GAZPACHO - Tick Tock

Date sfogo alla vostra arte letteraria commentando gli album piu' interessanti che avete ascoltato di recente.

GAZPACHO - Tick Tock

Postby Sanvean » 28 Mar 2009, 19:57

Eccolo, il loro 'quinto elemento'.

Ispirato da un libro di Saint-Exupery sul fallimento di un suo volo Paris-Saigon, tentativo finito nel...deserto, nel quale lui e il suo assistente si fanno poi una lunga passeggiata, da cui il titolo del libro ("Vento, sabbia e stelle"), ecco il quinto album della band norvegese.

Un passo indietro, anche se non troppo...lungo.

Dopo numerosi ascolti, viene però la voglia di rimettere 'Night' (vedi recensione) nel lettore per capire veramente da dove nasce questo 'Tick Tock'.

Anche quest'album presenta pochi e lunghi brani, anche qui le cadenze sono lente e trascinanti, anche qui è presente il violino ed il richiamo ai Marillion dell'ultima decade è più che un'impressione.

Ma non basta.


1 Desert Flight (7:39)
2 – 3 The Walk (13:41)
4 – 5 - 6 Tick Tock (22:24)
7 Winter is never (4:55)


'Desert Flight' è un brano abbastanza inutile, un rock polveroso a mio avviso completamente inadatto come apertura del disco (del resto è l'inizio della storia, volano sopra il deserto, i due...)

'The Walk' fa subito il verso a certe atmosfere di 'Night' ma senza lo stesso spessore musicale, acustiche perfette e linee melodiche già 'sentite' (quanto Marillion...), sprazzi di violino e stacco simil-flamenco e, sul finire della prima parte, c'è un interessante minuto e mezzo di arabeggiante e suadente melodia al violino con sottofondo di percussioni e sitar (!?!) sul cui ritmo si innesta la seconda parte, acustiche e tracce fender rhodes ma il tutto resta un poco sterile, stanco e ripetitivo così come il cantato, il brano si trascina alla fine senza emozionare troppo.

Ci si aspetta di più e dopo poco arriva.

Nei 22 minuti e rotti di 'Tick Tock' finalmente si riesce infatti a sentire qualcosa di veramente valido.

Non tanto nella prima parte del lungo brano, che si conclude con uno stranissimo ed inaspettato coro di bassi, quanto nella seconda...finalmente l'attesa di quasi due anni viene premiata.

Dopo un'apertura con chitarre distorte e basso in sali-scendi il pianoforte si fa incisivo (sotto resta sempre il tic toc che accompagna tutto il brano e che da il tempo a quasi tutto l'album), sale subito la tensione e finalmente arpeggi doppiati elettrica e piano in una melodia davvero bella, la linea del canto si fa più interessante (questo è senza dubbio il momento migliore dell'album, ed inizia a 01:54 della seconda parte di Tick Tock) per poi infrangersi nei tom e nelle chitarre distorte per poi ripresentarsi un paio di volte, il tema, più corposo e 'rock' finché dai soliti tom sbuca improvviso il solito violino che introduce il solo dell'elettrica nel 'pieno' totale, molto romantico, addirittura struggente ma semplice (due frasi) e breve, poi rumori di fondo ed inizia la terza parte, tra accordi di piano e frastuono dolce di piatti che durano a lungo fino a riprendere il tema della prima parte.

'Winter is Never' è sicuramente un brano dove la cifra stilistica dei Gazpacho viene messa in risalto.

Nessun virtuosismo, insieme equilibrato, melodie fluttuanti, suono corposo, canto semplice ed 'accompagnato', con cambio di ottava e ritorno, ritmo lento e Marillion nella testa e nel cuore, un brano davvero molto bello, anch'esso sempre in sottile crescendo e che sembra segnare davvero il loro massimo limite espressivo, notevole sicuramente, credo che questo brano sarà uno dei loro cavalli di battaglia in assoluto.

In definitiva questo disco non è omogeneo come 'Night' (un vero viaggio ipnotico dall'inizio alla fine) non è così nuovo rispetto alla loro precedente produzione e sembra essere davvero un tentativo di ripetere la piccola magia del disco precedente, ma...

I 9 minuti e 39 della seconda parte di 'Tick Tock' e 'Winter is Never' restano comunque la testimonianza del loro valore assoluto, di quanto questo gruppo di ragazzi norvegesi sia cresciuto a pane e Marillion, di come un piccolo gruppo di norvegesi fans sfegatati abbia avuto poi la capacità, le possibilità e la fortuna di entrare a far parte di un circuito così importante.

Un sogno insomma, forse...quello velatamente raccontato in 'Night' (?!?)

Suoneranno il 1 Aprile a Milano ed il 2 Aprile a Roma, Stazione Birra.

Chi come me li vide aprire il concerto dei Marillion al Centrale del Foro Italico qualche anno fa...vi invita a non perderli, il costo non è elevato e ne vale davvero la pena.

Nel caso...recensite gente, recensite.
"Good morning Rael
So sorry you had to wait.
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GAZPACHO - Tick Tock

Postby Thomas Eiselberg » 31 Mar 2009, 16:30

Dopo Night, un altro interessante lavoro dei norvegesi Gazpacho, anche se come per quel disco non riescono a catturarmi del tutto.

Le principali caratteristiche che mi facevano essere dubbioso sul precedente disco purtroppo sono rimaste: una certa monotonia, ritmi poco vari, un cantato molto cantilenante (i primi album se non altro erano meno "impegnati", ma più vari).

Si è detto che assomigliano molto ai Marillion, ma a tratti purtroppo assomigliano al loro lato più melenso, e a quello in definitiva meno entusiasmante e meno vario. (Radiation, Marillion.com).
Laddove però Hogarth, per quanto criticabile, riesce a passare con buona disinvoltura dal melodico all'aggressivo, al rabbioso (Ocean Cloud, This strange Engine) rendendo i pezzi più vari e emozionanti, il cantante dei Gazpacho sembra che tenda ad interpretare tutti i brani allo stesso modo.

Un punto a favore sicuramente è la maggiore varietà dei pezzi (mentre in Night sembrava di sentire un lungo pezzo della durata di un album intero) ed un migliore supporto della sezione ritmica.
Bella anche l'idea alla base della tematica concept.

Insomma laddove il disco perde in omogeneità, lo recupera in "varietà" e meno prevedibilità (anche se quella è ancora molto forte).

Davvero interessante ad esempio il primo brano (Desert Fligh): un inizio alla Muse, poi una seconda parte più riflessiva e d'atmosfera.

La suite The walk riporta tutto su un piano più "ordinario" e monotono: ottimi interventi che richiamano sonorità arabe non bastano però a rendere il pezzo interessante.

Il meglio viene nel finale, con la suite che da il titolo all'album: ad un inizio poco entusiasmante fa seguito una seconda parte davvero ben costruita e godibile, dove finalmente si ascoltano le influenze dei Gazpacho rese al meglio.

Anche il brano finale mantiene questo trend ed è sicuramente un ottimo finale per un disco.

Insomma un album ben sunato, con tutte le cose a posto, ma che alle mie orecchie risulta troppo ripetitivo e noioso.

Ci sono buoni spunti e ottime cose per chi ama le sonorità alla Marillion, ma siamo molto lontani del capolavoro.

Night era stato paragonato alle cose migliori dei Marillion, ed anche se non ero affatto d'accordo, c'era da dare atto a questi norvegesi di fare un certo tipo di musica meglio dei loro maestri (Somewhere else era stata una delusione) in quel periodo.

Da qualche mese a questa parte invece qualcosa è cambiato: l'ultimo album dei Marillion è molto piacevole, poco originale, ma molto vario e ben congegnato, questo dei Gazpacho è sicuramente inferiore.

Se amate alla follia i Marillion un ascolto glielo potete dare e vi darà anche qualche bella soddisfazione, se certe sonorità invece non sono il vostro pane quotidiano, è meglio stare alla larga.
Essi vivono noi dormiamo. Obbedisci, compra, non pensare, il denaro è il tuo dio.

E' buona cosa leggere sempre leFAQ
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Postby Dalex_61 » 18 Apr 2009, 14:27

Ho detto molte volte che questa rubrica del forum andrebbe abolita, specialmente in tempi di crisi. Mi fate spendere tutti gli ultimi risparmi, maledetti... [!:-!][:D]
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