bring the family - JOHN HIATT

Date sfogo alla vostra arte letteraria commentando gli album piu' interessanti che avete ascoltato di recente.

bring the family - JOHN HIATT

Postby The Knife » 29 Apr 2008, 05:13

Ciao a tutti, oggi vorrei parlare di John Hiatt un grande artista americano non molto conosciuto ma che ha composto tra altri buonissimi dischi il suo capolavoro 'bring the family' nel lontano 1987...me lo sono riascoltato tutto dopo aver sentito l'altra sera in apertura del film 'mi fido di te' di alex e franz il pezzo 'have a little faith in me' contenuto nel disco, un brivido lungo la mia schiena dato dalla sua bellissima voce di bluesman.
il disco registrato a Los Angeles ha la collaborazione di Ry Cooder, Jim Keltner, Nick Lowe, con quattro giorni di lavorazione in presa diretta ne sortiscono un concentrato di canzoni emozionanti.
Ruolo fondamentale ha la chitarra di Ry Cooder, memorabile nei pezzi più lenti e sofferti, mentre per quelli più rock la ritmica sintetica e robusta di Keltner e Lowe ha un ruolo importante.
Nel disco si intuisce la rinascita dell'artista dopo anni di droghe e alcol ( morta suicida la moglie italiana Isabella senza nessun apparente motivo, così come era già successo per il fratello di John quando questi aveva soltanto 10 anni...).
i toni oscuri si capiscono appieno nella canzone ' Alone in the dark' : "me ne sto inginocchiato, solo, al buio, ubriaco sperando che la luce del giorno non giunga troppo in fretta. perfino le rose profumano di morte perchè tu te ne sei andata lasciandomi nel gelido timore della solitudine,spingendomi a pregare Dio perchè un giorno ti faccia tornare".
il tema dominante è quello delle canzoni d'amore tenere e disperate ma il suono è un mix micidiale di rock, blues, soul e R&B che portano al risultato di 10 ottime ballate, per quello che secondo me è uno dei più bei dischi rock americano degli utlimi venti anni.

i brani:

"Memphis in the meantime"( dedicata a Elvis Presley )
southern rock rude e polveroso esaltato dalla voce 'nera' di John Hiatt

"Alone in the dark" è una ballata notturna in cui si esalta ancora la voce possente di John e dove si comincia a vedere il lavoro prezioso di Ry Cooder con la sua slide

"Thing called love" aumenta il ritmo, compare il R&B e la sezione ritmica pesta di brutto, sarà uno dei cavalli di battaglia nelle performance dal vivo

"Lipstick sunset" una ballad da brividi, la mia preferita, stampo sudista, dolce e malinconica e la chitarra di Ry Cooder che diventa uno struggente assolo che trascina il pezzo fino in fondo

"Have a little faith in me" è altrettanto bella, una ballad costruita sul pianoforte con la voce di John Hiatt nera e possente all'inverosimile, unico bianco secondo me che può cantare da soulman di classe.

"Thank you girl" è forse la meno riuscita dell'album, ma forse la sensazione è questa perchè arriva dopo le due precedenti ballate sensazionali, per questo pezzo ritmo di nuovo indiavolato e ricami di classe con la voce di John

"Tip of my tongue" è l'altra grandissima ballata dell'album, il binomio John-Ry funziona alla grande e regala emozioni a fiumi

"Your dad did" è un pezzo a metà tra il country e il R&B

"Stood up" è una ballata elettroacustica molto bella in cui si intuisce al pari della precedente canzone l'influenza sudista di John

"Learning how to love you" è la stupenda ballata che chiude l'album, chitarra acustica e la solita meravigliosa voce di John Hiatt.
chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso.
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