Due lettere pastorali dalla Val Susa (TAV)

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Due lettere pastorali dalla Val Susa (TAV)

Postby highinfidelity » 12 Dec 2005, 06:39

Carissimi, non vorrei pensaste che io sia un attivista politico o qualcosa del genere. Vi dico solo che, leggendo i miei post riguardo la Val Susa, non immaginereste mai chi io abbia votato alle ultime elezioni... [xx(]

Tuttavia, ho l'impressione che solo ricopiando qui i loro scritti io abbia la possibilita' di farvi giungere la voce (indistorta ed incensurata) delle persone di quella valle. In entrambi i casi, si tratta di brani scritti da uomini di religione, proprio per evitare scritti politici che dai piu' potrebbero essere ritenuti di parte o subdolamente interessati.

Il primo e' di un giovane frate francescano che conosce a memoria le canzoni di Vasco Rossi, e che ho avuto la fortuna di conoscere di persona durante un interessante convegno inter-confessionale tenutosi a Meana di Susa quest'autunno. So che e' lungo, ma vi prego di leggerlo e di formarvi un'opinione, qualunque essa sia:

quote:
LETTERA AGLI AMICI

Molti amici della nostra Comunità stanno chiedendomi, a ragione, in queste ore perché io sia dentro la questione TAV, perché abbia marciato da Bussoleno a Susa, perché ieri mattina a Bussoleno mi sia posto in mezzo tra un reparto di polizia che tornava dal blitz notturno e la folla di persone comuni che voleva restituire manganellate e insulti. Il motivo principale è che la fede cristiana non è una astrazione, una filosofia, ma la sequela di un Dio che si fa uomo, in un preciso contesto temporale e culturale. L’incarnazione è uno dei misteri principali della fede e il criterio centrale della sequela di Cristo. Ne deriva che il credente non può “chiamarsi fuori” dalle situazioni che hanno in gioco valori, di qualsiasi tipo. La fede quindi non può avere una dimensione privatistica. In questi mesi sia l’insegnamento di papa Benedetto sia alcuni interventi della CEI ce lo hanno ricordato a proposito di chi vorrebbe la Comunità cristiana muta su interrogativi pesanti (matrimonio, usura, coppie di fatto). Non ci sono dubbi per il credente: ogni realtà che coinvolga a vario livello scelte “umane” lo deve trovare presente. Seconda motivazione, la grande e importante questione del treno ad alta capacità di trasporto merci (non è infatti principalmente treno ad alta velocità passeggeri, TAV è solo uno slogan per ambedue gli schieramenti pro o contro, la posta in gioco è se tenere gli scambi a sud delle Alpi tramite Genova e Marsiglia e Barcellona o lasciarli a nord su Rotterdam) tocca questioni del tipo suddetto? Ritengo di sì: il metodo (democrazia partecipata che coinvolge i soggetti intermedi per il principio di sussidiarietà) è stato rovesciato (decisione di vertici economici-finanziari, poi firma politica internazionale), al centro è stato messo il mercato non le persone; l’idea di “progresso” che viene esposta nei documenti “pro” non parla mai di qualità di vita ma di accrescimento di ricchezza; non è stato affidato ad un centro indipendente uno studio preliminare sulle conseguenze ambientali, economiche (del tipo: bilancio in passivo come per il tunnel della Manica per quante annualità?); la dimensione finanziaria dell’opera non esige che ci si chieda se in altro modo non si ottengono risultati equivalenti? Le analisi tecniche che sono state elaborate da Enti su richiesta delle Comunità Montane della Valle sono disponibili da dieci anni, ora i cittadini hanno la percezione di non contare nulla. Ho ritenuto inoltre che una mia presenza, come quella di tanti altri sacerdoti, sindaci, docenti dei licei della Valle, esponenti dell’associazionismo avrebbe potuto attenuare lo scontro mantenendolo in ambito di rispetto, ascolto, democrazia. Alla marcia dei 50.000 ho partecipato perché non era partitica, ma tenuta insieme dal sindaci che sono l’anello più vicino a me della Nazione; un ecclesiastico non può aderire a movimenti politici né iscriversi a partiti; ma qui si è trattato di un fatto di cittadinanza.
Purtroppo i fatti di ieri notte a Venaus, e prima molte dichiarazioni di persone responsabili del bene comune (questo io credo debba essere il nome nobile da riconoscere ai politici, per esempio il ministro Lunardi), il silenzio decennale della stragrande maggioranza degli organi di informazione nazionale ed ora il loro interesse folkloristico (i cartelli della marcia, i manganelli, i falò, la stanchezza dei poliziotti, la polenta ai presidi di Venaus), la posizione non chiara dei Vescovi di Susa e di Torino, la scelta del responsabile del bene comune sotto il profilo dell’ordine pubblico (ministro Pisanu) di militarizzare la Valle e di ordinare il blitz (svoltosi con metodi vecchi da anni ’50, - Scelba docet? – di notte in silenzio ordinando ai fotografi di andare via, con l’insinuazione e pretesa giustificazione circa la presenza di infiltrati anarchici o comunque violenti, mai visti in Valle in questa occasione e che tuttavia sono spuntati a Torino dopo il blitz), la reazione emotiva dell’intera popolazione (ieri mattina sulla macchina del comune di Bussoleno con il microfono abbiamo fatto fatica – un sindaco un partigiano conosciuto qui e io – a frenare la violenza fisica) che impedisce di ragionare sui fatti sui dati e non sugli slogans; tutto questo rende faticoso star dentro la questione. Ritengo di aver fatto e di dover continuare a fare questa piccola cosa perché sono frate, cristiano e cittadino. Una riflessione finale, sfuggita ai più: l’intensità di riunioni, circolazione di documenti, confronti in piccoli gruppi e in assemblee, il mescolamento di identità culturali politiche religiose avvenuto in questa occasione manifesta qualcosa – al di là che si faccia o no questo monstrum ingenieristico – che punta diritto al ripensamento di quale modello di sviluppo vogliamo per le generazioni future; in questo la tradizione cristiana ha molto da dire (vedi le catechesi sul nostro continente di papa Giovanni Paolo II) perché in particolare l’Europa non sia quella dei mercati ma quella dei popoli, perché lo spreco di energie diventi utilizzo ragionevole delle risorse, perché il consumo non sia il nuovo idolo al quale bruciare l’incenso. Mentre scrivo, dopo aver di nuovo percorso le strade e aver incontrato decine e decine di persone comuni non terroristi posso riassumere il sentimento della popolazione con la parola “offesa”, per non essere stata ascoltata, per essere stata trattata come si usa con delinquenti violenti, per non essere stata capita. Io sono stato offeso – ad un bivio per Mattie da Bussoleno - da uomini in divisa della mia Nazione e dopo essermi fatto riconoscere (testuale: “sei un animale, porta via queste bestie, io sono lo Stato…”) mentre tentavo una mediazione limitata e che poi ha protetto proprio un gruppetto di poliziotti, ma voglio ricordare l’insegnamento di san Francesco: l’insulto fa male a chi lo lancia, non a chi lo riceve.
Grazie se fate circolare, grazie se rispondete, grazie se ci aiutate a ragionare anche con critiche documentate e contrarie a quanto qui ho esposto. Fra Beppe GIUNTI
<< Conoscete voi spettacolo più ridicolo di venti uomini che s'accaniscono a raddoppiare il miagolìo di un violino? >>
(Luigi Russolo, Intonarumorista. 1913.)
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Due lettere pastorali dalla Val Susa (TAV)

Postby highinfidelity » 12 Dec 2005, 06:42

Il secondo e' un documento comune, redatto dai Pastori della Chiesa Evangelica della Valle di Susa. Anche in questo caso, conosco personalmente i coniugi Bouchard che si firmano in calce:
quote:
UNA VALLE CALPESTATA
Il ricorso alla violenza da parte della forza pubblica nella notte tra il 5 e il 6 dicembre getta una luce drammatica sulla vicenda della TAV.
Desideriamo esprimere la nostra piena solidarietà con la popolazione della Valsusa che negli ultimi decenni si è sentita calpestata in più modi: prima, l’infelice tracciato dell’autostrada, oggi l’imposizione della linea ad Alta Velocità . Da tempo la gente valsusina ha manifestato la sua protesta contro questo progetto faraonico, che tra l’altro comporta possibili rischi per la salute ( l’amianto).
E’ ben possibile che chi vuole l’Alta Velocità abbia le sue ragioni: ma queste ragioni non sono state spiegate in modo adeguato alla popolazione: è mancato quel coinvolgimento di base che è l’anima della democrazia. E ora, invece degli argomenti, è arrivata la forza pubblica: tanti poveri ragazzi costretti a passare notti all’addiaccio tra gli sguardi allarmati – e anche addolorati – della gente.
Al “pericolo amianto” si aggiunge così il “pericolo Genova”: il rischio che qualcuno provochi incidenti con conseguenze gravissime.
E tutto ciò accade mentre la Valle si prepara al grande appuntamento delle Olimpiadi: chiediamo perciò una TREGUA OLIMPICA fino a marzo : che le truppe di occupazione vengano ritirate, che si svolga una vera consultazione di base, che si apra un dialogo a livello europeo, affinché le altre nazioni possano capire le nostre ragioni, e farci capire le loro.
Noi rappresentiamo chiese che hanno partecipato alle grandi assemblee ecumeniche europee di Basilea (1989) e di Graz (1997) e chiediamo che venga applicato anche alla nostra Valle il grande motto: “PACE,GIUSTIZIA,SALVAGUARDIA DEL CREATO”.
Certi di interpretare i sentimenti dei numerosi evangelici che hanno spontaneamente deciso di partecipare – anche nella preghiera – alle manifestazioni di protesta, imploriamo dal Signore la benedizione della Sua pace.

I PASTORI EVANGELICI DELLA VALSUSA
Giorgio Bouchard
Antonio Cammisa
Piera Egidi Bouchard
Giuseppe Mazzà
Giuseppe Morlacchetti
Marco Piovano
Sergio Tattoli


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Postby Raistlin Majere » 12 Dec 2005, 10:39

Due bellissime testimonianze, ciò rafforza la mia idea che troppo spesso lo Stato anteponga i guadagni al benessere cittadino. Io non sono necessariamante contro alle grandi opere (per ricollegarmi all'altro topic), purchè queste non ledano l'ambiente e gli esseri viventi che ne fanno parte.
Riguardo all'accanimento delle "forza dell'ordine" sono sempre più indignato...Questi tutori della legge (I quali sono i primi ad infrangerla) non infondono al cittadino la sensazione di essere protetti da eventuali aggressori (O calamità naturali, ecc), ma al contrario infondono la sensazione di essere rei per aver fatto cose sacrosante (come protestare civilmente, occupando suolo pubblico, ergo pagato con le nostre tasse!!!). E l'uso della violenza da parte dei polizziotti per scoraggiare questi atti sacrosanti (La libertà di espressione dovrebbe essere indiscussa...in una democrazia no?! [J-,]) è veramente, Amorale e Anticostituzionale.!

Sono indignato...su tutto...
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Postby highinfidelity » 12 Dec 2005, 11:07

Non e' nemmeno suolo pubblico: finche' non vengono espropriati (esproprio che finora non e' stato perfezionato) sono terreni privati della gente stessa che ci si era accampata sopra.
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Postby Raistlin Majere » 12 Dec 2005, 11:09

E allora è ancora più grave....che schifo...[J-,]
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Postby Salmacis » 12 Dec 2005, 19:49

quote:
Originally posted by Raistlin Majere

Due bellissime testimonianze, ciò rafforza la mia idea che troppo spesso lo Stato anteponga i guadagni al benessere cittadino. Io non sono necessariamante contro alle grandi opere (per ricollegarmi all'altro topic), purchè queste non ledano l'ambiente e gli esseri viventi che ne fanno parte.
Riguardo all'accanimento delle "forza dell'ordine" sono sempre più indignato...Questi tutori della legge (I quali sono i primi ad infrangerla) non infondono al cittadino la sensazione di essere protetti da eventuali aggressori (O calamità naturali, ecc), ma al contrario infondono la sensazione di essere rei per aver fatto cose sacrosante (come protestare civilmente, occupando suolo pubblico, ergo pagato con le nostre tasse!!!). E l'uso della violenza da parte dei polizziotti per scoraggiare questi atti sacrosanti (La libertà di espressione dovrebbe essere indiscussa...in una democrazia no?! [J-,]) è veramente, Amorale e Anticostituzionale.!

Sono indignato...su tutto...




non avrei saputo esprimere meglio quello che penso.quoto alla grande,tranne i "polizziotti" con due "Z"... ;-p
- Le ho lette le FAQ, tranquilla.
- Quindi il tuo ignorarle bellamente è intenzionale?
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