Chi ha almeno la mia eta' ricordera' sicuramente l'estate dei delitti Romani, l'agosto 1990, ed in particolare l'assassinio rimasto irrisolto: quello di Simonetta Cesaroni, bella e giovane ragazza della capitale barbaramente massacrata nel suo ufficio.
Uno degli indagati, Pietrino Vanacore, portiere dello stabile presso cui la Cesaroni fu uccisa, a seguito di vent'anni di processi e di testimonianze in tribunale si e' suicidato ieri gettandosi in mare con una fune legata ad una caviglia e ancorata ad un albero, dopo aver ingerito degli anticrittogamici.
Vanacore era sicuramente innocente: ce lo dice la sentenza sia di primo grado che quella definitiva in Cassazione del '95. Avrebbe pero' dovuto testimoniare al prossimo processo contro l'ex fidanzato della ragazza, ancora indagato, che si sarebbe tenuto a breve. Forse ha visto cose che ancora una volta non avrebbe potuto raccontare, forse era solo stanco di una vita continuamente rovinata da questa vicenda che periodicamente ritornava a galla.
Cala il sipario su di lui, e credo cali anche il sipario sulla speranza di sapere la verita' su questo ormai lontano assassinio che aveva tanto turbato il paese. Riposi in pace.