Sylvan - Posthumous silence

Date sfogo alla vostra arte letteraria commentando gli album piu' interessanti che avete ascoltato di recente.

Sylvan - Posthumous silence

Postby Thomas Eiselberg » 03 Jul 2008, 08:16

I teutonici Sylvan al quinto tentativo centrano il disco che vale una carriera.
Posthumous silence è un bellissimo concept album uscito nel 2006, incentrato sostanzialmente su una tragica scoperta: un padre dopo la morte della figlia scopre il suo diario segreto, e cominciando a leggerlo entra in un mondo fatto di paure, disillusioni, sogni, inganni.
Ed è proprio questa la cosa migliore del disco: farci assaporare la dolcezza e la spensieratezza, assieme al dolore e alla tragedia a volte anche nell'arco dello stesso brano.

Il vocalist Marco Glühmann è perfetto: la sua vocalità riesce a passare dal dolce all'amaro con grande naturalezza, e sebbene a tratti la sua nazionalità si fa sentire, la sua bravura nell'emozionare l'ascoltatore ci trasporta in un viaggio dove la sua è soltanto la voce della coscienza della ragazza della storia.

Il disco è di difficile catalogazione: potrebbe benissimo appartenere al prog metal per via di alcune assonanze con pezzi dei Theater o dei Queensrÿche, tuttavia si contraddistingue per un grande gusto melodico e una maggiore teatralità che lo collocherebbero in un ambito più new-prog (e secondo me è più vera questa seconda ipotesi).

Come in tutti i concept album è difficile estrapolare i brani più significativi, tuttavia alcuni brani si distinguono dagli altri e risaltano per bellezza e importanza.
La lunga Pane of truth è forse la vetta più alta del disco: con i suoi cambi di umore e di atmosfera racchiude un po' tutti i pregi del concept, piena di dolore e di rabbia, ma anche di rassegnazione (ricorda un po' Runaway dei Marillion).
The colours changed invece presenta una prestazione vocale eccellente da parte di Glühmann, forse la migliore in assoluto.
La magnifica Questions invece nella prima parte molto melodica lascia presagire un brano più emozionale (il ritornello, chiamiamolo così, non può non far commuovere gli ascoltatori più sensibili), mentre si snoda poi in una seconda parte riuscitissima e più "impegnata".
La title track chiude degnamente il disco e la storia, piena di dolcezza e con un bell'assolo di chitarra che suggella il tutto.
Glühmann è ancora una volta sugli scudi, e riesce letteralmente a trainare il pezzo portando l'ascoltatore fin quasi alle lacrime.

Un disco insomma che mi ha enormementa sorpreso, e che mi porta a pensare a quanti gruppi di questa qualità vengono sacrificati per far posto a prodotti inascoltabili.
Lo straconsiglio a coloro che amano il new-prog (tipo Brave dei Marillion, che gli assomiglia molto), ma anche qualcosa di più "duro", ma lo consiglio soprattutto a coloro che amano il prog e la buona musica.

Non fatevelo scappare[:)]

Voto 8,5
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Postby Dalex_61 » 18 Jul 2008, 14:11

A dire il vero questo CD l'ho acquistato appena uscito e non ne avevo avuto un'impressione così favorevole. Sarà la mia idiosincrasia per le chitarre distorte, ma riascolterò il tutto con più attenzione, anche perché in genere Thomas ha gusti che collimano con i miei. Grazie per avermi dato questa "seconda occasione", Thomas. La recensione è molto bella. [:)]
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Sylvan - Posthumous silence

Postby Thomas Eiselberg » 18 Jul 2008, 16:41

Se non ti piacciono molto le chitarre distorte prova ad ascoltare pezzi come Pane of truth, The colours changed, Questions e la title track (sono molto dolci e marillioniane, mi sembrava che anche a te picessero i Marillion, se non sbaglio[:-I]).

Come ho detto prova soprattutto ad ascoltare quei quattro pezzi, per me sono magnifici, credo che prima o poi ti possano piacere[;)]

Grazie[:)][;)]
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