Marco Lo Muscio - The book of Bilbo and Gandalf

Date sfogo alla vostra arte letteraria commentando gli album piu' interessanti che avete ascoltato di recente.

Marco Lo Muscio - The book of Bilbo and Gandalf

Postby theknife » 02 May 2010, 14:08

MARCO LO MUSCIO (con Par Lindh, Steve e John Hackett)
THA BOOK OF BILBO AND GANDALF - Visions from Tolkien's world
DRYCASTLE - DR035
2010

Terzo lavoro “prog oriented” per Marco Lo Muscio che, dopo la rivelazione di New Horizons in cui ci aveva deliziato con diciotto trascrizioni per organo a canne e pianoforte di altrettante composizioni del chitarrista Steve Hackett e dopo Dark and Light, circa 80 minuti di musica di Lo Muscio, e di trascrizioni di Hackett, Wakeman, Emerson e Stalteri, nel quale inizia a trasparire la passione dell’Artista per la saga letteraria del Signore degli Anelli di Tolkien, il 14 aprile, data della pubblicazione, ci consegna “The Book of Gandalf and Bilbo”.
C’è la passione per un prog mistico e melodico ed il suo pianoforte “orchestrale”, ci sono brani originali scritti ed eseguiti dai suoi amici Par Lindh, Steve e John Hackett, c’è l’ispirazione che un’Artista fin troppo spesso cerca e trova in una donna, c’è un’abilità esecutiva mista ad una tecnica originalissima mediata da un organista che suona il pianoforte e viceversa.
Registrazioni impeccabili, di gran lunga superiori a quelle delle due opere precedenti…Molto curati il booklet e il progetto grafico.
Un disco bellissimo che se fosse stato pubblicato da un nome più altisonante, magari uno di quelli dal glorioso passato e caduto in bassa fortuna espressiva ed ispirativa (si pensi, per tutti, ad un Tony Banks o ad un troppo ripetitivo Anthony Phillips) farebbe gridare al miracolo.
The Book of Bilbo and Gandalf, chiaramente ispirato sin dal titolo e nella grafica - curata da Davide Guidoni – dalle vicende tolkeniane dei due personaggi del Signore degli Anelli, si apre con un brano - scritto moltissimi anni fa - di Par Lindh che, per stessa ammissione dell’autore ed esecutore, “il fato ha voluto su questo disco”.
“The Fellowship on entering the magic forest of Lothlorien”, questo il titolo, è stata parzialmente reincisa nel ’94 e Lo Muscio ha inserito il piano a chiusura del brano. Un’ atmosfera mistica ed ipnotica tipica dei Popol Vuh o di Klaus Schulze, si smorza e si accende di toni classici e, a tratti, folk progressive alla Jethro Tull, per poi posizionarsi stabilmente sulle corde del delicato e melodico lirismo interpretativo di Par Lindh, musicista con formazione classica e già leader del gruppo progressive svedese Par Lindh Project.
“Galadriel – Elf Song” è il primo dei sei brani di Lo Muscio inseriti in questo cd.
Una delle cose più belle di sempre di Marco che compone ed esegue con una passione addirittura superiore al suo solito, felicemente ispirato e sognante. Ascoltare per credere…
“Dark and Light – The Book of Gandalf” viene riproposta a distanza di un anno dalla prima pubblicazione presente in “Dark and Light”. Una versione più convinta, leggermente più veloce e, dunque, più breve… I primi sette minuti sono esaltanti…un pezzo pieno di alti e bassi di chiari e di scuri in cui troviamo tutto il Lo Muscio pianista “orchestrale”.
“Galadriel” è il brano acustico scritto appositamente per l’occasione da Steve Hackett, grande amico e ammiratore di Lo Muscio. Un brano tra i più belli di Hackett per sola nylon guitar e che sembra uscito da “Bay of Kings”, lavoro solista acustico tra i suoi meglio riusciti.
Le “Medieval Melodies” di Lo Muscio sono quattro minuti in due parti di rara semplicità e bellezza che descrivono Theoden e i cavalieri di Rohan. Ancora pianoforte che questa volta si alterna tra il misterioso e la giga medievale.
Segue il brano per flauto e pianoforte di John Hackett, “Thoughts turn homeward”, molto bello e suggestivo, un pizzico ripetitivo, ma adattissimo e sensibilmente ispirato.Un magnifico tema che rimane nella mente.
Il brano che da il titolo all’album è forse la cosa più debole di tutto il lavoro.
Lo Muscio è ancora al piano per raccontarci le tumultuose vicende di Bilbo e Gandalf. Un brano leggermente un gradino “sotto” rispetto agli altri e che sfiora i venti minuti.
Il lavoro si chiude con un'altra perla “Vision from Minas Tirith - The white tree”. Quando sembrava svanita la speranza, finalmente Lo Muscio si cimenta all’organo a canne Ferraresi-Albhorn ed è affiancato dalla flautista classica estone Oksana Sinkova. Il terzo movimento della suite “dilaga” letteralmente con una sezione di basso ostinato e variazioni virtuosistiche fino alla fanfara e al finale davvero spettacolari.

In conclusione un’opera davvero riuscita a dimostrare che non c’è due senza tre e che tre è il numero perfetto.

E mentre il Maestro si appresta ad intraprendere una tourneè europea da maggio ad agosto nei più prestigiosi festival organistici e nelle cattedrali più suggestive d’Europa, ci prepariamo con curiosità ai prossimi lavori di Lo Muscio: due pezzi appariranno a breve nell’Iliade una compilation a concetto a cura della Colossus e un omaggio monografico al suo tastierista prog preferito, Keith Emerson che potrebbe uscire già prima di fine anno.

Prog on, Maestro!
Tell me my life is about to begin, tell me that I am a hero, promise me all of your violent dreams light up your body with anger
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