Sylvan - Force of gravity
Posted: 03 Apr 2010, 09:04Di gruppi che si ispirano ai Marillion (gruppo come sappiamo già di per se non originalissimo) ce ne sono tanti, e la ricetta è nota: tastiere onnipresenti, voce teatrale, chitarra floydiana o hackettiana, una certa propensione alla melodia...
Anche i Sylvan tra le loro ispirazioni hanno il gruppo di Rothery, ma a differenza degli altri si ispirano ai Marillion più "moderni", quelli con Hogarth al timone per intenderci.
Naturalmente hanno un loro stile particolare, che oltre al prog si nutre di altre influenze: il metal (forse il loro lato più fastidioso), il rock classico alla U2, più altri sapori dalla scena musicale attuale e a loro contemporanea (Coldplay, Muse...).
Il loro capolavoro fu un concept risalente a circa 4 anni fa, Posthumous silence (da me recensito qui qualche tempo fa), questo Force of gravity non ne raggiunge le vette, ma non è poi molto distante.
Si comincia subito con l'ottima title track, melodica e aggressiva allo stesso tempo e nella quale il cantante Marco Glühmann mette ancora in mostra le sue eccellenti doti vocali (se nello stile richiama Hogarth, ha però una vocalità più graffiante e potente) con un finale molto riuscito.
Si prosegue con la metaleggiante (e molto meno riuscita) "Follow me", che rappresenta il lato metal del gruppo, e quello più ordinario.
"Isle in me" è una bella ballata, in stile Dream theater (quelli più melodici), mentre "Embedded" è un bel pezzo pop che rimane a lungo in testa (una delle cose migliori dell'album, sicuramente).
La bellissima "Turn of The Tide" è invece più propriamente sinfonica e prog (e si sente che in questo ambito sono molto più a loro agio), con piccoli accenni al prog-metal.
"From The Silence" è un altro pezzo riuscito (anche se meno coinvolgente), mentre "Midnight sun" è un bel duetto con l'ospite Miriam Schell: un pezzo dolcissimo, delicato e sognante.
Si torna al prog-metal con "King Porn" ed ancora una volta il pezzo è uno dei meno riusciti (non si capisce perchè si ostinino a fare pezzi di questo tipo, visto che è un genere che non sembra nelle loro corde), ma comunque non è così malaccio, e se non altro serve a diversificare un po' l'album.
"Episode 609" è ancora una volta una ballata piacevole, con il vocalist ancora una volta capace di emozionare. Forse alla lunga l'album comincia a risentire di una certa monotonia, ma dopo la non lunghissima "God of Rubbish" si arriva a quello che è indubbiamente il capolavoro dell'album, la suite "Vapour Trail": 14 minuti di saliscendi, dove Glühmann dimostra tutta la sua bravura e dove tutto il gruppo ce la mette tutta (a tratti sembra di ascoltare This strange engine dei Marillion). Un pezzo strepitoso, che vale tutto il disco, e uno dei miei preferiti degli ultimi anni.
"Vapour trail" dimostra ciò che il gruppo potrebbe fare se davvero volesse, se davvero si liberasse di certe banalità ed esprimesse al massimo il suo potenziale prog, ma per ora va già bene così.
Insomma un bel disco, che piacerà a coloro che apprezzano un prog-rock melodico con rimandi a Marillion e Dream Theater, e dove soprattutto la vocalità teatreale di Glühmann (tra l'altro il suo accento tedesco col tempo svanisce sempre di più) la fa da padrone.
VOTO: 7,8.
Ringrazio Hog per lo spunto, mi fa sempre piacere parlare di questa band, non originalissima magari, ma piena di "sentimento"[:)]
Per saperne di più
http://www.progarchives.com/artist.asp?id=323
Anche i Sylvan tra le loro ispirazioni hanno il gruppo di Rothery, ma a differenza degli altri si ispirano ai Marillion più "moderni", quelli con Hogarth al timone per intenderci.
Naturalmente hanno un loro stile particolare, che oltre al prog si nutre di altre influenze: il metal (forse il loro lato più fastidioso), il rock classico alla U2, più altri sapori dalla scena musicale attuale e a loro contemporanea (Coldplay, Muse...).
Il loro capolavoro fu un concept risalente a circa 4 anni fa, Posthumous silence (da me recensito qui qualche tempo fa), questo Force of gravity non ne raggiunge le vette, ma non è poi molto distante.
Si comincia subito con l'ottima title track, melodica e aggressiva allo stesso tempo e nella quale il cantante Marco Glühmann mette ancora in mostra le sue eccellenti doti vocali (se nello stile richiama Hogarth, ha però una vocalità più graffiante e potente) con un finale molto riuscito.
Si prosegue con la metaleggiante (e molto meno riuscita) "Follow me", che rappresenta il lato metal del gruppo, e quello più ordinario.
"Isle in me" è una bella ballata, in stile Dream theater (quelli più melodici), mentre "Embedded" è un bel pezzo pop che rimane a lungo in testa (una delle cose migliori dell'album, sicuramente).
La bellissima "Turn of The Tide" è invece più propriamente sinfonica e prog (e si sente che in questo ambito sono molto più a loro agio), con piccoli accenni al prog-metal.
"From The Silence" è un altro pezzo riuscito (anche se meno coinvolgente), mentre "Midnight sun" è un bel duetto con l'ospite Miriam Schell: un pezzo dolcissimo, delicato e sognante.
Si torna al prog-metal con "King Porn" ed ancora una volta il pezzo è uno dei meno riusciti (non si capisce perchè si ostinino a fare pezzi di questo tipo, visto che è un genere che non sembra nelle loro corde), ma comunque non è così malaccio, e se non altro serve a diversificare un po' l'album.
"Episode 609" è ancora una volta una ballata piacevole, con il vocalist ancora una volta capace di emozionare. Forse alla lunga l'album comincia a risentire di una certa monotonia, ma dopo la non lunghissima "God of Rubbish" si arriva a quello che è indubbiamente il capolavoro dell'album, la suite "Vapour Trail": 14 minuti di saliscendi, dove Glühmann dimostra tutta la sua bravura e dove tutto il gruppo ce la mette tutta (a tratti sembra di ascoltare This strange engine dei Marillion). Un pezzo strepitoso, che vale tutto il disco, e uno dei miei preferiti degli ultimi anni.
"Vapour trail" dimostra ciò che il gruppo potrebbe fare se davvero volesse, se davvero si liberasse di certe banalità ed esprimesse al massimo il suo potenziale prog, ma per ora va già bene così.
Insomma un bel disco, che piacerà a coloro che apprezzano un prog-rock melodico con rimandi a Marillion e Dream Theater, e dove soprattutto la vocalità teatreale di Glühmann (tra l'altro il suo accento tedesco col tempo svanisce sempre di più) la fa da padrone.
VOTO: 7,8.
Ringrazio Hog per lo spunto, mi fa sempre piacere parlare di questa band, non originalissima magari, ma piena di "sentimento"[:)]
Per saperne di più
http://www.progarchives.com/artist.asp?id=323