un quintetto con gli apporti del tastierista Gianluca Tagliavini (Premoli compare solo come autore in due brani) e del vecchio leone Lucio "violino" Fabbri.

Il CD è accompagnato da un DVD contenente la versione video degli otto brani che compongono l'album, concepiti proprio come commenti sonori alle immagini. E' bene fugare un dubbio: queste musiche si ascoltano perfettamente anche senza i relativi video, anzi consiglierei di vedere i filmati solo dopo aver gustato i brani su CD. Veniamo al dettaglio.

01. La terra dell'acqua (Di Cioccio - Djivas - Mussida - Premoli): un magnifico brano, di oltre 8 minuti, che alterna atmosfere rarefatte a momenti squisitamente prog e fusion, con tutti gli strumenti in buona luce: chitarra, violino e tastiere nella prima parte, poi basso e batteria. Raffinati arabeschi sonori e sprazzi di jazz rock. Il DVD ci rivela l'origine di tanto senso estetico: Venezia e la minaccia sempre incombente della sua distruzione da parte del mare.

02. Il mondo in testa (Di Cioccio - Djivas - Mussida - Premoli): ispirato ad un curioso film muto sulla psicanalisi, il pezzo è il più jazzato del disco. Impossibile resistere al ritmo sincopato di basso e batteria, cui si aggiungono presto una maliziosa chitarra ed un violino quasi folk. Quasi quattro minuti di divertimento sonoro.

03. La conquista (Mussida - Di Cioccio - Djivas): ancora un filmato in bianco e nero a proposito della difficile costruzione di un ponte di liane da parte di una tribù africana nel cuore della foresta pluviale. Anche qui la tentazione jazz-rock è forte ed il basso la fa da padrone, anche se si apprezza il lavoro di Di Cioccio allo xilofono e non manca un favoloso passaggio lento e sognante che ricorda certe cose dei marillion di Hogarth. In tutto, 6 minuti e mezzo.

04. Il sogno di leonardo (Mussida): il buon Ciccio firma qui il suo capolavoro: il brano si apre con la sua acustica, poi Djivas aggiunge il flauto e via via gli altri arricchiscono una melodia ben calibrata ed ariosa. Mai troppo enfatico, il pezzo è giocato sul tono elegiaco, cucito addosso ad un filmato della "Macchina del tempo" in cui si ripercorre il sogno impossibile di Leonardo: spiccare il volo. Intanto, voliamo noi con la PFM per quasi sette minuti.

05. Cyber Alpha (Mussida - Di Cioccio - Djivas): un omaggio alla fantascienza fa sempre "seventies", ma qui l'atmosfera è piuttosto quella "eighties" dei film e romanzi cyberpunk. Dominato dai suoni bassi e cupi, il brano (4:27) è un'ottima occasione per applaudire Mussida alla chitarra elettrica, mentre scorrono, nella versione DVD, le immagini del film Alpha 3.1.

06. Agua Azul (Djivas - Mussida - Di Cioccio): immerso nelle acque cristalline ed impetuose di un fiume (messicano?) pieno di rapide e cascate "cavalcato" da un coraggioso canoista, il pezzo è quello in cui maggiormente si apprezzano Fabbri ed il suo inseparabile violino. Le tastiere più banksiane che PFM abbia mai ospitato s'intrecciano con l'archetto ed il ritmo accelera con un gusto quasi prog-folk. I quattro minuti passano presto, troppo presto.

07. Nederland 1903 (Mussida - Di Cioccio - Djivas): atmosfere rilassate e fondamentalmente acustiche per questo brano che commenta immagini di vita quotidiana nell'Olanda popolare d'inizio XX secolo. E' un intermezzo delizioso che dura poco più di tre minuti.

08. Visioni di Archimede (Mussida - Djivas - Di Cioccio): altro mix da un documentario della "Macchina del tempo", stavolta dedicato ad Archimede (due geni in un solo album, wow!) ed alle sue scoperte. Il pezzo è vario e giocato dapprima sulla lancinante chitarra elettrica di Mussida, poi su una gran varietà di tastiere. Notevole il lavoro di tutti nel creare un clima alternativamente teso e sognante, in cui, per quasi nove minuti, si riflettono il mare e il sole del Mediterraneo.

Un disco così, insomma, ci voleva proprio. Mi correggo: ci vorrebbe sempre!
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Postby Salmacis » 01 Dec 2006, 08:10

complimenti per l'eccellente recensione dalex[;)]
- Le ho lette le FAQ, tranquilla.
- Quindi il tuo ignorarle bellamente è intenzionale?
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Postby vise60 » 04 Dec 2006, 16:23

Ascoltato tutt'oggi in auto [:)]
Complimenti per la recensione [;)]
Grandissimo album, straconsigliato, era un po' che non si sentiva roba del genere, alcuni momenti veramente da brividi...[;)]
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