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The Whirlwind - Transatlantic

PostPosted: 14 Mar 2010, 16:59
by moonchild
Piccolo antefatto, un mio amico appassionato di prog non più tardi di un paio di mesi fa m’invia uno stringatissimo sms che cita testuale:”ultimo Transatlantic strepitoso”.
Ringrazio per la mini recensione, lascio il messaggio in memoria pensando che magari tornerà utile in futuro.

Domenica scorsa decido di sfruttare la mia stagionatissima tessera di Feltrinelli e di fare acquisti usufruendo dello sconto del 20% sui cd valido in quel giorno.
Mi assicuro tra gli altri Live In Poland dei Genesis con Ray Wilson che si lancia in Carpet Crawlers (diciamola tutta mancava solo la sua di versione[:D]), The Geese And The Ghost di Phillips nonché l’ultimo Icon di Wetton e Downes (disco oggettivamente fra i più irrilevanti dell’ultimo quindicennio).
Poi scorgo lì abbandonato fra gli scaffali The Whirlwind dei Transatlantic, prezzo abbordabile (circa 17 euro con sconto annesso) durata del disco un po’ meno (78 minuti sigh!) ma mi rammento dell’sms e procedo all’acquisizione con fiducia.

Entrato in auto e corroborato dal fatto di essere comunque a non più di quindici minuti da casa prendo il coraggio a quattro mani e inserisco il cd nel lettore.
Le tracce, dimenticavo, sono dodici ma i numeri romani che le contraddistinguono mi portano pericolosamente a dedurre come forse si tratti di un’unica traccia suddivisa in sezioni della durata globale di appunto 78 minuti….insomma neppure La Corazzata Potemkin di fantozziana memoria![:)]

Il titolo del pezzo iniziale è Ouverture (originalissima scelta va riconosciuto[;)]) e dura da solo nove minuti pur tuttavia mentre lo ascolto bofonchio tra me e me “però sti Transatlantic!”.
Apertura con un grido che più omaggio a Dark Side non potrebbe essere ma il brano suona e scorre che è un piacere, Roine Stolt pare ispirato e s‘incarica delle parti vocali, Portnoy accantona propositi espansionistici e si pone al servizio di una cifra stilistica prog melodica, il brano suona assai epico e quantomeno penso “è il caso che tolga il cd dal lettore e me lo ascolti in cuffia…1-0 per i Transatlantic.

Arrivo a casa e mi organizzo per un ascolto più appropriato, ricomincio ovviamente da capo e non posso che confermare le prime impressioni sulla traccia introduttiva.
In The Wind Blew Them All Way Morse recupera il ruolo di prima voce, l’intro è stupendo (un po’ Gentle Giant) ma è il primo vero solo di Roine Stolt a confermare che la melodia in questo disco regnerà sovrana e siccome l’appetito viene mangiando…
L’apertura di On The Prow è una prima divagazione jazz ma è soprattutto Trevawas a farla da padrone per due terzi del brano tenendolo tutto sommato a galla.
In A Man Can Feel Roine Stolt riprende, per così dire, le redini vocali.
Il brano è letteralmente intriso di ammiccamenti ai Genesis a partire da un assolo chitarristico del genere “Hackett non è passato invano”.
Trattandosi di un’unica traccia si fa un po’ fatica a districarsi nell’ascolto ma Out Of Night è un momento bellissimo, la parte cantata è un po’ alla Yes perché poi in fondo i Transatlantic in questo disco sembrano proprio voler non far torto a nessuno omaggiando tutti, stupendo il solo di Stolt in chiusura, un vero gioiello melodico.
La melodia imperversa e scende giù a cascate anche nella successiva Red Colored Glasses senza però mai scendere nel zuccheroso anche se è chiaro che chi è perennemente alla ricerca di sonorità “rivoluzionarie” deve fuggire il disco come la peste bubbonica.
Evermore è forse il pezzo strumentalmente più corale, piano e sezione ritmica sembrano palleggiare fra loro nella prima parte di un brano che poi evolve in un cantato ancora di stampo yessista che non guasta.
Set Us Free è un po’ controverso, caratterizzato secondo molte recensioni da uno spiccato sound anni 70 ma personalmente l’ho trovato, per così dire, molto Collinsiano.
In Lay Down Your Life si cambia decisamente registro, l’intro è decisamente potente, Portnoy sembra quasi voler dare una vigorosa sterzata e anche Morse nella parte vocale deve darsi una regolata di conseguenza…in realtà la melodia è solo momentaneamente messa da parte, siamo pronti dopo un abbastanza interlocutorio Pieces Of Heaven per un finale da antologia.
Is It Really Happening? È una meraviglia autentica con una prima parte melodica dominata dalle tastiere e da un cantato con reminescenze pinkfloydiane che prelude ad una seconda parte scandita da un Portnoy scatenato che suggella un finale al limite del metal.
La chiusura è degnissima, sicuramente il momento melodico più alto del disco, dall’apertura affidata ad un pianoforte struggente ai mirabili "solo" di Roine Stolt.
Chiaramente è difficile fare graduatorie di singoli brani in un’opera di straordinaria compattezza con un riff iniziale che viene comunque richiamato più volte alla maniera delle classicissime suite degli anni 70 (non a caso il titolo del brano conclusivo è Dancing With Eternal Grace/Whirlwind Reprise) ma questa pezzo è destinato a rifulgere di luce propria nella discografia dei Transatlantic ben al di là dello specifico Whirlwind.

In conclusione un disco a parer mio significativo, non aggiunge ovviamente nulla al prog in generale ma moltissimo (ben oltre il fatto numerico) alla discografia dei Transatlantic che forse adesso davvero possono iniziare a considerarsi una band e non più un supergruppo…la differenza fra le due cose magari può sembrare non esserci ma è sostanziale...almeno a mio parere.

The Whirlwind - Transatlantic

PostPosted: 15 Mar 2010, 11:35
by tool65
L'ho comprato ma sinceramente non mi ha entusiasmato,
non mi viene molta voglia di riascoltarlo...

The Whirlwind - Transatlantic

PostPosted: 16 Mar 2010, 12:11
by graziano
non e' male....va ascoltato piu' volte, puo' essere pesantuccio,il solito mix tra gli spocks beard/flower kings.. ma penso sia il migliore del gruppo perche si è un concept album, ma diviso in singole tracce. i precedenti due album avevano qualcosa di buono ma era 80% farina di morse.. ora mi sembra piu' una band.
bye

The Whirlwind - Transatlantic

PostPosted: 17 Mar 2010, 11:22
by marbian
A me ( de gustibus) non è proprio piaciuto.

Credo che come idee compositive sia di gran lunga il meno riuscito dei tre.
Il primo aveva temi divertenti come Mystery Train o My new world, il secondo beatleseggiava in Suite charlotte pike e a aveva dalla sua qualche bello spunto nelle( troppo lunghe) suites.

Questo mi sembra faccia diventare le già non originalissime idee dei dischi precedenti un unico lunghissimo luogo comune su come si fa prog oggi.
Un tempo dispari qua, un assolo di tastiera là e voilà, ti confezionamo il disco progressivo...

Nulla da dire sul mestiere dei musicisti,ma, appunto, bastasse quello per fare buona musica....
Come proggaroli ortodossi (è un mio parere che ho già espresso in altra sede) i migliori oggi mi sembrano i BIG BIG TRAIN.

Oltre all'ultimo THE UNDERFALL YARD ho recuperato anche il precedente THE DIFFERENCE MACHINE e devo dire che, nonostante nel prog sia oggi impossibile avere idee oiginali, riescono almeno a riutilizzare le proprie influenze con gusto e freschezza.

Di questi tempi non è poco.

The Whirlwind - Transatlantic

PostPosted: 17 Mar 2010, 13:54
by ciciuisss
Grande disco, di gran lunga il migliore della loro discografia.

Lo ascolto e riascolto tutti i giorni.
Questo è il vero Progressive, quello con la P maiuscola, e non i soliti scimmiottamenti che ci sono in giro.
Una musica ricca ed elaborata, composta con una passione per il Prog che traspare ad ogni nota, arrangiata benissimo, suonata con una tecnica eccellente, come nessun altro gruppo in circolazione.

Un Prog nuovo e originale, ma al tempo stesso tutti possono cogliere passaggi alla Genesis (citati anche nei testi), alla Pink Floyd, alla PFM, alla Yes, ecc.

Finalmente si sente la mano di tutti e non solo quella troppo statunitense di Morse.
I ricami di Stolt sono da pelle d'oca, i giri di Trewavas sono eclettici al punto giusto, la qualità tecnica di Portnoy è incommensurabile e le mani di Morse sulle tastiere e sui registri non deludono mai.

Grande prova di coraggio: non è una serie di canzoni o di brani con cambi disarticolati tra di loro (come si sente di solito nel prog contemporaneo) o giustapposti l'uno all'altro (come nei loro dischi precedenti).
Qui è un unico pezzo veramente!
Si tratta di un unico brano di ben 78 minuti!
La scelta, discutibile e rischiosa finché si vuole, merita rispetto e va considerata nel giudizio: nessuno, che io sappia, aveva mai osato tanto.

Secondo me, su tutte spiccano le tracce 1, 2, 3, 4 (un inizio disco così, merita un premio). Poi 7, 9 e 11.

Lati negativi:
è troppo lungo e prolisso, spesso eccessivamente ripetitivo (ma del resto è una canzone unica...), ci sono alcune parti troppo "americane" per i miei gusti, ma soprattutto come dicevo potevano farlo di 20 minuti più corto e il tutto ne avrebbe di molto guadagnato.
Ad esempio l'ultima traccia è bella, un epico finale, ma il disco sembra non finire mai...
Testi a volte molto interessanti, a volte un po' retorici.

Non so voi, ma io ho già i biglietti per la loro unica data italiana all'Alcatraz di Milano il 17 maggio prossimo...
Li vidi nel 2001 al Palacquatica di Milano e vi assicuro che dal vivo sono FANTASTICI.
Un evento da non perdere.

Lunga vita ai Transatlantic!

The Whirlwind - Transatlantic

PostPosted: 18 May 2010, 11:18
by Pipistrello
Sono andato ieri sera a vedere il loro concerto.
Non si puo' descivere il modo in cui hanno suonato ma :
serata sold-out , hanno suonato piu'di 3h e1/2 ,la gente era estasiata ,i musicisti si sono divertiti fino al punto che non volevano piu' lasciare il palco,sul finale tutti hanno invertito i ruoli suonando altri strumenti (cantante alla batteria,bassita alle tastiere etc..)
Ragazzi,questa e' la voglia di suonare ,questa e' energia ,questa e' la voglia di stare sul palco, questo e' il PROG ![:p]

Re: The Whirlwind - Transatlantic

PostPosted: 10 Oct 2012, 10:43
by chvfrc
OTTIMO disco!! davvero. SOno un fan della prima ora e posso dire che questo disco sia fantastico. Però... a mio parere i precedenti erano migliori. Soprattutto Bridge.
Resta però il fatto che il disco sia incredibile!
Concordo con chi diceva che a livello di Prog i Big Big train siano più vicini ai fasti di un tempo. Forse perchè "più inglesi".
Concordo con chi diceva che questo disco sarebbe stato ancor più ascoltabile se più corto di 10-15 minuti.
E aggiungo che in album così si può comprendere come Portnoy non sia solo doppiacassa e tecnica...
Li ho visti live nel 2001 e nel 2010. Quanta energia!! fantastici

Re: The Whirlwind - Transatlantic

PostPosted: 27 Jan 2014, 16:09
by chvfrc
la buona notizia è che esce un nuovo disco.
la notizia discreta è la versione di questo pezzo, che in origine era una meraviglia e che quindi ogni tentativo di rifarlo non può che nascere fallato, ma è apprezzabile dai [;)]
http://www.youtube.com/watch?v=vRrjfLgmNn8

Re: The Whirlwind - Transatlantic

PostPosted: 27 Jan 2014, 21:13
by Thomas Eiselberg
A me già non faceva impazzire l'originale quindi mi pare perfino leggermente più gradevole questa versione [:D]

Il precedente dei Transatlantici mi piacque, credo che darò una possibilità anche a questo [:)]

Re: The Whirlwind - Transatlantic

PostPosted: 28 Jan 2014, 10:09
by chvfrc
what????????????????????
non ti piaceva l'originale???????????????
ah già, ripesco quello detto a wind a proposito dei dream theater "Tu tifi i gobbi..." [:D]
a parte gli scherzi.
Personalmente the whirlwind è bello ma non mi ha entusiasmato. spero sinceramente si torni ai fasti di Bridge across forever, più beatlesiano

Re: The Whirlwind - Transatlantic

PostPosted: 28 Jan 2014, 12:16
by Thomas Eiselberg
No, gli Yes non sono tra i miei gruppi progressivi preferiti, gradisco moltissimo Fragile, abbastanza The Yes album e Going for the one. Close to the edge non mi piace tantissimo: molto bella Siberian Khatru, la title track a tratti la trovo molto gradevole anche se è troppo annacquata, And You And I è quella che mi piace meno dell'album.

Quanto ai Transatlantic mi è piaciuto molto Whirlwind perchè era un album fresco, compatto, omogeneo, gli altri album con i loro pezzi da 30 minuti erano carucci ma troppo "mattoneschi" [:D]

Comunque io ascolto a prescindere ogni album dei Transatlantic solo per il mitico Pete [:p] [:D]

Re: The Whirlwind - Transatlantic

PostPosted: 28 Jan 2014, 12:22
by chvfrc
Thomas Eiselberg wrote:mi è piaciuto molto Whirlwind perchè era un album fresco, compatto, omogeneo, gli altri album con i loro pezzi da 30 minuti erano carucci ma troppo "mattoneschi" [:D]

ti dirò, è esattamente il contrario di quello che ho sempre pensato. l'ultimo è a mio parere troppo confuso e pesante. i primi sono più originali, vari, anche nei suoni meno pesanti... [:-I]

Re: The Whirlwind - Transatlantic

PostPosted: 28 Jan 2014, 12:56
by Thomas Eiselberg
Ma pesanti nel senso di più "metal"?

Re: The Whirlwind - Transatlantic

PostPosted: 28 Jan 2014, 14:49
by chvfrc
i suoni della chitarra, ad esempio, in whirlwind mi sembrano più "scuri".
anche a livello compositivo, ho l'impressione che ci sia più la mano di morse e della sua ispirazione (peraltro sempre eccelsa) ma che lo ha portato a fare gli ultimi dischi solisti più "oscuri".
il mood dei primi album era più rock, più seventies, imho.. ovviamente

Re: The Whirlwind - Transatlantic

PostPosted: 28 Jan 2014, 20:04
by Thomas Eiselberg
Ah ecco, si è vero, forse per questo mi risulta più fresco ed immediato degli altri album (che pure sono belli) che invece effettivamente suonano molto più seventies

Re: The Whirlwind - Transatlantic

PostPosted: 29 Jan 2014, 09:36
by chvfrc
ad esempio basti prendere i suoni di batteria: Bridge across forever inizia (dopo i violini) con un fill di tom dal suono puro, old style. sembra quasi una registrazione live in studio. i suoni di whirl invece sono molto più compressi