L'adolescenza non conosce compromessi,
ma è giusto che l'adultità li accetti passivamente ?
E quando ci siamo rassegnati all'ingiustizia e al male, alla corruzione o al furto siamo diventati adulti, maturi... oppure solo dei disperati ?
E se abbiamo consegnato ai più giovani la nostra disperazione, perchè pretendiamo che il loro entusiasmo riaccenda in noi le speranze che abbiamo volutamente rinnegato ?
Sapendo bene che quando anch'essi diventeranno adulti, la triste mutazione annichilirà anche loro !?
Che razza di contraddittorio messaggio passiamo ai nostri posteri?
Noi abbiamo fallito, e siamo ben disposti a scusare noi stessi...ma attendiamo che il sacro fuoco della giovinezza ci ridia vita, riaccenda il mondo.
E il nostro essere adulti attende al varco ogni anelito vitale di innocenza e di ardore ideale giovanile per soffocarlo.
Quale fatale destino ineluttabile di mortificazione spirituale.
L'adulto scopre che l'idealità lo trascende, vede in se stesso i propri limiti, scopre di essere egli stesso portatore di comportamenti negativi.
Come poter restare puri e conservare questa fiaccola di vita in mezzo ai compromessi del male nostro e altrui ?
Come poter indicare la strada a coloro che ci seguiranno e che ora ci stanno osservando ?
Dovranno anch'essi relegare i propri sogni alle arti ?
Alla poesia ? Alla musica ? Alle religioni ?
E sopportare anch'essi il peso di questa nostra umanità doppia, malata, fragile...?