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Depeche Mode - Songs of the universe

PostPosted: 13 May 2009, 13:53
by Barking Slug
Ho ascoltato l’ultima fatica dei britannici Depeche Mode, uno dei pochi gruppi sopravvissuti al ciclone anni 80, Il Decennio della "Bic Music" (mi si passi il neologismo dal nome dell’inventore degli oggetti di plastica usa e getta) ricco cioè di gruppi dal facile successo nati come insetti, in conseguenza all’innovazione elettronica post-punk, e prestissimo eclissati o spariti. Anche se si formano musicalmente in quell’era i Depeche Mode (moda passeggera, come recita appunto la traduzione del loro nome) hanno da sempre imposto un loro stile riuscendo a dare un’anima ai freddi suoni dell’elettronica e sopravvivendo sino a giorni nostri.

Songs of universe è un lavoro incline con questa loro peculiarità, meno dark e sperimentale dei precedenti e con un solo pezzo strumentale (Spacewalker) ma con tutti gli elementi tipici del loro repertorio. Si avverte in questo album la transizione del gruppo dai noti fatti riguardanti la disintossicazione del cantante Dave Gaham, rimarcati anche dalle tematiche degli album scorsi, verso il raggiungimento della stabilità e la maturità artistica. Molte volte l’uscita da una crisi personale causa un appiattimento delle composizioni, poichè il dolore del compositore accresce la capacità di scrivere pezzi carichi di vere emozioni. Il primo singolo, Wrong, è già un hit radiofonico che ha spinto il suo cd in vetta alla classifica. Ad un primo ascolto spiccano tra le altre spiccano Hole to Feed, Little soul (in stile exciter), In symphaty e Peace (dal gusto tipicamente British). Non manca come da tradizione il pezzo cantato dal tastierista e autore Martin Gore (la romantica Jezebel). Certo non sarà Ultra o Exciter ma si difende bene. A volergli trovare una pecca risulta forse un pò ripetitivo e monotematico nei ritmi, ma mi sono ripromesso, come faccio con tutti i lavori degli artisti che mi interessano, di digerirlo meglio nel tempo per non fermarmi alle prime impressioni.

Depeche Mode - Songs of the universe

PostPosted: 13 May 2009, 18:16
by fr.arcuri
io invece mi sono fermato alle prime impressioni.
un disco che non mi ha interessato e che non mi viene voglia di riascoltare proprio perchè abbastanza monotono.

all'opposto di quanto ho fatto con il disco degli u2 che ancora oggi ascolto in maniera convinta.

Depeche Mode - Songs of the universe

PostPosted: 14 May 2009, 08:13
by Thomas Eiselberg
Forse perchè in un certo senso mi sono sempre piaciuti, ma io nell'ultimo lavoro riesco a trovarci delle cose davvero molto interessanti (devo ascoltarlo di più però): le idee cominciano a latitare ma hanno un carisma e una consapevolezza dei loro mezzi che rende anche i brani più apparentemente banali degni di nota.

Forse la scelta vintage di tornare ad un suono troppo anni '80 alla lunga annoia, perchè certe sonorità risuonano un po' datate.

Le migliori: Little Soul, Hole to feed, Peace, che però non sono all'altezza degli splendori del passato.

Un passo falso? Forse, ma il carisma riesce a tamponare anche le grosse falle, in un disco che non è da ascoltare dall'inizio alla fine, ma che va bene per prenderci quella manciata di pezzi che tiene ancora vivo lo spirito dei Depeche.

Depeche Mode - Songs of the universe

PostPosted: 01 Jul 2009, 18:13
by graziano
bel disco, migliore del precedente

Depeche Mode - Songs of the universe

PostPosted: 03 Jul 2009, 17:42
by darkerstar
quote:
Originally posted by Thomas Eiselberg
Le migliori: Little Soul, Hole to feed, Peace, che però non sono all'altezza degli splendori del passato.



Mah non sono d'accordo. Al posto di Hole to feed io avrei messo Come back che è abrasiva in maniera inedita per i Depeche e mi riporta alla mente un loro collega americano che deve moltissimo alla loro musica, anche se nessuno lo direbbe mai.

Esistono quattro versioni di questa opera: cd normale, cd + dvd, due vinili più un cd e il bellissimo Deluxe Box set che contiene, tra le altre, cose quattro inediti - di cui uno strumentale - e diversi brani del passato versione demo. "Questo sarà il nostro disco più vintage" Dichiara Martin Gore nelle interviste fatte per pubblicizzare il disco e c'è da crederci. E' un disco elettronico vintage vero però, i suoni sono riprodotti con strumentazione tipica del passato ma con una qualità del suono moderna. Per non parlare poi della consapevolezza con cui vengono utilizzati da Martin nel processo creativo. Il primo brano del disco è In chain un blues moderno carico di passionalità. In questo disco ci sono tutti i colori, tutti i sentimenti e sia musicalmente, sia nei testi anima e materia si fondono in un perfetto equilibrio. Volete degli esempi? Little soul: "My little soul will leave a footprint." Troviamo le abrasive Wrong, il singolo apripista, a cui è associato un video veramente oscuro e inquietante, - e chi non si è mai sentito sbagliato una volta nella vita? - e Come Back che ho cercato di presentarvi al meglio. Secondo me su questa un illustre collega sta prendendo dei serissimi appunti musicali. Nello stesso disco c'è il favoloso canto di gioia dell'animo umano chiamato Peace. Questa è la perla, è la canzone più bella, più intensa, con il ritornello il cuore spicca il volo; l'elegantissima Jezebel che richiama alla mente echi dal passato della band di Basildon. Potrei continuare a parlarne per ore di questo disco e non mi stuferei mai. E' un'opera matura, consapevole. L'opera di una band con quasi trent'anni di onorata carriera ma è anche il risultato, l'espressione di uomini con un'esperienza di vita vissuta in maniera a volte anche eccessiva e distruttiva. I segni lasciati ci sono ancora e si possono sentire qua e là riecheggiare nei suoni siderali che hanno deciso di trasmetterci.

La mia recensione su blog. Ah per inciso questo gruppo sono andata a vederli dal vivo e ritornerò a vederli a novembre.