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Postby genesisforever » 30 Oct 2009, 06:25

http://tv.repubblica.it/copertina/cos%E ... 8501?video

Agghiacciante. A Napoli un pregiudicato viene giustiziato in pieno giorno davanti a decine di persone.
Ma al momento non ci sono testimoni.
Nel video il commento di Saviano.
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Postby King of Maybe » 30 Oct 2009, 07:03

GIUSTIZIATO?!?!?!?!?

Non ho visto il video, tuttavia dico solo questo:
Smettiamo una buona volta di usare il verbo "giustiziare" quando si parla di ammazzamenti fatti dalla camorra-mafia-'ndrangheta-delinquenza varia ecc.! lo Stato fa giustizia, un'organizzazione criminale compie "solo" un delitto.

Dopo l'uccisione, per errore, del suonatore ambulante nella metro tra l'indifferenza generale non mi stupisco più di niente... purtroppo!
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Postby aorlansky60 » 30 Oct 2009, 07:22

io non sono nemmeno troppo sicuro che "Lo Stato faccia giustizia"... figurarsi...
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Postby highinfidelity » 30 Oct 2009, 07:43

quote:
Originally posted by King of Maybe

Dopo l'uccisione, per errore, del suonatore ambulante nella metro tra l'indifferenza generale non mi stupisco più di niente... purtroppo!
Sicuro? Sicuro sicuro sicuro? [:-I]

Ho una "chicca" per te: i passanti sul marciapiedi che scavalcano il cadavere:

http://www.repubblica.it/2006/05/galler ... gli/1.html
<< Conoscete voi spettacolo più ridicolo di venti uomini che s'accaniscono a raddoppiare il miagolìo di un violino? >>
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Postby genesisforever » 30 Oct 2009, 08:14

Guarda il video. Ho usato il termine "giustiziato" perchè si è trattata di una vera e propria condanna a morte pubblica, con tanto di colpo alla nuca finale. Ovviamente con quel termine non intendevo in nessun modo giustificare questo delitto criminale...sarebbe un insulto prima di tutto alla mia intelligenza.
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Postby genesisforever » 30 Oct 2009, 08:22

Da la Repubblica:
...Ma la sequenza più agghiacciante, se possibile, comincia dopo l'omicidio: quando i passanti eludono il cadavere come un ingombro, lo evitano come una carta sporca sul marciapiedi. Raggelante il gesto di una donna che passa, solleva la salma per il colletto della camicia bianca, si piega su di lui quasi a fissargli i lineamenti per vedere se ne riconosce un volto familiare. E poi, sempre con la shopping a tracolla sulla spalla sinistra, lo lascia cadere, come un sacco insanguinato. No, non era colui che temeva.
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Postby Moonhead » 30 Oct 2009, 08:51

Vedendo il video piu' volte ho come l'impressione che la camorra piu' che paura fa comodo!
Ovviamente non e' cosi' per tutti chiaro, mai generalizzare.
Pero' mi chiedo possibile che le forze dell'ordine attuali devono ricorrere a mezzucci come un video in tv x inchiodare un assassino?
Per di piu' lo si vede bene in faccia, Il Verme, quindi mi stupisco del fatto che un essere cosi' non sia gia' schedato.
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Postby King of Maybe » 30 Oct 2009, 09:01

Scusate, ma cos'è: facciamo la gara a quale scena desta più choc? Ve le siete dimenticate le persone che si affrettavano a timbrare il biglietto per entrare nella metro, anche lì scavalcando il cadavere (che oltre tutto -quale seccatura!- ostruiva il passaggio all'obliteratrice), fregandosene non solo del morto, ma anche della moglie straziata che urlava e chiedeva aiuto?
Evidentemente ve lo siete dimenticato: come vi dimenticherete di questo episodio e tra qualche mese saremo qui a parlare di un altro "giustiziato".
Tra parentesi, all'epoca su FB ho pure trovato qualcuno che giustificava il comportamento di quei probi cittadini. [J-,]


genesisforever, non voglio assolutamente offendere la tua intelligenza (più che altro questo è un caso in cui c'entra la sensibilità), ma hai usato purtroppo un termine che ormai viene impiegato a sproposito dai giornalisti; uso che per la prima volta in TV (FINALMENTE!!!) è stato da qualcuno stigmatizzato, perché potrebbe portare all'equivoco che la mala FA giustizia, visto che invece lo Stato... [;)]
Per la cronaca quel qualcuno era Saviano, ma questo non aggiunge né toglie niente alle mie convinzioni.
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Postby Hogweed » 30 Oct 2009, 09:18

quote:
Originally posted by King of Maybe
quei probi cittadini. [J-,]



Quei probi cittadini, come li chiami tu, hanno a che fare tutti i giorni con scene del genere. Non minimizziamo per favore, c'è gente che ci vive, con il terrore e con il disgusto.
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Postby King of Maybe » 30 Oct 2009, 09:24

E chi ha minimizzato, scusa? la paura è sacrosanta: sfido chiunque, tranne Chuck Norris, a non cercare riparo quando si sentono dei colpi di pistola: si chiama istinto di sopravvivenza. Ma ignorare, a pericolo cessato, una scena come quelle di cui stiamo parlando è ben poco probo: è codardia "a freddo", è rassegnazione che le cose sono così e non ci si può fare niente («in fondo, lo Stato non c'è, non fa giustizia manco lui»).
Se invece per la maggioranza tutto questo è normale, ne prendo atto: ormai, si sa, tutto ciò che la maggioranza vuole è giusto e va BEEEEENE! [;)]
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Postby Hogweed » 30 Oct 2009, 09:39

No per me non è normale ma non crocifiggerei queste persone che sono solo impaurite e vivono la quotidianità in questo modo.
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Postby genesisforever » 30 Oct 2009, 10:18

Però è anche vero che se si considera normale un omicidio in mezzo alla strada e si resta indifferenti di fronte ad un cadavere possiamo issare definitivamente bandiera bianca e ufficializzare che la barbarie ha preso il dominio su tutto. E rinunciare ad ogni speranza.
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Postby aorlansky60 » 30 Oct 2009, 10:54

com'è che lo definivano?... Far West?...[:-I]

È impensabile di potere tenere monitorato e sotto controllo tutto il territorio nazionale con le sole forze di Polizia e Carabinieri, soprattutto alla luce degli ultimi sviluppi che ne vedono tagliati i fondi.

Più che arrendersi e rinunciare ad ogni speranza a me viene in mente un precedente storico, quando l'allora da poco costituito Regno D'Italia armò e legittimò la popolazione del sud Italia a combattere il fenomeno del "banditismo"...

forse misura troppo incisiva?

anacronistica?

non applicabile in certe zone?

noi ci scandalizziamo per uno "freddato" tra la gente qui in italia, ma nel mondo ci sono realtà -SUD AFRICA, BRASILE, VENEZUELA, COLOMBIA, MESSICO ed altre- dove scene come questa sono semplice realtà di ogni giorno; so di essere cinico ma è così.

Vorrei tanto che il mondo fosse un paese delle favole, purtroppo non è così, i fatti parlano chiaramente.

non so se criticare il comportamento della gente -come mostra il video- di fronte ad un morto, dico semplicemente che dovrei trovarmici in mezzo per capire le mie reazioni; di sicuro, come ha fatto notare King, di fronte al rumore provocato da armi da fuoco, io stesso -come penso anche lo stesso Norris se disarmato- mi scaravento a terra per puro istinto di sopravvivenza.
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Postby SQUONK64 » 30 Oct 2009, 11:18

scusate senza polemica..si discusse già tanto sull'argomento..io credo che chi non vive in questa MERAVIGLIOSA città di merda non abbia il minimo metro per fare considerazioni sulla codardia etc etc..è chiaro..da fuori si pensa ..e che cazzo l'hanno già sparato..non c'è piu' pericolo ..davvero? lo dite voi? per caso qualche secondo dopo è arrivata la polizia?? ..questa gente è imprevedibile..chi si è trovato la in mezzo alla sparatoria di quei selvaggi in moto che sparavano all'impazzata cosa potevano capire delle vere intenzioni? che ne sapevano che quello era un bersaglio casuale, sbagliato..poteva essere anche qualcuno che aveva fatto uno sgarro a qualcuno, e i killer potevano anche tornare indietro a dare il colpo di grazia..insomma in quei momenti di terrore non è facile..anche un poliziotto probabilmente avrebbe esitato..inutile stare a dirvi che quello che vedo quotidianamente non è narrabile..dico soltanto alle persone che con faciloneria hanno giudicato vigliacchi tutte quelle persone..se doveste capitare a napoli, nel traffico, e qualcuno vi taglia la strada o pretende bussandovi a tutta forza che voi fermi al semaforo rosso passiate perche lui vuole e DEVE passare..bene... pensateci molto bene prima di inveire o far valere le vostre sacrosante ragioni..chiaro..non è una certezza..ma c'è la forte probabilità che come minimo vi mandino all'ospedale con la faccia devastata...e ho detto come minimo..SCUSATE ..SONO INCAZZATO!!
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Postby smiroldo » 30 Oct 2009, 11:20

sarò un codardo, ma sono felice di essere FUGGITO [V]

a Genova, al massimo del pericolo, ho incontrato qualche 'mbriaco, un pò troppo gasato, con la bottiglia di vetro in mano...

PS straquoto Squonk...gli altri non possono avere una sia pur minima idea...[:.-(][:.-(]
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Postby aorlansky60 » 30 Oct 2009, 11:33

non posso fare a meno a mia volta di quotare SQUONK;

non è possibile parlare e criticare una realtà senza conoscerla e viverci dentro;

io nell'80 ho fatto tre mesi di militare a Napoli uscendo quasi tutte le sere; conservo sia ricordi belli ma anche alcuni assai brutti, in particolare un paio che ho vissuto di prima persona... [:(] ...per tre mesi non è male...

non credo che in 30 anni la situazione sia migliorata, a leggere le parole di SQUONK...

...[:(]
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Postby SQUONK64 » 30 Oct 2009, 11:37

carissimo aor..non è che la situazione in 30 anni non sia cambiata...è semplicemnte peggiorata di 100 volte ... [;)]
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Postby percuoco » 30 Oct 2009, 11:43

Vi invito a leggere l'intervento di Saviano (che ho già pubblicato su FB):

TUTTO normale. È questo che sembra essere il tempo e il modo di questa esecuzione di camorra. Normalità. Tutto normale scavalcare un morto per terra, tutto normale vedere un uomo che viene sparato alla testa e non far nulla, nemmeno gridare, o chiamare qualcuno. È tutto normale, non si corre, nessuno sente di dover far niente. La città è in guerra e si agisce come agiscono gli uomini in guerra ossia, strisciare, allontanarsi, non dare nell'occhio.

Porta a casa la pelle, il resto vale zero. L'inferno c'è ed esiste e sono quei cinque minuti ripresi da una telecamera installata a Napoli, in via Vergini, nel quartiere Sanità. Scienza non insolita a Napoli negli ultimi trent'anni. Non insolita per le persone che la vivono come un'eventualità, come assistere ad un litigio o ad un tamponamento. L'assassino, l'uomo che uccide, è persona tecnicamente abile; molto probabilmente è un uomo che ha già ucciso. Vede il suo obiettivo, entra senza problemi nel bar, si fa un giro poi esce e spara tre colpi, secchi, ravvicinati, a pochi centimetri dal corpo. I primi colpi sono più bassi, poi l'ultimo: il colpo di grazia.

Ogni camorrista quando non uccide paga personalmente l'errore; paga per aver lasciato in vita un condannato che diviene poi testimone. Per questo, basta dare uno sguardo ai referti necroscopici degli ammazzati dalla camorra negli ultimi dieci anni: quasi tutti vengono sparati in faccia o alla nuca, per avere la certezza della morte.

Esplosi i colpi, l'assassino va via con l'arma in mano, non la ripone perché sa bene che c'è il rischio che qualcuno possa rispondere al suo fuoco, e deve essere pronto a reagire. Non l'ha ucciso arrivando in moto come si fa in genere, e come sarebbe stato più comodo, questo forse denota che non è un killer del quartiere, che in zona non l'avrebbero riconosciuto e quindi non doveva scappare e nascondere il viso. E difatti il suo obiettivo non lo identifica come un camorrista, non si accorge della sua presenza. Questo video rivela un realtà quotidiana che per la prima volta viene chiaramente mostrata. Una prova che in maniera fin troppo chiara decostruisce completamente l'immaginario cinematografico dell'agguato. Non ci sono braccia tese a impugnare armi, non ci sono urla di minaccia, non c'è nessuno che sbraita e si dispera mentre all'impazzata interi caricatori vengono riversati sulla vittima inerme. Niente di tutto questo. La morte è fin troppo banale per essere credibile.

L'esecuzione è un gesto immediato, semplice, poco interessante, persino stupido. Ma è la banalità della scena, quella assurda serenità che la circonda e che sembra ovattarla e relegarla al piano dell'irrealtà, che mette in dubbio l'umanità dei presenti. Dopo aver visto queste immagini è difficile trovare giustificazioni per chi ritiene certi argomenti diffamatori per Napoli e per il Sud. Chi userà la cantilena che si esagera, che si parla sempre male di questa realtà. Ci saranno ancora quelli che diranno queste cose? Mille trattati e cento sentenze non valgono la freddezza con cui le persone riprese in quel video hanno osservato, davanti ai propri occhi, l'esecuzione a sangue freddo di un uomo. E' dietro l'angolo la solita accusa alla città codarda, alla città indifferente, come avvenne quando nella metropolitana di Montesanto la camorra, a sangue freddo, uccise l'innocente musicista rumeno Petru Birlandeanu.

È forse necessario spiegare cosa si prova in situazioni come queste? Credo di sì. Nel mezzo di una sparatoria o davanti a un killer freddo e spietato, l'unico sentimento che provi è paura. Ciò che hai dentro è la volontà di non essere identificato da un eventuale palo, che sai esserci. Non vuoi essere identificato come chi si sta accorgendo dell'accaduto e potrebbe, in quanto testimone, denunciare. Le dinamiche della paura in terra di mafia hanno sintassi complesse che non possono essere liquidate banalmente ed etichettate come codardia. Non è banale codardia ma qualcosa di peggio.

Non si chiama la polizia altrimenti a te verrebbe chiesto cosa hai visto, cosa sai. Si tende a non prendersi altri guai. E' autodifesa e terribile certezza che ormai la città è in mano loro. A morire, poi, è un uomo noto nel quartiere, non una brava persona e non uno sprovveduto, una persona che con molta probabilità girava con guardaspalle. Mariano Bacioterracino, svaligiatore di banche. Un crimine, questo, da sempre odioso a gran parte della criminalità organizzata campana, ma di cui l'enclave del quartiere Sanità, capeggiata da Giuseppe Misso, si serviva, invece, per accumulare denaro da reinvestire e che utilizzava persino come leva ideologica e sociale. In un quartiere estremamente popolare, dove meno di dieci giorni fa è morto il piccolo Elvis, intossicato dal monossido di carbonio proveniente dal braciere con cui, per estrema povertà, insieme a sua madre si riscaldava; in un quartiere dove i livelli di disagio sono altissimi, spacciarsi per moderni Robin Hood non è impresa ardua. E le rapine le usavano anche in questa sorta di finta redistribuzione di ricchezze, in realtà stipendi da dare ad affiliati.

E i moventi: per ora due le piste. L'omicidio di Gennaro Moccia avvenuto nel lontano 1987 e per cui Bacioterracino è stato assolto in secondo grado, e un movente passionale: avrebbe forse corteggiato la donna sbagliata. In entrambi i casi, ci troviamo di fronte a una vendetta messa in atto molti anni dopo, a riprova ancora una volta della longevità della memoria dei clan. Che non hanno perdonato Bacioterracino come sei anni fa, il 31 ottobre del 2003, non perdonarono Sebastiano Caterino, il boss del casertano che undici anni prima, nel 1992, aveva apertamente sfidato i casalesi di Francesco Schiavone Sandokan. Che non hanno perdonato l'innocente Domenico Noviello, l'imprenditore ucciso nel 2008 per aver denunciato nel 2001 le estorsioni subite dal clan dei casalesi, ucciso appena gli è stata tolta la scorta. Che non hanno dimenticato Antonio Salzillo, l'ultimo erede di Antonio Bardellino ancora rimasto in vita, e per questo freddato a marzo del 2009. La camorra ha una memoria infallibile.

Ma c'è qualcosa, questa volta, che potrebbe sconvolgere un meccanismo rodato, che funziona da sempre. Questo video potrebbe per la prima volta, oggi, cambiare gli eventi che seguono un omicidio di camorra, un regolamento di conti in cui nessuno deve mettere bocca. Potrebbe servire non semplicemente a mostrare una realtà di strada, a informare e incuriosire i lettori del Nord che non sono abituati a scene del genere. Questo video potrebbe servire a rintracciare il killer e a far sì che non sia più il singolo, ma più persone, un'intera comunità, un intero quartiere a identificare l'omicida e a decidere di denunciarlo. Non più una sola persona, enormemente coraggiosa e terribilmente sola, ma una moltitudine che decida di esporsi e denunciare. Sarebbe importante non tanto per rendere giustizia all'ennesimo criminale ucciso, quanto piuttosto per rendere giustizia a una realtà come quella napoletana che paga il prezzo più alto per queste esecuzioni.

Per ogni esecuzione di camorra, per ogni omicidio, Napoli perde dignità, credibilità, luce e serenità. E magari da questo video, pur nella sua atrocità, qualcosa di buono potrà venire. In futuro - e mi rivolgo ai lettori del centro e nord Italia - quando leggerete di queste storie, quando leggerete delle esecuzioni, quando sentirete parlare di sparatorie, invece di pensare che si stia parlando di periferie distanti e di vicende sconosciute, ricordatevi di queste immagini in modo che le parole, i fiumi di parole che schiere di giornalisti quotidianamente scrivono su queste vicende possano trovare concretezza nel vostro sguardo, nello sguardo di chi legge, uno sguardo che può chiedere di mantenere luce accesa su tutto questo.

È fondamentale comprendere che le organizzazioni criminali che in Campania, in Calabria e in Sicilia, negli ultimi trent'anni, hanno fatto più di diecimila morti, non sono un problema del Paese, ma sono il problema del Paese. Che ogni attimo dedicato ad altre vicende, ogni attimo che ci vede distratti da altre questioni, è un attimo concesso alle mafie.

Tirate le somme, questa vicenda ha una triste morale. Di fronte a queste immagini ti poni sempre la stessa domanda: quanto vale la vita di un uomo nella mia terra? E la risposta, tragicamente, la trovi in quelle persone che si allontanano dal cadavere con gesti quotidiani: la vita di un uomo nella mia terra non vale niente. Le denuncia del killer potrebbe essere l'unico modo di riscattare un'umanità ormai sempre più a suo agio nella disumanità cui è costretta e in cui sembra comodamente vivere.

© 2009 Roberto Saviano. Published by arrangement with Roberto Santachiara Literary Agency
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Postby King of Maybe » 30 Oct 2009, 11:55

Intervento che avevo già letto su Repubblica e di cui comunque ti ringrazio. Di Saviano non si può certo dire che non abbia idea di cosa sia la sua terra...
E per me finisce qui.
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Postby intermediario » 30 Oct 2009, 12:09

Non condivido molto la tesi di Saviano secondo cui mostrare immagini così terrificanti può sensibilizzare la gente contro la camorra.
Io personalmente, da quando ho letto Gomorra, sono molto più spaventato. Dargli nomi e cognomi, raccontare le loro debolezze, questo è utile. Invece mostrare la loro ferocia, la loro bestialità, la mancanza di valori umani, la diffusione sul territorio, al contrario ti dà l'impressione di avere perso la guerra. E forse è proprio così; ma dopo le guerre ci sono i dopoguerra, le rivoluzioni e quant'altro...
Ieri sera a cena ho dovuto coprire gli occhi a mia figlia di 6 anni davanti al TG1. D'accordo, forse dobbiamo rassegnarci alla guerra civile, anche noi al Nord forse presto dovremo affrontare in prima persona l'avidità e la ferocia di queste bestie.
Ma come dicevo prima, per combattere la paura la cosa peggiore è mostrarne gli effetti, e la cosa migliore è dare una faccia ed un nome ai colpevoli.
Non a caso gli esorcisti gridano al diavolo: "Dimmi come ti chiami! Dimmi il tuo nome!". Anche la mafia va affrontata con la ragione e non con l'emotività.
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Postby genesisforever » 30 Oct 2009, 12:15

Io invece condivido le parole di Saviano.
Ieri a rai3 ha dichiarato che le mafie sono "il problema" dell'Italia e che negare questo stato di cose ci impedirà di affrontare seriamente la questione. Triste ma vero.
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Postby intermediario » 30 Oct 2009, 12:51

Sul fatto che la mafia sia il primo problema dell'Italia non ci sono dubbi. Basta vedere come hanno condizionato la politica degli ultimi 20 anni con i loro pizzini e papelli del c...[X-P][!:-!]
Con le elezioni del 2008 la maggioranza degli italiani ha fatto una scelta ben precisa: "ci arrendiamo alla mafia".
Io sono molto tentato dall'andarmene da questo Paese di debosciati, ma se una piccola speranza ci può ancora essere, non è certo nella diffusione gratuita di spot sulla ferocia dei camorristi (che ormai tutti conoscono).
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Postby percuoco » 30 Oct 2009, 14:52

Vi prego solo di riflettere su un fatto:
il video è stato diffuso dalla procura nel disperato tentativo di "scuotere" le coscienze di chi era presente sul fatto e di collaborare con la giustizia.

La diffusione a mezzo stampa e tv invece ha un intento diverso, diciamo simile a quello che hanno avuro le immagini dell "attentatuni" a Falcone, scuotere le coscienze degli "assenti", ed io ne condivido la scelta.

Capisco la brutta situazione di Intermediario, queste cose i bambini NON DEVONO ASSOLUTAMENTE VEDERLE. Sono terribili, agghiaccianti, ingiuste.... e poi guardo il video e vedo quell'uomo con la bambina in braccio che passa vicino al morto.... e mi chiedo perché lei non solo debba vederla, ma con buona probabilità, ne dovrà ancora vedere di peggiori. Quale è la sua colpa?
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Postby Moonhead » 30 Oct 2009, 15:19

Prima di tutto chiedo scusa a squonk64 e ai suoi conterranei per il mio sfogo.
Qui al nord non siamo abituati a certe scene come dice saviano. Forse quello che ho scritto e' dato in parte dall'ignoranza (mia) e forse dalla rabbia nel vedere una terra cosi' ferita.
Quello che voglio dire pero' e' che non capisco come dopo tutti questi anni ancora non si riesca a fare qualcosa di concreto per combattere la Camorra la mafia ecc... Capisco la paura (o meglio tento di comprenderla) ma non capisco certa vera indifferenza.
Possibile che, come dice Saviano, un intero quartiere o di piu' non si possa mobilitare a denunciare?
Possibile che in tutti questi anni nessuno e ripeto NESSUNO sia riuscito a scalfire tutto cio'?
Quello che chiedo a te e' di farmi capire perche' manca la voglia di reagire.
Napoli e il sud sono davvero troppo belli per essere in balia di questi essere (non sono certo uomini)
Con affetto Moon
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Postby intermediario » 30 Oct 2009, 16:26

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Capisco la brutta situazione di Intermediario, queste cose i bambini NON DEVONO ASSOLUTAMENTE VEDERLE. Sono terribili, agghiaccianti, ingiuste.... e poi guardo il video e vedo quell'uomo con la bambina in braccio che passa vicino al morto.... e mi chiedo perché lei non solo debba vederla, ma con buona probabilità, ne dovrà ancora vedere di peggiori. Quale è la sua colpa?





Mentre scrivevo il mio post pensavo la stessa cosa: non voglio che mia figlia veda queste cose in TV, come non voglio che altri le vedano dal vivo. Anzi, visto l'andazzo politico e giudiziario, ho proprio l'impressione che presto toccherà anche a noi viverci in mezzo.
Nella mia zona capita sempre più spesso che capannoni ed esercizi commerciali vadano misteriosamente a fuoco...questi qui stanno scaldando i motori. E se deve essere questo Stato a difenderci...lasciamo perdere!

Il principio che volevo sottolineare è che mafia e camorra vivono della paura delle loro vittime, fanno di tutto per sembrare spietati, invincibili ed imprevedibili. La mia impressione è che questo approccio troppo emotivo faccia il loro gioco. Preferirei che se ne parlasse molto, ma in modo più razionale.
Last edited by intermediario on 30 Oct 2009, 16:29, edited 1 time in total.
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Postby percuoco » 30 Oct 2009, 17:11

Il quartiere in oggetto (la Sanità) è PROPRIETA' assoluta della camorra da decenni. Si sono succeduti vari clan, e per darvi un'idea, già nell'Oro di Napoli l'episodio del "Guappo" è ambientato li.
In posti del genere (come a Scampia e in altri quartieri) si è venuta a verificare una situazione del tipo "Feudale", tutte le cose e le persone di quelle zone SONO dei camorristi. Hanno un vero e proprio servizio sociale per le famiglie dei detenuti, distribuiscono soldi, danno "lavoro" ecc ecc...

Saviano l'ha descritto benissimo in Gomorra, e nel film è ancora più evidente.

Il degrado morale culturale si appoggia beatamente su basi solide di malvivenza (nel senso letterale della parola) diffusa. Aggiungiamoci i valori aberranti che circolano in quello che una volta si chiamava "sottoproletariato" e la miscela esplosiva scoppia...

Quando insegavo in uno di questi quartieri "difficili", spesso mi trovavo a dover difendere la "legalità" con sommo sforzo. Alla domanda "Quanto guadagni?" rispondevo dicendo il valore del mio stipendio dell'epoca, alcuni di loro mi dicevano "Ma allora non vali un cazzo, io li guadagno in due ore alla piazza..... faccio un paio di consegne e tengo 'i soldi nella sacca'..."
A questo punto diventa tutto difficile... come scardini l'equazione "ricco e potente (e chi se ne fotte della vita degli altri, che tanto non hanno fatto nulla per me, e mai lo faranno)= uomo" e "povero e onesto = nullità" ?

E' dura.

Poi c'è da dire anche che, come sottolinea Saviano, quando si è in GUERRA ci si fa notare il meno possibile, specialmente quando uno dei due eserciti in guerra è li davanti a te e ti osserva pensando "fai una sola mossa è sei finito", mentre l'altro (lo stato - con la esse più che minuscola) nella migliore delle ipotesi non c'è, e molto più spesso mangia nello stesso piatto dell'invasore...

Voi cosa fareste ?

Poi ogni tanto ci sono, come in tutte le guerre, gli eroi.... che regolarmente muoiono invano, dimenticati quando va bene e calunniati in molti altri casi...

E' tutto così orribile, e non è strettamente solo un "problema di coscienze" che si devono mobilitare, è un problema di vita o di morte--- siamo una terra invasa, come il Kuwait all'epoca di Saddam.... peggio della striscia di Gaza.

Guardatevi il film Gomorra, se non l'avete ancora fatto, e realizzate che tutto quello che vedete non è altro che uno scorcio di verità SACROSANTA... e che non riguarda solo la nostra terra. Come tutti gli invasori, queste bestie, vorranno sempre più spazio controllato, più potere e più soldi, e anche se già hanno abbondantemente inquinato il mercato, l'imprenditoria, l'industria e la politica del Nord, del Centro e anche di alcuni paesi fuori dall'Italia, potrebbero cominciare a volerne anche gli spazi.

Quindi, ancora una volta cerchiamo di comprendere che le mafie SONO il problema di questo Paese.

Scusate il papiello.....

....forse è meglio non usare questo termine!

[:D]
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Postby genesisforever » 01 Nov 2009, 06:39

Il killer è stato identificato. Diffondere il video è servito. Un omicidio rubricato nelle ultime pagine dei giornali locali quando è stato commesso, grazie al video diventa in mezzo mondo notizia da prima pagina, da aperture dei telegiornali. Il killer che credeva di averla scampata, come avviene per la parte maggiore delle esecuzioni di camorra, invece si trova ora a dover scappare.

Il paese si sconvolge, i giornali stranieri si domandano com'è possibile, qualche politico provocato dalle agenzie di stampa rilascia dichiarazioni. Ma a Napoli tutto sommato non accade molto. È arrivata la soffiata, non si sa bene come. Del resto i clan stessi non avevano piacere di questa nuova luce mediatica, e sono ben felici di poterla far spegnere subito. Però non sono arrivate denunce. Il quartiere non si è ribellato. Quelle immagini sono state una ferita solo per alcuni. A molti napoletani anzi ha dato fastidio quello sgomento del resto d'Italia, sentirsi addosso gli occhi sgranati che guardavano quel video. Scandalizzati davanti a una cosa che accade continuamente, che fa parte della quotidianità con cui loro devono convivere.

Vengono in mente le parole di un monologo capolavoro di Eduardo De Filippo, recitato in uno sceneggiato televisivo, "Peppino Girella", del 1963. La moglie di Andrea, il personaggio interpretato da Eduardo, risponde dinanzi ad ogni tragedia: "È cos'e nient" - è cosa da niente. È la voce classica di Napoli, di quel buon senso che fa accettare tutto e che è la forma di massima difesa e indolenza verso qualsiasi cambiamento. "Che vuoi fare: è cos'e nient", dice la moglie. E Eduardo risponde: "Pure questa è cos'e nient. È sempre cos'e nient. Tutte le situazioni le abbiamo sempre così risolte. È cos'e nient. Non teniamo che mangiare: è cos'e nient. Ci manca il necessario: è cos'e nient. Il padrone muore e io perdo il posto: è cos'e nient. Ci negano il diritto della vita: è cos'e nient'. Ci tolgono l'aria: è cos'è nient, che vvuò fa. Sempre cos'e nient. Quanto sei bella. Quanto eri bella. E guarda a me, guarda cosa sono diventato. A furia di dire è cos'e nient siamo diventati cos'e nient io e te. Chi ruba lavoro è come se rubasse danaro. Ma se onestamente non si può vivere, dimmi, dimmi "vabbuò è cos'e nient. Non piangere è cos'e niente. Se io esco e uccido a qualcuno è cos'e nient. E se io impazzisco e finisco al manicomio e ti chiedono perché vostro marito è impazzito tu devi dire: è impazzito per niente. È cos'e nient. È niente".

Quando in fondo non si può fare niente, tutto si riduce ad una logica di guardie e ladri, dove ciascuno fa quel che gli tocca, rispettando il proprio ruolo, senza illudersi che si possa andare oltre. Senza credere o richiedere che sia dallo stesso territorio che possa venire una richiesta di cambiamento. I camorristi fanno i camorristi, le forze dell'ordine fanno le forze dell'ordine, la popolazione fa esattamente ciò che si vede in quel video: ci convive, ci passa accanto per proteggersi. L'indifferenza è il rovescio della paura, istinto di autoconservazione non solo fisica. Non si può pretendere che chi ha solo quello per preservare una dimensione vivibile del proprio quotidiano, se ne privi senza che un segno forte di volontà di smantellare i meccanismi che lo avvelenano sia arrivato dal di fuori.
A Napoli si vendicano colpe commesse 10 anni, 15 anni fa: Mariano Bacioterracino viene ammazzato per uno di quegli omicidi, l'uccisione di Gennaro Moccia, che non si dimenticano anche se è passato un decennio. Semmai non ci si aspettava che sarebbe arrivata così tardi la vendetta. Ma qui tutto ha tempi lenti. Bacioterracino, come Giuseppe Setola, come forse anche il killer di Bacioterracino, sono tutti membri di camorra che la giustizia conosceva benissimo. Però i tempi dei processi li hanno rimessi in libertà, o sono stati errori di forma che hanno ridato questi uomini ai clan. I tribunali ti condannano con ritardo incredibile. È come se un bambino rompesse un lampadario e il padre gli desse uno schiaffo trent'anni dopo.

Ma mentre i tribunali sono distratti, la memoria della camorra è lunga e inesorabile. E quindi se non esistono garanzie di incolumità né nello spazio né nel tempo, diventa assai difficile sottrarsi alla percezione del pericolo continuo, dell'assedio. Persino chi è direttamente colpito sembra ormai rassegnato. "Uccidono tanta gente, hanno ucciso anche mio marito. Qual è il problema?", risponde la moglie di Bacioterracino alla domanda di un giornalista. Infastidita che qualcuno le faccia una domanda sull'esecuzione, le chieda cosa prova. Non vuole neanche partecipare all'appello per identificare il killer. "Io non chiedo niente, se lo vogliono dire, lo dicono loro. Come faccio a chiederlo?".

Quando si muore a Napoli, chiunque sia stato sui luoghi di morte sa che, a seconda di come reagiscono i familiari, dinanzi al cadavere si può capire molto. I familiari degli innocenti non sanno come reagire. Non riescono a credere che sia toccato proprio a loro. Restano increduli, pietrificati dall'orrore. Diversa è la reazione di chi quel genere di morte l'ha già messa in conto. Chi inizia a urlare, a strapparsi i capelli in un dolore da prefica, che seppur reale deve però celebrarsi in uno strazio per segnalare a chi ha ucciso: fermatevi. Questo è il massimo dolore possibile. Se hanno ammazzato il marito e l'hanno fatto in maniera pulita, c'è quasi da ringraziare. Non si toccheranno i parenti e non hanno fatto carneficine. Non è neanche arrabbiata la vedova: "E con chi devo essere arrabbiata? Non posso essere arrabbiata. Posso solo pregare per loro e basta. Come prego per mio marito, prego per loro. Io sono cattolica, vado in chiesa". Sembra essere tornati a vent'anni fa. Ci si giustifica dietro il dichiararsi religiosi come se la religione imponesse la rassegnazione, e il conforto dovesse coincidere con la resa.

Questo video ha fatto emergere tutte le contraddizioni del Paese. Ha avuto tutta l'attenzione mediatica, ma un'altra volta non ha suscitato il minimo dibattito politico. La criminalità fa notizia e fa scandalo, ancora più quando passa per un filmato vero, ma tutto questo rischia di rimanere fumo negli occhi se nessuno vuole affrontare i suoi risvolti meno crudeli e spettacolari che non sono soltanto di ordine pubblico. La politica non intende interrogarsi su se stessa e sui meccanismi che tengono in ostaggio almeno un terzo del Paese. Allora l'esecuzione in diretta mandata in onda serve a poco. Se non vuole rinnovarsi, prendendosi il rischio di dare spazio a quegli esponenti che a Sud non hanno mai smesso di avversare i poteri criminali e le loro coperture, come si fa a pretendere un cambiamento culturale? Come si fa a immaginare lo sgretolamento di quell'omertà che sembra tipica soltanto della gente del Meridione, quando il disinteresse della politica nazionale non fa altro che farle da eco e a darle ragione?

Omertà non è più soltanto tacere. Ormai è chiaro che omertà è soprattutto non voler sapere. Non sapere, non conoscere, non capire, non prendere posizione, non prendere parte. Questa è la nuova omertà. E con Eduardo De Filippo viene voglia di imprecare le sue frasi. Ci tolgono l'aria, ci negano il diritto alla vita, e noi a forza di ignorare e considerarla cosa da niente, diventiamo tutti niente.

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Postby percuoco » 01 Nov 2009, 10:20

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Postby aorlansky60 » 04 Nov 2009, 06:52

Genesisforever ha scritto:

«Io invece condivido le parole di Saviano.
Ieri a rai3 ha dichiarato che le mafie sono "il problema" dell'Italia e che negare questo stato di cose ci impedirà di affrontare seriamente la questione. Triste ma vero.»


Intermediario ha scritto:

«Sul fatto che la mafia sia il primo problema dell'Italia non ci sono dubbi. Basta vedere come hanno condizionato la politica degli ultimi 20 anni con i loro pizzini e papelli del c...»




sono contento nel leggere queste parole, almeno non sono il solo ad essere convinto che LE GRANDI ORGANIZZAZIONI A DELINQUERE (si chiamino mafia, camorra, ndrangheta etc) siano UNO DEI PROBLEMI CARDINE di questo paese, ma vorrei aggiungere, purtroppo, non da 20 anni come dice Intermediario MA ALMENO DALL'IMMEDIATO DOPOGUERRA.

Gli Americani prima di sbarcare in sicilia nel 43, infiltrarono nel territorio un certo numero di informatori per sondare quali potessero essere i punti strategici migliori per attuare l'operazione; essi presero informazioni non dai prefetti locali ma dai veri padroni già da allora del territorio, i capi dell'organizzazione mafiosa, e QUESTA LA DICE LUNGA.
Gli stessi "informatori" altri non erano che malavitosi in terra americana di origine siciliana (per nonno o padre) fatti tornare appositamente; essi fornirono notizie sulle infrastrutture dell'isola, la dislocazione e la consistenza delle truppe dell'Asse in Sicilia utilissime per i vertici dell'esercito americano.

Ma la mafia ha origini ancora più remote nell'isola, andiamo tranquillamente a ritroso nel tempo prima ancora della nascita del Regno d'Italia, 1860, figurarsi...

Il problema serio non è tanto la "mafia" in se, quanto il suo legame con la politica locale prima, e quella centralizzata a Roma in seguito. E l'alto numero di affiliati nel territorio. Perchè per fare la mafia e la cupola non servono solo "capi" ma soprattutto fedeli servitori di basso rango che eseguano ordini e facciano "i lavori sporchi" come le esecuzioni che il video reso pubblico dall'organo televisivo ha evidenziato.

La cosa che dà più fastidio a organizzazioni a delinquere come quelle è come "il far rumore da parte di un ladro con il rischio di vedersi scoperto", cioè che se ne parli mettendone in risalto le caratteristiche, proprio ciò che ha cominciato a fare Saviano con i suoi scritti, che solo per questo va lodato per il coraggio.

Perchè noi non ci rendiamo veramente conto di cosa rischia uno come Saviano che si è messo apertamente "contro" queste organizzazioni dandole un "fastidio" altissimo, descrivendone soprattutto l'organizzazione e come essa sia radicata nel territorio attraverso parte della popolazione.

Vedete, noi non ci rendiamo conto di una cosa.

Qui al GFI il livello culturale e di educazione dimostrato dalle persone che vi transitano è, direi, medio-alto.

Esiste anche una realtà fatta ancora di persone che nel 2000 dopo Cristo sanno a malapena leggere e scrivere, alcuni nemmeno quello, ma sanno benissimo come scomporre in tutte le loro parti meccaniche un AK47 o una Beretta92F e soprattutto sanno farne uso perfetto, con una ferocia e una freddezza inaudite per persone come noi.

E questi "esecutori" non sono pochi.

Ecco perchè capisco benissimo una certa indifferenza dimostrata dalle persone che transitavano di fronte a quel cadavere appena ammazzato senza neppure guardare: il motivo è PAURA. Semplice e sola PAURA.

Perchè se anche viene interpretato dal comportamento di essi un minino senso di collaborazione verso lo Stato e le forze dell'ordine, quei passanti impauriti sanno benissimo che lo Stato non è in grado di mettere a loro disposizione una guardia del corpo come il servizio intrapreso per Saviano... sanno benissimo che nei quartieri si conoscono "tutti" e che prima o poi se sgarri quello che ti aspetta sono due proiettili in corpo ed uno in testa.

Io non voglio offendere nessuno, sia chiaro, ma concludo dicendo, supportato dai fatti e dalla storia, che mafia-camorra-ndrangheta NON SONO NATE in Finlandia, in Danimarca, in Sud Africa, in California, Australia, NuovaZelanda o nell'Isola di Pasqua... il fenomeno è nato, purtroppo, in Italia in una parte di essa ben precisa di territorio, e poi da lì l'ha pure esportata in altri paese economicamente ricchi, prima tra tutti gli USA.
È chiaro che mediamente ogni paese o stato sovrano possiede una sua forma di deviazione dalla legalità costituita da nuclei criminali, ma quella Italiana nella sua organizzazione resta storicamente una delle più potenti e radicate in assoluto, tale da avere condizionato tutta la vita politica ed economica del paese dall'immediato dopoguerra già dalla fase della cosiddetta "ricostruzione" e di fatto ne costituisce ancora IL SUO PROBLEMA PIU' GRAVE ED ANCORA IRRISOLTO.
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Postby aorlansky60 » 04 Nov 2009, 08:39

appendice al mio precedente intervento:

un grande, caloroso pensiero personale a tutte quelle persone, in piccola parte incontrate proprio qui al GFI, e a tutte quelle sconosciute che vivono "sotto un ideale fatto di regole" che devono sopravvivere a prepotenze e tristi realtà trovandosi ad abitare in certe zone dove la presenza della malavita organizzata è più forte e a dovere convivere nella tensione quotidiana costante; per uno come me che abita nel nord-italia in una realtà ancora tutto sommato "a misura d'uomo"(o quasi) non è neanche lontanamente immaginabile sapere il livello di stress [:(] al quale siete sottoposti.

Il fatto è che finch'è non avverrà una forte autodeterminazione a livello popolare tale da condannare l'organizzazione mafiosa riducendola all'impotenza fin dalle sue basi, prima del tentativo di inibizione da parte dello Stato che la storia ha dimostrato essere debole ed insignificante, temo non se ne verrà mai fuori.
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