by aorlansky60 » 10 Dec 2009, 08:43
John Lennon
sarebbe entrato nella storia anche senza essere vittima di quell'atto sciagurato del 8 dicembre 1980, per il quale è entrato nella storia suo malgrado anche colui che l'ha commesso, considerata la notorietà universale della persona con la quale si è in qualche modo legato in maniera indissolubile decretandone la morte, da quella sera a NYC .
Per uno che da ragazzo sognava "soldi-fama-gloria" quale tipica aspirazione di ogni "piccolo borghese" della classe sociale a cui apparteneva, lo stato a cui è assurto e quello che ha ottenuto tramite la propria opera va certamente al di là di qualsiasi immaginazione, anche la più impensabile.
Più del LENNON autore musicale, cosa che in fondo sapeva fare meglio e ormai arcinota a tutti, a me piace ricordarne la figura sensibile alle problematiche sociali soprattutto legate alla guerra.
Nessuno come lui attuò prese di posizioni così ferme e radicali, almeno nell'ambiente a cui apparteneva.
Nel corso degli anni 60, molti musicisti dell'allora nascente movimento pop manifestarono il proprio punto di vista attraverso i testi delle proprie canzoni per protestare circa la politica estera intrapresa dal proprio governo, ma LENNON andò ben oltre.
In un momento storico in cui la problematica era particolarmente viva negli "states" a causa del conflitto in Vietnam, lui decise di andare a vivere a NYC per sfogare pubblicamente tutto il suo sdegno.
Cosciente del fatto che avrebbe attirato su di se le luci dei riflettori da parte di una certa parte dell'amministrazione USA non propriamente accomodante, che rispondeva alle sigle di CIA e FBI, per non citare l'entourage republicano della Casa Bianca. Come in effetti accadde, reazione per la quale LENNON fu per molto tempo spiato e posto sotto controllo dalle autorità governative che cercarono a più riprese di esperlerlo, senza mai riuscirvi, dal suolo statunitense.
Soprattutto considerando che al momento che lo fece aveva già raggiunto uno status a dir poco invidiabile per il quale non aveva assolutamente bisogno di farsi pubblicità, cosa che i maligni vollero interpretare cercando di dare lettura a comportamenti sociali a dire poco incredibili per una star del suo livello.
Eppure lo fece mettendosi in gioco, non solo in musica ma soprattutto attraverso opere ed azioni tra le più varie, cosciente del rischio di coprirsi di ridicolo soprattutto agli occhi dei fans di prima data, quelli del "sogno" come lo definiva lui, quello dei "FabFour", perchè lui era così, una mente sincera e libera a qualsiasi forma di costrizione stabilita.
Ricordando alcune sue parole del tempo :
"...io non ho rispote agli interrogativi dell'universo, io faccio solo canzoni..."
...per uno che sapeva fare canzoni come lo sapevi fare, caro John, prima ancora di considerare tutto il tuo coraggio, hai meritato quello che hai raccolto e per il quale sarai ricordato.
...AMA TUTTI, CREDI A POCHI, NON FAR MALE A NESSUNO...